Riprendo una risposta data ad una tifosa che mi chiedeva come fare per combattere la maleducazione che pare stia dilagando e non solo su questo blog.
Qualche leone da tastiera avrà brutte sorprese tra un po’, naturalmente con i tempi della giustizia italiana, e forse gli servirà da lezione, o forse no, ma sono problemi suoi.
I soldi che prenderò li devolverò tutti a chi ha bisogno.
La mia soluzione è che da oggi non ne faccio passare una, non me ne frega niente se la gente se ne va (tanto poi legge lo stesso e cambia nickname, ma io ricancellerò alla prima frase maleducata).
Questo blog promuove solo enti benefici e iniziative di solidarietà, mi applico con passione da quasi sei anni e non ci prendo un euro, cercando sempre il dialogo.
Ma figuriamoci se a quasi 51 anni, dopo oltre 30 stagioni passate a girare l’Italia e il mondo con la Fiorentina ed avendo attraversato tutte le situazioni possibili ed immaginabili (osannato, contestato, insultato, minacciato, stimato, temuto) posso stare ancora a rispondere a qualche imbecille che mi dà del servo di Della Valle, a chi al contrario mi accusa di fomentare i tifosi contro i Della Valle, a chi si permette di mettere il becco nelle vicende private della radio, a tutti i sobillatori di professione (alcuni pure, parecchio frustrati e con la schiena dritta, appartengono ad altre emittenti radiofoniche con ascolti da prefisso telefonico: ne ho sgamati un paio).
Ho dato a questa gentaglia fin troppo spazio e da ora si cambia: cancello e stop.
Ed eventualmente querelo, così faccio pure del bene.
E non ci sarà più spazio per quelli che offendono gli altri utenti.
Diminuiranno i post? E chi se ne importa.
Tanto questo rimane lo spazio internet viola più visto, dopo i tre primi siti che parlano di Fiorentina.
O guardiamo se continuano o cambiano tribuna mediatica per sfogare i propri deliri.

Speriamo che non ci siano eccezioni e che tutti gli altri presidenti prendano l’esempio dal Milan.
Vorrei che in un momento drammatico come questo per l’Italia venissero fatti i nomi e i cognomi di quelli che ci provano, calciatori e procuratori.
Da Repubblica.it

L’ad del Milan, Adriano Galliani non ha dubbi su come la società rossonera risolverà la questione legata al contributo di solidarietà. “Noi al Milan abbiamo già deciso: la tassa di solidarietà, se sarà confermata, la pagheranno i calciatori come tutti gli altri lavoratori italiani.
Su questo punto – ha detto Galliani a Sky Sport- non c’è trattativa e se non sono d’accordo facciano pure sciopero. Io e tanti altri presidenti, che ho già interpellato, non faremo passi indietro”.
Il problema si pone perchè i calciatori trattano le loro retribuzioni con le società al netto delle tasse e nei contratti depositati in Lega è evidenziata anche la cifra netta percepita dall’atleta. La nuova tassa costerebbe alle società di serie A circa 40 milioni di euro. Un salasso insostenibile per Galliani:
“Non mi pongo neanche il problema. I calciatori guadagnano milioni di euro l’anno, non vedo come potrebbero tirarsi indietro di fronte ad un contributo straordinario di solidarietà che si è reso necessario in un momento di grave crisi. Come lo spiegherebbero ai tifosi? Loro sono abituati a non preoccuparsi delle tasse ma questa volta è diverso e spero che se ne renda conto anche Tommasi, il presidente dell’Aic. Se così non fosse, facciano pure sciopero, ma vi assicuro che non otterranno nulla”.

Prima considerazione doverosa: nessuno ha mai ordinato ai Della Valle brothers di prendere la Fiorentina e metterci dentro fino ad oggi 150 milioni di euro (quasi 300 miliardi delle vecchie lire) in nove anni.
Poiché non hanno mai avuto il cuore viola e non sono quindi animati dalla passione, se lo hanno fatto avranno avuto le loro buone ragioni.
Seconda considerazione: visto che vengono considerati dalla stragrande maggioranza del popolo viola un po’ o un po’ tanto tirati, pur avendo sborsato questa cifra per me mostruosa, evidentemente qualcosa o quasi tutto non deve avere funzionato nella comunicazione con l’ambiente.
Terza considerazione: con 150 milioni di euro spesi, la differnza tra uscite ed entrate, il piazzamento medio della Fiorentina nei sette campionati di serie A è stato il settimo posto, non proprio esaltante, direi.
Quarta considerazione: se la Roma è stata valutata alla fine 90 milioni, di euro con una cessione nebulosa e sofferta, quanto pensate che valga oggi la Fiorentina? E quanto hanno pagato di tasca prpria negli ultimi anni Zamparini, Preziosi e De Laurentiis?
Quinta e ultima considerazione: ma noi amanti della Fiorentina, così certi di essere al centro del mondo, così sicuri che tutto ci è dovuto per il solo fatto di vivere a Firenze, così arrabbiati con il mondo per gli ultimi diciotto mesi di vacche magrissime, dove diavolo la ritroviamo una famiglia o un imprenditore che tiri fuori tutti questi quattrini?

