Sospendiamo per una volta le nostre emozioni ed evitiamo di farci condizionare dalle nostre simpatie o antipatie personali: come ricominciamo il campionato?
Al momento oggettivamente più deboli, non ci sono dubbi.
Si può infatti pensare di essere migliorati se da una squadra che già faticava enormemente a costruire azioni da gol e di conseguenza a segnare togli il migliore dei suoi attaccanti, per quanto in black-out?
Non ci vuole quindi molto a capire il malcontento generale che attraversa la città e la tifoseria im generale, anche perché non che fossimo proprio messi bene in tutti i sensi prima della sosta.
La mia sensazione è che adesso si paghino i moltissimi errori degli ultimi mercati, ma a questo punto non è nemmeno troppo importante capire il perché stiamo pedalando così in salita.
Dobbiamo recuperare, in che modo non si sa, ma va fatto e anche alla svelta.
Pensiamoci però per un attimo: a Rossi viene chiesto da dopodomani di essere più forte, possibilmente di giocare bene, con una rosa più debole.
Se ci riesce, applausi a scena aperta.

Finalmente ce la fanno vedere…la Fiorentina.
Sono molto curioso di capire quanto e come la squadra è cambiata rispetto al niente o quasi della gestione Mihajlovic.
Anche se quella di oggi sarà solo una partita di allenamento, faremo attenzione ad una nuova idea di gioco assimilata dai giocatori.
Delio Rossi ha confessato di non dormirci la notte per cercare l’alchimia giusta su cui fondare il suo progetto di Fiorentina, è una dichiarazione d’amore e ora che sono passati quasi due mesi dal suo arrivo è giusto chiedere qualcosa.
Anche se è molto difficile per me da capire come si possa giocare a calcio senza attaccanti di ruolo, ma può darsi che si possano aprire nuovi ed inesplorati orizzonti tecnico-tattici per l’intero universo pallonaro.

Non ci siamo capiti: non è che starò zitto su quanto accade alla Fiorentina, io metto il silenziatore solo ai commenti sul Corvino comunicatore, che ha fatto, sta facendo e temo farà dei danni all’immagine viola ogni volta che ripeterà cose che ormai fanno venire l’orticaria ai tifosi.
Ma poiché il suo compito non è certo quello di parlare con noi (e nei suoi confronti non ho niente di personale, perché a me interessa solo come responsabile massimo e unico delle vicende tecniche: se fa bene applaudo, altrimenti muovo rilievi, quasi sempre prima che i fatti accadano), vorrei spostare l’attenzione sui fatti concreti e mi piacerebbe avere alcune risposte.
In cosa consiste veramente il patto con Firenze dei Della Valle, chi e cosa devono fare i contraenti?
Perché, se tutto è stato fatto così bene, come viene ripetuto continuamente, il popolo viola sta staccando la spina e ha dimezzato la propria presenza allo stadio?
Quali sono stati i veri motivi della riconferma di Mihajlovic, dopo un campionato deludente e una chiara frattura con l’ambiente?
Perché da almeno due anni continuiamo con questa storia degli attaccanti-fantasma o improponibili?
Davvero si pensa di giocare cinque mesi di campionato con Jovetic (?) e Babacar come attaccanti della rosa?
Esistono squadre nelle quattro categorie del calcio italiano che sono in questa condizione perlomeno curiosa?
Si potrebbe avere a distanza di sei mesi una spiegazione sull’affare D’Agostino?
Esiste una logica nella quantità industriale di calciatori arrivati a Firenze e poi ripartiti?
Per un settore giovanile molto impegnativo economicamente è più importante vincere la Coppa Italia di categoria o fornire alla prima squadra un titolare ogni due stagioni?
Quanto dura, o dovrebbe durare, nel calcio attuale l’uscita da un ciclo positivo?
C’è una spiegazione al fatto che la Fiorentina nelle ultime due stagioni con il quinto monte ingaggi italiano sia arrivata undicesima e nona, mentre adesso con il settimo è quattordicesima?

