Mi hanno chiamato almeno in sette al telefonino per sapere come aveva “davvero” giocato Vieri, ma non ho saputo dare risposta perché il test a quel punto non era probante e anche perché sappiamo che siamo ancora lontani dalle condizioni atletiche ideali.
E’ stato molto umile, questo sì, giocando sempre o quasi di sponda e parlando spesso e volentieri con i compagni, quasi cercasse di entrare in sintonia con loro.
Firenze, o almeno quei tifosi che erano a prendersi la tremenda grandinata di San Piero a Sieve, è pronta a voler bene a Vieri, questo lo si è intuito perfettamente.
E forse lui, come gli ha suggerito l’ascoltatore di Radio Blu nonno Enzo, sta cominciando a lasciarsi andare.
Per il resto abbiamo capito una volta di più che siamo legati a filo doppio a Mutu, nel senso che ogni volta che lui ha il pallone ci aspettiamo qualcosa: che la dea del calcio ce lo conservi in salute e con pochi cartellini gialli sulle spalle.

Ma ne trovate molte di squadre che per un’amichevole contro una squadra come la Figlinese richiamano in una domenica di inizio agosto in un piccolo stadio a venti chilometri da Firenze cinquemila persone?
No, dico cinquemila persone, che hanno pure pagato più o meno quanto andare al cinema.
Questa è la Fiorentina e va presa nella sua completezza, quindi pure con l’apprensione che si riserva alle cose che si amano.
E allora viene spontaneo il paragone con i settemila di cinque anni fa, più o meno di questi tempi, ma allo stadio (dove è più facile e comodo andare) per vedere una ventina di ragazzotti di buone speranze guidati da Di Livio allenarsi in fruit bianca.
Ecco perché da queste parti si discute sempre di tutto quello che riguarda i viola e anche perché non si è mai contenti fino in fondo di niente.
Esagerati? Certamente sì, ma in quanti vorebbero essere al posto nostro.

Nessuno di noi che fa questo mestiere è sfuggito alla regola della marchetta, che sia di tipo commerciale o fin di bene, nel senso di amici a cui dare una mano.
Si faccia avanti chi non le ha mai fatte e comunque non c’è nulla di male, basta ammetterle e non pensare poi di essere i depositari del verbo giornalistico, come accade invece per tanti colleghi.
Ecco perché stamani mi ha colpito quella pubblicata a pagina 6 di Repubblica, come dire una delle massime autorità del settore, sempre molto attenta a fustigare le altrui malefatte.
Protagonista addirittura il nostro Presidente del Consiglio, immortalato in foto mentre sta per partire con la moglie per le vacanze.
Bagagli già caricati in macchina, sorriso da italiano medio soddisfatto e… cosa tiene in mano la signora Flavia?
La copia del romanzo giallo di Gianni Mura (per me, per inciso, con Sandro Picchi il numero uno in Italia tra i giornalisti sportivi)!
Ora vi sembra possibile che una normale famiglia che parte per il mare carichi tutti le valige in auto e lasci (casualmente) fuori proprio il libro del grande inviato di Repubblica?
Non sarà che il fotografo, approfittando del fatto che Prodi ha davvero acquistato il lavoro di Mura, abbia chiesto di “smarchettare” il tutto, con tanto di foto e pubblicità a costo zero?
Riamaniamo nel dubbio più che legittimo e leggiamoci il libro (che avrei comprato lo stesso anche senza il consiglio del nostro Presidente del Consiglio).

