Novembre 2010


Roberto Saviano è riuscito in un piccolo miracolo: ha radunato per una sera tutta la famiglia Guetta davanti al televisore e ha monopolizzato la serata col suo racconto.
Benissimo, tutto molto scorrevole ed interessante, molto più di alcuni passaggi successivi con altri protagonisti, un po’ troppo innervati di retorica in una trasmissione che è comunque come una tazza di caffé nel torpore televisivo nazionale.
Quello che non riesco a capire e che mi infastidisce parecchio è perché non si voglia dare a Roberto Maroni il diritto di replica alle accuse di connivenza della Lega con la malavita.
Qual è il problema?
Si mettono a confronto Maroni e Saviano e ognuno si farà la propria idea.
Non oso pensare a cosa sarebbe successo se il no fosse arrivato ad una richiesta rivolta da un uomo della sinistra chiamato in causa per le stesse accuse a, ipotizzo, un Socci o un Paragone.
Non riesco proprio a comprendere le ragioni del rifiuto, ma può darsi che mi sfugga qualcosa.
P.S.
Scusate, ma io non mi sono assolutamente schierato contro Saviano, ho solo sottolineato come mi piacerebbe vedere replicare a ciò che ha detto.
Forse un po’ più di tolleranza non guasterebbe.

E la colpa è soprattutto mia, perché evidentemente non sono riuscito a spiegarmi bene.
Io non attacco Mihajlovic, che mi sta pure simpatico per quel poco che ci siamo visti nell’intervista di oltre due mesi fa.
Non ci penso neppure a fargli la guerra, ma qui bisogna decidersi.
O ci si fodera gli occhi di prosciutto viola e battiamo a comando tutti insieme le mani, commentando prestazioni, gioco e situazioni varie solo in base al risultato, oppure proviamo ad analizzare senza veleni quello che vediamo.
E’ quello che tento di fare ormai da decenni: a volte può riuscire, altre no.
Vogliamo avere il coraggio di definire piuttosto deludenti i primi quattro mesi viola rispetto alle aspettative e al parco giocatori (ingaggi compresi)?
Vogliamo dire che nella gestione di Montolivo prima e di Mutu dopo c’è stata una certa approssimazione che coinvolge un po’ tutti, non solo Mihajlovic?
Possiamo sussurrare che l’attuale posizione in classifica della Fiorentina è al di sotto delle nostre aspettative e che si è visto giocare a calcio bene solo venti minuti a Genova e il secondo tempo contro il Napoli?
Si può ipotizzare che ci siano state da parte del tecnico in poco più di cento giorni almeno tre sterzate nell’approccio con i giocatori via media?
Dette tutte queste cose, e date a Mihajlovic tutte le giustificazioni del caso, ho ribadito come sia giusto continuare a puntare su Sinisa, ripartendo da una classifica che non è orrenda.
Cercando però in futuro di sbagliare davvero il meno possibile.

Ok, facciamo finta di essere come a poker: si perde la prima mano per scaramanzia e si punta quindi ad uscire vincitori dalla serata.
Ecco, Mihajlovic ha commesso diversi errori nei suoi primi quattro mesi fiorentini ed è come se avesse perso il primo giro, ora però, davvero, è vietato sbagliare.
Scelga una strategia di approccio con l’ambiente e con i giocatori e la segua, perché prima li voleva prendere a calci in culo, poi si è assunto tutte le colpe, dopo ha detto che non lo stanno a sentire e quindi non lo seguono.
Eviti per cortesia i culi e i cazzi nelle conferenze, perché detti una volta fa colore, spesso solo volgarità.
Non sprechi l’apertura di credito concessa a scatola chiusa dal popolo viola sfinito dalle polemiche Della Valle-Prandelli e voglioso solo di veder giocare al calcio, evento accaduto raramente da luglio ad oggi.
Si rassicuri per la classifica che non è poi così tragica, ce la spiattelli pure sotto gli occhi per rispondere alle critiche, ma poi cominci per favore a fare veramente l’allenatore della Fiorentina, smettendo di pensare da ex calciatore.
Io aspetto fiducioso e senza alcun pregiudizio.

Dieci punti nelle ultime cinque partite di campionato e il gioco che non si vede.
Questi sono i dati oggettivi di una squadra difficile da decifrare: vince, ma non convince e stavolta deve proprio ringraziare Gilardino che segna un gol cheva quelli fatti a Juve e Genoa nel suo primo anno in viola.
Credo proprio che dovremo cominciare a considerare quasi definitivo questo stato di cose, almeno fino al recupero di Montolivo e al ritorno di D’Agostino a livelli atletici accettabili.
Mihajlovic continua a destare perplessità, però bisogna per forza dargli fiducia: non ci sono alternative e si spera di vedere qualcosa in più che il passaggio indietro o laterale.
Oltre al gol ci sono stati i due colpi di testa di Comotto e di Gamberini, oltre all’incursione di Cerci, sinceramente un po’ poco per essere soddisfatti.
Il Cesena ha fatto ancora meno e forse la cosa triste di queste partite è che ormai sono il Chievo, il Cesena, il Bari e il Parma a costituire la nostra unità di riferimento e non più Milan, Inter, Roma e Juve.
Prendiamo quindi sorridendo i tre punti e accontentiamoci.

