Ho appena risposto ad un post delirante di uno che equiparava più o meno Guidolin all’ultrà del Catania che aveva ammazzato Raciti e con questo sinceramente sono arrivato all’effetto saturazione.
Meglio parlare di Spalletti, in tutti i sensi.
Vi ricordate la partita di andata?
Erano ancora lì ad aspettare Totti, che sembrava un corpo estraneo rispetto al resto della squadra.
Lo scrissi già qualche mese fa: sono stati bravi a non metterlo mai in discussione e sinceramente non so se noi avremmo fatto lo stesso con Toni e Mutu, per quattro mesi fuori condizione eppure titolari.
Potrebbe venire fuori una delle più belle partite del campionato e credo che, come a Palermo, Prandelli se la giocherà senza troppi calcoli, cioè con Montolivo e Liverani insieme e i soliti tre là davanti.
D’altra parte, se non ci divertiamo un po’ adesso quando mai lo potremo fare?

Io capisco che, quando stasera nel Pentasport avete sentito c’era in linea Guidolin, siate stati pervasi da un sentimento di rabbia e avreste quindi voluto vendicarvi per il suo vergognoso ‘atteggiamento di ieri.
La conseguenza alla vostra più che giustificata ira funesta è che qualsiasi cosa avessimo chiesto o domandato vi sarebbe sempre sembrato “troppo poco”, ma vorrei ricordare cosa abbiamo detto e chiesto:
1) Ho definito “gazzarra ignobile” il suo atteggiameto in campo, ricevendo come risposta l’ammissione che tornando indietro non si sarebbe comportato così, pur pensandola allo stesso modo su Prandelli.
2) Abbiamo confermato che secondo noi Mutu era in buonafede.
3) Gli ho chiesto che razza di infortunio avesse mai avuto Guana, che oggi si è allenato regolarmente (e lui si è inviperito).
4) Bardazzi gli ha fatto notare l’incongruenza con quanto aveva detto dopo la morte di Raciti e le sue parole/atteggiamento di ieri.
5) Gli ho fatto notare che se da 30 anni Prandelli è considerato a livello sportivo un esempio un motivo ci deve pur essere e che lui l’aveva offeso affermando “che non era un uomo”.
6) Abbiamo insistentemente ed inutilmente provato a farci spiegare quale fosse la differenza tra l’accasciamento di Guana e la botta in testa preso da Morrone ad opera dello stesso Guana nell’ormai famoso Palermo-Livorno 3 a 0, gol con uomo a terra di Amauri.
7) Gli ho consigliato di telefonare a Prandelli per ricomporre la vicenda. Lui ha risposto che doveva essere Prandelli a chiamare ed io ho ribattuto che era stato lui ad offendere e quindi a lui toccava la prima mossa, chiedendo scusa.
8) Gli ho detto che a parti invertite, noi ci saremmo arrabbiati molto, ma Prandelli della cosa avrebbe parlato solo a fine partita in sala stampa.
9) Gli ho chiesto di commentare le parole di Zamparini su Mutu
Se tutto questo non vi basta, sappiate che ho/abbiamo fatto quello che mi dettava la coscienza professionale e che sono/siamo completamente soddisfatto di quanto abbiamo offerto ai 200.000 ascoltatori del Pentasport.

Qui si tratta di essere onesti e di raccontarvi le mie sensazioni dal vivo, che sono poi le uniche che contano, perché dopo è troppo facile ed inutile parlare.
Io ho avuto l’impressione che qualcosa non andasse, soptattutto in quelli dietro a Mutu che hanno come rallentato la corsa in attesa che lui buttasse fuori il pallone.
E ho avuto anche l’impressione (sbagliata, rivedendo l’azione in televisione) che Mutu avesse Guana alle spalle e che quindi non potesse accorgersi che quello era a terra.
Il fatto stesso che non abbia esultato per il gol, a Palermo ed in una circostanza così importante, la dice lunga sulla stranezza della rete.
Ho pensato, e l’ho anche detto in radiocronaca: vuoi vedere che adesso Prandelli dà l’ordine di farli pareggiare?
Cesare ci ha pensato e poi non ne ha fatto di niente.
Detto tutto questo, la sceneggiata di Guidolin è stata vergognosa, perché avrebbe potuto dire le stesse cose che ha dettoa fine partita su Prandelli e sulla sua idea di sportività senza inscenare una gazzarra pericolosa per la tranquillità della partita e quindi dell’ordine pubblico.
Passa così in secondo piano la partita ed è un peccato, perché è stata una gara bella e giocata bene da una squadra sempre più convincente.
Ora, per quanto tempo si andrà avanti con questa polemica?

