Sono arrivati i dati relativi al bimestre giugno/luglio 2007 e sono numeri importanti: Radio Blu ha nel giorno medio 116.000 ascoltatori.
Siamo quindi nettamente sopra la media degli anni precedenti e teniamo sostanzialmente la straordinaria cifra di 120.000 utenti del bimestre precedente (la media semestrale era invece di 99.000).
Un secondo dopo la soddisfazione è arrivata (implacabile) la preoccupazione di mantenere dei livelli così alti, ma anche la gratificante consapevolezza che quelli che da tempo gufano per il prossimo e certo crollo di Radio Blu dovranno pazientare ancora un po’.
E comunque, per sfogare l’ansia da future prestazioni radiofoniche e relativi ascolti, abbiamo messo su un paio di cosette interessanti per la domenica.
Venrdì le annunceremo al Pentasport e intanto grazie ancora a tutti voi (anche a quelli che ci criticano, a patto che lo facciano in buonafede, perché abbiamo ancora tanto da migliorare).

Nessuna polemica, anche perché questa Fiorentina non le merita, solo qualche dato inconfutabile.
Grazie soprattutto all’organizzazione di Prandelli la difesa viola è molto migliorata, tanto da risultare nello scorso campionato la migliore in Italia.
Se Lippi prima e Donadoni dopo decidono che Barzagli è in assoluto più bravo e affidabile di Gamberini e Dainelli, forse dobbiamo definitivamente convincerci che sia proprio così.
Ieri sera Barzagli ha giocato secondo me una grande partita contro Anelka e Henry, e non è la prima volta che si esprime su questi livelli.
Nel 2006, per sua stessa ammissione, Corvino cercò di prenderlo, ma rimbalzò davanti ai no del Palermo.
Nel 2007 sarebbe stato possibile, ma non se ne è fatto di nulla.
Barzagli guadagna meno di un milione netto e pur chiedendo un aumento sarebbe stato al di sotto del famoso massimale fissato per gli ingaggi viola.
Certo, il cartellino costava, però, a quanto mi risulta, nessun tentativo è stato seriamente fatto per portarlo a Firenze, e può darsi che sia stato giusto così.
Io però continuo a pensare che averne tre di bravi in mezzo (Barzagli, Dainelli e Gamberini) sarebbe stato meglio che affrontare eventuali emergenze, infortuni e squalifiche con Kroldrup o spostando di nuovo Ufo al centro della difesa.

Non riesco a rispondere ai vari post sulla decisione della Fiorentina di appoggiare in Lega Cobolli Gigli invece che Ghirardi, poi eletto, e quindi scrivo un po’ per tutti.
Credo che il ragionamento sia meno complicato di quanto possa apparire.
Non è che la Fiorentina si senta improvvismente al livello di Inter, Milan e Juve, ma più semplicemente si è ricordata di quello che è accaduto tre anni fa di questi tempi, e poi ha fatto due conti.
Nel 2004 al grido di “armiamoci e partite” Della Valle fu lasciato completamente solo nella battaglia dei diritti televisivi, con la beffa di presidenti (leggi alla voce Spinelli, Cellino e Zamparini) che a parole appoggiavano i dirigenti viola e poi votavano con le grandi per i più svariati motivi.
E i Della Valle per certe cose hanno una memoria da elefante.
Poi ci sono le considerazioni economiche: con il nuovo sistema (e questo lo avevamo detto più volte in radio) la Fiorentina prende più o meno la stessa cifra, mentre avanzerebbero di parecchio le possibili pretendenti alla posizione tra il quarto ed il sesto posto.
Per questo penso che le dichiarazioni odierne di Mencucci non siano così sorprendenti: il calcio è una giungla e ognuno deve pensare (purtroppo) solo ai propri interessi.

