Dieci punti nelle ultime cinque partite di campionato e il gioco che non si vede.
Questi sono i dati oggettivi di una squadra difficile da decifrare: vince, ma non convince e stavolta deve proprio ringraziare Gilardino che segna un gol cheva quelli fatti a Juve e Genoa nel suo primo anno in viola.
Credo proprio che dovremo cominciare a considerare quasi definitivo questo stato di cose, almeno fino al recupero di Montolivo e al ritorno di D’Agostino a livelli atletici accettabili.
Mihajlovic continua a destare perplessità, però bisogna per forza dargli fiducia: non ci sono alternative e si spera di vedere qualcosa in più che il passaggio indietro o laterale.
Oltre al gol ci sono stati i due colpi di testa di Comotto e di Gamberini, oltre all’incursione di Cerci, sinceramente un po’ poco per essere soddisfatti.
Il Cesena ha fatto ancora meno e forse la cosa triste di queste partite è che ormai sono il Chievo, il Cesena, il Bari e il Parma a costituire la nostra unità di riferimento e non più Milan, Inter, Roma e Juve.
Prendiamo quindi sorridendo i tre punti e accontentiamoci.