Uno può raccontarsela come gli pare, ma questa storia dell’assenza di Totti (e Perrotta) a me pare una gran botta di fortuna perché Vucinic non vale neanche la metà del capitano giallorosso.
Questo non vuol dire che saremmo delusi in caso di mancata vittoria, ma, insomma, un’occasione così per battere la Roma sarà difficile che capiti di nuovo, anche perché loro mi sembrano un po’ compressi tra Firenze e i prossimi impegni contro Inter e Manchester.
Se poi saranno talmente bravi da esserci superiori sul piano del gioco con tutte queste assenze, vorrà dire che si meriteranno di lottare fino al termine del campionato per lo scudetto.
Mi aspetto molto da Pazzini e non solo per simpatia personale ma perché mi è sembrato fisicamente in crescita e poi c’è Mutu: oggi Spalletti ha parlato bene di Adrian, ma ha fatto chiaramente capire che tra lui e Totti c’è ancora una certa differenza.
Può anche darsi che abbia ragione, però guardiamo un po’ cosa penserà domani sera alle 22.30…

Considero fondamentale aver vinto a Catania e non sono assolutamente d’accordo con coloro che sbuffano per la fatica con cui siamo arrivati ai tre punti.
Mi è molto piaciuto l’atteggiamento di Prandelli, che sembrava visibilmente contrariato per la scarsa attitudine della squadra a chiuderle prima certe partite: è il segno che ormai ragioniamo da grande squadra, evento quasi irripetibile a Firenze, dove le grandi stagioni negli ultimi vent’anni sono sempre coincise con l’eccezionale momento di alcuni campioni, in primis Baggio e Batistuta.
Mutu è stato stratosferico e sul litigio con Vieri c’è poco da dire, capita a tutti di mandare a quel paese il compagno di stanza o di redazione.
Ora stiamo calmi per mercoledì perché sarà molto più difficile, però intanto ce la giochiamo quasi alla pari e, considerate le premesse estive, questo mi pare già un ottimo risultato.

Ho molta paura della partita di domani perché sono cotto io che non ho giocato e mi immagino come si sentano uomini che dovranno dare il meglio di loro su un campo avvelenato, contro avversari che invece si sono allenati senza problemi per l’intera settimana.
Mi accontenterei di un pareggio, che non è in assoluto un gran risultato contro il Catania, ma che diventerebbe importante se ottenuto con il gioco.
Curiosità assoluta per la formazione, mi dicono che potrebbe addirittura esordire Osvaldo, forse al posto di Mutu, che molto si è speso e poco ha prodotto a Groningen.
Dall’altra parte Baldini e Stovini, due di casa nostra con cui è divertente passare una serata a parlare di calcio e non solo di quello.

Confesso di aver rivisto i fantasmi di Innsbruck 2000, quando ci presero a pallate per novanta minuti ed erano una squadra inferiore a noi.
Ma siccome in panchina c’era Prandelli e non Terim, ecco che dopo quasi trenta minuti di non gioco e’ venuta fuori, anche se a fatica, la mano del tecnico.
Si e’ capito insomma che anche nei giorni piu’ grigi questa squadra ha un’anima e schemi di gioco collaudati che la soccorrono quando la vena dei suoi uomini migliori e’ inaridita.
Un rischio calcolato mettere Vieri al posto di Pazzini, ma l’azzardo non ha pagato anche per due motivi completamente diversi: la squadra lo serviva male e lui aveva sbagliato i tacchetti.
E’ incredibile pensare che quello con piu’ esperienza internazionale tra i ventidue in campo sia potuto incorrere in questo errore da motovelodromo delle Cascine, ma in fondo e’ un modo per ricordarci ogni tanto che il calcio oltre che un business e’ ancora un gioco.
Azzeccata invece la scelta davvero a sorpresa di Kroldrup, il migliore dopo Gamberini.
Si riparte dall’Olanda con una gran voglia di Italia, anche oggi cielo grigio, vento e pioggia a scrosci, domani Sicilia.
E poi uno si domanda perche’ sono cosi’ tanti a voler fare il giornalista…
SONO APPENA TORNATO DA GRONINGEN, SCUSATE SE NON HO RISPOSTO, CI LEGGIAMO DOMANI CON UN NUOVO POST