Negli ultimi dieci anni ricordo solo altre due copertine di Sport Week, il magazine della Gazzetta dello Sport, dedicate ad un giocatore viola: una per Batistuta e un’altra per Toni.
Oggi arriva la terza, per Vieri, con la differenza non proprio trascurabile che gli altri due avevano già segnato valanghe di gol con la maglia della Fiorentina, mentre Bobo deve ancora iniziare.
Mediaticamente dunque l’operazione Vieri sta funzionando alla grande: lui fa da ombrello alla crescita di Pazzini e non penso che nello spolgliatoio ci siano invidie particolari.
Chi fosse Vieri lo sapevano bene i suoi attuali compagni e quindi nessuno si stupirà se una sua battuta vale sui giornali più di una lunga intervista col magnifico Jorgensen.
Leggo poi da Calabrese su Repubblica che l’uomo è un gran professionista, in campo e fuori, e anche questa non è una gran sorpresa perché Vieri non è stato esattamente baciato dalla dea Eupalla come tecnica e, come Batistuta, deve la sua fortuna al continuo lavoro su se stesso.
Speriamo dunque che le mie perplessità (che rimangono e si basano sulla capacità di Vieri di reggere una stagione intera) siano spazzate via: nessuno, infatti, sarà più contento di me di poter dire “mi sono sbagliato”.

Prendiamo atto delle dichiarazioni che arrivano da Manchester su Rossi, parole che spiegano della possibilità per gli di riprendersi Rossi quando vogliono.
Così allora è stato davvero meglio non farne di nulla, perché poi sarebbe stato un tormentone: lo si valorizzava, magari ci innamoravamo calcisticamente e poi quello se ne tornava a Manchester.
Da San Piero a Sieve intanto arrivano notizie di un Andrea Della Valle caricato a mille: bene così, anche se qualche nostra trasmissione non gli è piaciuta, ma fa parte delle regole del gioco.
Meglio un presidente combattivo che depresso, con propositi di abbandoni della carica, com’era nella scorsa primavera.
Ricordiamoci dell’esperienza dei Pontello: il loro disimpegno nel 1986 è iniziato quando Ranieri ha lasciato il ruolo di presidente ad una persona molto qualificata (Pier Cesare Baretti) ma non della famiglia.

Sono d’accordo con Corvino, ma per motivi opposti ai suoi: la telefonate ai procuratori dovrebbero essere fatturate da Radio Blu ai procuratori stessi per pubblicità più o meno occulta dei propri assistiti.
Per questo cerco di limitarle nel Pentasport e personalmente mi sono quasi sempre astenuto.
La storia che così si allungano le trattative e che non si aiuta la Fiorentina spero sia un’ingenuità e non l’inizio di una guerra mediatica con chi non si allinea con il Corvino-pensiero, che ci vorrebbe tutti prontu solo a parlare sempre bene della viola, a prescindere.
Ma il nostro lavoro è un altro e (ahimé sì) comprende pure le telefonate ai procuratori e ai direttri sportivi delle altre squadre, altrimenti saremmo tutti dipendeti nell’Ufficio stampa della Fiorentina, che mi pare un po’ stretto per ospitare l’intera categoria.
Detto questo, se mi chiedessero chi vorresti come direttore sportivo io risponderei sempre e comunque Corvino, che in Italia è davvero uno dei più bravi (forse il più bravo, ma bisogna dirlo piano…) anche se su Giuseppe Rossi un sacrificio lo avrei fatto (lo so che la sua posizione in campo è molto simile a quella di Mutu, ma questo è un talento vero)
A meno che non sia stata colpa nostra se non è venuto, per via di quelle continue telefonate a Pastorello…

MI SCUSO CON CHI HA SCRITTO SENZA RICEVERE RISPOSTA: GIORNATA INTENSA, SPERO MI VOGLIATE PERDONARE, NON ERA, VI ASSICURO, MANCANZA DI RISPETTO NEI VOSTRI CONFRONTI.

