Non mi piacciono le etichette: per esempio tifoso di serie A e tifoso di serie B.
Ho sempre contestato chi le appiccicava addosso alle persone, dai dirigenti viola a quelli che urlano “noi siamo la Fiorentina” (perché tutti sono la Fiorentina).
La Fiorentina è una sola, la amano in tanti e il problema è che questi tanti hanno e abbiamo idee diverse sul come sviluppare questo amore.
Facendo il riassunto dei post precedenti la mia idea è che si sia arrivati ad uno snodo fondamentale in cui purtroppo non abbiamo scelta: non esiste un’alternativa credibile ad Andrea Della Valle.
Per questo insisto sul concetto della critica costruttiva, dell’arrabbiatura che non vada oltre certi canoni.
Dobbiamo provare a fare fronte unico con Andrea, anche se abbiamo ragione su tutto quello che è successo negli ultimi due anni e di cui lui come proprietario è il massimo responsabile.
Ora però per favore non facciamo l’errore di dividerci radicalmente: sì alle diverse prese di posizione, no alle battaglie preconcette su tutto l’universo viola.
Solo restando uniti si può sperare di ripartire.

Mi avete rotto le palle, ma davvero.
Mi rivolgo a voi, signori senza scorza e senza gloria, che o non avete capito o avete fatto finta di non capire.
Esiste una squadra di calcio che io amo da 45 anni che si chiama Fiorentina che sta vivendo uno dei momenti più difficili della propria storia per colpa di tanti, alcuni più di altri.
Non sanno comunicare, fanno dei casini pazzeschi, ci stanno facendo preoccupare e arrabbiare.
Abbiamo un ricchissimo signore che vuole prendere le distanze da questa squadra pur essendone il proprietario e abbiamo il di lui fratello, ricco quasi uguale, che ha invece dimostrato di tenere a che la Fiorentina vada bene.
Io ho detto, e ve lo scrivo maiuscolo in modo che anche i più beceri tra voi capiscano: CHI DA’ DEL PEZZO DI M… AD ANDREA DELLA VALLE LO FA CON IL PRECISO SCOPO DI FARE DEL MALE ALLA FIORENTINA, URLA UN’OFFESA DEL GENERE (O SIMILARE) SOLO PER PROVOCARE CASINO E FARE IN MODO CHE ANCHE LUI PRENDA LE DISTANZE E SEGUA DIEGO NEL DISINTERESSE.
A questa gente, solo a loro, io chiedo di trovare un’alternativa.
Stop.
Punto.
Sul resto si può fare tutto: striscioni ironici, critiche corrosive, contestazione degli acquisti, dell’allenatore e del direttore sportivo, tutto.
Voi, leoni da tastiera che più non vi sopporto, avete mistificato il mio pensiero e alcuni penso lo abbiano fatto apposta: non ho mai scritto che devono essere i tifosi a trovare un compratore, non ho mai affermato che si debba stare zitti e buoni.
Questo lo avete capito, sì o no?
E poi comunque fate come vi pare, magari insultatemi alla prossima partita della Fiorentina, e se lo fate dopo la canzoncina dell’Heysel forse vi sentite ancora più ganzi.
Se pensate di fare il bene della Fiorentina comportandovi così o siete in malafede o dovete rivedere molte cose sul vostro concetto di passione viola.

Stato dell’arte: Diego vola alto, mentre Andrea si occupa e si occuperà ancora di noi comuni mortali.
Prima di prendere fuoco da una parte o dall’altra, vorrei invitarvi a riflettere su quanto sia sbagliato farsi accecare dai pregidizi.
Mi pare che le spiegazioni da Tokio siano arrivate e che il discorso di Diego coinvolgesse il calcio a livello nazionale: io nell’ultimo post avevo messo le mani avanti e sono piuttosto soddisfatto di quanto precisato.
Ora però viene il più, viene il difficile: ricostruire la Fiorentina.
Comprendo perfettamente il giramento di scatole per queste non-notizie, provo anch’io gli stessi sentimenti di delusione quando sento da fonti bene informate che prima di sapere da dove ripartiremo si andrà a fine maggio.
Non capisco dove stia il problema e continuo a pensare che la Fiorentina proprio non sappia comunicare e con questa affermazione intendo un po’ tutto, non certo l’emissione dei comunicati stampa.
Comunque sia, pare che Andrea sia stato preso dal sacro e pericoloso (in termini economici) demone del tifo, qualcosa di cui avevo già parlato in precedenti post con una certa cognizione di causa perché mi ero accorto della passione che mette quando parla di Fiorentina.
Siamo quindi nelle sue mani ed io la smetterei una volta per tutte di invocare il ritorno messianico di Diego, che ormai ci ha già fatto capire in tutte le salse come la pensa.
Non sono ottimista, ma neanche catastrofico e vorrei invitare chi invita alla rivoluzione a pensare anche ad una “maggioranza costruttiva”.
Mi spiego meglio: se alla prima amichevole della Fiorentina qualcuno comincia a dare del pezzo di m…a ad Andrea Della Valle col chiaro scopo di farlo definitivamente incavolare e togliersi dai piedi, questo qualcuno ci deve anche portare un’alternativa credibile, ma subito e senza vaneggiare di sceicchi o magnati russi.
Intanto i vari cugini di Porcedda sparsi per l’Italia sono lì che aspettano in libidinosa attesa…

