Ha ragione Commisso a pretendere un altro passo, stupendosi delle pastoie burocratiche italiane. Vuole investire, vuole costruire una Fiorentina diversa nelle strutture portanti e si sente prigioniero di una realtà diversa da come se la immaginava.

Ha ragione Nardella a confermare che non può fare proprio nulla di diverso da ciò che sta facendo per non finire nel tritacarne della giustizia: ha vincoli precisi, percorsi obbligati da seguire e non può pensare alla Fiorentina come a qualcosa di diverso da altri soggetti privati.

Hanno ragione i tifosi, esasperati da undici anni abbondanti di nulla sullo stadio, con l’aggravante di quasi quattro stagioni di niente sul campo. A molti di loro basterebbe avere un tetto sopra la testa quando guardano la partita e servizi igienici degni di un paese occidentale: è chiedere troppo?

Hanno ragione quelli a cui della Fiorentina non gliene importa niente e che pretendono che non venga toccato un euro pubblico per aiutare una squadra di calcio di proprietà di un miliardario  e che eroga stipendi milionari.

Ma se hanno ragione tutti, chi ha torto?