Confesso di aver rivisto i fantasmi di Innsbruck 2000, quando ci presero a pallate per novanta minuti ed erano una squadra inferiore a noi.
Ma siccome in panchina c’era Prandelli e non Terim, ecco che dopo quasi trenta minuti di non gioco e’ venuta fuori, anche se a fatica, la mano del tecnico.
Si e’ capito insomma che anche nei giorni piu’ grigi questa squadra ha un’anima e schemi di gioco collaudati che la soccorrono quando la vena dei suoi uomini migliori e’ inaridita.
Un rischio calcolato mettere Vieri al posto di Pazzini, ma l’azzardo non ha pagato anche per due motivi completamente diversi: la squadra lo serviva male e lui aveva sbagliato i tacchetti.
E’ incredibile pensare che quello con piu’ esperienza internazionale tra i ventidue in campo sia potuto incorrere in questo errore da motovelodromo delle Cascine, ma in fondo e’ un modo per ricordarci ogni tanto che il calcio oltre che un business e’ ancora un gioco.
Azzeccata invece la scelta davvero a sorpresa di Kroldrup, il migliore dopo Gamberini.
Si riparte dall’Olanda con una gran voglia di Italia, anche oggi cielo grigio, vento e pioggia a scrosci, domani Sicilia.
E poi uno si domanda perche’ sono cosi’ tanti a voler fare il giornalista…
SONO APPENA TORNATO DA GRONINGEN, SCUSATE SE NON HO RISPOSTO, CI LEGGIAMO DOMANI CON UN NUOVO POST

“Sono avanti di venti anni rispetto a noi”, sentenzia sicuro il collega, in riferimento alla funzionalita’ dello stadio e all’accoglienza ricevuta da noi della stampa.
E’ vero, tutto va alla perfezione, ma aspettiamo stasera per dare giudizi definitivi, perche’ vorrei che anche i 1200 tifosi che arrivano dall’Italia non avessero problemi.
E poi e’ abbastanza facile far funzionare tutto in un contesto dove rispetto a noi il calcio conta un quinto e forse il collega (e magari anch’io, che non troverei gli sponsor per coprire le spese) se fosse nato in Olanda non avrebbe la soddisfazione di guadagnare un ottimo stipendio divertendosi a raccontare le storie di una squadra di calcio.
Voglio dire che senza pressioni e’ tutto enormemente piu’ facile, basta pensare alla storia di Berg, uno dei migliori, che oggi non gioca: tre righe sui giornali e via andare.
Qui abbiamo riempito trasmissioni e giornali per giorni sulla caviglia di Montolivo…
Altri due aspetti che mi hanno sorpreso in negativo: si gira in moto senza casco e si fuma nei locali pubblici.
Non conosco quali siano le leggi olandesi, ma se ci fossero delle norme uguali a quelle italiane a Groningen se ne fregherebbero tutti.
Per il resto, confermo il senso di estraneita’ iniziale, magari domani ad Amsterdam andra’ meglio, ma penso che un italiano medio e provinciale come il sottoscritto faticherebbe moltissimo ad ambientarsi.
Le donne in vetrina sono quanto di piu’ triste si possa immaginare, l’unico aspetto positivo e’ che almeno la prostituzione (credo) sia legale, con tanto di tasse pagate e senza (spero) sfruttamento.
Ma pensare di “comprare” per quaranta minuti una merce esposta e’ veramente quanto di meno erotico ci sia al mondo: ogni volta che le vedo a me viene da pensare a lei, al sentimento di vergogna che deve provare a stare li’ in mostra per ore come se fosse una spalla di prosciutto dal pizzicagnolo.
Stasera occhio alla prima mezz’ora perche’ sara’ molto calda e cercheranno di andare sempre sulle fasce, almeno questo e’ cio’ che hanno provato e riprovato ieri in allenamento.

Vi devo confessare che questo spicchio di Olanda e’ un po’ deludente, ma lo dico da provinciale, perche’ magari uno con meno nostalgie fiorentine del sottoscritto troverebbe Groningen affascinante.
Il fatto e’ che la lingua conta e davvero non si riesce a capire niente dell’olandese, anche se poi sono tutti molto gentili e disponibili nell’aiutare chi prova dire due parole di inglese in croce.
Portatevi il maglione se arrivate nei prossimi giorni e, se e’ possibile, un ombrello perche’ qui, almeno oggi, piove ogni tre ore.
L’impianto sportivo dove giochera’ la Fiorentina e’ molto bello, sembra di stare a teatro e un po’ mi ha ricordato (in piccolo) Manchester.
Particolarita’ non da poco: dal ristorante dove si pranza e cena si vede benissimo la partita perche’ e’ sopra le panchine e sono curioso di scoprire come fara’ Prandelli domani sera a far allenare la squadra a porte chiuse.
La loro conferenza stampa e’ stata tutta a base di birra e battute (non si capiva niente, ma ridevano molto) e pare che non si preoccupino troppo delle molte assenze delle ultime settimane.
Forse la colpa e’ mia, perche’ 26 anni e passa di trasferte continue alla fine pesano un po’, ma da quando sono arrivato qui mi accompagna questo strano e spiacevole senso di estraneita’ che raggiunge l’apoteosi a tavola: altre due giornate come oggi, tra sughi, maionese e schifezze varie e ci vuole la lavanda gastrica.
A me, ovviamente, e non a Russo, che a 22 anni digerisce pure i sassi.