Chiedo cortesemente a Diego della Valle di spiegarsi meglio: il discorso della violenza nel calcio era riferito ai tifosi viola oppure no?
Chi scrive si è beccato cori offensivi, molto offensivi, da parte di cento/duecento individui a cui non stavano bene le mie critiche sui vergognosi cori sull’Hysel.
Lo ribadisco: quei cori non sono degni di un essere pensante, lo pensano tutte le persone dotate di buon senso, solo che in tanti (diciamo pure quasi tutti) hanno paura a scriverlo o a dirlo.
Un giorno mi sono trovato a parlarne faccia a faccia con un leader del tifo, uno di quelli che probabilmente quei cori li ha pure lanciati: gli ho detto come la pensavo, lui mi ha risposto e poi non è successo assolutamente niente.
Racconto questo piccolo fatto personale per spiegare che per trovare a Firenze qualcosa che assomigli ad un episodio violento bisogna risalire agli sputi post-Lecce (mi pare), vicenda spregevole sotto ogni punto di vista, ma che mi sembrava archiviata da tempo.
Non ci sono state le devastazioni post scudetto di Torino, le puncicate di Roma, gli scontri della finale di Coppa Italia, i vergognosi fischi all’inno nazionale, gli episodi squallidi delle maglie di Genova.
Se poi si parla di violenza verbale, è un altro discorso: al termine di una stagione penosa (la seconda consecutiva) i cento/duecento duri e puri che credono di essere al di sopra di tutto e tutti (noi siamo la Fiorentina…) hanno dato di pezzo di m…. a mezzo mondo, Andrea Della Valle compreso.
E’ stato un grave errore, l’ho scritto e detto, ma anche in questo caso mi sembrava che le dichiarazioni post Cagliari del proprietario viola fossero state piuttosto distensive.
Quello che mi preoccupa in curva è semmai quello che mi raccontano a proposito di certe contaminazioni politiche, un veleno da sempre estraneo alla Fiesole e che invece ora sembra trovare terreno fertile per via della grande confusione sotto il cielo viola, ma non è certo a questo che pensava Diego Della Valle quando ha parlato dal Giappone.
Ribadisco il concetto iniziale: chi è violento?
Non il tifoso della Fiorentina, stia tranquillo Diego Della Valle, che ha poi tutto il diritto di chiedersi se sia giusto tirare fuori ancora dei soldi (e ne hanno speso tantissimi, ultimamente molto male) oppure lasciare perdere.
Solo che a Firenze non si può mettere in relazione il concetto di violenza con quello di investimento.

Qual è il sentimento che ferisce di più? L’indifferenza.
Ed è quello che a questo punto dovremmo avere un po’ tutti nei confronti di Montolivo, autore di una lettera postuma, passata mi pare piuttosto inosservata tra i tifosi viola.
E’ stato un anno pieno di molte cose, diverse strumentalizzazioni, molti eccessi: ora basta.
Alla fine Montolivo ha strizzato ben bene la Fiorentina, ha sfruttato al massimo quelli che erano i suoi diritti e se ne è andato a costo zero guadagnando quei soldi che eventualmente il Milan avrebbe dato ai viola come clausola di riscatto.
Lui ed il suo staff sono stati cinici e molto bravi nello sfruttare il casino societario, le nefandezze del direttore sportivo.
Perché qualcuno mi deve davvero spiegare cosa c’entrino le ragioni di Montolivo sul progetto che non c’è più da anni sul far perdere qualche milione di euro alla Fiorentina.
Avevano promesso rivelazioni straordinarie e poi vanno a pubblicare in colpevole ritardo quaranta righe sul sito della Fiorentina, che avrebbe dovuto essere la protagonista in negativo della storia.
L’unica vera novità è stato leggere che il babbo è sempre stato uno scatenato fan del Milan…
E allora a Montolivo dico bravo, hai fatto il tuo, ora però però non venire anche a prenderci per i fondelli con concetti sdolcinati e del tutto fuori luogo.