Esiste qualcuno del mondo del calcio che pensi a Maxi Lopez come ad un attaccante superiore a Gilardino?
Nessuno, immagino.
Neanche Teotino e neanche Mihajlovic (forse), e allora mi spiegate perché dovremmo cambiare il centravanti con uno più debole?
Per soldi?
Ma quanto milioni rimarrebbero tra quanto prendiamo dal Genoa (il Genoa! Non la Juve!) e versiamo al Catania?
Cinque milioni di euro?
Cioè meno di quanto abbiamo pagato la metà di D’Agostino giusto un anno fa?
Che sia questa la plusvalenza a cui accennava Corvino a Cortina quando ha risposto alla mia domanda sulla perdita con l’Udinese (Gilardino è già stato ammortizzato per tre quinti del suo cartellino)?
Poi, come dice Ferrara, porto mio figlio Cosimo allo stadio e gli faccio vedere che bellissima plusvalenza gioca con la maglia numero nove…
E comunque noi rischiamo fortemente di incartarci in attacco, perdendo uno tra i più forti centravanti europei, che non ha mai tradito nei numeri, per cinque milioni di saldo contabile?
La storia dell’ingaggio poi la capisco ancora meno: se il Genoa darà a Gilardino 8 milioni per 5 stagioni, noi potremmo allungargli il contratto a 1,2 per i tre anni che vanno dal 2013 al 2016 e avremmo pareggiato l’offerta.
Alla fine sarebbero sempre 2 milioni netti (4 lordi) di quanto avevamo ipotizzato di dare a Montolivo per gli stessi cinque anni e sinceramente mi pare che non ci sia confronto tra l’importanza dei due per la Fiorentina.
No, io non capisco: se verrà Maxi Lopez urlerò felice ad ogni suo gol, ma questa operazione per me non ha senso.

Mi pare che la famiglia Della Valle abbia gradito la risposta della maggioranza del popolo viola: non c’è stata una mozione di affetti straordinaria (un po’ difficile da ottenre, visti gli ultimi diciotto mesi di veleni e scarsi risultati sul campo), ma la stragrande parte dei tifosi della Fiorentina pensa che si debba andare avanti con i Della Valle.
Personalmente faccio parte del gruppone e però adesso passerei alla parte due del piano: allestire cioè una squadra che ci collochi davvero in una posizione dal quarto all’ottavo posto, che è poi la nostra dimensione storica.
Non sono in arrivo grandi nomi e speriamo che non partano i big.
Ho l’impressione che molto passi dalla capacità di Mihajlovic di assemblare al meglio un organico che sulla carta e sui nomi vale meno della passata stagione, quando però la carta e i nomi ci hanno abbondantemente tradito.

Proviamo a rovesciare il comune punto di vista, ogni tanto aiuta a relativizzare e quindi a non prendercela troppo.
Diciamo che il Milan ci ha dato Montolivo in prestito secco per un anno e che quindi abbiamo la possibilità di avere per un intero campionato l’ottimo giocatore ammirato ieri sera contro la Spagna.
Se poi il Liverpool ci avesse imprestato pure Aquilani, ci saremmo proprio divertiti, ma intanto accontentiamoci e ricordiamoci sempre che il calcio è adesso.
E che in questo grigiore di inizio stagione basterebbero due acquisti interessanti e due buone partite per colorare di viola il cielo sopra di noi.

Se davvero l’intento del gruppo dei tifosi viola che hanno consegnato il premio-tapiro a Prandelli era quello di rompere le scatole alla società, direi che hanno centrato in pieno l’obiettivo.
Certamente non era nelle intenzioni dell’ex tecnico viola sollevare questo polverone e a me pare che si faccia molto rumore per (quasi) niente.
E’ stata data una visibilità straordinaria ad un gesto che forse puntava proprio a fare del male alla Fiorentina, ma che andava ignorato proprio per non ingigantirlo o al massimo stigmatizzato con una battuta in una prossima conferenza stampa del presidente Cognigni.
Negli ultimi dieci giorni ci siamo concessi lo scontro Mihajlovic-contestatori, la lettera molto amara di Andrea Della Valle, la distinzione tra tifosi buoni e quelli cattivi (che comunque continueranno ad andare allo stadio) e quest’ultimo episodio: quando è che torneremo a parlare di calcio?

