Che grande statista è stato Craxi, molto meglio di quelli di ora.

Vuoi mettere come si viveva più tranquilli quando ancora non c’erano i telefonini? E gli smartphone? Sono la rovina di questa generazione di smidollati. Pensa che li usano anche i bambini a tre anni,

Vittorio Cecchi Gori è stato un grande presidente. Ci ha fatto fallire e mandato in B due volte, ma ti ricordi come si godeva quando saliva in balaustra.

Andreotti un gigante, Cossiga un simpatico mezzo matto, ma averne oggi. Almirante voleva sterminare gli ebrei però è andato a rendere omaggio a Berliguer e non ha mai rubato niente, in fondo anche i socialdemocratici non erano male.

Vuoi mettere le donne di una volta?

In silenzio e sottomesse, mica come ora che pensano di contare come i maschi, poi uno dice come mai il mondo va a rotoli.

Ti ricordi quando eravamo solo noi italiani? Senza cinesi, extra comunitari e islamici? Era il paradiso, accidenti alla globalizzazione.

I fochi di San Giovanni? Insomma… Mi piacevano di più quelli dell’anno scorso

Venezia è sempre più bella, ma davvero non ci vivrei.

Salvini sempre e comunque, nel bene e nel male.

Mobilità le sardine, che non sarebbero mai esistite senza di lui, si proclama novello Silvio Pellico ed è ad un passo dal dichiararsi prigioniero politico di questa Italia in mano a Conte (con cui mi pare abbia avuto qualche rapporto) e ai soliti comunisti,

Protagonista assoluto di ogni arena mediatica, capace di pensare tre cose diverse sullo stesso argomento, incurante di ogni contraddizione, amico di Casa Pound e allo stesso tempo a favore del popolo ebraico.

Viene quasi il sospetto che la politica in Italia senza di lui sarebbe diversa, ma lui è nel fiore degli anni, pare in ottima forma e per mesi vedremo ancora i fuochi di artificio.

Conviene rassegnarsi.

Come possa una squadra trasformarsi completamente in pochi giorni non si sa, eppure è successo.

Abbiamo una squadra che gioca bene a calcio e che sa pure vincere segnando gol meraviglioso: quasi troppo bello per essere vero.

Ci sarebbe quasi da dire di non svegliarci da quello che da incubo sta diventando un sogno.

Durerà?

Non lo so e oggi non è nemmeno così importante: godiamoci la Fiorentina e poi vedremo come andrà a finire

Ho appena saputo che il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha accettato l’invito di Dario Nardella di venire a Firenze per Fiorentina-Atalanta dell’8 febbraio.

Tutto è partito dal Pentasport di ieri e spero che sial’inizio della fine di questa stucchevole polemica tra Gasperini e il popolo viola da cui mi aspetto parecchia ironia per quel sabato particolare.

Ne siamo non solo capaci, ma autentici maestri e quindi cerchiamo di vincere alla nostra maniera, per poi bissare sul campo il successo di mercoledì.

Uno sberleffo invece dell’insulto e via andare, magari chiudendo col peggiore dei trattamenti: non curarsi minimamente di Gasperini, ma guardare e passare.

Era la stessa squadra di domenica?

Non sembrava proprio: altra determinazione, altra tecnica, altro schieramento e risultato straordinario, in considerazione dell’avversario e dell’uomo in meno.

Giocare con gli attaccanti non è una cattiva idea e forse ci potevamo pensare anche prima.

Eravamo senza i due in teoria più bravi, Chiesa e Ribery, ma sono stati tutti ampiamente al di sopra della sufficienza.

Nessuna esaltazione, ma con Inchini siamo a due vittorie e un pareggio: e avessimo svoltato?

Brutta partita, prendiamoci i tre punti e ringraziamo la dea Eupalla che ci ha voluto bene.

Una vittoria pesante, che ci aiuterà, a patto di trovare un po’ di gioco e un rendimento più elevato da parte di diversi giocatori che in teoria sarebbero molto meglio di quello che si vede.

In teoria.

Ci sono in particolare un paio di uomini che si stanno inabissando sul piano del rendimento: Dalbert e Boateng, che sarebbe un centravanti talmente falso da non sembrare vero.

E comunque le ultime tre sono più lontane…

Ha ragione Commisso a pretendere un altro passo, stupendosi delle pastoie burocratiche italiane. Vuole investire, vuole costruire una Fiorentina diversa nelle strutture portanti e si sente prigioniero di una realtà diversa da come se la immaginava.

Ha ragione Nardella a confermare che non può fare proprio nulla di diverso da ciò che sta facendo per non finire nel tritacarne della giustizia: ha vincoli precisi, percorsi obbligati da seguire e non può pensare alla Fiorentina come a qualcosa di diverso da altri soggetti privati.

