Mi raccontano i ragazzi del Pentasport a Milano che con Bojinov ci sarebbero difficoltà per il prolungamento del contratto perché il bulgaro non accetterebbe di rinnovare alle stesse attuali condizioni (credo intorno al milione di Euro netti).
Spero non sia vero.
Ricapitoliamo: Bojinov arriva in pompa magna nel gennaio 2005 e gli viene fatto un contratto importante, importantissimo per un ragazzo di 19 anni.
Si fa male quasi subito, poi si fa buttare fuori scioccamente a Genova, insomma non ingrana mai.
Arriva Prandelli e sembra ripartire, ma poi si blocca di nuovo, va di fuori come un matto con Andrea Della Valle a Perugia e passa un mese con i bambini viola alla trave, finisce la stagione.
Passa alla Juve e dopo i fuochi di artificio iniziali trascorre il campionato in panchina; alla Juve è vero, ma in serie B.
Dunque tre anni buttati, o quasi, e adesso per andare oltre il 2009 Bojimov vorrebbe più soldi agitando lo spauracchio dello svincolo a costo zero.
Ma qui siamo tutti impazziti e può anche darsi che ci siano squadre pronte a pagare di più il suo ingaggio però io (sarò un pazzo romantico) ne faccio pure una questione etica.
Che vada pure via Bojinov, se pensa di mettere sotto ricatto la Fiorentina, non ne sentiremo certamente la mancanza.
Ovviamete lo stesso discorso vale parola per parola anche per Pazzini, il cui percorso è stato certamente meno accidentato dell’altro, ma che non può assolutamente chiedere di guadagnare più di adesso.
Una soluzione ci sarebbe per emtrambi: un bel premio di produzione, sostanzioso davvero, da corrispondere ai 19/15/20 gol: chissà che ne pensano Gerry (si scriverà così?) Palomba ed il simpaticissimo Tullio Tinti.

Eh sì, l’astinenza provoca brutti scherzi.
L’astinenza dal sesso, dai piaceri della tavola e pure quella dalle partite.
Accade così che a cinquanta giorni dalla fine del campionato non sappiamo bene come sfogare i nostri sani istinti primordiali legati al tifo e ci immergiamo nel gran fritto del calciomercato.
Il sapore, diciamoci la verità, è per ora quello della minestrina post indigestione: sa proprio di poco.
Ma noi non siamo convalescenti, più semplicemente aspettiamo l’occasione giusta al prezzo giusto.
Certo che con l’astinenza cresce l’impazienza, perché a noi i prezzi sembrerebbero tutti giusti, tanto mica paghiamo noi.
Con l’astinenza crescono pure i vuoti di memoria e così ci siamo scordati che è vero che pagano gli altri (nello specifico i Della Valle), però è già successo che poi ci presentino il conto.
E in quel caso paghiamo tutto, ma proprio tutto: do you remember il primo agosto 2002?

E’ incredibile come per il calcio si perda spesso il senso logico.
Per carità, lo fanno i presidenti (i famosi “ricchi scemi” degli anni sessanta, oggi mi sembrano tutti molto più intelligenti…), figuriamoci se non possono cadere in errore i tifosi.
Prendiamo questa storia di Gilardino: non tengo più il conto di quante persone al giorno mi chiedono se davvero arriva l’attaccante del Milan.
Ma come si fa a pensare che un giocatore di 25 anni, cioè nel pieno nella carriera, perda 1,7 milioni netti l’anno più i ricchissimi premi?
Per cosa, poi?
Per essere allenato da Prandelli invece che da Ancelotti?
Queste sono favole, senza contare che dal punto di vista puramente sportivo un conto è fare la Champions, un altro l’Uefa; un conto è puntare allo scudetto, un altro al quarto posto.
Eppure la bufala di Gilardino continua impunemente a girare e magari qualcuno ci crede pure.

P.S. Non c’entra nulla con il post, ma per una volta sono stato costretto a cancellare alcuni vostri messaggi assolutamente non offensivi che mi chiedevano di commentare alcune dichiarazioni che parrebbero siano state fatte su altri blog contro di me.
Mi spiace e mi scuso, ma era inutile pubblicarli perché non avrei risposto per non entrare in polemica da chi è probabilmente afflitto da deliri di onnipotenza e che non sapendo con chi prendersela continua ad alimentare contrapposizioni senza senso.
Sarebbe stato stupido sprecare un post: meglio un semplice P.S.

