Per quello che abbiamo passato negli ultimi sei anni, dalla cessione di Batistuta in poi, avremmo diritto non ad uno, ma ad almeno tre stagioni da incorniciare.
Intanto però godiamoci quella che comincerà il 19 agosto.
Dice: sì, ma ci sono 19 punti da recuperare.
Ok, però voglio vedere se c’è in in giro una società con questi mezzi, una squadra con queste potenzialità, un pubblico così innamorato ed un allenatore a livello di Prandelli.
Il Milan e l’Inter sono messi meglio a quattrini (e quindi come parco giocatori), però hanno ogni anno l’obbligo di vincere e ve l’immaginate la faccia di Moratti se (sul campo) non prende nemmeno stavolta lo scudetto?
Ed io non scambierei il nostro allenatore con Ancelotti, mentre su Mancini non vale neanche la pena di misurarsi.
La Roma ha una tifoseria sinceramente eccezionale e molto discutibile sul piano dell’ordine pubblico, ma sta affonfando nei debiti e buon per loro che hanno in panchina l’unico che possa avvicinare Prandelli e che fa quadrare conti tecnici scombussolati.
La Lazio ha ed è Lotito, ed il discorso penso si possa chiudere qui.
Quindi, forse perché essendo in ferie vedo le cose con un po’ più di distacco, direi di tirare il fiato e cominciare a vivere pienamente una stagione che potrebbe essere molto, ma molto interessante.
E poi c’è sempre quel campionato di B così strano a cui dare un’occhiata per vedere come va a finire…

Andrea ha lavorato sotto traccia, Diego è andato in prima linea: ad entrambi un bravi ed un grazie di cuore per come hanno gestito la vicenda Toni.
In tanti non si sono resi conto o hanno fatto finta di non rendersi conto che si è trattato di una svolta epocale: per la prima volta non si è seguito il rituale di un calcio fuori di testa, che alza sempre la posta e che non rispetta mai gli impegni presi.
Quanto a Toni, ora ci dimentichiamo tutto, o almeno ci tentiamo, perché tanto farci sangue amaro non serve a niente.
Pensiamo a fare filotto in Coppa Italia nelle tre partite di agosto e poi puntiamo su lui, ma non solo su lui, per dare un bello schiaffo in campionato a quelli che ci vogliono male.

Resistenza quasi uguale alla difese di Zeman e quindi, appena vista una postazione internet, eccomi qui a scrivere su una piccola cosa lasciata in sospeso.
Nell’ultimo Pentasport di sabato avevo lanciato la campagna “Non fischiamo Toni” a cui avevano aderito tutti gli interlocutori della trasmissione, compreso il grande (come spessore umano, voglio dire) Riganò, che ieri ha rilanciato il concetto.
Ecco, ribadisco: non fischiamo Toni, nonostante il bruciore che hanno provocato le sue incaute dichiarazioni.
Non fischiamolo perché prima di tutto ci serve nella pienezza dei suoi mezzi per risalire la corrente e poi anche per non fornire alibi a lui a al simpatico Tinti sul futuro del matrimonio con la Fiorentina.
Freniamoci, rimandando a data da destinarsi i legittimi sfoghi su una condotta scorretta, che però ormai appartiene al passato.

Eh sì, qui si esagera: sarò in ferie fino a Ferragosto, e poi dicono che i giornalisti lavorano…
Ormai mi sento sotto osservazione e pure un po’ in colpa, anche se non è detto che intervenga su qualcosa, magari sull’incontro di martedì tra Toni e Della Valle.
Per tutti quelli come me, malati di lavoro, le ferie sono un piccolo benefico trauma.
Nel senso che nei primi due giorni provo sempre un certo disagio interiore, salvo poi tranquillizzarmi e capire che il mondo va avanti anche senza Pentasport e Radio Blu.
Venticinque giorni complessivi di vacanza da gennaio a dicembre mi dicono non siano poi troppi e comunque c’è davvero bisogno di staccare un po’ la spina.
Che sia stata una stagione intensa, stancante e particolare, me ne sono accorto riascoltando i gol 2005/06: provavo un senso di estraneità, come se non fossi stato io a vedere e commentare quelle partite così belle per noi.
Non era mai successo in venticinque anni di radiocronaca.
Ci hanno avvelenato tutto e non ci siamo goduti niente, ma siamo sempre lì, in piedi e pronti a ricominciare.

