Noi che ci siamo abituati da sempre non ci facciamo mai caso, ma ci avete pensato al fascino assoluto e decisivo che esercita Firenze?
Ci rendiamo conto in quale fantastico posto viviamo?
Ci riflettevo ieri durante la diretta di Radio Blu da Palazzo Vecchio: quale altra città, più che il premio, avrebbe smosso Roberto Baggio e Platini, non proprio due ex qualsiasi che vanno ovunque?
Un parterre di nomi eccellenti, se si considerano Galliani e Sacchi, oltre ai toscani Collina e Lippi.
Prandelli non lo considero, perché giocava in casa e comunque c’era anche lui.
Dici Firenze e ti si aprono diverse porte, nonostante il nostro caratteraccio, forse bisognerebbe tenrlo a mente più spesso.
Piccola annotazione finale polemica, da fiorentino…: ma un posticino a Rivera nella Hall of Fame del calcio italiano era proprio impossibile da trovare?

L’avevo detto che era una grande occasione: per una volta non ho sbagliato il pronostico e adesso ci godiamo tre punti, tre gol e le tre espulsioni della Roma, tutte senza discussioni.
Abbiamo un trascinatore, Jovetic, che bisogna assecondare sempre, anche nelle giornate più grigie: forse farlo giocare esterno a sinistra non era una grande idea…
Rispunta ogni tanto Vargas, è una gran bella sorpresa Nastasic (e qui dico bravo senza problemi a Corvino), Montolivo e Behrami son stati ben al di sopra della sufficienza, Gamberini ha fatto la migliore partita stagionale.
Bello l’episodio del rigore lasciato a Silva, che però continua a sembrarmi completamente fuori contesto e comunque bisogna che Gilardino si riprenda alla svelta.
Bello vincere contro la Roma, bellissimo vedere Rossi (un allenatore, finalmente) che guida la squadra dalla panchina, cazzia Vargas, ci mette molto del suo.
E stasera non perdetevi Forza Viola su Rtv 38, ci sarà tra gli ospiti una gradita novità davvero inattesa…

Qualcuno è infortunato, qualcuno è stato escluso per motivi tecnici, l’ambiente è surriscaldato, a noi torna Jovetic e, a meno di improbabili (ma comunque possibili…) tentativi con le cameriere, i nostri eroi dovrebbero andare a dormire presto per ben tre notti: quando mai ci ricapiterà un’occasione del genere per battere la Roma?
Io mi aspetto abbastanza dalla partita di domenica, mi aspetto anche che la ri-preparazione (io qualche dubbio sulla leggerezza degli allenamenti estivi l’avevo già espressa nei momenti giusti) cominci a dare i suoi frutti, oltre naturalmente a qualcosa di tattico da vedere in campo.
Questa è la più abbordabile delle quattro gare difficili e quindi bisogna sfruttarla per ottenere il massimo risultato.
E non starei neanche troppo a pensare al mercato di gennaio, che rischia di diventare un pericoloso rifugio alle mancanze viste fino ad oggi, crechiamo invece di fare con quello che abbiamo.
Sarà stato colpevolmente sopravvalutato in estate, ma non è certo da zona retrocessione.

E’ curioso il fatto che questo blog e Radio Sportiva siano nati esattamente lo stesso giorno: il primo dicembre.
E’ curioso perché rappresentano il mio “palcoscenico” più intimo e quello più vasto, anche se il cuore batte e batterà sempre e soprattutto per Radio Blu.
Sono dunque ormai sei anni che siamo insieme e questa è diventata una dolce schiavitù: se rimango due giorni senza scrivere mi assale un vago senso di colpa, come se foste voi il mio editore.
Le ultime cifre dei cosiddetti accessi sono impressionanti e fortificano la quarta posizione (dietro i soliti tre) tra i siti/blog che parlano di Fiorentina, anche se come sapere qui si parla di tutto.
Radio Sportiva compie un anno tra mille difficoltà dovute alla mancanza di rilevazioni ufficiali che non permettono di sapere quanti ascoltatori ci siano in tutta Italia: comunque sia siamo arrivati fin qui e andremo avanti ancora a lungo.
Io penso che siano in tanti ad ascoltarla, così come credo che il lavoro fatto fino ad oggi dai ragazzi cresciuti a Radio Blu e prelevati tra il meglio che c’era in giro sia stato davvero eccellente.
Oggi poi parte qualcosa di nuovo anche a Radio Blu, un’altra finestra di informazione sullo sport, breve e intensa: come vedete non ci annoiamo proprio mai.

