Non si augura mai il male a (quasi) nessuno, ma un briciolo di giustizia quella sì, e che cavolo!
Personalmente ho quindi avvertito un fremito di soddisfazione alla notizia che l’esimio cavalier Callisto Tanzi, di un’arroganza e protervia eccezionale ai tempi d’oro del Parma calcio, era stato condotto in carcere.
E’ il luogo dove dovrebbe passare, in teoria, i prossimi 8 anni, per via della condanna inflittagli dalla Cassazione, ma tranquilli che tra non molto lo rivedremo in giro ad accampare malanni vari e a dire che non è stata colpa sua.
Non c’entra niente nella mia soddisfazione l’infelice e ripetuta esperienza passata nel tentativo di intervistarlo nel dopo partita: di gente montata che vale meno di zero sono pieni gli stadi italiani e quindi uno in più o uno in meno non fa differenza.
No, qui conta la deliberata volontà di truffare decine di migliaia di ignari risparmiatori che nella Parmalat credevano ciecamente, perché tutti noi associamo il latte ed il cibo a qualcosa di concreto, di reale, e “figuriamoci se un’azienda come quella non è solida”.
Non lo era affatto, tutto era inventato.
La Parmalat era un impero costruito sulla cartapesta, anzi sulla carta camuffata, con degli arrosti grafici clamorosi sui documenti, porcheria che non userebbero nemmeno i ragazzi di quindici anni per falsificare il libretto delle giustificazioni.
Invece si sono fidati in tanti e in molti ci hanno messo i risparmi di una vita perdendo cifre vergognose che dovrebbero non far dormire la notte Tanzi e i suoi sodali (tonna, figli ecc).
Io stesso, che passo per essere un notevole rompiballe (ciò nonostante dieci anni fa ho rimesso un sacco, per me, di quattrini con le azioni Seat…) ho comprato le sicurissime obbligazioni Parmalat, salvo poi rivenderle per un miracoloso colpo di chiappa, che sarebbe poi stata un’improvvisa esigenza.
Ed ero pure arrabbiato pensando al 6% di interesse (nemmeno quindi una cosa clamorosa, se si pensa che eravamo nel 2002) che perdevo…
Guardiamo se adesso qualcun’altro seguirà la strada maestra del grifagno Cavaliere di Parma verso le patrie galere.