Complimenti ai tifosi della Juve per il blocco all’imbecille di turno, quello che non manca mai a nessuna tifoseria e che a Torino dovrebbe pure aver preso un paio di salutari schiaffi.
Poi c’è la storia delle magliette, che francamente si fatica a capire.
O meglio, se è più che comprensibile non esibire scritte che parlano di odio, sia pure sportivo, mi pare sinceramente eccessivo vessare chi indossa la fruit con sopra recitato “Grazie a Dio non sono gobbo”.
Evidentemente è il prezzo da pagare alla miopia del decennio precedente, alle connivenze tra i dirigenti e capi ultras, al silenzio assenso davanti alle settimanali micro-violenze registrate per anni ad ogni partita (anche a Firenze).
E va bene, accettiamo pure questa.
A patto che i teppisti restino davvero a casa, che la prevenzione funzioni e che ci sia finalmente la certezza della pena per chi va allo stadio solo per delinquere.

O quanto potrà mai costare portare 23 o 24 persone (se viene anche Bobone) a cena fuori?
Sono pronto a pagare e anche a prendermi la valutazione tranciante di Vieri a fine partita (“lei non capisce niente di calcio” e può anche darsi che abbia ragione…) se tutto ciò fa bene alla Fiorentina.
D’altra parte, parlare dopo è troppo facile e a me invece piace espormi, a costo di rischiare le brutte figure.
Scommessa con Corvino a parte, penso che non dovremmo rattristarci troppo per questo pareggio che doveva e poteva essere una vittoria.
E invito anche ad andarci piano con Pazzini, che ha fallito un gol, ma la stessa cosa avevano fatto sul 2 a 1 prima Bobone e poi Kuzmanovic.
Prima non era affatto andato male e guardiamo quindi di non fissarci troppo con lui.
D’accordo, brucia aver lasciato lì i due punti, però sono più preoccupato per Pasquale e soprattutto Mutu: senza di lui diventa nolto più difficile.
SCUSATE SE NON HO RISPOSTO A TUTTI, ANZI A POCHISSIMI, MA STO FRULLANDO COME E PIU’ DI SEMPRE

Stavo ripensando a quanto Corvino sia ancora arrabbiato per quel titolo “Da Toni a Osvaldo” che criticava la campagna acquisti viola.
In quei giorni non ero in Italia e non ho neanche letto l’articolo,però sono convinto che con gli stessi contenuti, ma con un titolo diverso l’ira furente del grande Pantaleo si sarebbe già esaurita da tempo.
Il problema è che quel titolo è molto…fiorentino, perché un giocatore pur bravo che si chiama Osvaldo non può che suggerire un pizzico di iromia.
Anche perché richiama alla memoria, oltre che l’immagine stereotipata del cameriere, uno storico locale dalle parti di Ponte a Mensola che si chiama allo stesso modo.
Ma il discorso è più ampio e coinvolge la peculiarità tutta fiorentina di parlarsi addosso (spesso) e di prendere in giro il mondo (sempre), con soave distacco verso il prossimo.
Qui, per una battuta si è disposti a farsi spellare vivi, mentre dalle altre parti per la metà delle cose che ci diciamo volerebbero senz’altro gli schiaffi.
E però dobbiamo essere presi così, a tutto tondo, è inutile che qualcuno pensi di cambiarci.
Il calcio a Firenze è un fenomeno totalizzante: non so quanto sia un bene per il comune vivere civile, ma certamente accanto alla frizzante ironia che non sempre viene capita (e non sempre, diciamoci la verità, è axzeccata) esiste una smodata passione che ci fa amare la Fiorentina come se fosse davvero una parente stretta.