Per me la Fiorentina morì esattamente cinque anni fa, più o meno a quest’ora, quando Leonardo Bardazzi mi telefonò dalla redazione fiorentina di Stadio per raccontarmi che Cucci aveva chiamato Rialti e Polverosi dopo aver parlato con Cecchi Gori che accusava il mondo di averlo lasciato da solo.
Ormai non c’era più niente da fare.
Sinceramente non pensai neanche per un attimo al lieto fine, cioè al fatto che la mattina dopo Vittorio si presentasse in Federazione con i 22 milioni di Euro che ci volevano per non farci fallire.
Ed il bello ed il brutto di quella storia fu che intimamente io, come molti altri, sentivo che quella fine era ineluttabile e perfino un po’ meritata, visti gli scempi compiuti negli ultimi due anni dai dirigenti e proprietari della Fiorentina.
Non sapevamo ancora che potevano esserci molte vie alternative per non fallire, come ci insegnarono negli anni successivi soprattutto Roma e Lazio.
Ho una percezione ancora molto acuta di quelle ore passate senza dormire, in preda ad un’agitazione che era un misto di preoccupazione professionale e dolore vero.
Qualcosa si spezzò per sempre in quelle ore, mi ricordo che proprio quella notte, alle 4 mi pare, dettero in televisione su Raisat Album immagini di partite della Fiorentina anni settanta.
Quella con Galdiolo in difesa, l’immenso Antognoni, un giovanissimo Galli in porta.
La Fiorentina della mia adolescenza, quella inavvicinabile dalla curva Ferrovia, quella della fotografia/santino del capitano appiccicata accanto al televisore quando lui giocava con la maglia azzurra.
Mi sembrò un segno del destino, quasi un addio alle armi per pochi intimi, anche se la mattina dopo eravamo decine di migliaia a piangere.
Poi la lunghissima diretta su Radio Blu, Ceccarini che non ce la fa a dire che la Fiorentina non c’è più (lo fece annunciare a Calabrese), Ilaria Masini in regia che piange a dirotto, io che provo a capire come caspita funzionino i diritti in serie C e parlo, parlo, parlo.
Poi la vita calcistica che ricomincia inevitabilmente con quel nome orribile, Florentia Viola, Di Livio che dice che rimane con noi e una nuova realtà da affrontare di petto per non stare troppo a pensare a ciò che si è perso.
Ma quei giorni, quelle ore hanno segnato indelebilmente la mia vita, e forse non soltanto la mia.

Succede che al Pentasport telefoni il solito Alessandro di Montecalvoli (ma che fosse il “solito” me lo hanno fatto notare Sardelli e Tibor a fine trasmissione, io non me ne ero accorto) e ancora una volta provochi.
L’altra volta mi chiese del G, stavolta tira fuori la storia di quell’emittente che farebbe le radiocronache dell’Uefa e che dal 2009 comprerà certamente i diritti delle partite della Fiorentina.
E’ chiaramente uno che sa che mi accendo facilmente su certi argomenti, è un provocatore, ma stavolta lo frego stupendo me stesso e per questo devo ringraziare l’allenamento quotidiano del blog, quindi tutti voi.
Trattengo la mia arrabbiatura e gli rispondo da tecnico: le partite interne Uefa, quelle di Coppa Italia e campionato la Fiorentina (come ha confermato venti giorni fa l’amministratore delegato Sandro Mencucci) le ha vendute a Radio Blu per le prossime due stagioni e quindi al massimo uno può andare in giro per l’Europa e farsi dall’estero la sua bella radiocronaca (in Italia no, c’è la reciprocità).
Sui diritti prossimi venturi rispondo (ed è qui il sintomo del leggero miglioramento dalla mia ormai nota permalosità) che è vero, che purtroppo smetteremo sicuramente tra due anni e che un po’ mi dispiace perché ormai ero affezionato alle radiocronache.
Per chi non lo avesse capito (spero in pochi) stavo meleggiando il provocatore perché il gruppo che ha comprato Radio Blu ha acquistato i diritti anche per Milan e Inter e figuriamoci se può preoccuparsi ora di cosa succederà nel 2009, soprattutto considerando chi dovrebbe sferrare l’attacco.
Non aggiungo altro sull’argomento per non dare pubblicità ulteriore a chi ha imbastito questa storia al solo scopo di finire un po’ sui giornali.
No, dico: ma vi sembra possibile che nel luglio 2007 si parli dei diritti del 2009 e della concorrenza da chi non ha neanche la forza di mandare un inviato in ritiro e/o di una radio il cui capo dello sport scappa a gambe levate dopo aver visto con chi ha a che fare?
A questo punto mi tocca rimpiangere i vecchi proclami dei nostri avversari storici, con cui sui diritti tentammo invano un accordo, che almeno avevano i tempi giusti per rivendicare le loro certezze di scalzarci dal ruolo di radio leader sulla Fiorentina.