Sentendo su Radio Blu una delle più surreali conferenze stampa della storia viola ho avuto diversi stati d’animo per poi arrivare alla conclusione che, poiché amo (sportivamente) come nessun’altra cosa al mondo la Fiorentina, è venuto il momento che anch’io faccia qualcosa.
Il mio fioretto è il seguente: non commenterò più da adesso alla fine del campionato le parole di Pantaleo Corvino, tranne quelle che riguardano la stretta attualità.
Niente più commenti sui “5 anni meno un mese stupendi”, sulla “squadra che ha perso meno dello scorso campionato dal girone di ritorno in poi dopo il Milan”, su “Jovetic che siamo tanto bravi a non vendere (mi ricorda un po’ gli anni settanta, quando il miglior acquisto era la mancata cessione di Antognoni)”, sull’uscita dal ciclo “da cui bisogna passarci per capire che è finito (deve essere una gran fondo, perché stiamo pedalando da più di seicento giorni)”, sugli “sciacalli che fingono di voler bene alla Fiorentina (a quando una nuova lista di proscrizione con i giornalisti più cattivi?)”.
Basta, chiedo a chi mi sta vicino di aiutarmi, le tentazioni ci sono, ma mi frenerò perché tanto è tutto inutile, ogni cosa che dico o scrivo non aiuterebbe la Fiorentina
Sul piano strettamente tecnico, oltre ad essere preoccupato per il mancato arrivo di una punta, mi pare chiaro che abbiamo messo tutto in mano a Delio Rossi.
Se trova “l’alchimia giusta”, la sfanghiamo, altrimenti c’è da piangere: speriamo bene.

Mi sono fatto questa idea: ci stanno facendo immaginare scenari semi-catastrofici (ovvero Gilardino che va via e non viene sostituito) per apprezzare di più chi verrà al suo posto.
Mettiamola così: se a giugno qualcuno avesse proposto uno scambio Gilardino-Amauri o anche Gilardino-Pinilla (che a me piace di più, ma sono gusti personali), quel qualcuno sarebbe stato rincorso mediaticamente dai tifosi.
Ora, complici pure quattro mesi disastrosi del Gila, una cosa del genere potrebbe anche essere palusibile, anche se sono convinto che comunque vada a lunga scadenza nel cambio ci perderemmo.
Ma poiché le persone di buon senso e di cuore viola sono terrorizzate dall’idea di non avere attaccanti in rosa, ecco che qualunque cosa accada, chiunque arrivi può essere accolto con un mezzo sospiro di sollievo.
E’ come quando ti aspetti il peggio e invece va un po’ meglio di quello che temevi.
In tutto questo gran casino sul Gila ci siamo dimenticati di Silva, che poi sarebbe stato quello veramente da cambiare: lo scambiamo con un attaccante vero o ce lo dobbiamo tenere per altri cinque mesi?

Proviamo per dieci minuti ad estraniarci dalla nostra combattiva quotidianità, voliamo un po’ più alti e guardiamo in basso, osserviamo con attenzione la nostra vita.
Possiamo oggettivamente dire che è impossibile? Che è un inferno?
Se solo “godiamo di buona salute”, come dico sempre in radiocronaca, direi proprio di no.
Dal punto di vista materiale ci manca davvero poco, almeno per gli aspetti essenziali della nostra esistenza.
Quello che ci frega è la prospettiva, il pensiero di come sarà il domani, la fottuta paura di poter perdere qualcosa.
Io non ne sono affatto immune, a volte mi immergo in combattimenti all’arma bianca per questioni risibili che invece bisognerebbe archiviare con una pernacchia.
Sto parlando del lavoro e non solo di aspetti economici.
“L’anno che sta arrivando tra un anno passerà”, cantava Lucio Dalla e a me piacerebbe che ci regalasse soprattutto l’idea che il domani potrà essere migliore.
Siamo quotidianamente e massicciamente bombardati dalle cattive notizie (e anche la Fiorentina da un po’ di tempo ci mette purtroppo del suo).
Io mi sento sinceramente stanco, ormai accendo il computer e apro il giornale con il seguente retropensiero: cosa è successo oggi?
Lo spread è alle stelle? Qualche guru di fama mondiale ha decretato la nostra fine? Ci sono state violenze su anziani e bambini? Quale bischerata ha detto Berlusconi? E Bossi lo hanno internato o ha sparato qualche altra pesante e offensiva idiozia? In quante nuove mini correnti si è frantumata ciò che resta della sinistra? Marco Rizzo ha mandato un messaggio di solidarietà a qualche altro dittatore? Ci sono altre imprese, altri negozi che chiudono? E’ stata violentata un’altra donna?
Basta!
Spero per tutti noi in un 2012 “normale”, dove la positività possa almeno far pari con lo schifo della nostra società, dove si racconti la parte eccellente della nostra vita: il volontariato, chi salva la vita, chi lavora seriamente, chi non si alza la mattina per fregare il prossimo, chi combatte i parassiti che si annidano in tutte le professioni,.
Sembra poco, ma vi assicuro che sarebbe un cambiamento epocale rispetto agli ultimi anni.

