La sensazione, quando esci e saluti Biscardi, è la stessa del post esame scritto all’università: pensi di essere andato bene, però lo pensi te e non è detto che sia vero.
C’è una sorta di autoreferenzialità, probabilmente fuorviante.
Vi dico come l’ho vissuta: nella più assoluta tranquillità, e devo dire che sono stati tutti molto gentili.
Emozione zero e concentrazione assoluta un quarto d’ora prima che iniziasse la trasmissione.
Mi ero appuntato mentalmente alcuni argomenti che dovevano servire da cavalli di battaglia e sono riusciti ad infilarli tutti, anche se con alterna fortuna.
Volevo parlare dei punti in più che la Fiorentina aveva ottenuto sulla Roma negli ultimi due campionati, dei 10 milioni in meno che i viola prendono sui diritti televisivi rispetto alla Lazio, della mostruosità dei 45 punti di penalizzazione.
Solo su questo punto la discussione è un po’ naufragata, perché Taormina (assolutamente più simpatico rispetto a quanto appaia sui media) non mi ha risposto e Biscardi ha subito sterzato su altri argomenti.
In compenso (fuori programma) sono riuscito a rinvangare polemicamente Carnevale e la Roma nel 1993, la spalmatura dei debiti con Lotito, oltre a lanciarmi in una crociata anti Juve molto populista e con l’appoggio dello stesso romanista Taormina.
Da dentro l’atmosfera è molto meno rovente che da fuori e lo staff biscardiano funziona che è una meraviglia.
Insomma, secondo voi, come è andata?