Ieri ho incontrato almeno cinque tifosi viola che, in momenti e luoghi diversi, mi hanno esternato tutta la loro preoccupazione su Pazzini alla luce della fondamentale amichevole contro il Larissa.
Cerchiamo di capirci, tanto per incorrere in equivoci: quando giocano e vestono la maglia della Fiorentina per me Pazzini, Vieri, Mutu, Lupoli e Santana sono uguali, partono tutti da zero a zero.
Dico questo perché il post precedente era “dedicato” a Vieri e qualcuno potrebbe pensare ad una mia presa di posizione in favore dell’uno o dell’altro.
Solo che non si può essere così prevenuti verso Pazzini.
Nel senso che capisco la preoccupazione di non avere più i gol di Toni (che non ha cominciato benissimo in Germania), ma macerarsi di dubbi dopo un’amichevole giocata a 8 giorni dall’arrivo in ritiro mi pare davvero eccessivo.
Se continuiamo così, ci viene il mal di testa ancora prima dell’inizio del campionato!

Gennaio 1997: sto aspettando Rui Costa che deve intervenire alla festa della Befana viola ed è in ritardo (non per colpa sua).
Davanti al Palazzetto dello sport ci sono almeno una cinquantina di bambini con penna e taccuino in mano, Rui arriva e loro gli si buttano addosso, intrevengo e prego bambini e genitori di rimandare a dopo il rito della firma perché eravamo già fuori di venti minuti rispetto alla scaletta.
Non l’avessi mai fatto: Rui mi fulmina con lo sguardo e mi dice che lui resta lì fino a quando non ha accontentato pure l’ultimo tifoso.
Ecco, diciamo che Bobo Vieri ha una visione un po’ diversa del rapporto con chi tiene in piedi questo enorme circo che dà (in parte) da mangiare pure alla famiglia Guetta.
Quello della mancanza di considerazione verso i tifosi viola di Castelrotto è solo un piccolo episodio, una bischerata, che ci dimenticheremo fin da domani a patto che Bobone capisca che qui noi diamo importanza pure ad altre cose, non solo a ciò che succede in campo.
Faccia Vieri una rapida full immersion col nonno Enzo di cosa è stata la Fiorentina negli ultimi sei anni per capire come mai c’erano 17mila abbonati in C2.
Magari la prossima volta sarà lui a rincorrere i tifosi per chiedere loro se hanno bisogno di qualcosa.

P.S. Sono andato su fiorentina.it, unico sito che seguo insieme a violanews.com, e leggo di gente che contesta perchè è stata data la notizia di Vieri e della mini contestazione dei tifosi.
A me sembra di sognare: uno segue (da giornalista) anche gli starnuti dei giocatori per quattordici giorni e poi dovrebbe ignorare un fatto del genere perché così “si fa del male alla Fiorentina”.
Hanno fatto benissimo a fiorentina.it e a violanews.com a scrivere quello che succede e vedrete se domani non ci sarà qualcosa pure sui giornali.
L’alternativa sarebbe il Miniculpop di mussoliniana memoria, ma si parla di qualche decennio fa…

P.P.S. Ci sono e le mie risposte e ci sono stati soprattutto gli autografi di ieri di Vieri a Bolzano: tutto a posto.
Lo abbiamo raccontato a Radio Blu ieri sera (bravissimi Poesio, Sardelli e in studio Pratellesi e Russo).

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