Questo blog deve essere un piacere, non un lavoro, altrimenti comincio ad accettare le offerte per i banner a pagamento.
Nel piacere non è compreso censurare chi va oltre le righe e neanche coltivare il dubbio se sia lecito o no lasciare certe frasi che sfiorano la minaccia verbale.
Per tutti questi motivi vi invito alla calma e al rispetto del prossimo.
In questo momento c’è un gruppetto agguerrito di irriducibili a cui pare andare bene tutto, anche vendere Gilardino, anche non prendere nessuno, anche continuare altri dieci anni con Corvino, anche giocare con Jovetic centravanti.
Bene, sono loro idee e vanno rispettati, io, pur non pensandola in tante cose come loro, cercherò di proteggerli, così censurerò i loro atteggiamenti troppo aggressivi verso gli altri.
Però, vi assicuro, è una fatica di cui farei volentieri a meno.

Qui bisogna che Andrea Della Valle prenda posizione, che convochi a stretto giro di posta una conferenza stampa per spiegare al popolo viola come siamo messi, per rassicurare, al limite per scusarsi degli errori commessi.
Non si può più pensare alla Fiorentina con questo retrogusto amaro, figlio di due anni fallimentari, di campagne acquisti incomprensibili, di errori clamorosi, di decine di milioni di euro buttati via.
Intanto è chiaro che bisogna salvare la pelle il prima possibile, cioè salvarsi, poi bisogna riazzerare tutto, i giocatori, ma anche la gestione tecnica della società.
Bisogna restituire al popolo viola un po’ di entusiasmo, un briciolo d’orgoglio e per farlo non vanno mandati in trincea i generali, ma deve parlare il comandante.
Va ritrovato un minimo di dialogo tra i tifosi e la Fiorentina in senso lato.
La tensione sta salendo alle stelle e magari stiamo pure esagerando, ma proprio per questo c’è bisogno di un intervento deciso e risoluto di chi ha più da perdere in soldi e prestigio in un eventuale deterioramento dell’attuale già critica situazione.

Pare che sia proprio vero: Gila ha chiuso con la Fiorentina ed è una sconfitta per tutti.
Vedremo se e quando Preziosi trova i soldi, comunque ormai Gilardino e la società sono come separati in casa e continuare così sarebbe controproducente.
Se ne va un grande del calcio italiano, molto caduto in disgrazia nell’ultimo anno non solo per colpa sua, e però non ancora trentenne, quindi lontano dalla fine della carriera.
Ho come la sensazione che lo rimpiangeremo più di Mutu e Fray messi insieme, ma è del futuro viola che ci dobbiamo occupare.
Sembra che stia prendendo corpo l’idea di giocare con Jovetic centravanti alla Totti e sulla carta è una prospettiva che preoccupa.
Certo, sul mercato c’è poco e quelo poco te lo fanno pagare caro (ma non ci si poteva pensare prima?), ma si può immaginare di non avere in rosa un centravanti di ruolo (Silva neanche lo considero)?
Domani intanto a furor di popolo edizione speciale del Pentasport, dalle 18 in poi, con Tommaso Loreto e Michele Baragatti, io sarò a disposizione degli ascoltatori dalle 19.30 in poi: questa Fiorentina non ci regala neanche una settimana di pace…

Frammenti dell’infanzia: le prime partite della Fiorentina, la passione per i viola, il pianto irrefrenabile quando Hamrin se ne andò via e Gianni Rivera, il mio giocatore preferito, pur non avendo mai avuto alcuna simpatia particolare per il Milan.
Mi piaceva moltissimo come giocava, la sua tecnica, il mettere il pallone nei corridoi impossibili e la rete del 4 a 3 alla Germania vista in diretta in un orario proibito è stata la mia definitiva iniziazione al calcio.
Mi è poi sempre piaciuto anche dopo, quando prendeva posizioni scomode fuori dal campo, l’orgoglio mostrato all’arrivo di Berlusconi e ricordo ancora la grande emozione provata la prima volta che lo intervistai nel maggio 1979, quando era alla sua ultima stagione da calciatore.
Ora leggo che ha firmato un contratto con la Rai per partecipare a “Ballando con le stelle”: ma perché?
Che bisogno aveva di infilarsi, uno con il suo carisma ed il suo passato, nel tritacarne televisivo?
Rivera non è mica Bobo Vieri, oltretutto viaggia spedito e da gran signore verso i 70 anni, che compirà nel 2013.
Una delusione, davvero, superiore anche a quella provata quando ho visto Robert De Niro cinguettare commosso con tutti i protagonisti di “Manuale d’amore 3”.
Di peggio ci sarebbe solo “Il Grande Fratello” per Rivera e “Vacanze a vattelapesca” per De Niro, ma ormai non si può più essere sicuri di niente.

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