Sono da tre ore a Palermo ed è sorprendente constatare come non sembri nemmeno che la squadra sia in piena corsa per la Champions.
Avverto una sorta di disaffezione un po’ a tutti i livelli e stavolta non c’è neanche il collante Toni ad unire una tifoseria che probabilmente avrebbe bisogno di un allenatore più trascinante di Guidolin e di un presidente meno umorale di Zamparini.
Davvero pare che della sfida con la Fiorentina non freghi niente a nessuno, mentre io ricordo l’entusiasmo nell’anno della B (quando ci dettero una lezione), ma forse esiste una spiegazione che va al di là del tecnico e del presidente.
Prima dell’arrivo di Zamparini, che comunque sia ha dato una nuova dimensione alla squadra, da queste parti i “soli” tifosi del Palermo non erano tantissimi.
Voglio dire che a tutti faceva piacere se i rosanero vincevano, ma stando in B o in C tanti cuori palpitavano per le solite grandi e non è un caso che quelle tre siano venute qualche volta a giocare qui in Coppa.
Una domanda a questo punto sorge spontanea: come sarebbe andata a finire da noi, se invece dei Della Valle avessimo dovuto sopportare dieci o quindici anni di pellegrinaggio tra B e C?
Quali e quanti danni ci sarebbero stati nelle nuove generazioni di tifosi?

“Ma come? – mi dice Valentina – invexe di stare con noi a casa a vedere un bel film, vai a sentire quella musica preistorica?”.
Benedetta e adorata ragazzina: ancora tre anni e poi sarai convertita anche te alla musica di Guccini, esattamente come successe a me quindicenne nel momento in cui ascoltai per la prima volta “Incontro”.
Una folgorazione, un amore a prima vista che dura ancora.
Basta solo avere la pazienza di seguirlo attentamente, Guccini, di percepire la poesia delle sue parole per capire che è unico, inarrivabile.
Credo che sia rimasto l’ultimo rito collettivo a cui partecipo.
I Mondiali di calcio ormai mi piace più vedermeli da solo, allo stadio sono 25 anni che parlo invece di soffrire la partita e ai concerti non vado da una vita.
Agli altri concerti.
Perché quello di Guccini è qualcosa di speciale, pur essendo quasi irriverente nella sua ripetitività.
Si comincia con “In morte di S.F.” e, non ti puoi sbagliare, si finisce con il trittico nostalgia: “Auschwitz”, “Dio è morto”, “La locomotiva”.
Mai un bis, molte più chiacchiere di un tempo, anche perché a 67 anni non si possono certo pretendere prestazioni mirabolanti sul palco.
E poi quel senso di vaga insoddisfazione con cui te ne vai via, perché avresti voluto sentire almeno altre dieci canzoni imperdibili secondo te che però lui non ha cantato.
Ma quando l’anno prossimo, o quello dopo ancora, Guccini tornerà a Firenze, io tornerò a vederlo, magari con Valentina.