“Sono avanti di venti anni rispetto a noi”, sentenzia sicuro il collega, in riferimento alla funzionalita’ dello stadio e all’accoglienza ricevuta da noi della stampa.
E’ vero, tutto va alla perfezione, ma aspettiamo stasera per dare giudizi definitivi, perche’ vorrei che anche i 1200 tifosi che arrivano dall’Italia non avessero problemi.
E poi e’ abbastanza facile far funzionare tutto in un contesto dove rispetto a noi il calcio conta un quinto e forse il collega (e magari anch’io, che non troverei gli sponsor per coprire le spese) se fosse nato in Olanda non avrebbe la soddisfazione di guadagnare un ottimo stipendio divertendosi a raccontare le storie di una squadra di calcio.
Voglio dire che senza pressioni e’ tutto enormemente piu’ facile, basta pensare alla storia di Berg, uno dei migliori, che oggi non gioca: tre righe sui giornali e via andare.
Qui abbiamo riempito trasmissioni e giornali per giorni sulla caviglia di Montolivo…
Altri due aspetti che mi hanno sorpreso in negativo: si gira in moto senza casco e si fuma nei locali pubblici.
Non conosco quali siano le leggi olandesi, ma se ci fossero delle norme uguali a quelle italiane a Groningen se ne fregherebbero tutti.
Per il resto, confermo il senso di estraneita’ iniziale, magari domani ad Amsterdam andra’ meglio, ma penso che un italiano medio e provinciale come il sottoscritto faticherebbe moltissimo ad ambientarsi.
Le donne in vetrina sono quanto di piu’ triste si possa immaginare, l’unico aspetto positivo e’ che almeno la prostituzione (credo) sia legale, con tanto di tasse pagate e senza (spero) sfruttamento.
Ma pensare di “comprare” per quaranta minuti una merce esposta e’ veramente quanto di meno erotico ci sia al mondo: ogni volta che le vedo a me viene da pensare a lei, al sentimento di vergogna che deve provare a stare li’ in mostra per ore come se fosse una spalla di prosciutto dal pizzicagnolo.
Stasera occhio alla prima mezz’ora perche’ sara’ molto calda e cercheranno di andare sempre sulle fasce, almeno questo e’ cio’ che hanno provato e riprovato ieri in allenamento.

Vi devo confessare che questo spicchio di Olanda e’ un po’ deludente, ma lo dico da provinciale, perche’ magari uno con meno nostalgie fiorentine del sottoscritto troverebbe Groningen affascinante.
Il fatto e’ che la lingua conta e davvero non si riesce a capire niente dell’olandese, anche se poi sono tutti molto gentili e disponibili nell’aiutare chi prova dire due parole di inglese in croce.
Portatevi il maglione se arrivate nei prossimi giorni e, se e’ possibile, un ombrello perche’ qui, almeno oggi, piove ogni tre ore.
L’impianto sportivo dove giochera’ la Fiorentina e’ molto bello, sembra di stare a teatro e un po’ mi ha ricordato (in piccolo) Manchester.
Particolarita’ non da poco: dal ristorante dove si pranza e cena si vede benissimo la partita perche’ e’ sopra le panchine e sono curioso di scoprire come fara’ Prandelli domani sera a far allenare la squadra a porte chiuse.
La loro conferenza stampa e’ stata tutta a base di birra e battute (non si capiva niente, ma ridevano molto) e pare che non si preoccupino troppo delle molte assenze delle ultime settimane.
Forse la colpa e’ mia, perche’ 26 anni e passa di trasferte continue alla fine pesano un po’, ma da quando sono arrivato qui mi accompagna questo strano e spiacevole senso di estraneita’ che raggiunge l’apoteosi a tavola: altre due giornate come oggi, tra sughi, maionese e schifezze varie e ci vuole la lavanda gastrica.
A me, ovviamente, e non a Russo, che a 22 anni digerisce pure i sassi.

Complimenti ai tifosi della Juve per il blocco all’imbecille di turno, quello che non manca mai a nessuna tifoseria e che a Torino dovrebbe pure aver preso un paio di salutari schiaffi.
Poi c’è la storia delle magliette, che francamente si fatica a capire.
O meglio, se è più che comprensibile non esibire scritte che parlano di odio, sia pure sportivo, mi pare sinceramente eccessivo vessare chi indossa la fruit con sopra recitato “Grazie a Dio non sono gobbo”.
Evidentemente è il prezzo da pagare alla miopia del decennio precedente, alle connivenze tra i dirigenti e capi ultras, al silenzio assenso davanti alle settimanali micro-violenze registrate per anni ad ogni partita (anche a Firenze).
E va bene, accettiamo pure questa.
A patto che i teppisti restino davvero a casa, che la prevenzione funzioni e che ci sia finalmente la certezza della pena per chi va allo stadio solo per delinquere.