Eccoli arrivati i tanto attesi dati Audiradio del terzo bimestre: Radio Blu conta 120.000 ascoltatori nel giorno medio, con un incremento di oltre il 35% rispetto al bimestre precedente.
Nel primo semstre 2007 raggiungiamo quota 99.000 (nel 2006 eravamo a 91.000).
Non voglio fare polemiche con nessuno, ma solo ringraziarvi dell’affetto con cui ci seguite ed il discorso non riguarda ovviamente solo lo sport, ma tutta quella che da 28 anni è la mia famiglia lavorativa.
Grazie davvero, con tutto il cuore, cercheremo ancora di migliorare e..tranquilli che non ci esaltiamo adesso che siamo in piena crescita come non ci deprimeremo domani se i dati dovessero essere più bassi.

Dobbiamo rivalutare sul piano umano Marcello Lippi perché ha capito tutto godendosi il successo del Mondiale come mai avevano fatto gli allenatori che lo avevano preceduto.
Lo so che c’entrano le disavventure giudiziarie del figlio Davide, ma non sono certo che abbia tutta questa voglia di rimettersi in gioco.
Quando tra sei mesi o un anno tornerà in panchina rivedremo quasi certamente il Lippi di sempre, quello quasi arrogante che faceva baruffe con i giornalisti o che diceva ad Agroppi quando perdeva che non aveva tempo per rispondere alle sue domande perché partiva il pullman della Juve, ma per adesso è un grande perché ha dilatato all’infinito la gioia del Mondiale vinto.
Ci riflettevo oggi leggendo l’intervista di Bucchioni su La Nazione: convegni, feste, master, gite in barca, testimonial, ma che vuoi di più dalla vita dopo aver toccato il massimo?
Ripenso a Bearzot, che un anno dopo era fuori dalle qualifucazioni all’Europeo e da mesi sulla graticola perché troppo affezionato ai suoi senatori.
Meglio, molto meglio la pineta di Viareggio ed il ruolo di Padre Nobile del calcio italiano.

Se non ci fossero state le ultime due gloriose (sul campo) stagioni, sarei piuttosto preoccupato della campagna acquisti viola.
Non piace infatti a nessuno veder partire campioni del mondo, giocatori veri anche se rozzi (Blasi), giovani che avevano toccato il cuore per il loro impegno e i loro gol (Reginaldo) e vedere arrivare un mezzo titolare della Juve e un manipolo di sconosciuti di belle speranze.
Ma siccome, appunto, ci sono i due anni precedenti, credo che tutto questo nervosismo sia un po’ fuori luogo, perché per ora Della Valle/Corvino/Prandelli non hanno mai tradito.
Da fonti certe so che Corvino è tranquillissimo e per niente angosciato dalla piega che sta prendendo il mercato viola e se è tranquillo lui non vedo perché si debba essere agitati noi.
Detto questo, però, io sto in campana, nel senso che mi riservo di esprimere eventuali critiche alla campagna acquisti della Fiorentina, come è già avvenuto in passato con Lobont e Kroldrup, non esattamente due affari straordinari.
Ora comunque è troppo presto.

Certo che siamo buffi con questa storia di Reginaldo, che a me piace moltisimo, soprattutto fuori dal campo.
Io credo che un’attenta analisi dell’evoluzione del Reginaldo giocatore non possa che portare ad una considerazione tecnica: è un buon elemento, da tenere nei 18, ma non si può pensare di farlo partire titolare.
Il fatto è che se Reginaldo e Mutu giocassero la stessa identica partita noi daremmo 5,5 a Mutu e 6,5 a Reginaldo perché partiamo prevenuti all’incontrario.
Siamo stati cioè convinti per mesi che Reginaldo fosse quasi antitetico al calcio, poi ce lo siamo visti sbocciare da giocatore vero e allora qualsiasi cosa faccia ci sembra un mezzo miracolo.
E lo scrive uno che per Reginaldo ha sostenuto duelli dialettici televisivi.
Ma se per caso arriva un’offerta davvero importante, sui 6/7 milioni di Euro con relativa succosa plusvalenza, penso che l’ottimo Reginaldo si potrebbe pure dare via, anche se con dispiacere, soprattutto umano.