Sta finendo l’otto marzo e improvvisamente mi sono accorto che non ho comprato nemmeno una mimosa alle mie donne.
E’ stata una dimenticanza, la prima della vita, ma non ho notato malumori, forse perché sono tutte e tre molto impegnate tra pupi e influenze.
Non so, mi sbaglierò, ma ho come l’impressione che ci stavolta sia stata un po’ meno voglia di ostentarla questa festa della donna.
Mi mancano i numeri e le cifre degli incassi di chi organizza spogliarelli di fustacchioni (tristi quanto i “puttan tour”) o cene solo tra donne, ma forse qualcosa sta davvero cambiando.
E’ che mi pare e spero che noi uomini del ventunesimo secolo le abbiamo finalmente cominciate a rispettare le donne, ad amarle nella loro straordinaria diversità.
E non ci dovrebbe essere bisogno di quote rosa o di feste santificatrici per affermare una banalità: abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri, indipendentemente dal sesso.
Certo, poi Cosimo la notte piange svegliandosi di continuo e Letizia non dorme sei ore di seguito da oltre quaranta giorni e allora mi vengono quei vaghi sensi di colpa che cerco di affogare nel lavoro e nel tentativo di regalare benessere materiale e psicologico agli altri componenti della famiglia Guetta.
Forse trent’anni fa mio padre pensava che fosse giusto così, che le donne dovessero faticare il doppio o quasi: almeno in questo un passo in avanti lo abbiamo fatto.

L’età che avanza ruba molto, ma qualcosa ti regala, per esempio l’esperienza.
E così accade che ieri sera vedendo l’ignobile rissa del Mestalla ho pensato subito: devono aver detto a Burdisso qualcosa di offensivo, qualcosa di irriferibile che coinvolge sua figlia, per lunghi mesi in pericolo di vita a causa di una grave malattia, ora pare, per fortuna, superata.
Oggi dal mio amico Francesco Toldo ho avuto la conferma che è andata proprio così, che hanno messo di mezzo la famiglia e tutto questo è veramente ignobile e schifoso.
Fra l’altro il Valencia si era appena qualificato e quindi le infamanti parole sulla figlia di Burdisso, che non avrebbero comunque trovato alcuna giustificazione, non si spiegano neanche con la rabbia per il risultato.
Poi è chiaro che tutto è degenerato, che in tanti hanno perso la testa e che ci vorranno punizioni esemplari. Però, credetemi, la provocazione a Burdisso (che proprio per stare accanto alla figlia smise di giocare per otto mesi) fa più male dei cazzotti.

E’ folle pensare oggi ad una Fiorentina semza Prandelli.
Stiamo tutti un po’ calmi e aspettiamo che si mettano d’accordo su ogni particolare, perché é un accordo pluriennale e magari anche i soldi hanno la loro importanza.
Prandelli oggi potrebbe andare alla Juve ed essere in corsa per il Milan, ma resterà qui perché è una persona seria.
Esattamente come i Della Valle e Corvino.

E dai che adesso ci pensa seriamente anche l’immenso Prandelli alla Champions.
Ormai, senza penalizzazione, “vediamo” la Roma, giochiamo in scioltezza e ci divertiamo tutti.
Toni fa due gol quasi per sbaglio e sarebbe fantastico se vincesse ancora la classifica cannonieri, soprattutto su Totti.
Segna una doppietta Gamberini e ci possiamo pure permettere un errore di Frey, l’assenza di Liverani e la giornataccia di Montolivo.
Sono preoccupato per il Toro, squadra per cui ho notevoli pulsioni dal 1976, cioè da quando rimontò straordinariamente la Juve e vinse lo scudetto.
Se continua così, senza cuore e senza gioco, va in B di sicuro, ma è proprio per cercare il pelo nell’uovo di un pomeriggio fantastico.

Sono quasi certo che vinceremo contro il Torino, ma forse la stiamo facendo un po’ troppo facile.
Ieri nel Penta Giovanni Galli ha profetizzato un 3 a 0 per la Fiorentina e anche il grande e prudente Sandro Picchi ha affermato che non sarà poi così diffcile.
Io ho invece l’impressione che De Biasi stia preparando una partita particolare, tutta impostata a chiuderci ogni spazio a centrocampo e tagliare i rifornimenti per Toni e Mutu.
Era molto meglio se ci fosse stato Zaccheroni, allenatore bravo e presuntuoso che lascia sempre giocare gli avversari.
Non innervosiamoci dunque se dopo trenta minuti stiamo ancora sullo zero a zero.
Contano solo i tre punti e non sarà una bella partita.

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