Tanto rumore per niente, pare, anche se nessuno, a parte Moratti, ha parlato.
Un consiglio non richiesto ai (non) protagonisti viola di questa vicenda, capace di accendere Firenze come il possibile arrivo di Cassano nel gennaio 2010: in caso di non augurabili contestazioni a Mihajlovic, per favore non tirate fuori la storia “che lui ha rinunciato all’Inter pur di rimanere sulla panchina della Fiorentina”.
Non è proprio il caso perché un’affermazione del genere creerebbe ancora più distanza tra il popolo viola e la percezione che la grande maggioranza (altro che 3 contestatori) ha del tecnico serbo.
E qui devo essere come sempre sincero e dire come la penso: tutta questa rabbia, tutta questa felicità in caso di partenza di Mihajlovic, che mi avrebbe trovato d’accordo, mi sembra un po’ esagerata e ingiusta nei confronti di chi si è speso moltissimo, sia pure con scarsi risultati, per la causa viola ottenendo nell’ultimo difficilissimo mese risultati dignitosi.
Mi sembra insomma che l’addio dell’allenatore fosse quasi un simbolo di una stagione pessima sul piano della comunicazione, del non-gioco, dell’autoreferenzialtà un po’ spocchiosa che la società ha mostrato in alcuni momenti delo scorso campionato.
Come se Mihajlovic fosse il capro espiatorio di tutti i mali della Fiorentina, che non dipendono certo solo da lui.
E comunque la volontà popolare è stata chiara: se fosse andato all’Inter la stragrande maggioranza avrebbe gioito, e davvero centinaia di tifosi hanno votato sui siti milanesi per promuoverlo quale soluzione ideale per i nerazzurri.
Adesso si riparte, un po’ da separati in casa, inutile negarlo, e perciò senza grandi aspettative.
A volte però proprio da queste situazioni nascono le stagioni più belle.