Cominciamo a scaldare i motori perché domani sera non sarà proprio una partita come tutte le altre, neanche direi “una grande partita come tutte le altre”.
Esasperando un po’ il concetto sul limbo in cui abbiamo vissuto negli ultimi venti mesi, immagino che stia per aprirsi una nuova fase della Fiorentina e che tutti noi siamo alla ricerca dei protagonisti e anche degli attori non principali.
C’è l’eccitazione per l’avversario fortissimo, il migliore in Italia, insieme all’appassionante curiosità di capire come comincia il nuovo percorso di Rossi.
Se pensiamo alla Fiorentina, da una decina di giorni siamo tutti più allegri, ci è tornata la voglia di ridere dentro, come non accadeva da tempo immemore, calcisticamente parlando.
Lasciamoci quindi un po’ andare, fantastichiamo per il futuro prossimo venturo e riempiamo gli ultimi spazi liberi del Franchi.

Devo delle scuse a Riccardo Paludi: ho sospeso il suo post sulla bellissima notizia della sala stampa del Franchi intitolata a Manuela per costruire intorno alla notizia i primi 30 minuti di Anteprima Pentasport.
Davvero una sorpresa per tutti, un gesto di classe della Fiorentina a cui, oltre naturalmente ai Della Valle, non sono estranei Sandro Mencucci e Gianfranco Teotino.
Direi anche un atto riparatorio per quello che successe nel giugno 2010, quando nessuno della Fiorentina si presentò ai funerali di Manuela: bravissimi, non è facile riconoscere i propri errori.
E ora Manu, da lassù, non fare troppo la preziosa: sorridi, perché sabato sera alle 19, quando si svolgerà la ceruimonia, ci saranno davvero tutti quelli che ti volevano bene (e siamo in tanti).
Ci hai insegnato molto, ti dobbiamo tanto e ci manchi come il primo giorno.
E tu Aldo, non fare il bischero: qui c’è bisogno di te, delle tue prese in giro, della tua lealtà e della tua amicizia.
Guarda di fare il tagliando alla svelta perché ti voglio chiamare presto al Pentasport e a questo punto, nonostante la mia ritrosia a viaggiare, voglio pure venire di persona a Piombino per abbracciarti.

Tutto vero quello che si è detto in questi giorni: non si può pretendere nulla da Rossi, il Milan è la squadra più forte del campionato, ci mancheranno giocatori importanti, specialmente in difesa.
Nonostante questo, io non vorrei domenica sera ad avere i brividi nel leggere la classifica, pensando anche che andremo a Palermo sette giorni dopo.
E quindi ve lo dico con molta sincerità: preferisco fare punti giocando quasi…”alla Mihajlovic”, che perdere con l’onore delle armi e con Allegri che a fine gara ci racconta di aver visto “un’ottima Fiorentina”.
Lo so che un’eresia ciò che ho appena scritto, se pensiamo ai patimenti e alla noia dell’ultimo anno e mezzo calcistico (e comunque col “metodo-valeriana Mihajlovic contro le grandi abbiamo quasi sempre perso), ma qui ci siamo un po’ complicati la vita e vorrei non avere nulla a che fare con certe aspre battaglie che i nostri delicati eroi non sono secondo me in grado di sostenere.

Kroldrup? Non pervenuto da mesi, uno degli infortunati misteriosi della Fiorentina. Non ha mai giocato in questa stagione, ma della sua assenza pare non freghi niente a nessuno.
Camporese? Se è rimasto fermo al dribbling di Eto’o, è un bel problema. Non ha fatto faville in Primavera e forse si è un po’ depresso, non solo per colpa sua.
Nastasic? Frastornato da Moscardelli (Moscardelli!), torna ad appena due giorni dalla partita e Rossi non lo conosce assolutamente (Camporese sì, gli ha pure fatto gol a Palermo).
Felipe/Del Bello? Dipende se gioca Felipe o se gioca Del Bello… Per la serie triplo salto mortale con avvitamento! Dal pre-pensionamento ad Ibrahimovic, se fosse un film sarebbe una bella trama, ma purtroppo è il Milan.
Non sarà facile l’esordio di Delio Rossi…

