Facciamo il punto della situazione, perchè qui mi sembra che, tanto per cambiare, si continui a dividerci su tutto, fino a dire cose assurde pur di difendere le proprie posizioni, tipo la storia che a Verona la Fiorentina non ha meritato di vincere e che si continui a far ridere.
E invece i progressi ci sono stati e sono evidenti, solo che secondo me è troppo poco per pensare di aver raddrizzato la situazione.
Abbiamo buttato via sei mesi buoni e nessuno sa ancora spiegare il perché e da gennaio 2010 abbiamo azzeccato due acquisti su sette (Felipe, Bolatti, Ljajic, Boruc, D’Agostino, Cerci, Behrami), e non mi sembra una media fantastica.
Se adesso cominciamo ad andare bene, non c’è nessuno più contento di me, ma solo un finale con i fuochi d’artificio mi potrà far cambiare idea su Mihajlovic, assolutamente non paragonabile per adesso con Prandelli, che avrà sì fatto due mesi pessimi, ma ci ha regalato quattro piazzamenti Champions nei primi quattro anni e a Liverpool c’era lui in panchina.
Nel fervore quasi religioso pro Sinisa che avverto da qualche parte, sento anche partire delle bombe niente male, tipo che se non ci fosse stato Mihajlovic allora sì che eravamo a lottare per la retrocessione: ma perché?
Ovviamente manca la controprova in tutti i sensi, ma potrebbe anche essere che con un altro allenatore potremmo oggi essere, senza impegni internazionali e con una rosa che ha il quinto monte ingaggi d’Italia, in piena lotta Champions.
A me pare sinceramente che negli ultimi trent’anni non ci sia stato a Firenze un allenatore che con questi modesti risultati (perché il settimo posto o almeno andarci vicinissimo è proprio il minimo sindacale) abbia goduto di una così ampia apertura di credito e se tutta questa fiducia è ben riposta è una manna dal cielo per tutti noi che amiamo sportivamente la Fiorentina.
Su Corvino non voglio aggiungere niente: faccia il suo lavoro con tranquillità, evitando liste di proscrizione, sassolini e/o sassoloni.
Non lo dico certo per me, perché so benissimo di essere tra i primi nella black list di direttore sportivo e forse pure dell’allenatore e vivo tranquillo lo stesso avendo le spalle grosse, ma per la Fiorentina, perché in futuro abbiamo bisogno di tutto, tranne che di regolamenti di conti.
Siccome sono Corvino e Mihajlovic a guidare le danze nel rapporto quotidiano con l’ambiente, diano loro un segnale di distensione nell’auspicabile caso che il lavoro per cui sono lautamente e regolarmente pagati dia i frutti sperati, com’è nell’interesse di tutti.
Ma sia chiaro che le critiche da luglio a gennaio sono state tutte più che giustificate, sia pure riconoscendo che ci vuole misura anche in questo, anche se non mi pare che di avere avvertito troppa cattiveria.
Può darsi naturalmente che mi sbagli perché tendo ad estendere i miei sentimenti al comune sentire generale, ma in passato per squadre superiori a questa io ho ascoltato e letto molto, ma molto di peggio.

A me questa vittoria, così sofferta, è piaciuta più di quella di Palermo, dove la difesa di Rossi ci aveva dato una bella mano.
E’ un successo meritato, Boruc è stato molto bravo, ma la Fiorentina ha avuto le stesse occasioni del Chievo e ha palleggiato molto meglio a centrocampo.
Ora davvero cominciamo a divertirci, ed era l’ora, a nove giornate dalla fine.
Se davvero, come pare, rimarrà Mihajlovic, beh almeno cerchiamo di avere una base da dove ripartire, che si raggiunga o meno l’Europa (ma io comunque la penso come Mutu: se non arriviamo settimi, è un fallimento, nella stagione senza le coppe).
Abbiamo ridato un senso al campionato e possiamo preparare la gara contro la Roma alla vecchia maniera, con qualcosa in palio.
Mi è molto piaciuto il centrocampo e la coppia centrale difensiva e tranne Marchionni non ho visto nessuno che non fosse all’altezza.
Possiamo provare a stare un po’ uniti per tutta la settimana?

Vorrei provare a vederli insieme, in buone condizione, almeno per qualche partita Montolivo e D’Agostino prima di dire se sia stata così sbagliata la scelta di portare l’ex dell’Udinese a Firenze.
Forse ce la facciamo domani, complice pure la squalifica di Donadel e un Vargas “che sta ancora recuperando” (ma da dove era partito il peruviano per recuperare, visto che sono più di settanta giorni che arranca alla ricerca della migliore condizione?).
A me D’Agostino continua a piacere, sarà forse perché conservo nella testa alcune stagioni friulane, ma non mi sembra che abbia un’età in cui si debba parlare di parabola discendente.
Insomma, è uno che sa giocare molto bene al calcio, un uomo dalla tecnica sopraffina e dall’ottimo tiro.
Certo, poi bisogna vedere le effettive condizioni del ginocchio e qui semmai si entrerebbe in un altro discorso, quello dell’incauto acquisto, ma Corvino mi parrebbe troppo scaltro per farsi fregare così.
Aspettiamo dunque la formazione di domani con una certa curiosità, perché se non li mette in coppia a Verona non li mette più.

