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Va bene che in guerra, in amore e nel nercato tutto va bene, ma ci dovrebbe essere un limite alla decenza.
Come potrebbe fare la Roma ad offrire 25 milioni di Euro, o anche 20, alla Fiorentina per Mutu con la situazione in cui si trova la Italpetroli della famiglia Sensi è un mistero.
Speriamo che dietro non ci sia Moggi, ma non mi stupirei se fosse stato lui a movimentare un po’ la situazione prima di rinuciare definitivamente al mancato guadagno, come se non ne avessimo avuto abbastanza del tormentone estivo su Adrian.
Eppure la bufala piace e fa qualche giro di redazione, c’è anche chi le dà credito e rilancia con forza.
Su questo fronte possiamo stare tranquilli, la Roma non comprerà mai Mutu, però potremmo uno scambio, alla pari: noi diamo Mutu e loro ci danno De Rossi, o al limite Aquilani più un po’ di soldi: ci stareste?

Prima una considerazione quasi obbligata: ma si puo’ stare a rispondere per ore a degli imbecilli (fra cui certamente qualche frustrato che gira dalle parti dell’etere, e ne ho in mente uno in particolare) che si e’ lanciato ad offendere Giulia solo perche’ le avevo fatto gli auguri per il suo primo pezzo sul giornale?
Dice: non rispondere.
Eh no, se mi toccano qualcuno della redazione in modo cosi’ disonesto, maschislista e vergognoso, io non lo posso tollerare.
E ora le sensazioni olandesi, che sono molto positive.
Sara’ perche’ sono nella capitale invece che a Groningen o ad Eindhoven, sara’ che la giornata e’ stata bellissima e che Amsterdam e’ davvero da vedere, ma avverto nell’aria un’elettricita’ positiva, peraltro confermatami da Russo.
Poi domani sera sarete liberi di spernacchiarmi se le cose non dovessero andare bene ed avreste pure ragione, ma sarebbe sbagliato non farvi partecipi di quello che avverto.
E, tanto perche’ continuiate a toccare ferro, forse non ci sara’ neanche bisogno di fare le ore piccole davanti alla televisione…

Una sofferenza incredibile, al di sopra dell’immaginazione.
Non so se erano piu’ stanchi o intimiditi.
Scrivo in corsa dall’aereoporto di Liverpool, grandi Dainelli e Gamberini, molto bene Frey, nonostante l’errore iniziale, inguardabile Vieri.
Pero’ siamo avanti ed e’ questo che conta.
E poi i rigori bisogna saperli battere ed avere la freddezza per batterli bene.
Grandissimo pubblico inglese, che ha applaudito nonostante la delusione, in Italia dubito che sarebbe accaduto.
Noi giornalisti siamo vicini alla cottura, e i giocatori?

MA E’ POSSIBILE CHE UNO TORNI A CASA E CHE DEBBA AVERE A CHE FARE CON UN IMBECILLE, CHE E’ POI L’UNICO A CUI HO DATO UNA RISPOSTA NEL COMMENTO PERCHE’ PER IL RESTO PROPRIO NON CE LA FACCIO.
ANDATE UN PO’ A VEDERE DI CHI SI TRATTA…

Due preoccupazioni: il passo eccessivo lento nella ripresa e l’infortunio di Mutu,
E due uomini chiaramente sotto tono: Montolivo e Vieri, mentre si è capito perché Papawaigo non entrava, perché per i nuovi non è semplice capire i meccanismi di gioco viola.
Il gol della Roma era da annullare e dovevamo segnare nel primo tempo, tutto questo però non basta ad alleviare la delusione, anzi l’aumenta.
Ora il gioco si fa duro davvero, non mi pare che sia il caso di farsi prendere dal panico, meglio affrontare una gara alla volta senza troppi calcoli.