E’ vero che la logica spesso non fa parte del mondo del calcio, però a tutto c’è un limite.
Leggo e sento ancora di questa storia di Gilardino in viola e trasecolo.
Premesso che il giocatore è molto meglio di quanto pensino a Milano sponda rossonera, mi chiedo che senso abbia pensare che un attaccante campione del mondo e campione europeo per club si dimezzi lo stipendio (e forse di più) solo per venire a giocare con Prandelli.
Può anche darsi che qualcuno ci creda davvero, ma è come pensare che il calcio sia un fatto romantico in cui i soldi non hanno importanza.
Senza contare che noi immaginiamo Firenze come il centro del mondo, ma nel calcio non è proprio così e Milano ha onestamente un po’ di appeal in più per un calciatore.
Teniamoci quindi stretto Pazzini e smettiamola una volta per tutte con le fantasie.

Tra vent’anni ci rimarrà nella testa l’idea di squadra, che è poi il concetto più caro a Prandelli.
Senza Toni, la Fiorentina continua lo stesso ad esserci, grazie proprio all’organizzazione di gioco applicata molto bene ed insegnata, ribadisco insegnata, magistralmente dal proprio allenatore.
In nessun altro modo avremmo pareggiato a San Siro, contro una squadra che ha i migliori palleggiatori in Italia e che nel mondo vale in questo il Barcellona.
Certo, poi ci vogliono pure i fuoriclasse (leggi alla voce Frey e Mutu), ma vedere Gobbi non sbagliare nulla o quasi nel secondo tempo è un qualcosa che fa bene alla nostra anima calcistica.
A me è venuto in mente il Rossitto che in un paio di partite con Terim sembrava fosse diventato Tardelli, peccato che quella squadra fosse l’illusione di un mese irripetibile.
Con Prandelli e questo gruppo invece andiamo avanti da un paio di anni e di questo non possiamo che dire grazie.

Precisiamo: nessun aiuto da parte dell’arbitro, ma vincere in quel modo a Cagliari è proprio da Juventus vecchia maniera, quella che sfruttava al massimo il famoso fattore C di cui abbiamo già parlato oltre un anno fa.
La loro difesa con Zebina e Legrottaglie è quasi da comiche, ma intanto sono a punteggio pieno.
Incredibile Buffon, che ha fatto una parata che mi ha ricordato quella di Toldo su Kanu a Wembley e mi piacerebbe sapere perché i moralisti televisivi hanno elegantemente glissato sull’accenno di manata di Zebina all’addetto cagliaritano.
Ma come? Il calcio nel sedere di Baldini riproposto in tutte le salse e quell’episodio, se vogliamo ancora più increscioso perché coinvolge un non teserato, quasi oscurato?
Intanto l’usato sicuro che avrei preferito a Firenze (Amoruso) continua a segnare gol molto belli ed il Livorno a farsi del male da solo.
E domani juventini e romanisti faranno il tifo per noi, che sensazione strana…

O si ha gli occhi foderati di prosciutto, magari viola, o non si può non restare ammirati davanti alla parabola calcistica del Milan.
Con un pizzico di perfidia politica si potrebbe dire che, se nei suoi cinque anni di governo Berlusconi fosse riuscito ad ottenere per l’Italia la metà di ciò che ha conquistato la sua squadra del cuore, oggi vivremmo tutti molto meglio.
Ragazzi, ma questi hanno l’età media più alta in Europa, si portano in tutti i campi del mondo Dida in porta e Kalac come sua riserva, hanno vinto e rivinto tutto, eppure giocano sempre o quasi da grande squadra.
Poi uno se la può pure prendere a ragione con gli inciuci di Galliani, ricordare i sempre più lontani riflettori di Marsiglia o rimembrare le plusvalenze fittizie con l’Inter, ma se si va a vedere il campo non esiste formazione italiana che negli ultimi vent’anni abbia davvero “onorato” il calcio più dei rossoneri.
Le altre grandi hanno cicli che durano un lustro, questi una generazione.
Per questo sarebbe ancora più bello batterli lunedì pomeriggio.