A 25 anni nel calcio o si è o non si diventa più, salvo casi eccezionali e penso a Massaro, che a Firenze non la metteva dentro neanche a spingere e che poi nel finale di carrieta nel Milan è diventato un formidabile goleador.
Ecco quindi che per il nostro caro Cerci Alessio da Valmontone si prospetta un’occasione più unica che rara: avere come insegnante Delio Rossi, cioè uno dei migliori in Italia.
A questo punto dipende solo da lui: se vorrà dare un seguito alle sue indubbie capacità tecniche, limitate secondo me dalla continua ripetizione del colpo migliore, dovrà per forza capire che il calcio si gioca in undici.
Se invece non si sforzerà di migliorare tatticamente, di stare in partita sempre o quasi, avrà sprecato l’ultima occasione per diventare un giocatore importante e si dovrà accontentare di stare sempre a metà strada tra il campo e la panchina, buono solo nei momenti di emergenza.

Ora che se ne è finalmente andato, insieme speriamo al suo circo di affaristi, ballerine e nani, possimo provare a considerare chi non la pensa come noi come un interlocutore, al limite un avversario, ma mai un nemico?
Da italiano è uno dei giorni più belli della mia vita: non ne potevo veramente più, mi sembrava di vivere in un incubo ogni giorno più brutto.
Adesso dovrebbe essere il momento degli uomini e delle donne (e speriamo ce ne siano nel governo Monti!) di destra, di sinistra e di centro di buona volontà.
E’ una specia di dopoguerra mediatico: moderiamo i toni, mettiamoci ventre a terra e cominciamo la risalita, ma questa sera resterà indimenticabile.

Non esiste un solo motivo plausibile, uno solo, per pensare a Lamberto Dini (80 anni) invece che a Mario Monti come Premier, un ruolo in cui sarà chiamato a prendere decisioni dure, ma ineludibili (come va di moda dire adesso).
Scherzando si potrebbe pensare che l’unica ragione sia perché Dini è tifoso della Fiorentina, ma siccome qui nessuno ha voglia di scherzare, a me questa storia di proporre un altro nome mi sembra da parte di Berlusconi e Bossi solo un modo inquinare le acque, per rimandare, per riportare lo spread a 570 punti, per ricacciarci dentro l’incubo di un possibile default.
Ma c’è anche la compagna Camusso che vuole andare alle elezioni perché, si sa, fa comodo alle strategie del sindacato-partito essere sempre contro, così dopo è più facile raccogliere consensi avversando misure impopolari.
Ma certo, facciamo una bella campagna elettorale in queste settimane e mesi di grande tranquillità, tutti hanno una gran fiducia nell’Italia…
La verità è che ci stanno presentando il conto di oltre trent’anni di gestione pubblica folle, in cui a pagare c’era, c’è e ci sarebbe ancora secondo qualcuno lo Stato, cioè noi.
Trent’anni di soldi buttati e rubati, ma davvero tanti soldi, altro che quelli della Finanziaria o dei 39 punti della BCE, e infatti siamo a 1900 miliardi di debito.
Ora dobbiamo rientrare, in tutti i modi, basta con gli assegni post-datati, non ce li accettano più.
Mi piacerebbe conoscere l’opinione degli elettori del centro-destra, che non penso considerino il professor Monti un bolscevico travestito da economista, e anche degli iscritti alla CGIL.
Spiegatemi per favore se oltre ai soliti sporchi e odiosi giochi politici e di bottega ci sono altri motivi per far casino e rimandare chissà a quando la decisione su chi dovrà essere il prossimo Presidente del Consiglio.

Chissà se i nostri eroi viola avranno capito che il vento è cambiato e che, a parte Corvino, molto tutelato direi a livello mediatico, sono loro adesso con la faccia al vento.
Sparito il comodo parafulmine Mihajlovic, ora non ne sarà perdonata una a questi ragazzi su cui la società doveva intervenire prima e con maggiore forza per evitare che sviluppassero il pericolosissimo concetto di impunità.
Vediamo se non gireranno più per Firenze le storie di gente sorpresa ben oltre mezzanotte a bere nei locali (che senso abbia non lo so, ma sono quasi astemio e quindi fuori concorso) o sui treni per Milano.
Alla fine poi i nomi sono sempre gli stessi e, per fare un esempio, uno come Pasqual in sei anni di militanza alla Fiorentina io non l’ho mai sentito “chiacchierato” neanche una volta.
Questione di carattere e di testa.