E’ semplice al limite del banale: i Della Valle sono la migliore soluzione possibile per la mia, per la vostra Fiorentina, per questo sto con loro.
Inutile agitarsi, qui si tratta di essere concreti e capire una volta per tutte che non esiste dietro l’angolo (e neanche in fondo alla via) un possibile compratore, un’alternativa.
Non ci piace quello che propongono? Non ci abboniamo, così capiscono di stare sbagliando qualcosa.
Hanno poca passione? Certo, mica sono nati con il tifo nel sangue, ma anche se ci arrabbiamo tre volte al giorno quella passione non gli verrà mai, perché è istinto, è voglia di soffrire per una cosa che per chi non capisce può pure sembrare stupida.
Stiamo andando verso uno scontro pericolosissimo e sono ormai quattro giorni che lo dico e che lo scrivo: bisogna fare tutti un passo indietro.
Chi offende i Della Valle deve, sottolineo deve, proporre soluzioni alternative, perché altrimenti qui ci avvitiamo solo su noi stessi.
E’ vero, ma allo stesso tempo inutile dire “noi siamo la Fiorentina”.
Lo so, ci mettete il cuore, ragazzi, ma a meno di organizzare un improbabile azionariato popolare (poi vorrei vedere come facciamo a decidere chi comanda…) qui si sta parlando della quinta industria italiana e ci vogliono capitali enormi per reggere il banco, anche in regime di autofinanziamento.
Andrea non avrà mai una risposta univoca alla sua lettera perché noi fiorentini ci dividiamo su tutto, figuriamoci sul calcio e sinceramente non so neanche cosa gli debba o possa dire Renzi.
Che fa?
Si assume l’onere e l’onore di parlare a nome di tutti?
E chi gli dà questo diritto?
Figuriamoci poi se uno avveduto come lui cade in una trappola del genere.
La lettera di Andrea è in fondo una chiamata al referendum più semplice: state con me oppure no? Vi fidate ancora?
Io credo che la maggioranza dirà di sì, magari con mille distingui, però non so in che modo si possa esplicare questa risposta, forse con i sondaggi sui siti, forse alla radio.
Ed è proprio per questo che domani faremo un Pentasport speciale, fuori programma, aprendo le linee e verificando chi sta con Della Valle e chi no.
Ma se Andrea pensa di avere una maggioranza bulgara è bene che cominci a ragionare su una exit strategy dalla società perché qui l’unore è molto basso visto che sono diciotto mesi che ne vengono imbroccate davvero poche in campo, fuori dal campo e sui media.
Per chi non sta con i Della Valle brothers propongo un diritto e un dovere: il diritto è ovviamente quello al dissenso, che per il bene della Fiorentina (ed è questo il dovere) in questo periodo svilupperei solo con critiche e con l’allontanamento dalla squadra, lasciando perdere cori e striscioni offensivi che acuiscono solo il malessere.
Da parte mia non rinuncio certo alla critica su ciò che viene fatto e su come viene fatto, ma con un distacco emotivo che mi sforzo di avere fino al 31 agosto.
In questa lotta fratricida siamo andati molto oltre i giusti confini e la ragione principale è che non sappiamo comunicare e, soprattutto, ognuna delle due parti (tifoseria che contesta e Della Valle) è convinta di essere molto in credito con l’altra, per questo radicalizza le posizioni e si incattivisce.
Vorrei ricordare che in mezzo a questo casino c’è la Fiorentina e che tutto vorrei meno che vederla stritolata tra due forze uguali e contrarie: do you remember il primo agosto 2002?