Da perfetto provinciale, sto preparando una trasferta stile Totò e Peppino quando vanno per la prima volta a Milano e si portano dietro un’armatura degna di una trasferta in Groenlandia.
Quanto freddo farà a Trondheim? Parecchio, sembra.
Stasera ascoltavo lo straordinario lavoro di Fabio Russo dalla Norvegia e pensavo che io una cosa del genere non riuscirei mica a farla, con quella precisione, con la capacità ormai indispensabile nel nostro lavoro di abbinare l’ottimo prodotto giornalistico alla sapienza tecnica di tagliare, montare e spedire via internet tutti i servizi e le interviste del Rosenborg a tempo di record.
Mi consola il fatto che a giro di gente come lui o altri ragazzi della nostra redazione (vedi Loreto a Bergamo o Poesio da Marbella) ce n’è veramente poca e quella poca è quasi tutta a Radio Blu.
Scusate lo scivolone stile amarcord, ma mi vengono in mente le prime interviste “quasi dal vivo” mandate in onda vent’anni fa a Radio Blu.
Campionato 87/88, a Pescara eravamo solo io e Ciuffi, registrai tutto dopo la radiocronaca e mi fermai al primo bar vicino allo stadio per appoggiare il registratorino al telefono.
Il problema è che, telefonini a parte, viaggio ancora con il registratorino e che dall’anno scorso, quando cioè devo fare un’intervista importante con gli ottimi mezzi tecnici messi a disposizione dalla nuova proprietà, vado nel pallone più totale finendo col provare e riprovare il meccanismo fino allo sfinimento.
Comunque sia, domani si parte per una trasferta strana, con poco appeal sulla carta perché siamo solo ai sedicesimi e Manchester è così lontana…

Grande squadra quella di Radio Blu!
Come anticipato nel punto di mercato di ieri nel Pentasport, nella notte Corvino ha chiuso per Manuel da Costa (che nome impegnativo…), difensore portoghese e nazionale del PSV Eindhoven, alto 191 cm con 85 kg. di peso.
Di madre francese e padre portoghese, da Costa ha cominciato nel Nancy ed è stato acquistato a 4,5 milioni di Euro, con un ingaggio di 650.000 Euro a stagione, con un contratto credo di quattro anni.
Questa è quindi un’autentica corvinata, anche perché mi racconta Loreto da Milano che sul giocatore fossero arrivate Inter e Parma, pronte a prenderselo insieme in comproprietà.
Naturalmente non ho alcun merito nel dare in anteprima questa notizia, i meriti sono tutti della task force del mercato di Radio Blu (Biagiotti, Fabiani, Loreto, Russo) e al fatto di aver ingaggiato in esclusiva radiofonica toscana un autentico fuoriclasse come Gianluca Di Marzio.
Nell’ultima settimana abbiamo (hanno) dato in anticipo tre notizie: Do Prado al Mantova, l’ingaggio di Di Matteo e ieri da Costa.

Gran serata al CIT, la Fiorentina sul palco: si ride e si scherza con la squadra in ottima forma, almeno sul piano dello spirito.
Tra l’altro è la prima volta che rivedo Prandelli dalla scomparsa di Manuela e sono pure un po’ imbarazzato perché io in certe circostanze e di fronte a dolori così grandi mi sento sempre inadeguato.
Per questo motivo, pur volendogli davvero bene, non sono stato tra quelli capaci di telefonargli personalmente perché non avrei saputo cosa dirgli di non banale, ma capisco che magari questo poteva sembrare ai suoi occhi una forma di maleducazione.
Ci pensa Cesare a rassicurarmi con un abbraccio e poi, appunto, parte una gran serata, condotta magistralmente da Pupo che scherza con Mutu, Vieri, Lupatelli, Dainelli, Pazzini.
Poi chiede a Corvino di come si trovi in questo momento non facile e Pantaleo gli risponde che per lui “il bicchiere è sempre mezzo pieno e non è come per David che lo vede sempre mezzo vuoto…”.
Momento di imbarazzo generale, ma la prendo sul ridere e dico qualcosa tipo “ormai per Pantaleo sono un’indispensabile valvola di sfogo: se non ci fossi mi dovrebbe inventare”.
Poi a freddo mi sono fatto due domande:
1) ma Corvino le cose che scrivo e/o dico le legge e/o le sente, oppure continua ad agire su frasi riportate e stravolte da qualche solerte collaboratore?
2) Non è che dalla storia di Vieri di questa estate a Pantaleo gli è presa una fissazione e mi ha eletto a rappresentante della categoria considerandomi pure l’estensore dell’ormai famoso “Da Toni a Osvaldo”?
Mah…
Comunque tra poco è Natale, prendo queste cose per quello che valgono (cioè molto poco) e incrocio le dita per stasera.