Volevate qualcosa di costruttivo? Lollo De Silvestri.
Mi ha colpito oggi, prima, durante e dopo l’intervista.
E’ un ragazzo profondamente turbato dalla piega che ha preso la sua stagione e un po’ la sua carriera, lui sa di dare il massimo, ma quel massimo, che era sufficiente prima, ora non basta più.
Sta spingendo al massimo per recuperare e nessuno lo può accusare di scarso impegno.
Ha un po’ ragione quello che ha scritto un amico del blog: più che un’intervista sembrava una seduta di psicanalisi, perché, lo confesso, mi sono sentito più un babbo che un giornalista.
Avevo lasciato De Silvestri un anno fa con gli occhi che sorridevano e l’ho ritrovato un po’ smarrito, ma anche con l’idea che il punto più basso sia alle spalle e che la risalita, per quanto dura, sia incominciata.
Magari mi sbaglio, magari domenica (e speriamo di no) De Silvestri gioca da 4, ma certamente non è uno che se ne frega, non è insomma Vargas, tanto per farci capire.
E a proposito di comprendonio: ma cosa avevano in testa l’ormai ventisettenne Lazzari, il sempre imprevedibile Cerci ed il baby Pazzagli (chissà che direbbe Andrea…) quando si sono fatti vedere alle due di notte nel solito locale in di Firenze sud a 60 ore dalla partita col Palermo?
Io ormai rinuncio a capirli questi ragazzi, perché arrivo solo alla tempesta ormonale che giustifica sedute piacevoli con l’altra metà del cielo, meglio comunque se in orari consoni al sonno dell’atleta.
Ma farsi vedere in piena notte in giro per Firenze è proprio senza senso e giustifica una multa esemplare, parametrata ovviamente all’entità degli ingaggi.

Passata, ma fino ad un certo punto, l’arrabbiatura, rimane la paura, paradossalmente una buona base per ripartire.
Rimandiamo i discorsi sulle colpe ad altri momenti, ricordandoci che gli ultimi ventuno mesi resteranno tra i più trist, grigi e nevrastenici degli ottantacinque anni di storia viola, e proviamo a concentrarci solo si quaranta punti finali, che a meno di terremoti garantirebbero la salvezza.
Bisogna farli prima di tutto con un gruppo di uomini veri, stile Natali (magari un po’ meno nervoso) e Behrami, gente che non ha il cuore in subbuglio per la paura o la grassa consapevolezza di essere un campione a cui tutto è dovuto.
Parta da lì Rossi con le scelte e cerchiamo di non spezzare il cerchio magico del feeling con il tecnico, perché è solo a lui che ci possiamo aggrappare in questo momento.
Consideriamo ogni punto un piccolo passo di avvicinamento alla meta, che è tristissima, ma assolutamente da conquistare.
Se però alla fine ci spacciano anche in questa occasione la salvezza come una conquista (“ma quanto è stato bravo Mihajlovic nello scorso campionato a non farci fare la fine della Sampdoria!”), stavolta ci arrabbiamo sul serio.