Alcuni punti da sottolineare, e poi chiudere la faccenda, una volta passata l’incazzatura immediata sull’increscioso episodio di ieri.
Mencucci avrebbe fatto meglio a non tornare sulla vicenda degli pseudotifosi, proprio per evitare che si parlasse di quello invece che della buona, a tratti ottima, prova della Fiorentina.
Petri poteva/doveva evitare di partire nel Pentasport contestando quelle dichiarazioni: la linea editoriale di Radio Blu è che da qui al 31 agosto si evitano il più possibile le polemiche.
La Fiorentina finalmente aveva dato quelche buon motivo per essere ottimisti, partiamo da quello, no?
E questa credo sia la migliore dimostrazione di quanto uno sia libero di agire: io non sapevo niente di quali fossero le idee di Petri.
Ma voi credete che un giornale passi tutto quello che passa per la testa di un redattore, oppure esista una linea condivisa?
Petri opinionista può dire ciò che vuole, Petri come conduttore del Pentasport deve nella sua scaletta tenere la linea editoriale della radio e poi esprimere, come hanno sempre fatto lui e tutti gli altri, il proprio parere.
E comunque mai mi sarei sognato di intervenire per una cosa del genere: avrei chiamato nella pausa per fargli sottolineare che quella era una sua opinione e non quella della radio.
Gli altri due punti sono invece inaccettabili e gravissimi.
Nessuno ha detto a Petri di attaccare la Fiorentina per una cosa minima come il mancato giocatore in diretta, oltretutto tirando in ballo concetti completamente fuori luogo come la storia dei diritti.
Lì la questione è semplice: c’è una trattativa, noi paghiamo e ci va bene così, nessuno ci obbliga a farlo ed è su questo e per questo che mi sono scusato con la Fiorentina.
Non mi risulta che sia lui il direttore di Radio Blu e tra l’altro, proprio da direttore, stavo risolvendo la questione, come in effetti poi è avvenuto con Behrami.
La verità? Mi è sembrato che Petri utilizzasse la storia della mancata intervista per andare a testa bassa e per motivi suoi contro la Fiorentina e questo non lo posso permettere. A lui come a qualsiasi altra persona.
Più grave ancora la questione di Repubblica, giornale su cui Petri scriveva fino a 5 mesi fa.
Non penso esista emittente che abbia dedicato a Canale Dieci più spazio di Radio Blu e ieri della vicenda e delle proteste dei dipendenti non hanno parlato diversi quotidiani fiorentini, tra cui il mio, e non solo Repubblica.
Perché prendersela con un solo giornale per il silenzio?
Petri, senza avvertirmi, si è permesso di attaccare pesantemente Repubblica facendo un uso personale della radio che io non mi sono mai neanche lontanamente sognato di fare, neanche 4 anni fa quando uno che non saprei neanche come definire mi insultava tutti i giorni via etere.
Nel 2007 presi un avvocato e avviai una causa che dovrebbe concludersi tra non molto, ma mai ho pensato di approfittare della mia posizione di direttore.
Mi è costato molto intervenire, soprattutto con Petri, che ho sempre difeso soprattutto nell’ultimo anno, concedendogli fiducia (assolutamente tradita), ma come ho scritto a caldo dirigere vuol dire anche comandare e prendere posizioni scomode, molto poco eleganti e di cui si farebbe volentieri a meno.
Se poi il concetto portante di tutta questa triste vicenda deve essere: poiché Petri ha attaccato pesantemente Mencucci, va tutto bene quello che lui fa e quello che lui dice, beh…io mi arrendo e rinuncio a qualsiasi forma di dialogo.
Ma vi invito a leggere almeno due volte quello che ho scritto e poi fare le dovute riflessioni, perché il primo ad essere dispiaciuto per il casino di ieri sono proprio io, che stanotte ho dormito poco proprio per questo.

Questa è Firenze e questi siamo i giornalisti di Firenze.
Tutti, compreso il sottoscritto.
I fatti: dopo l’ottima partita della Fiorentina, inizia il Pentasport e Leonardo Petri si lancia in un attacco contro Mencucci per le sue dichiarazioni sui psudotifosi e già lì mi incazzo, non perché lui abbia o non abbia ragione, ma perché è da giovedì che predico il basso profilo sul discorso contestazione, dicendo che così ci facciamo del male.
Poi comincia a parlare del pessimo servizio comunicazione della Fiorentina che non dà i giocatori a Radio Blu che dà i soldi per i diritti.
Siccome fino a prova contraria sono io che decido se sia o meno il caso di tirare fuori argomenti come questi (mai fatto prima), a cui tra l’altro agli ascoltatori non importa un accidente, e quindi decido io la politica di Radio Blu, mi incazzo ancora di più perché nessuno aveva detto a Petri di parlarne e di andare a testa bassa in quel modo (tra l’altro mentre stava per arrivare Behrami).
Infine, senza chiedermi niente prima, decide di attaccare per motivi suoi, e quindi facendo un uso privato di Radio Blu, Repubblica perché non ha pubblicato niente sulla pesantissima situazione di Canale Dieci, a cui perlatro avevamo dedicato numerosi interventi.
Tutto questo nel giorno migliore della Fiorentina (l’unica cosa di cui avrei voluto parlassero nel Penta) dall’inizio del ritiro ad oggi, quindi faccio una cosa mai avvenuta prima, in 32 anni: entro in diretta e delegittimo Petri, perché quelle sono sue opinioni personali e non quelle della radio.
Ho fatto bene, ho fatto male?
Decidete voi, non ho bisogno di alcun patentino di giornalista libero, so quello che ho fatto in tutti questi anni, le pressioni che ho ricevuto e a cui non mi sono mai piegato, le domande che ho fatto ai protagonisti, i prezzi che ho pagato per essere libero.
La cosa più incredibile è che si parli di questo invece che dell’ottima prova della Fiorentina e anche questo è stato un motivo che mi ha indotto ad intervenire.
Mi spiace per Petri, mi spiace per chi ascoltava (che comunque magari si è pure divertito), ma a volte bisogna fare pure cose sgradevoli.

P.S. In tutto questo casino è passata in secondo piano la prova di Loreto: bravissimo.

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