Avreste dovuto essere con me ieri sera a Milano, in uno scompartimento di un treno qualsiasi, mentre tornavo a Firenze.
Verso le 20 si è sparsa la notizia delle dimissioni del nostro Presidente del Consiglio e sono cominciate scene impensabili, stile addio di Mihajlovic: gente che chiamava casa per sapere se era vero, chi cercava una connessione internet, chi urlava “e vai!”, chi non ci credeva, chi pensava all’ennesima buffonata (purtroppo aveva ragione).
Tutti a sperare e pregare che fosse vero: erano tutti comunisti?
No, la verità è che siamo in guerra e che in questa situazione drammatica ci ha condotto lui, Silvio Berlusconi, l’uomo che ci ha sputtanato nel mondo, che ci ha fatto perdere di credibilità.
Conosco già le obiezioni: sì, ma gli altri?
Ok, qui dove ti giri è un pianto, ma è mai possibile che l’Italia rischi di fallire perché nessuno ci accredita più di essere seri.
E purtroppo hanno ragione: cosa cavolo abbiamo fatto negli ultimi 3 mesi (era l’8 luglio quando è cominciata la sofferenza) per migliorare una situazione insostenibile?
Niente, assolutamente niente, solo una serie tentativi abortiti di leggi ad personam o di giochi delle tre carte con finanziarie durate lo spazio di poche ore.
Io sono incazzato nero e ho una gran paura, ma forse leggo troppi giornali, il popolo è meglio che non sappia…
Stasera alle Iene mi veniva il vomito a vedere una quindicina di parlamentari di destra, centro e sinistra ignorare cosa fosse lo spread, il rating, il deficit, a quanto ammontasse il debito pubblico (uno del PD ha detto 15 miliardi, poi 15mila…).
Questa è la classe politica che mantengo con le mie tasse, questi sono i politici che si meritano Berlusconi e il suo codazzo.
Ma questo non è quello che merito io e neanche la maggior parte di voi, almeno spero.

Grande stile di Sinisa Mihajlovic nel momento dell’addio, mi ha sorpreso favorevolmente e lascia a tutti un ricordo molto dignitoso, perché alla fine ricorderemo anche queste parole di scuse, non proprio consuete nel mondo del calcio.
Bravo, veramente bravo.
E ottimo esordio mediatico di Delio Rossi, che è molto meno orso di quanto si voglia far credrer, basta pensare al tuffo nell’acqua gelida dopo un derby vinto.
Ho letto che a qualcuno non va bene perché usa troppo la gomma da masticare: via ragazzi, non cominciamo a farci del male da soli.
Piuttosto preoccupano le condanne di Calciopoli:possono due imprenditori del livello mondiale di Diego e Andrea Della Valle prendere una condanna penale per aver cercato di difendere la Fiorentina?
La domanda è retorica e la risposta scontata, solo che qui bisogna ritrovare un minimo comune denominatore, perché non vorrei che l’amarezza tracimasse in desiderio di chiudere baracca e burattini.
Perché io c’ero al Franchi in quella fredda e amarissima serata post Messina, quando tutti chiedemmo ai fratelli DV di fare qualcosa, di muoversi per evitare che la Fiorentina fosse ancora massacrata.
E chi di noi non suggerì alla dirigenza di rivolgersi al dirigente fiorentino più importante d’Italia per salvaguardare gli amati colori viola?
Eravamo tutti d’accordo in quell’aprile 2005, quando Diego e Andrea Della Valle (che stavano nel calcio da quasi tre anni!) manco sapevano che si potesse telefonare ai designatori arbitrali…
Anche altri, molti altri, hanno fatto “telefonate di difesa” ai potenti del calcio dell’epoca e non sono stati affatto puniti.
Ritroviamo quindi la compattezza in favore della Fiorentina e dei loro proprietari oggi giustamente infuriati, magari ripensando anche a quelle persone che per difendere i viola e i Della Valle da qualche anno vivono nell’angoscia per via di un risarcimento alle Ferrovie che non possono sopportare economicamente.

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