IStanza 646 dell’albergo Titania di Atene: questa non è una trasferta come le altre.
Ci pensavo ieri nel lungo viaggio da Firenze e per passare il tempo mi sono messo a contare i viaggi europei fatti con la Fiorentina: sono 28, dal 1984 e in più c’è la trasferta a New York.
Tanti, tantissimi per un provinciale come me, che in ogni luogo cerca il giornale italiano e vuole bere in tutti i modi l’espresso.
Quello che abbiamo provato per la morte di Manuela ha superato ogni immaginazione, a me è venuto in mente Mario Cecchi Gori, ma è limitativo per la differenza di età, per la lotta della famiglia di Prandelli al male e al dolore.
Di uguale c’è la voglia di partecipare, in più l’enorme affetto che Firenze (ma non solo Firenze) è pronta a dare a Cesare, Niccolò e Carolina.
Stasera comunque si gioca e non so proprio come potrà essere.
HO VISTO ORA CHE ANCHE I DUE SITI PRINCIPALI, FIORENTINA.IT E VIOLANEWS.COM, SONO D’ACCORDO SUL MINUTO DI SILENZIO CON VERO SILENZIO E SENZA APPLAUSI
MI FA MOLTO PIACERE E, ANCHE SE E’ UNA PICCOLA COSA, SAREBBE BELLO DISTINGUERCI DAL RESTO D’ITALIA

Premessa: se questo è il prezzo da pagare perché la Fiorentina vada come sta andando, io sono perfettamente d’accordo.
Se cioè Corvino o altri nel togliersi qualche sassolino dalla scarpa sparano nel mucchio e mi coinvolgono in ricostruzioni perlomeno parziali di come sono andate le cose, va benissimo: a me interessa soprattutto che la Fiorentina voli come sta facendo da oltre due anni.
E però un po’ di chiarezza bisogna che si faccia, almeno qui a casa mia e vostra (nel blog) e anche alla radio.
I fatti: ieri sera a Golden Gol Corvino si è lanciato contro il sottoscritto e Radio Blu dicendo che
1) ero ed eravamo contro Pazzini perché convinti che la coppia Pazzini-Mutu non fosse all’altezza di quella formata da Toni e Mutu;
2) per l’intera estate abbiamo attaccato la campagna acquisti della Fiorentina.
Diciamo subito che con Corvino non esiste difesa possibile per due insormontabili ragioni:
1) poiché per fortuna Corvino e altri dirigenti lavorano 12 ore al giorno per il bene della Fiorentina, è quasi certo che il 90% delle loro convinzioni si sia formato su cose riportate da altri (leggi a questo proposito il post precedente su Pazzini). E ne conosco diverse di persone che ascoltando il Pentasport si ingegnano a creare casino riportando mozziconi di concetti o frasi estrapolate dall’idea portante.
2) Radio Blu ha nella propria squadra una quindicina di opinionisti di livello nazionale in esclusiva ed è quasi certo che quanto riportato con tanto calore da Corvino sia stato in effetti detto da qualcuno dei suddetti opinionisti.
Il primo esempio che mi viene in mente è quando uno dei giornalisti che stimo di più, Alberto Polverosi, fece un paragone tra Lazio e Fiorentina, esaltando (secondo me a torto) la capacità della Lazio di arrivare in Champions con molte meno risorse dei viola. La linea editoriale di Radio Blu era un’altra, Pestuggia e Russo in studio tornarono sull’argomento per spiegare quale fosse la nostra posizione, ma poi rimane il discorso (soprattutto se riportato) che “a Radio Blu è stato detto che….”.
Dunque, almeno con Corvino non c’è difesa contro questo tipo di veleni, che certamente si ripeteranno in futuro, ma credo che sia giusto precisare cosa invece è stato detto e scritto a proposito di ciò di cui vengo e veniamo accusati da DS viola.
1) Pazzini è sempre stato difeso, secondo alcuni fin troppo, proprio per la grande fiducia nelle sue potenzialità e ho sempre detto e scritto che su di lui si gioca la scommessa più importante della Fiorentina di questa stagione.
Certo, se poi uno pensa che nell’immediato sia più forte di Toni, allora non ci siamo.
Se fosse così giocherebbe Giampaolo in Nazionale ed il Bayerm avrebbe offerto a lui e non a Toni 5 milioni e mezzo netti a stagione. Secondo Corvino avremmo dovuto affermare tout-court che senza Toni non era cambiato niente, il che mi pare un po’ eccessivo. Senza contare le innumerevoli volte in cui ho rintuzzato i rimpianti di Ciuffi e degli ascoltatori/lettori per la partenza del centravanti della Nazionale, perché trovo giustissima la politica degli ingaggi attuata dalla Fiorentina.
2) Nessuno della redzione di Radio Blu, a cominciare da me, si è mai sognato di attaccare in toto la campagna acquisti della Fiorentina, che invece, dopo l’arrivo di Semioli, fortemente voluto da Prandelli, è stata definita molto buona.
Come contraltare alle ingiustificate accuse di Corvino potrei raccontare dei tanti sms o delle email in cui mi e ci davano di filo-governativi, ma sarebbe tempo perso, perché poi alla fine dobbiamo rispondere solo alla nostra coscienza professionale.
Come detto più volte la mia unica perplessità era legata a Vieri.
Da lui sono pronto a sentirmi dire di tutto (ovvaimente nell’ambito del rispetto reciproco), perché avrebbe ragione: io ho dubitato e Bobone è andato bene, dunque ho sbagliato.
Ma il resto davvero no, e comunque abbiamo le spalle abbastanza larghe (e soprattutto un ascolto che non ha paragoni) per sopportare questo ed altro.