Non è questo il momento per regolare i conti sospesi, se si vuole bene alla Fiorentina.
Anche a me prude la lingua su diverse cosucce subite in passato, anch’io avrei qualcosa da dire ai fondamentalisti per interesse personale, ai difensori a spada tratta dell’indifendibile, a chi non non ammette mai di poter sbagliare, ma mi trattengo.
Evito, al contrario di altri, perché me le ricordo bene tutte le stagioni della sofferenza, a cominciare da quella più “formativa” perché vissuta nell’adolescenza, quando tutto o è bianco o è nero (mai però bianconero..) e sembrava che nella vita non ci fosse rimedio ad una retrocessione in B.
Parlo del campionato 77/78, quello di San Scanziani, si informino i più giovani per sapere di cosa sto parlando, e mi ricordo perfino ciò che successe sette anni prima, quando la Juve ci regalò la salvezza a Torino pareggiando di proposito.
E poi la B vera, conosciuta in decine di partite di una noia mortale (non che ora la Fiorentina sia più divertente, almeno però siamo in serie A).
Non parlo della C2, perché da tempo mi sono rotto della retorica di Gubbio e Gualdo Tadino, dove peraltro sono stato e non credo sia un vanto.
Insomma, i conti li facciamo alla fine, ma veramente e senza sconti, come del resto è nell’abitudine di chi scrive.
Uno con un brutto carattere, certamente permaloso e anche piuttosto irascibile.
Uno che però non ha cambiali da pagare con nessuno del potere viola, che non ha mai frequentato cene conviviali di alto livello, viaggiato in giro per il mondo con chi conta o guadagnato un euro grazie all’intercessione di chi sta in alto.

Questa squadra non ha anima, è triste, come non parrebbe essere il suo allenatore, che però da ieri sera scala la classifica delle responsabilità
Meno di Corvino e ancora un po’ dei giocatori, però non siamo troppo lontanti, perché dopo quattro mesi di lavoro io voglio vedere di più, lo vogliono tutti.
Fino a due settimane fa si diceva: aspettiamo Mutu.
Ora diciamo: aspettiamo D’Agostino, e va bene.
Continuiamo ad aspettare qualcuno, magari tra un mese Montolivo, ma gli altri, quelli che vanno in campo, chi sono?
Sento già l’obiezione, peraltro giusta: e la società?
C’entra senz’altro, un Della Valle in trasferta non si vede da Liverpool, la storia del presidente è tanto sbagliata quanto grottesca, ma paga gli stipendi regolarmente e ha messo nel calderone 35 milioni di euro.
Discorsi vecchi, lo so, ma oggettivi.
Qui, se non ci diamo una mossa, riportiamo la gente allo stadio solo se si lotta davvero, e speriamo di no, per non retrocedere.

Se pareggiamo stasera, siamo fuori dal tunnel.
Sarebbe meglio con pizzico di gioco in più, perché la Roma regala spazi, ma non è così fondamentale.
Ci vorrà la squadra di Genova: la grinta vista contro Toni e il primo tempo ammirato contro la Samp, non sarà facile abbinare le due cose, però esiste un vantaggio importante che si chiama euforia.
La loro euforia post derby, anche se mi sarebbe piaciuto fossero passati più giorni e invece credo che Ranieri sia stato molto bravo a tenere tutti in riga.
Meglio Santana di Bolatti, soprattutto per ripartire (si spera) veloci con Mutu, Gila e Vargas.
Oggi si opera Frey, quasi nell’indifferenza generale, al contrario di Montolivo.
Eppure il suo è un intervento più complicato e la ripresa sarà più lunga e dolorosa: auguri!