O quanto potrà mai costare portare 23 o 24 persone (se viene anche Bobone) a cena fuori?
Sono pronto a pagare e anche a prendermi la valutazione tranciante di Vieri a fine partita (“lei non capisce niente di calcio” e può anche darsi che abbia ragione…) se tutto ciò fa bene alla Fiorentina.
D’altra parte, parlare dopo è troppo facile e a me invece piace espormi, a costo di rischiare le brutte figure.
Scommessa con Corvino a parte, penso che non dovremmo rattristarci troppo per questo pareggio che doveva e poteva essere una vittoria.
E invito anche ad andarci piano con Pazzini, che ha fallito un gol, ma la stessa cosa avevano fatto sul 2 a 1 prima Bobone e poi Kuzmanovic.
Prima non era affatto andato male e guardiamo quindi di non fissarci troppo con lui.
D’accordo, brucia aver lasciato lì i due punti, però sono più preoccupato per Pasquale e soprattutto Mutu: senza di lui diventa nolto più difficile.
SCUSATE SE NON HO RISPOSTO A TUTTI, ANZI A POCHISSIMI, MA STO FRULLANDO COME E PIU’ DI SEMPRE

Stavo ripensando a quanto Corvino sia ancora arrabbiato per quel titolo “Da Toni a Osvaldo” che criticava la campagna acquisti viola.
In quei giorni non ero in Italia e non ho neanche letto l’articolo,però sono convinto che con gli stessi contenuti, ma con un titolo diverso l’ira furente del grande Pantaleo si sarebbe già esaurita da tempo.
Il problema è che quel titolo è molto…fiorentino, perché un giocatore pur bravo che si chiama Osvaldo non può che suggerire un pizzico di iromia.
Anche perché richiama alla memoria, oltre che l’immagine stereotipata del cameriere, uno storico locale dalle parti di Ponte a Mensola che si chiama allo stesso modo.
Ma il discorso è più ampio e coinvolge la peculiarità tutta fiorentina di parlarsi addosso (spesso) e di prendere in giro il mondo (sempre), con soave distacco verso il prossimo.
Qui, per una battuta si è disposti a farsi spellare vivi, mentre dalle altre parti per la metà delle cose che ci diciamo volerebbero senz’altro gli schiaffi.
E però dobbiamo essere presi così, a tutto tondo, è inutile che qualcuno pensi di cambiarci.
Il calcio a Firenze è un fenomeno totalizzante: non so quanto sia un bene per il comune vivere civile, ma certamente accanto alla frizzante ironia che non sempre viene capita (e non sempre, diciamoci la verità, è axzeccata) esiste una smodata passione che ci fa amare la Fiorentina come se fosse davvero una parente stretta.

Nel 2003 Sergio Cofferati riuscì a riunire quasi tre milioni di persone a Roma per protestare contro il governo Berlusconi: un successo senza precedenti ed infatti mai più verificatosi.
Si parlò all’epoca giustamente di un nuovo leader e di un nuovo modo di fare politica.
Più o meno un anno dopo uno dei miei registi più amati, Nanni Moretti, prendeva a sorpresa la parola durante un intervento in piazza dei leader politici per sbertucciarli: nasceva il movimento dei girotondi.
Tutti a tenersi la mano e a girare inorno a Montecitorio felici e contenti.
Che fine ha fatto il “partito di Cofferati”, dove sono spariti i girotondi?
Adesso c’è il “vaffa” di Grillo, 300.000 firme raccolte e il trionfo dell’antipolitica: mi sbaglierò, ma siamo più o meno sulla stessa strada.
Urla, strepiti, ammiccamenti interessati di tutti i politici (ieri era stato Bertinotti, oggi perfino Berlusconi si è detto sostanzialmente d’accordo col comico genovese…), e poi?
Cosa voglio dire? Voglio dire che purtroppo tra il dire e il fare c’è una bella differenza.
Lungi da me cercare di salvare l’insalvabile (cioè la quasi totalità della nomenklatura politica ed economica italiana, di destra e di sinistra), ma un conto è dire no e un altro è pensare di costruire qualcosa.
Sull’argomento ci riconfronteremo tra sei mesi.
VORREI PRECISARE UN CONCETTO FONDAMENTALE: SONO D’ACCORDO SULLE PROPOSTE DI GRILLO, QUELLO CHE MI CHIEDO CON RASSEGNATA PREOCCUPAZIONE, QUANDO E COME SARA’ POSSIBILE PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI, DAL DIRE NO AL COSTRUIRE

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