Me la sono quasi scordata l’Europa: sei anni fa era come non esserci, presi come eravamo dal fallimento prossimo venturo e nella stagione precedente ci fu l’infamia di Inmsbruck, con Terim che alla vigilia parlava solo dei rinforzi non preoccupandosi minimamente degli austriaci.
Per me quindi l’Europa si è fermata a Valencia, a quel gol annullato a Rui Costa, ma pare un’era geologica fa.
Confesso: non conosco neanche tutte le potenziali avversarie, oggi ho pensato che poteva venire fuori una squadra israeliana, forse per interessi personali, per rivedere mio fratello che vive laggiù.
Attendo con curiosità, certo che la Champions è un’altra cosa, però sappiamo tutti come è andata.
Il fascino comunque c’è, anche se io credo che andare avanti in Uefa ci costerà diversi punti in campionato perché tornare il venerdì mattina renderà pesanti alla domenica le gambe dei giocatori.
Ultima annotazione: cinque anni fa di questi tempi eravamo a preparare la trasferta di Arezzo per la prima di C2…

Altra tornata senza risposte e non potete immaginare quanto mi dispiaccia, ma veramente non riesco a fare tutto e allora preferisco introdurre argomenti nuovi, anche perché il mio pensiero sul post precedente penso e spero che sia stato abbastanza chiaro.
Dunque, Montolivo.
Abbiamo cominciato a parlarne all’inizio del blog, addirittura nel dicembre 2005, accompagnandone, se così si può dire, l’ intera evoluzione calcistica.
Quelli che oggi mi acccusano di aver dubitato delle sue qualità si sbagliano: ho solo evidenziato dove poteva migliorare, per esempio nelle realizzazioni, invitando tecnico e tifosi a crederci del tutto oppure lasciar perdere.
E oggi siamo ad un livello di maturazione ottimo, per merito suo e di Prandelli, ma ho letto e sentito le solite esagerazioni che spesso accompagnano il dopo di una prova eccellente: Baggio, Antognoni, Rui Costa, tanto per capirci.
Credo invece che sia meglio andarci piano, per il suo ed il nostro bene, anche se il ragazzo, come il suo amico Pazzini, ha la testa da calciatore vero ed una maturità interiore invidiabile per uno della sua età.
Coccoliamocelo e teniamolo stretto per il prossimo decennio, ma senza mettergli addosso pressioni o aspettative eccessive.

Scusate per le non-risposte al precedente post, ma com’era immaginabile la ripartenza della trottola lavorativa mi ha impedito di applicarmi come avrei voluto e quindi, anche se molti quesiti erano interessanti, non ho potuto stare più di tanto al computer.
Il dubbio del titolo è legato alla scelta di dare o non dare spazio all’imbecille o agli imbecilli che allo stadio hanno scritto frasi infamanti contro i Della Valle.
Alla fine ha prevalso la logica giornalistica e la notizia l’abbiamo data, con tanto di commento feroce di accompagnamento.
A me comunque pare di sognare, anche leggendo qualche commento del blog: ma dovete tenete nascosto quell’astio, quella ghigna che trasuda dalle vostre parole?
Magari qualcuno sperava di perdere o pareggiare contro l’Empoli per poter affermare felice: “avete visto, ve l’avevo detto!”.
Possibile che si consideri ogni proprietario della Fiorentina una specie di nostro ostaggio che deve fare e spendere quanto noi vogliamo?
Premesso che i Della Valle, Corvino e un po’ pure Prandelli sono troppo sensibili alle critiche, qui si è perso il lume della ragione.
Cento milioni di Euro spesi in cinque anni non hanno ancora lavato secondo qualcuno il peccato originale dei Della Valle: aver preso la Fiorentina a costo zero nel 2002.
Bene allora, mandiamo via i Della Valle e aspettiamo il prossimo padrone fiorentino che ci prometterà Quaresma, Ronaldinho e scudetto.
Tranquilli che qualcuno si trova, specialmente tra gli ex presidenti, i Cragnotti, i Pellegrini o, perché no, ancora Preziosi.

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