Forse non si è capito bene: Diego Della Valle non lo vende.
Stop. Fine delle trasmissioni.
Lo ha detto ieri sera il patron viola alla Gazzetta e guardiamo se questa storia prende finalmente una giusta piega.
Che sarebbe questa: Toni capisce che gli ultimi due mesi ha vinto il Mondiale e perso moltissimo nella considerazione dei tifosi viola.
Preso atto a fatica della situazione, comincia a porre rimedio alla stessa rimanendo zitto e lavorando in silenzio fino all’inizio del campionato.
Poi ricomincia a segnare, a quel punto tutti noi archivieremo generosamente l’intera faccenda.

Ho aspettato un giorno per vedere se mi passava e non mi è passata.
Buon segno, vuol dire che ho ancora la capacità di indignarmi.
E’ vergognoso, veramente vergognoso che un pluri-assassino come Roberto Savi (il capo della banda di bastardi della Uno bianca) abbia avuto il coraggio di chiedere la grazia.
Ho pensato a cosa provava quando dal 1987 al 1994 riceveva lo stipendio da poliziotto, se era intimamente ancora più soddisfatto delle sue bravate in quei sette anni di pazzie e di morti.
Dodici anni di galera secondo lui bastano ad espiare le colpe commesse.
A volte viene davvero la voglia di iscriversi all’associazione “Nessuno tocchi Abele” e pazienza se questi sono pensieri di destra.
Qui si tratta di ragionare con la propria testa e non è proprio ammissibile che questo criminale pensi di continuare a prendersi gioco di noi che stiamo dall’altra parte, che poi è solo quella della legalità.
Se libereranno lui o uno dei suoi due fratelli prima dei prossimi quindici anni, andrò anch’io a Milano per insultarli all’uscita del carcere di Opera.

Meglio la verità di una pietosa bugia.
Toni ha rotto con Firenze e Firenze si è rotta di Toni, solo che non sarà facile la cessione.
La prova di forza di Toni e Tinti (presente alla conferenza, ma era proprio necessario?) mi fa pensare ad un tentativo di far abbassare le pretese con l’Inter.
Vogliono lo sconto i signori da Milano e hanno spedito in avanscoperta il loro oggetto del desiderio.
Bruttissima storia, comunque la si guardi.
Una società scorretta, scorrettissima, che da aprile va a proporre contratti da 4 milioni di Euro netti a stagione a chi è vincolato fino al 2009.
Un giocatore ingrato, che parla di campioni e Champions quando tutti sappiamo che cosa ha in mente.
In mezzo c’è la Fiorentina e soprattutto ci sono i Della Valle (negli ultimi tempi abbiamo un po’ sottovalutato la presenza di Andrea nelle vicende societarie viola).
Come in un tavolo da poker ora tocca a loro parlare e hanno gli occhi del mondo addosso.
Lasceranno, cioè lo venderanno, o rilanceranno?
P.S. Quando parlo di sincerità, mi riferisco ovviamente al fatto che ha detto che se ne vuole andare, non al reale motivo.
A meno che Toni non sia un veggente e frequenti assiduamente Guido Rossi: a maggio lui ha detto di avere un problemino, ma a maggio la Fiorentina era in Champions, non era stata condannata. E meno che mai ad aprile, quando sono andati a parlare ai dirigenti viola dell’offerta dell’Inter.
Che veggenti Toni e Tinti! Viene voglia di farsi predire il futuro da loro.