Io di fronte a cose del genere non trovo parole, e voi?
DA REPUBBLICA.IT
TORINO – Dopo ore di interrogatorio Giuseppina Griffo ha confessato: la figlia Melania, cinque anni, non è precipitata dal balcone per una tragica fatalità ma perché lei l’ha spinta.
Il dramma si è consumato ieri sera a Vinovo, in provincia di Torino, nell’appartamento al quinto piano in cui vive la famiglia Villani.
Inizialmente si era pensato a una disgrazia.
Ma con il passare delle ore gli inquirenti hanno cominciato a sospettare della madre, che soffre di crisi depressive.
Durante un lungo interrogatorio Giuseppina Griffo, 30 anni, da tempo sofferente di crisi depressive, è caduta più volte in contraddizione ed è stata sottoposta a fermo di polizia giudiziaria per omicidio.
E alla fine ha confessato: Melania si era arrampicata su una sedia per vedere il padre che tornava a casa dal lavoro, lei le aveva detto più volte di scendere ma la bambina non aveva obbedito e l’ha spinta giù.
La confessione corrisponde all’ipotesi tracciata dagli inquirenti.
Al momento della tragedia la madre lavava i piatti in cucina.
La bambina era abituata ad aspettare il padre prima di addormentarsi e così, per cercare di vederlo prima, ha preso una sedia, l’ha portata in balcone e vi è salita sopra.
Giuseppina Griffo le ha detto di scendere ma la bambina ha continuato a saltare sulla sedia.
La donna, esasperata, l’ha spinta e la piccola si è sbilanciata precipitando nel vuoto.
Una delle cose che hanno insospettito gli investigatori è che Giuseppina Griffo, una volta avvenuta la tragedia, non ha chiamato subito il 118 ma la madre che abita poco distante. Solo dopo è stata chiamata la centrale di soccorso. Sul posto sono intervenute due ambulanze, ma la situazione era compromessa: Melania è morta poco dopo il ricovero. In ospedale, a Moncalieri, è poi arrivato anche il padre, Angelo Villani, avvertito da alcuni amici alla Fiat Mirafiori dove lavora come operaio turnista.

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