E invece no, aggiornamento delle 13.46: gioca Vargas. Quindi niente coppia Montolivo-D’Agostino….

E’ scattata ancora una volta implacabile la nostra sindorme fiorentina del “tutto dovuto”.
Non ne sono assolutamente immune, perché anch’io ho pensato che avendo tra annessi e connessi circa 2,5 miliardi di dollari (circa 3500 miliardi delle vecchie lire) i Della Valle brothers potessero, se non dovessero, fare di più per la nostra amata Fiorentina.
Tralasciando naturalmente che nella fornace viola loro hanno già gettato più o meno 180 milioni di euro (circa 350 miliardi delle vecchie lire, quindi un decimo di quanto possiedono), soldi magari non tutti spesi proprio benissimo, come risulta dagli ultimi mercati.
I nostri sono sentimenti umani e sbagliati, da tifosi insomma, perché non si capisce con quale diritto noi ci permettiamo di decidere cosa debbano fare le altre persone con i propri soldi.
E’ una devianza mentale tipica del calcio e non mi vengono in mente alte situazioni simili.
Perché ad esempio non mi sognerei mai di dire al mio vicino di casa che si è fatto la Ferrari di spendere un decimo di quella cifra per sistemare a sue spese il tetto condominiale.
Il punto dolente è considerare affettivamente la Fiorentina come una cosa nostra ed estendere questo concetto alla mera proprietà, che invece non ci apparteiene proprio per niente, a meno di non “frugarsi”.
Esercizio nel quale i fiorentini, si sa, difettano per definizione.

Mi è molto piaciuta la conferenza stampa odierna di Mutu.
I motivi sono vari e partono dall’onesta ammissione che a lui a Firenze sono permesse cose e situazioni che per altri non sono neanche immaginabili, proseguono con la battuta sulla programmazione della propria vita notturna e il dichiarare fallimentare una stagione che non si chiuda con il piazzamento europeo e si chiudono con l’appassionata e non richiesta difesa di Cerci, una difesa da capitano vero.
Non mi è sembrato, dico la verità ed è una mia personale impressione, così innamorato del progetto tecnico di Mihajlovic, ma non ha dato nessuna “leccata” gratuita al proprio tecnico.
Insomma, dopo averlo a lungo bacchettato con ampie ragioni (me lo ha ricordato anche venerdì sera da Antognoni col sorriso sulle labbra), stavolta gli dico bravo, invitando comunque tutti a tenere la guardia molto alta perché è proprio nei momenti di rilassamento che si insinua il diavoletto che poi porta tutto allo sfascio.

1: La Fiorentina ha fatto un ottimo Torneo di Viareggio, ai dirigenti, tecnici e giocatori vanno i più sinceri complimenti. Il settore giovanile è la parte migliore della società da un anno ad oggi e può darsi che prima o poi arrivino i frutti anche per la prima squadra.
2: Ci sta tranquillamente di perdere una finale contro l’Inter, ma siccome a quella finale ci siamo arrivati belli carichi credo che tutti quelli che sono andati a Livorno avessero la speranza di vincere la gara.
3: Prendiamo atto che Seferovic e Salifu fanno parte della prima squadra e quindi ci aspettiamo prima o poi il loro esordio.
4: Non ho assolutamente niente di personale contro Corvino, che mi è assolutamente indifferente. Non gli sono amico, ma neanche nemico. Con lui ero, sono e sarò sempre neutro. Mi limito solo ad analizzare le situazioni e i fatti che accadono in casa viola, provando qualche volta a parlare prima, con l’ovvio rischio di brutte figure.
5: Ho trovato fuori posto l’enfasi post-sconfitta di ieri, da qui la voglia a pelle di scrivere il post. Sbaglio? Non credo, ma sono comunque sensazioni personali.
6: Visto che al settore giovanile ci teniamo in tanti e che abbiamo una gran voglia di battere la Roma in Coppa Italia, non era forse il caso di fare biglietti con costi quasi uguali tra abbonati e non tesserati (che poi al Franchi vanno sempre come gli altri), visto anche che si cerca di avere una linea comune che riconduca tutti alla Fiorentina?
Spero di esser stato chiaro una volta per tutte.

Io, scusate, devo dire quello che sento e vi devo quindi esternare per la seconda volta in poche settimane il mio stupore per queste dichiarazioni così piene di soddisfazioni per la sconfitta contro l’Inter.
E’ colpa mia, si tratta di un limite, perdonatemi, ma proprio non capisco come si possa valutare così positivamente la prova dei giovani viola nella finale.
Se dobbiamo essere contenti perché a questa finale ci siamo arrivati, va bene, sono anch’io sinceramente sorridente e soddisfatto, ma mi fermo alle 14.59 di oggi.
Perché poi analizzo un’altra storia e a me perdere rompe parecchio, ma come contro l’Inter in campionato qui sembrano tutti pieni di gioia per la sconfitta.
Insomma, mi è molto dispiaciuto non aver centrato 19 anni dopo la vittoria e non mi unisco al compiacimento generale.
Ultima cosa, per abbassare ancora il gradimento di alcuni dirigenti viola nei miei confronti: la Primavera viola è costata solo 10mila euro?
Ok, allora vuol dire che gli investimenti milionari su Seferovic e Salifu vanno conteggiati nella prima squadra, dove in verità mi pare che questi ragazzi fatichino ad affacciarsi.