Non se ne può più di questa melassa viola che circonda la Fiorentina degli ultimi tempi.
La sconfitta di Palermo è l’occasione giusta per dire una volta per tutte che il re è nudo, che il voto di Corvino degli ultimi due anni è assolutamente insufficiente.
Mi sono sbagliato anch’io sulla campagna acquisti viola, quando ho dato 7 ed è grave per un giornalista.
Ma lo è ancora di più aver costruito una squadra che adesso, nonostante gli oltre 35 milioni tirati fuori dai Della Valle nelle ultime due stagioni, con il settimo monte ingaggi del campionato, è a un passo dalla zona retrocessione.
Ma ve lo immaginate cosa sarebbe successo se Corsi/Nassi/Previdi/Cinquini/Galli/Lucchesi avessero portato in due anni a Firenze come attaccanti Bonazzoli/Castillo/Keirrison/Silva?
E Munari e Lazzari?
E invece qui è tutto un incensare, un dire “ma quanto è bravo Boruc!”, “quanto è più bravo di Frey!”, “abbiamo un fantastico settore giovanile”, “ce ne sono pochi in giro meglio del nostro”.
Certo, peccato che i giovani stiano sempre in panchina o in tribuna, che Ljajic si sia dimezzato come valore, che di Frey si ricordino ancora le poche bischerate in cinque anni, mentre sinceramente ho dimenticato in quanti gol come quello di oggi a Palermo è colpevole il polacco, peraltro bravissimo contro il Milan
Mi sfugge un particolare: ma perché se Corvino è il responsabile dell’area tecnica da sempre, con pieni poteri sempre confermati dalla dirigenza, lui passa sempre in secondo piano quando si deve spiegare i motivi della seconda stagione disastrosa?
Chi è che ha scelto Mihajlovic (comodo parafulmine per tutti)?
Io queste cose le ho sempre dette e scritte, pagando parecchi prezzi, ve lo assicuro, spero me ne diate atto.
Poi ci sono anche i giocatori, ovviamente: alcuni più colpevoli perché indolenti, altri che proprio non ce la fanno e tutti insieme, a parte alcune eccezioni ci stanno portando a fondo.
Però fa comodo prendersela sempre con Montolivo…
E alla fine ci s’è messo pure Rossi, con l’improvvida ed incredibile sostituzione di Gilardino con Silva, e l’arbitro che ci ha tolto un rigore netto, ma ad essere onesti si fa pari col Milan.
Sono troppo arrabbiato, per i concetti costruttivi appuntamento a domani.

Abbiamo ottenuto quello che volevamo, soffrendo il giusto.
La mano di Rossi, diciamo la verità si vede veramente poco, ma io ho l’impressione che abbia come rifatto la preparazione atletica e qualcuno sta pagando pegno.
Ci sono stati meno giovani del previsto, però adesso è venuto il turno di Babacar perché Silva sta diventando un bel problema: un attaccante non può fare solo un tiro a partita e non segnare mai.
Sì, lo so che amche Gilardino è ai minimi termini, ma potremmo fidarci un po’ di più di uno dei massimi attaccanti in attività o no?
Qualcosa comunque si muove, tra la pagine chiare e le pagine scure: Kharja fino a quando è stato in campo, un Cerci decisivo, Nastasice Camporese abbastanza sicuri (Ashong invece in difficoltà, ma è proprio un bimbo), Neto eccellente.
E Vargas? Scandaloso.
Dice: ci vuole pazienza, deve recuperare la condizione.
Scusate, ma è stato infortunato?
Sono quattro mesi che deve recuperare la condizione, ma è possibile?

Un po’ di Rossi io me lo aspetto questa sera.
Non tanto per carità, ma qualcosa sì, non fosse altro che rirarci su di morale in vista del campionato.
Sto parlando soprattutto del gioco, questo grande sconosciuto all’epoca di Mihajlovic, che dovremmo cominciare timidamente ad intravedere dopo due settimane di full immersion.
L’avversario è ideale, la pressione minima, la volglia tante e quindi è lecito attenderci qualcosa che giutifichi la fatica per molti di andare allo stadio alle sei del pomeriggio di un giorno feriale.
Se qualcuno mi avesse detto dieci anni fa che la Coppa Italia si sarebbe giocata a questo orario, l’avrei preso per matto.

Non so come si sia entrati nell’argomento, ma stavolta non si scherza.
Quando si parla di certe cose, bisogna fare un passo indietro, trattenere il respiro e sperare solo che non tocchi a te o a qualcuno a cui vuoi bene.
E in alcuni casi io preferirei toccasse a me.
Quando penso che ho più di mezzo secolo di vita, e succede molto più di quanto io voglia, scatta quasi sempre il riflesso automatico: che accadrà dopo?
Sulla bestia, che ancora ho paura, una paura infantile e stupida, a chiamare col suo nome, il sentimento è da gioco d’azzardo, forse un retaggio di alcuni anni stupidi, stropicciati e un po’ buttati via: fai che non esca il mio numero.
Le analisi? Le ho fatte e le farò con gran fatica perché è vero che esiste un fatalismo idiota, quasi la voglia di non sapere.
E se poi esce davvero quel maledetto numero?
Che faccio?
Mi metto a raccontare le umane miserie di un corpo devastato (ah, l’esibizionismo incontenibile del giornalista…) o uso il metodo “Manuela”, cioè mi incazzo se solo qualcuno accenna alla mia malattia e me ne vado con enorme dignità?
Non lo so e vorrei non arrivare mai alla scelta e intanto ogni giorno la pallina gira in questa meravigliosa roulette che è la vita.

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