Ok ragazzi, forse ho esagerato ad arrabbiarmi per il tifo esplicito e un po’ spudorato di Cerci per la Roma manifestato dopo il Chievo e prima del derby.
Mi ha fregato la sofferenza degli ultimi mesi viola e la voglia di uscire il prima possibile dal tunnel.
Sentendolo in diretta ho pensato: ma come, ha appena segnato un gol importante che consente una tregua con i tifosi e se ne esce con queste dichiarazioni, ben sapendo quanto la Roma rimanga simpatica a Firenze dal 6 giugno 1993.
A freddo ammetto la sua sincerità, che è poi la stessa di Viviano a Bologna, e comunque in radiocronaca avevo stigmatizzato i fischi che però forse non erano diretti solo a lui che entrava, ma anche all’evanescente Marchionni che usciva.
A Cerci si perdona poco perché ha proprio tutte le caratteristiche tecniche e anche un po’ di immagine che piacciono poco al popolo viola, così incline invece a seguire chi sputa sangue e sudore per la maglia.
Dopo poche partite avverto anche una certa prevenzione che personalmente cercherò di allontanare fin da mercoledì sera, dovesse mai giocare uno spezzone di gara.

Striscia davvero eccellente, prandelliana mi verrebbe da dire, col mio gusto quasi autolesionistico per la la battuta…
Vorremmo vedere un po’ più di calcio vero, ma contano molto i centrocampista e senza Montolivo e D’Agostino (Zanetti ormai è dato per disperso, ma prende lo stesso due milioni netti l’anno…) è un po’ dura.
Se non si accende Mutu, sono dolori, specialmente se Santana fa (benino) il mediano, Marchionni si sente sempre più orfano e Bolatti..beh, ragazzi Bolatti è il mistero 2010 della Fiorentina, molto più di Castillo nel 2009.
Non mi sono piaciuti i fischi preventivi a Cerci, che ha sbagliato tutto tranne la cosa più importante e forse può ripartire da lì.
Cerchi però di essere un po’ più furbo nelle dichiarazioni: dire di correre per andare a tifare per la sua squadra del cuore, la Roma, non mi sembra proprio un gesto distensivo verso i suoi tifosi.
Dopo il brodino di Catania, siamo in piena convalescenza e per rimetterci del tutto in piedi ci vorrebbe un bel punto ricostituente mercoledì a Roma.

Cosa mi ha convinto del lungo pomeriggio di ieri, che è filato via liscio con la possibilità di fare domande, smentendo così i catastrofisti:
1) i Della Valle (e già lo sapevo e lo dicevo) hanno messo nella fornace Fiorentina 170 milioni di euro: esistono altri che lo avrebbero fatto? Penso proprio di no. Si parla del ritorno di immagine, ok mettiamo pure che sia così, ma lo si può quantificare? Ma lo sapete quanti sono 170 milioni di euro? Altra obiezione: se i Della Valle vendono, riprendono tutti i soldi. Sì, se trovano qualcuno disposto a tirarli fuori e quel qualcuno, ve lo assicuro, non si trova.
2) Nell’anno orribile dell’autofinanziamento e delle decine di sconfitte, il 2010 chiude con un disavanzo di 30 milioni, quindi hanno messo mano al portafoglio anche negli ultimi dodici mesi.
3) Non mollano e hanno intenzione di rimanere a lungo.
4) Andrea è la nostra unica speranza per qualche pazzia extra budget e sarà bene “coccolarcelo” un po’ di più.
5) Diego è molto sensibile alle vicende viola ed è un bene, perché così girano parecchio anche a lui quando le cose, come adesso, vanno all’incontrario.
Cosa mi ha lasciato perplesso:
1) non riusciremo mai fino in fondo a capire come sia andata con Prandelli. Se cioè il contatto, pare molto avviato con la Juve, sia avvenuto prima o dopo il “cercati pure un’altra squadra” di Cognigni. Comuqnue sia, continuano a volare gli stracci e tutto questo è molto triste.
2) Noi fiorentini siamo campanilisti fino all’autolesionismo, ma nessuno avrebbe niente da dire se la Cittadella venisse costruita a Sesto o Bagno a Ripoli. La storia del limite comunale è un po’ fragile, più convincente invece il discorso sul tentativo di fargli comprare certi terreni fuori dal Comune (leggi alla voce Fratini).
Cosa continuo a non capire:
1) perché Andrea non torna presidente. Quanti sono i seguaci di mamma Ebe/rosiconi/criticoni in malafede? Venti, trenta, cinquanta? E per un numero così esiguo di persone si rinuncia ad avere una carica che non è onorifica ma piena di significati? Forse davvero non c’è nient’altro, ma davvero tutto questo mi risulta incomprensibile.
Il bilancio dell’atterraggio di Diego a Firenze è comunque positivo, a conferma che, se i Della Valle avessero gestito un po’ meglio la comunicazione, a certi eccessi e a certi veleni non saremmo arrivati.
Io avevo due domande in canna, una su Mutu (risposta dettagliata, sulla falsariga di quello già detto da Andrea) e una, appunto, sulla comunicazione: dovevo scegliere e ho puntato su Mutu, per via dell’attualità.
Ultimo particolare, domani ci sarebbe il Chievo…

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