Giugno 2011


Tanto rumore per niente, pare, anche se nessuno, a parte Moratti, ha parlato.
Un consiglio non richiesto ai (non) protagonisti viola di questa vicenda, capace di accendere Firenze come il possibile arrivo di Cassano nel gennaio 2010: in caso di non augurabili contestazioni a Mihajlovic, per favore non tirate fuori la storia “che lui ha rinunciato all’Inter pur di rimanere sulla panchina della Fiorentina”.
Non è proprio il caso perché un’affermazione del genere creerebbe ancora più distanza tra il popolo viola e la percezione che la grande maggioranza (altro che 3 contestatori) ha del tecnico serbo.
E qui devo essere come sempre sincero e dire come la penso: tutta questa rabbia, tutta questa felicità in caso di partenza di Mihajlovic, che mi avrebbe trovato d’accordo, mi sembra un po’ esagerata e ingiusta nei confronti di chi si è speso moltissimo, sia pure con scarsi risultati, per la causa viola ottenendo nell’ultimo difficilissimo mese risultati dignitosi.
Mi sembra insomma che l’addio dell’allenatore fosse quasi un simbolo di una stagione pessima sul piano della comunicazione, del non-gioco, dell’autoreferenzialtà un po’ spocchiosa che la società ha mostrato in alcuni momenti delo scorso campionato.
Come se Mihajlovic fosse il capro espiatorio di tutti i mali della Fiorentina, che non dipendono certo solo da lui.
E comunque la volontà popolare è stata chiara: se fosse andato all’Inter la stragrande maggioranza avrebbe gioito, e davvero centinaia di tifosi hanno votato sui siti milanesi per promuoverlo quale soluzione ideale per i nerazzurri.
Adesso si riparte, un po’ da separati in casa, inutile negarlo, e perciò senza grandi aspettative.
A volte però proprio da queste situazioni nascono le stagioni più belle.

Avendo passato oltre quattro ore in mezzo ai tifosi ieri alla Rondinella, ed avendone intercettato a più riprese l’umore, credo che si possa tranquillamente affermare che nessuno a Firenze si dispererebbe in caso di partenza di Mihajlovic verso Milano.
C’è una parte consistenze che addirittura considererebbe questo il miglior acquisto della prossima Fiorentina, quasi una liberazione, dopo il quasi niente visto nello scorso campionato.
La mia sul tecnico serbo, che rispetto assolutamente come uomo, l’ho già detta diverse volte.
Tante da entrare a vele spiegate nei primi posti della sua personale classifica di antipatie, con qualche buona ragione, perché anche a me resterebbe simpatico chi dicesse che non so fare bene la radiocronaca o dirigere Blu e Sportiva.
Rientro dunque tra quelli che, come dice Ciuffi, darebbe a Sinisa la medagliana e via a seguire, con un tecnico che potrebbe dare di più.
Eppure un dubbio, noi miscredenti del verbo serbo, ce lo dobbiamo porre: ma a Firenze siamo veramente certi di essere così competenti ed intelligenti, calcisticamente parlando?
No, perché in caso di partenza Mihajlovic non è che andrebbe ad allenare in Eccellenza, ma l’Inter, cioè una delle squadre più forti al mondo.
Fosse per me potrebbe partire domani e mi giocherei la scommessa su Rossi o Gasperini, però mi porterei dietro per un po’ l’antipatica sensazione che forse sto sbagliando.

P.S. Questa è bellissima: mi ha appena chiamato un mio amico e mi ha detto di lanciare una campagna stampa via radio perché i tifosi viola si precipitino sui siti dell’Inter (pare che ce ne sia uno anche sul Corriere della Sera) e votino Mihajlovic come migliore soluzione possibile per la panchina di Moratti.

Fonte violanews:
Riccardo Montolivo era atteso a Pitti questo pomeriggio allo stand di D’Acquasparta, anche per capire se avrebbe rilasciato qualche dichiarazione sul suo futuro.
Il capitano della Fiorentina è stato però costretto a dare forfait a causa di un ritardo nel prendere il treno che da Caravaggio lo avrebbe riportato a Firenze.

