Sentendo su Radio Blu una delle più surreali conferenze stampa della storia viola ho avuto diversi stati d’animo per poi arrivare alla conclusione che, poiché amo (sportivamente) come nessun’altra cosa al mondo la Fiorentina, è venuto il momento che anch’io faccia qualcosa.
Il mio fioretto è il seguente: non commenterò più da adesso alla fine del campionato le parole di Pantaleo Corvino, tranne quelle che riguardano la stretta attualità.
Niente più commenti sui “5 anni meno un mese stupendi”, sulla “squadra che ha perso meno dello scorso campionato dal girone di ritorno in poi dopo il Milan”, su “Jovetic che siamo tanto bravi a non vendere (mi ricorda un po’ gli anni settanta, quando il miglior acquisto era la mancata cessione di Antognoni)”, sull’uscita dal ciclo “da cui bisogna passarci per capire che è finito (deve essere una gran fondo, perché stiamo pedalando da più di seicento giorni)”, sugli “sciacalli che fingono di voler bene alla Fiorentina (a quando una nuova lista di proscrizione con i giornalisti più cattivi?)”.
Basta, chiedo a chi mi sta vicino di aiutarmi, le tentazioni ci sono, ma mi frenerò perché tanto è tutto inutile, ogni cosa che dico o scrivo non aiuterebbe la Fiorentina
Sul piano strettamente tecnico, oltre ad essere preoccupato per il mancato arrivo di una punta, mi pare chiaro che abbiamo messo tutto in mano a Delio Rossi.
Se trova “l’alchimia giusta”, la sfanghiamo, altrimenti c’è da piangere: speriamo bene.