P.S. Devo tornare a sottolineare come questo blog non sia un giornale o una radio, che non esistono finalità di lucro e che di conseguenza gli argomenti scelti seguono l’estro (non sempre felice, ma dovete portare pazienza…) del suo proprietario.
Tutto questo per dire che non mi pare il caso di criticare la scelta di due post dedicati alla vicenda Flachi, o per meglio dire: criticate quanto volete nel merito, ma non la scelta di fondo, perché se dovessi seguire una “scaletta”, anche questo diventerebbe un lavoro e non un piacere.

Non sono riuscito a farmi capire: se Flachi fosse mio figlio gli tirerei tanti nocchini in testa perché ha perfettamente ragione chi ha scritto che ha dilapidato una fortuna, intendendo come fortuna il talento che gli è stato regalato da madre natura.
Il mio ragionamento però era un altro e partiva da ragioni affettive.
Flachi è uno di casa nostra, lo abbiamo visto sbocciare all’Isolotto, fare un po’ lo sbruffone e regalare gioi vere in maglia viola ed infine diventare giocatore vero, importantissimo, nella Samp.
Durante tutti questi anni di lontananza da Firenze lui non ha mai smesso di volerci bene e allora credo che sia giusto volergliene anche noi, dopo avergli tirato (metaforicamente) i nocchini in testaanche per evitare che si perda del tutto.
Per questo non penso sia giusto che rimanga solo, per questo penso che sarebbe opportuno fargli sapere che qui c’è sempre qualcuno che gli vuole bene.

Quando aveva vent’anni Flachi, giocava a fare il grande ed in più di un’occasione entrammo, pure pesantemente, in rotta di collisione.
Avevo 35 anni e certi suoi comportamenti mi sembravano insopportabili.
Spesso, come accade oggi con altri golden boy viola, aveva intorno gente che sapeva dorgli solo di sì per convenienza.
Poi non l’ho più visto per intere stagioni e quando ci siamo incrociati di nuovo mi è sembrato diverso, più maturo e se era vero quello che ogni tanto si bisbigliava in giro, beh, lui sapeva fingere molto bene.
Io non dimentico le sue dichiarazioni d’amore assolutamente disinteressate verso la Fiorentina, le sue mancate esultanze per i gol ci segnava, insomma il profondo rispetto che ci ha sempre portato.
E non dimentico neanche quello che mi disse alla vigilia di una gara col Bologna di fine maggio 2005: che avrebbe giocato certamente per la Champions della Samp, ma un po’ pure per la nostra salvezza.
Oggi che la stessa Sampdoria ha compiuto il passo inevitabile della richiesta di recissione del contratto e che è quasi certo il suo stop fino al 2009, ecco oggi sarebbe bello che Francesco Flachi, che certamente ha molto sbagliato, ma soprattutto sulla propria pelle, sapesse che da queste parti c’è ancora gente che gli vuole bene.

Ormai sapete tutti della mia simpatia personale e del rapporto costruito negli ultimi tre anni con Giampaolo Pazzini, che intervistai la prima volta quando era ancora un ragazzo all’Atalanta.
Un ragazzo però con la testa da calciatore, molto più maturo dei suoi 20 anni, che intanto sono diventati 23.
E sapete anche delle stilettate che ho dato (con dispiacere) a Valeri Bojinov, che ama spesso circondarsi di persone che gli dicono (o gli dicevano, spero) che va tutto bene, che lui è il migliore e che sono gli altri a sbagliare e a non capirlo.
Detto questo, è bene essere chiari: nella storia del prolungamento del contratto, Pazzini e Bojinov sono esattamente sullo stesso piano e hanno perfettamente ragione Prandelli e Corvino: devono dimostrare di credere nel progetto viola firmando fino al 2011.
Non ci possiamo infatti più permettere un altro caso Toni, bisogna stare belli e tranquilli per costruire o provare a costruire qualcosa di importante.
E dirò di più: Pazzini farebbe bene, ancora più di Bojinov, ad affrettarsi a dire sì ed è strano che uno accorto come Tinti non abbia capito che in questo momento di tutto avrebbe bisogno Giampaolo tranne che di nuove pressioni extra campo.
Abbiamo puntato molto su di lui, gli vogliamo bene perché è uno dei nostri, ma ora ha un assist da sfruttare.
Ecco, guardi di non sciuparlo.

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