Ma il ritardo era di Montolivo, oppure del treno?
Nell’attesa della prossima puntata, vai con le altre voci senza senso di mercato (per esempio Vucinic e Cassano, che speriamo non arrivi mai)

Di tutta l’ormai vivisezionata conferenza di ADV mi è sfuggito un passaggio, o forse non l’ho capito io: che risposta si aspetta Andrea da Montolivo?
Mi pare che il quasi ex capitano viola sia stato chiaro: non vuole continuare il proprio rapporto oltre il 2012 perché non ha fiducia in questa società.
E’ un pensiero che può dispiacere o preoccupare chi ama la Fiorentina, ma non mi pare che siano subentrati elementi nuovi per un deciso cambio di rotta del giocatore.
La mia impressione è che ci si stia incartando un’altra volta: le offerte da 10 milioni non arrivano, come avevo previsto, Montolivo a cinque giorni dall’uscita presidenziale tace e non pare pentito della mozione di sfiducia, un nuovo contratto con clausola rescissoria accettabile, che poi sarebbe la soluzione più auspicabile, mi sembra sia lontano.
A tutto questo complicato gioco tattico tra le parti va aggiunta la variabile niente affatto secondaria dei tifosi, che non sembrano proprio sconvolti dall’idea di privarsi di quello che rimane, secondo me, uno dei migliori della rosa.
Guardiamo ora chi fa la prima mossa, ma il gioco era già venuto a noia in primavera, figuriamoci ora che abbiamo più caldo…

Lo chiedo per davvero: avete notizie di provvedimenti dopo gli scontri all’arma bianca durante e dopo Genoa-Roma, semifinale dello scudetto Primavera?
Sono ormai passati diversi giorni e a me non pare di aver letto di Daspo, puntualmente invece piovuti su ragazzi di 15 e 16 anni che mi assicurano non aver fatto niente nella gara della Fiorentina sospesa contro l’Atalanta a Lucca.
Io vorrei una giustizia che sia uguale per tutti, che non faccia sconti se qualcuno delinque, che non lasci il retrogusto amaro di qualcosa che non funziona.
Se poi mi sono perso qualcosa e i provvedimenti sono arrivati , mi scuso con tutti e facciamo finta di niente.

La porcata del Brasile su Cesare Battisti minaccia un seguito nemmeno troppo lontano.
Ora che l’assassino con ergastoli passati in giudicato dalla Cassazione è un uomo libero, e se la spassa con una fidanzata che ha meno della metà dei suoi anni (un classico, direi), pare che per campare voglia continuare ed implementare la sua attività di scrittore.
Non un lavoro manuale e/o impiegatizio, naturalmente, non avesse a sporcarsi le mani o faticare troppo.
Sono veramente disgustato da tutta la sinistra radical-chic che ha fatto pressioni prima in Francia (compresa la signora Carla Bruni) e poi in Brasile perché questo delinquente avesse la patente di rifugiato politico, cercando pure di creare un movimento a suo favore in Italia che per fortuna ha avuto pochissimo successo.
Poiché penso che tra non molto ci sarà in uscita la sua prima “fatica” letteraria, anche perché il ferro va battuto finché è caldo, spero con tutto il cuore che in Italia la vendita del pluri condannato Battisti si limiti alle ex fidanzate e ai parenti, ma temo e so che non sarà così.

Dal quarto all’ottavo posto?
Ok, può anche andare bene, certificando così ufficialmente il fallimento dell’ultima stagione (noni) ed il mezzo fallimento della penultima (undicesima, ma grande Champions e semifinale di Coppa Italia).
Facciamolo pure questo patto, Andrea: tu ci dai la tranquillità per veleggiare con qualche soddisfazione extra e un po’ di gioco e divertimento nei mari dove siamo sempre stati storicamente, ci metti per favore un po’ più di entusiasmo e partecipazione (magari vieni in trasferta e ti adoperi col tuo peso politico per verificare bene cosa sia successo con i 45 Daspo e con la richiesta di rimborsi per i fatti alla stazione del 2006), togli qualche etto di auto-referenzialità ai tuoi colonnelli e noi proviamo davvero a ripartire con le migliore intenzione di seguirti come è successo nelle felici stagione, quando il terzetto d’oro (Della Valle- Prandelli-Corvino) era unito come non mai.
D’altra parte l’ho sempre pensato che si dovesse puntare tutto su Andrea, e anche sulla sua quasi tenera voglia di essere il nuovo patron della Fiorentina si intravede come ormai consideri questa la sua vera sfida agli occhi del mondo.
Ascoltandolo in radio mi è sembrato quasi che operasse psicologicamente uno strappo da Diego, non affettivo, perché i due sono davvero molto uniti, ma d’orgoglio.
Era insomma come se non fosse più un capitano di industria, uno dei cento uomini più ricchi del mondo e volesse invece entrare in sintonia con i tifosi per dire: “guarda che ci metto la faccia e che di me ti puoi fidare. Stai tranquillo che non tradirò la tua fiducia”.
Una atteggiamento del genere fa molto bene il giorno dopo in cui Firenze e la Fiorentina sono stati ignorati da Diego nelle dichiarazioni post intervento alla Scala.
Credo insomma che sia stato un pomeriggio positivo per la Fiorentina, anche se per la prima volta è riecheggiata il proposito/minaccia di andarsene se non si è benvoluti.
Ma poiché non esistono soluzioni alternative credibili, e siccome Andrea Della Valle è una potenza e personalmente me lo gioco con cinque Preziosi, dieci Di Benedetto e venti Pallotta, io penso che sarebbe bene puntare una fiche su di lui per ritrovare e rinverdire la nostra passione viola.