Hanno ragione i tifosi, esasperati da undici anni abbondanti di nulla sullo stadio, con l’aggravante di quasi quattro stagioni di niente sul campo. A molti di loro basterebbe avere un tetto sopra la testa quando guardano la partita e servizi igienici degni di un paese occidentale: è chiedere troppo?

Hanno ragione quelli a cui della Fiorentina non gliene importa niente e che pretendono che non venga toccato un euro pubblico per aiutare una squadra di calcio di proprietà di un miliardario  e che eroga stipendi milionari.

Ma se hanno ragione tutti, chi ha torto?

C’è già qualcuno che contesta Iachini, probabilmente perché pensava che lui fosse il nuovo Conte e che la Fiorentina avesse una rosa simile a quella del Barcellona.

I giocatori sono questi e qualcuno lo abbiamo pure sopravvalutato, però qualcosa di nuovo a Bologna si è visto: maggiore dinamismo e più combattività.

Come si dice in questi casi, meno era davvero difficile e comunque si rimane sempre lì: se non la butti dentro è molto complicato vincere, anche quando trovi un gol capolavoro come quello di Benassi.

Altra nota positiva, Chiesa. Penso che il padre Enrico e Iachini non siano estranei alla trasformazione di Federico, che sembrava un altro rispetto ad un mese fa.

Per il resto è ovvio che abbiamo perso due punti, inutile girarci intorno: fa male, ma bisogna che passi in fretta. 

Non riesco a capire tutte le perplessità a proposito dell’arrivo di uno che la metta dentro.

Che sia Cutrone o Petagna io non starei troppo a sottilizzare e vorrei ricordare che nella storia viola ogni giovane che doveva farsi largo ha sempre avuto davanti qualcuno di ingombrante, a partire da Monelli con Graziani e proseguendo con Batistuta con Borgonovo, Flachi con Batistuta, Pazzini con Vieri o Babacar con Gilardino. Cioè, se sei forte esci lo stesso.

Ho fiducia in Vlahovic, ma questa è la Fiorentina e non l’incubatrice di giovani talenti, e se da un lato è giusto che il ragazzo sbagli partite senza essere bocciato, dall’altro noi dobbiamo fare gol e punti.

Da due stagioni il nostro reparto offensivo è al limite dell’impresentabile in fatto di realizzazioni e ora dovremmo pensare che sia più importante il centrocampista dell’attaccante?

Quello che sapete della mia vita, ammesso e non concesso che interessi a qualcuno, lo troverete solo sul blog: non ho Facebook o altri canali che esaltano il narcisista che è dentro ognuno di noi e che oggi, in un’epoca in qualche modo degenerata dai social, si esprime sotto varie forme

Il 2020 che comincia domani mi porterà al misterioso traguardo dei 60 anni, che sono un’enormità rapportati al ragazzo che ero e che però mi risultano oscuri perché davvero non me li sento addosso e comunque ci sono.

Fino a buona parte della prima metà dei primi cinquanta anni non facevo altro che ripetermi quanto ero stato fortunato e indubbiamente lo ero: vita liscia, nessuna malattia, famiglia apparentemente perfetta, lavoro soddisfacente sotto ogni punto di vista.

Poi sono stato messo alla prova ed è iniziato il viaggio nel dolore.

All’inizio ho dato il peggio di me, atrribuendo come spesso accade la colpa di tutto agli altri: tradimenti, meschinità assortite, falsità.

Un po’ alla volta ho capito che la responsabilità era solo mia, dei miei errori, della mia superficialità nelle scelte fatte nel passato, della mia volontà a voler vivere senza profondità,

Visto come ora da lontano direi che non è stato facile, ma se mi immergo di nuovo a come stavo in quel lungo periodo, direi che quelle settimane, quei mesi e quegli anni siano stati l’esperienza più importante e dura della mia esistenza

E comunque, oggi posso dirlo, sono stato ancora fortunato, e se ogni tanto un demone mi trascina nella tentazione di piangermi addosso, qualcosa di molto più saggio e alla fine vincente mi ricorda quello che ho oggi, che è tanto.

Grazie a tutte le persone che mi vogliono bene e buon 2020 a tutti voi.

P.S. Purtroppo il 2019 finisce veramente male

Ho appena saputo che è morta Marcella, la moglie di Gianni De Magistris, una uomo a cui sono affezionato da più di 40 anni.

Non ci sono molte parole, solo il mio affetto per lui e per lei, che ho conosciuto e che era la giusta compagna di una persona speciale.

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