Firenze, 1° agosto 2006 – La ACF Fiorentina in riferimento alle continue voci di mercato riguardanti Luca Toni tiene a ribadire che il giocatore è incedibile. La posizione della proprietà della Fiorentina era, è e rimarrà ferma su questa decisione. Pertanto è da ritenersi destituita di ogni fondamento qualunque notizia che non risponda a questa chiara e precisa posizione della Società.
E adesso che facciamo?
Qualche piccola proposta:
1) Toni torna a Firenze, convoca una conferenza stampa urbi et orbi e comunica al mondo di aver passato un periodo di grande intensità, in cui ci può pure essere stata qualche difficoltà comunicativa, amplificata da chi voleva metterlo contro Firenze e i Della Valle.
2) Nella medesima conferenza stampa Toni dichiara di non vedere l’ora di ricominciare perché la sua Champions è la Coppa Italia,dice che vorrebbe addirittura giocare a Giarre (a proposito, bella trasfertina per inziare: agevole…), e afferma che salvarsi sarà come vincere lo scudetto. L’Inter? E chi ne ha mai parlato…
3) Noi giornalisti intontiti dal caldo debilitante dell’ultimo mese facciamo finta di non capire troppo bene le parole di Toni che ci coinvolgono, sorvoliamo sopra le più o meno velate accuse e la nostra aggressività si spinge fino al punto di domandargli se pensa di vincere ancora la classifica dei marcatori.
4) I tifosi ripassano mentalmente le 31 perle dell’anno passato, i più fortunati se le vanno a rivedere in video, dopo di che respirano profomdamente e pensano “in fondo assomiglia sempre di più in tutto e per tutto a Batistuta…”.
5) Diego Della Valle offre ai media il suo accattivante sorriso che uccide il nemico, Prandelli parla cinque-minuti-cinque con Toni di quanto successo in estate e lo piazza in camera con Mutu, Corvino stringe per Huntelar il prossimo anno.
6) Per qualche giorno evitiamo tutti di parlare di Toni e ci concentriamo sul Tar, calendari e difensore. Poi cominciamo ad elucubrare su quanti gol potrà fare l’attacco viola.

Succede che una volta tanto sia io ad intervistare l’ottimo Corvino in radio.
Provo ad andare oltre le banalità (in verità ci provo sempre, che poi ci riesca è un altro discorso…) e gli chiedo come pensa di ricucire dall’otto agosto il rapporto tra Toni ed i tifosi, sempre che il bomber si degni di tornare.
Lui parte in quarta e mi parla della bontà della squadra e del gruppo, mi rimprovera un po’ di parlare sempre di Toni e mi dice quello che probabilmente avete sentito: ci vuole rispetto per la Fiorentina in queste trattative, quel rispetto che i viola hanno avuto col Palermo.
Corvino ha perfettamente ragione, solo che io gli avevo chiesto un’altra cosa, ma lui ha inserito il pilota automatico e mi ha parlato solo dell’ipotetica trattativa.
Provo a tradurre: se arriva questa benedetta offerta di 25 milioni di Euro dall’Inter, Corvino sarebbe anche dell’idea di cederlo questo giocatore così poco riconoscente a Firenze e alla Fiorentina.
E Prandelli credo che sia d’accordo con lui, perché ha detto e ripetuto di volere solo uomini motivati.
Il problema, sempre che Moratti spenda così tanto, è chi lo va a spiegare a Diego Della Valle…

Ho il voltastomaco per quello che ho visto ieri sera in televisione, per quei bambini portati via senza vita.
Pur non sentendomi affatto ebreo in senso religioso (non rispetto niente delle oltre seicento regole della mia religione), avverto una specie di senso di colpa, un doloroso stupore per quello che è accaduto.
Siamo passati dalla parte del torto, non ci sono dubbi, anche se questa mia reazione è dettata dall’istinto e non dalla ragione.
Conosco cosa vuol dire convivere con la paura di morire ogni giorno per un attacco terrorista perché mio fratello abita lì, ma questo non basta a spiegare il perché di tutto questo.
Parlano di attacco sbagliato, ci sono le logiche politiche e militari, si muove la diplomazia: che belle frasi, parole perfino ricercate che servono solo a riempire i giornali e la televisione.
Intanto lì si muore, tra lo strazio di chi ci vive, mentre a noi, dall’altra parte della televisione, non resta che il bruciore allo stomaco mischiato ad un pizzico di vergogna.

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