Una stagione così del settore giovanile viola entra di diritto nella storia della Fiorentina.
Abbiamo sofferto e ci siamo arrabbiati ieri sera (bellissimo l’applauso del pubblico agli “eroici” giocatori del Varese), ma l’eliminazione ai rigori non toglie assolutamente niente a Buso, ai giocatori, a Corvino, Vergine e a tutti coloro che senza andare mai sotto la luce dei riflettori hanno contribuito a creare una squadra che promette molto.
Hanno seminato benissimo Corvino ed i suoi fidatissimi uomini, anche se non è vero che sono partiti da zero perché qualcosa di buono avevano fatto anche chi c’era prima con Giovanni Galli, e mi riferisco soprattutto ad Ilario Saturni.
Adesso a questi ragazzi che hanno fatto trepidare e gioire molto di più dei loro colleghi professionisti e strapagati tocca il compito più difficile, il salto di qualità, qualcosa di estremamente complicato che riesce solo a pochissimi.
Ma almeno in questi giorni di grigio plumbeo c’è qualcosa che in grado di farci sorridere un po’.

A volte mi diverto a pensare cosa pensino i ragazzi della radio quando vedono l’sms delle 6 del mattino.
Stamani la fortuna è toccata al giovanissimo Bigiotti (giovanissimo per distinguerlo dal giovane Zoccolini): l’ho letteralmente scaraventato a Cremona, facendogli pure saltare il compleanno del babbo.
Mi sembrava giusto essere sul posto per capire che diavolo stesse succedendo laggiù e ci rimarrà fino a venerdì sera, perché io la radio la concepisco solo così e non zuffe costruite o pedanti lezioni di pseudo giornalisti senza uno straccio di gavetta.
Dal racconto di oltre otto ore di diretta on the road mi pare sempre più chiaro che la Fiorentina in tutto questo letamaio davvero non c’entra niente e dispiace, si fa per dire, per quegli imbecilli che si dichiarano tifosi, ma che sotto sotto speravamo di sparare ad alzo zero contro i Della Valle, colpevoli di tutte le colpe del mondo.
Adesso però sarebbe l’ora di fare un salto a Firenze e non farsi pregare ancora per raccontarco come intendono gestire la nostra (che è però di loro proprietà) amatissima Fiorentina.

Due facce italiane contro i miasmi che si respirano intorno e dentro il calcio di casa nostra: Prandelli e Trapattoni.
Due con cui certe cose neanche ti verrebbero in mente, due persone semplici, due maestri di calcio, sia pure interpretato in modo diverso.
Il titolo è però dedicato al Trap, che a me sembra uguale identico a quando l’ho conosciuto meglio tredici anni fa, nel ritiro di Abbadia San Salvatore.
Stessa grinta, stessa prontezza, stessa voglia di mangiarsi la vita, anche se ha 72 anni, è ricchissimo e non avrebbe sfide da vincere.
Credo che il dopoguerra sia stato un propellente straordinario per uomini e donne che hanno vissuto da bambini prima l’angosciosa incertezza della ripartenza e poi l’entusiasmante consapevolezza che ci sarebbe stato un futuro diverso rispetto alla loro infanzia.
Infatti non ne vogliono sapere di mollare e così ci troviamo pieni di splendidi settantenni che se non rincoglioniscono con le pillole blu, e si fanno di conseguenze fregare la vita da rapaci signore e signorine, ci insegnano ogni giorno qualcosa.

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