Nel 2003 Sergio Cofferati riuscì a riunire quasi tre milioni di persone a Roma per protestare contro il governo Berlusconi: un successo senza precedenti ed infatti mai più verificatosi.
Si parlò all’epoca giustamente di un nuovo leader e di un nuovo modo di fare politica.
Più o meno un anno dopo uno dei miei registi più amati, Nanni Moretti, prendeva a sorpresa la parola durante un intervento in piazza dei leader politici per sbertucciarli: nasceva il movimento dei girotondi.
Tutti a tenersi la mano e a girare inorno a Montecitorio felici e contenti.
Che fine ha fatto il “partito di Cofferati”, dove sono spariti i girotondi?
Adesso c’è il “vaffa” di Grillo, 300.000 firme raccolte e il trionfo dell’antipolitica: mi sbaglierò, ma siamo più o meno sulla stessa strada.
Urla, strepiti, ammiccamenti interessati di tutti i politici (ieri era stato Bertinotti, oggi perfino Berlusconi si è detto sostanzialmente d’accordo col comico genovese…), e poi?
Cosa voglio dire? Voglio dire che purtroppo tra il dire e il fare c’è una bella differenza.
Lungi da me cercare di salvare l’insalvabile (cioè la quasi totalità della nomenklatura politica ed economica italiana, di destra e di sinistra), ma un conto è dire no e un altro è pensare di costruire qualcosa.
Sull’argomento ci riconfronteremo tra sei mesi.
VORREI PRECISARE UN CONCETTO FONDAMENTALE: SONO D’ACCORDO SULLE PROPOSTE DI GRILLO, QUELLO CHE MI CHIEDO CON RASSEGNATA PREOCCUPAZIONE, QUANDO E COME SARA’ POSSIBILE PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI, DAL DIRE NO AL COSTRUIRE

Ad un certo punto della partita mi è venuta in testa una domanda strana: ma la Fiorentina cosa combinerebbe contro questa Nazionale?
E Iaquinta, pagato dalla Juve solo 1 milione meno di Toni, vale così tanto di più di Pazzini?
Comunque sia, abbiamo vinto, grazie al fattore C e perché in porta c’è un fuoriclasse autentico, però questa di Donadoni mi pare una lenta agonia che fa disamorare il pubblico.
Qualcuno si ricorda che abbiamo appena vinto il Mondiale?
A distanza di quindici mesi dalla sua nomina siamo ancora lì a chiederci perché Donadoni alleni la Nazionale e cosa mai abbia fatto in carriera per meritarsi questo onore.
I quesito andranno irrisolti fino al termine del suo mandato, e così tra vent’anno ci ricorderemo di questo periodo come di qualcosa di misterioso, con un tecnico voluto da un signore che per tre mesi pensava di essere (ed in parte lo era) Napoleone e da un intelligente ex compagno di squadra che a 35 anni si è inventato novello Artemio Franchi.

Vedere un bel porno, ben fatto, non ha mai provocato danni a nessuno, a patto che non diventi un’abitudine o peggio ancora una dipendenza
Lo hanno fatto quasi tutti i maschi e molte più signore di quanto si voglia far credere.
E allora non capisco tutto questo scandalo sulla Fiorentina in onda su Conto Tv: la partita costa sul satellitare 5 Euro, se paghi con carta di credito via internet, o 10, se compri la tessera, ma poi hai altre cose da vedere con quello che ti resta.
Perché, se gli stessi soldi li chiedeva Sky si pagava più volentieri?
Certo, il costo sul digitale terrestre è enorme (42 Euro complessive), ma questo sistema è nettamente meno diffuso del satellitare.
Aggiunto che la Fiorentina in tutto questo non c’entra niente, vorrei spiegare a coloro che si scandalizzano che mi pare molto più volgare sentire le Lecciso o DJ Francesco parlare e/o urlare di massimi sistemi da Bruno Vespa (e anche in questo caso pago, il canone) piuttosto che assistere alle evoluzioni multiple e fantasiose di Rocco Siffredi.
Conto Tv ha fatto i suoi calcoli e ha investito 70000 Euro, più le spese, per avere un ritorno non economico ma di popolarità che nessun altro avvenimento avrebbe regalato, almeno in Toscana.
E vorrei infine sommessamente ricordare che una delle accoppiate preferite di Sky il sabato sera era (non so se lo è ancora) l’anticipo del campionato seguito dal film da cartellino rosso, quasi sempre più movimentato dell’anticipo stesso.

Sono arrivati i dati relativi al bimestre giugno/luglio 2007 e sono numeri importanti: Radio Blu ha nel giorno medio 116.000 ascoltatori.
Siamo quindi nettamente sopra la media degli anni precedenti e teniamo sostanzialmente la straordinaria cifra di 120.000 utenti del bimestre precedente (la media semestrale era invece di 99.000).
Un secondo dopo la soddisfazione è arrivata (implacabile) la preoccupazione di mantenere dei livelli così alti, ma anche la gratificante consapevolezza che quelli che da tempo gufano per il prossimo e certo crollo di Radio Blu dovranno pazientare ancora un po’.
E comunque, per sfogare l’ansia da future prestazioni radiofoniche e relativi ascolti, abbiamo messo su un paio di cosette interessanti per la domenica.
Venrdì le annunceremo al Pentasport e intanto grazie ancora a tutti voi (anche a quelli che ci criticano, a patto che lo facciano in buonafede, perché abbiamo ancora tanto da migliorare).

« Pagina precedentePagina successiva »