Vittoria meritata e da grandi firme, aspettando la ripetizione di certe prestazioni prima di tirare un sospiro di sollievo.
Mutu sta cominciando a ripagare il proprio debito e Behrami è certamente un acquisto azzeccato, di cui dobbiamo dare conto a Corvino.
Adesso che siamo salvi, proviamo un po’ a divertirci, perché sarebbe l’ora di dare qualche soddisfazione a tifosi sempre più desolati.
Faceva tristezza vedere quegli spazi vuoti in mezzo alla Fiesole, mettevano malinconia il migliaio di tifosi presenti in Ferrovia: qui va riconquistato il cuore della gente e tutto il resto passa in secondo piano.
Intanto il Gila è arrivato in doppia cifra, disintegrando Mazi Lopez e facendo ricredere chi lo metteva dietro all’argentino.
E domani tutti a Livorno per la finale del Viareggio, o alla radio per sentire il prode Luis Laserpe raccontarci col buon Meucci una partita da vivere con emozione.

Serata memorabile, organizzata benissimo, con ottimi conduttori (Tenerani e Monti), uno showman irresistibile (Graziani), un sacco di illustri amici veri e soprattutto loro due: un re ed un principe.
Il re, misurato e di gran classe, nemmeno corresse ancora sull’erba del Franchi, è stato naturalmente Giancarlo Antognoni.
Accompagnato dalla regina Rita, ancora bellissima e che avrà fatto schiantare di invidia tutte le signore over 40 di oggi, o forse no perché qualcosa al trono si deve pure concedere e che ha rubato la scena all’affascinante futura signora Montolivo.
A me è sembrata un po’ la ripetizione del 25 aprile 1989, quando Giancarlo salutò tutti nello stadio strapieno per una partita non ufficiale e molti di quelli che si commossero al suo giro di campo finale sono certo che fossero lì ieri sera.
Un sacco di gente, che forse il resto d’Italia non capirà, ma sinceramente ce ne faremo una ragione e continueremo così a lungo.
E’ stato tutto così bello e naturale che alla fine, quando solo salito sul palco per presentare con Gianfranco Monti gli ex viola, non avevo le solite farfalle nello stomaco che credo accompagnino un po’ tutti quelli che si devono presentare davanti a più di cinquemila persone.
Anzi, non vedevo l’ora che toccasse a me e nei venti minuti in cui ero lì pensavo: ma guarda un po’ che “culo” che ho avuto nella vita.
Sono qui col mito della mia gioventù e con le mie “figurine” di ragazzo, i “miei” giocatori.
E il principe? Cesare Prandelli, non ci sono dubbi.
Entusiasmo allo stato puro al momento del suo arrivo, affetto vero che nessuna polemica potrà mai sradicare, emozionanti le sue parole, da brividi la risposta del popolo viola.
L’ho finalmente riabbracciato dopo nove mesi e, maledizione, mi ha trovato un po’ ingrassato (ha detto che non mi convoca in Nazionale, naturalmente da oggi starò più attento nel mangiare…) e mentre lui usciva mi è venuto in mente come possano dalle altre parti d’Italia considerare questo feeling unico tra Cesare e Firenze, se non ne siano insomma un po’ gelosi.
Chiudo questa sovrapposizione di vibrazioni e sensazioni positive con quanto ho chiesto sul palco: ma quando sarà che nella sede viola si cominceranno a vedere le foto di chi ci ha dato momenti indimenticabili prima del 2002?
Se proprio non vogliamo riportare Antognoni in Fiorentina, e non credo che avverrà, almeno piazziamo una gigantografia all’entrata, insieme a Julinho, Hamrin, De Sisti, Bati e tutti quelli che ci detta il cuore.

Um conto è organizzarle le cose, un altro è lo spirito che si respira intorno ad un avvenimento.
Quello di stasera è davvero speciale e l’ho percepito dai tanti contatti avuti con gli ex viola: è scattata la voglia di esserci, di partecipare come se si andasse al ritrovo tra vecchi compagni di scuola.
Tra trent’anni non credo che sarà lo stesso con gli attuali giocatori e questi milionari di oggi non sanno cosa si perdono.
Ad Antognoni vogliono bene davvero tutti e forse lo stesso Giancarlo sarà rimasto sorpreso nel vedere la disponibilità assoluta di ex compagni in giro per l’Italia che hanno vinto.
L’altra sera al Pentasport Paolo Rossi mi sembrava sinceramente dispiaciuto di dover ballare invece di essere lì con gli altri.
Prepariamoci quindi ad una grande festa e gli incerti non abbiano dubbi nel venire perché secondo me si perdono parecchio.

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