Forse sarebbe il caso di non essere così fiscali con la storia dei dieci giorni a cui peraltro ho contribuito visto che Andrea Della Valle quella scadenza l’aveva data a me nel corso dell’intervista pre-Cagliari.
Voglio dire che non è fondamentale il quando, ma il come, cioè se e come usciamo da questo pantano assurdo, da queste macerie fumanti, in cui ci ha infilato l’ex direttore sportivo con la colpevole connivenza degli stessi Della Valle.
Alla fine cosa ci cambia se il direttore sportivo e l’allenatore li sappiamo il 25 maggio invece del 23?
L’importante è che siano gli uomini giusti per far ripartire la Fiorentina e semmai dovremmo essere preoccupati che professionisti importanti come Oriali, Pioli e Mazzarri siano ormai fuori dalle nomination.
Restano tanti altri, l’importante è (finalmente) avere un’idea precisa in testa e svilupparla.

Quanto avete goduto ieri nel vedere il pianto di Schweinsteiger?
Ormai, è vero, ci si accontenta di queste cose, che mi ricordano un po’ il gol di Magath nel 1983, ma in fondo è il bello del calcio.
E Robben che sbaglia il rigore?
Accidenti a lui, che trovò nel 2010 il suo anno di grazia e ci buttò fuori dalla Champions facendo precipitare tutto.
Niente Ovrebo stavolta per gli spocchiosi, insopportabili tedeschi, che hanno perso una Champions giocando la finale a Monaco, cioè il massimo della vita e della vendetta.
Sraordinario Drogba: a me è sempre rimasto simpatico fin da quando ebbe una fugace, ma immagino soddisfacente, storiella con la strepitosa Alessia Merz.
Io manderei il filmato della finale, della sua finale, ai catatonici giocatori viola dell’ultima stagione: da vedere una volta al giorno, in ginocchio sui ceci.

Come faccio a non pensare a Valentina vedendo Melissa che ci sorride dai giornali on line?
Stessa età, stessa voglia di sognare, la vita che esce straripante da giornate piene di colori e di ombre, le paure e le certezze di un’età in cui non ci sono mezze misure.
Di cosa vivrà adesso il padre di Melissa, un uomo impegnato come me e milioni di altri babbi a guidare la macchina affascinante e pericolosa dell’adolescenza?
Un colpo di freno e un colpo di acceleratore, senza nessuna istruzione per l’uso, fidandosi nella guida solo dell’istinto e dell’amore.
Come farà a liberarsi dei ricordi, delle corse che lei faceva per saltargli in collo, di tutto quelle piccole cose che erano solo loro?
Si può morire così in Italia?

A questo punto per l’allenatore ci sono cinque soluzioni: l’usato sicuro (Reja meglio di Ranieri per via dell’ambiente), l’uomo scelto dal popolo (Zeman), la scommessa tipo Malesani (Pea), il sogno (Mazzarri).
Non ho ben capito perché non sia stato fatto un serio tentativo per provare a portare via Pioli dal Bologna, magari ci poteva pensare, anzi sicuramente ci avrebbe pensato.
Escluderei Dunga, che conosce poco o niente del calcio italiano, mentre Colantuono e Donadoni se ne stanno belli e tranquilli sulle loro panchine della passata stagione.
Certo è un po’ paradossale arrivare a due settimane dalla salvezza senza nessuna certezza, in società come sull’allenatore e sarebbe davvero il caso di cominciare a darsi una mossa.

Scrivo queste righe “di pancia”, dopo aver ricevuto il messaggio di Oriali che ormai conoscete tutti.
Credo che il calcio sia una disciplina che nel bene e nel male non segue le elementari regole che regolano ogni altra attività economica.
Nel male ci sta anche il fatto che conta molto l’umore della gente che porta la sua passione allo stadio e che segue tutta la settimana la propria squadra sui vari mezzi di informazione.
Oggi tutte queste persone, che sarebbero poi molto semplicemente il popolo viola, hanno preso un sonoro schiaffo dal no di Oriali, uno schiaffo che arriva due anni di annientamento della Fiorentina e proprio per questo il dolore è ancora più forte.
La domanda “di pancia” che oggi si fa il 90% del popolo viola è la seguente: perché Oriali non viene?
Che ci dobbiamo aspettare dal futuro?
E se è vero che Andrea Della Valle ha chiesto dieci giorni di tempo per spiegarci la nuova Fiorentina (e domani saremmo solo a metà del periodo), è altrettanto certo che adesso ci vorrebbe una bella iniezione di chiarezza e soprattutto di positività.
Per questo mi aspetto nelle prossime ventiquattro ore qualcosa di importante che ci aiuti a farci passare il giramento di scatole.

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