Guardate che non è mica facile battere sistematicamente o quasi tutte quelle meno forti.
Ci vuole una gran testa, è proprio lì che si vede la mano dell’allenatore, perchè mica puoi spiegare a Mutu o Liverani come fare un dribbling o un lancio, però puoi disegnare tatticamente una partita e allenare le teste dei giocatori a tenere sempre alta la concentrazione.
Momento decisamente positivo per Semioli e Pazzini, anche se il gol di Cacia creerà felici problemi di abbondanza in attacco dove sta per tornare pure Bobone.
E’ invece inspiegabile il momeno no di Pasqual, ragazzo maturo che ha conosciuto il pane duro della gavetta e che escludo si sia montato la testa.
Però non va, palesemente non va, anche se nel finale di gara si è intravisto qualche flebile segno di miglioramento.
Sento nell’aria che queste due sfide con l’Everton eccitano come una partita con Milan e Roma, cioè appena un gradino sotto l’Inter e la Juve e questo mi pare un bel sucesso per la tanto vituperata Coppa Uefa, che e me, che nel 1990 sono stato a Torino ed Avellino, piacerebbe vincere.

Prandelli mi direbbe che prima c’è il Rosenborg, e avrebbe pure ragione.
Ciò nonostante penso alla gara di campionato e allora penso che stiano filtrando delle prove tecniche di dialogo tra un paio di tifosi della Roma ed il resto del blog.
Sono situazioni che mi lasciano ben sperare.
Intendiamoci: dal giugno 1993 i giallorossi hanno raggiunto la Juve nella mia personale classifica di antipatia, ma stiamo parlando di calcio e allora mi fa piacere se qualcuno dalle parti del Tevere si vergogni per i continui accoltellamenti.
Cerchiamo per favore di non deragliare: mi piacerebbe molto che questo blog (che è ormai uno dei luoghi visitati sul computer dai tifosi) facesse da apripista per un calcio più vivibile e senza i nauseanti miasmi del teppismo da stadio.
Guardate che un po’ di marcio in casa ce l’abbiamo pure noi, parlo di gente che va alle partite solo per seminare violenza e allora dialogare con il presunto nemico vuol dire anche impedire che questi idioti facciano proseliti.

E’ la seconda volta in due anni che Mutu mi piace poco nelle sue dichiarazioni e mi dispiace.
Premessa: non ho capito il perché di questo caso montato sul balletto di Mutu, e in campo si è visto e sentito di peggio.
Però non ho capito la necessità da parte di Adrian di tornare sull’argomento con l’intervista alla Gazzetta per dire che in pratica lui fa quello che vuole.
Allo stesso modo a fine 2007 non riuscii a comprendere il perché della polemica con la tribuna, dopo il dito sul naso frutto di un momento di rabbia liberatoria.
Sono piccole cose che non macchiano affatto la seconda stagione straordinaria di un campione che sa essere generoso come pochi, non speculando mai sul suo grande talento.
Solo che a furia di continuare a parlare del balletto quasi come del suo splendido gol si fa un torto allo stesso Mutu e si rischia così di metterlo immeritatamente nel mirino della critica prima e degli arbitri poi: in certi casi bisognerebbe aiutarsi da soli…

Se la smettiamo tutti di farci del male da soli, credo che potremmo davvero provarci fino in fondo.
Ed io sono pronto a godermi la soddisfazione di vedere una delle quattro grandi stare fuori (forse il Milan, ma non è detto), però c’è da soffrire, come si è abbondantemente visto oggi.
Ho visto uno straordinario Pazzini, un Mutu che al solito non specula mai sulla propria classe e un ottimo Kuzmanovic, mentre non mi è sembrato così disastroso Montolivo, però capisco che non piaccia il suo atteggiamento che sa di indolenza.
Preoccupa piuttosto l’involuzione di Pasqual a sinistra e Santana a destra, forse è ul problema di condizione fisica.
Il Milan intanto è lontano tre punti e alzi la mano chi ci credeva otto giorni fa.

CI SONO LE RISPOSTE, GRAZIE A TUTTI VOI CHE AUMENTATE GIORNO PER GIORNO

Ho le testimonianze: ho provato a collegare il computer di Russo all’aereoporto di Oslo, ho inutilmente cercato degli internet point che evidentemente sono sconosciuti nella capitale norvegese, ma non c’è stato niente da fare e comunque scusate il ritado.
Sono tornato da pochissimo a casa dopo un viaggio lunghissimo e ancora non mi è passata la soddisfazione per il primo tempo di ieri.
Esagero? Ma sì, anche perché la stanchezza mi toglie i freni inibitori: io nella prima mezz’ora ho rivisto la stessa intensità di squadra del Milan di Sacchi, con gli attaccanti che erano i primi difensori, con un’abnegazione assoluta da parte di tutti.
Una gran bella soddisfazione girare l’Europa per imporre il proprio gioco ed era già successo a Villareal, dove eravamo usciti tra i complimenti dell’esigentissima stampa spagnola.
Sono stati tutti bravi, ma Martino è sempre più sorprendente e se insiste da regista magari si regala un paio di anni di carriere in più.
Ho un po’ paura che pagheremo lo sforzo domenica, ma il gioco, credetemi, vale la candela.

Inizio dalla Norvegia con una piccola annotazione su aluni dei vostri post a cui non posso rispondere perché ho a malapena il tempo di scrivere queste righe causa chiusura collegamento internet.
Mi spiace che a qualcuno rompa le scatole se faccio riferimenti personali, se parlo del mio passato e della redazione di Radio Blu, ma questo è un blog costruito per il piacere di discorrere di cose personali e viola e non un giornale od un rotocalco sportivo.
Noto malanimo in alcuni post e non ne capisco la ragione: per parlare professionalmente di Fiorentina ho diverse tribune, oltretutto dirigo il Pentasport e quindi credo di essere già abbastanza in prima linea.
Vabbeh, tanto con queste persone sarà dura intendersi.
Piccoli appunti su Trondheim, che come ospitalitàmi ricorda un po’ Groningen, compresa la disponibilità della società, a cui ho chiesto di montare a tempo di record un impiento di amplificazione con microfono.
Mi pare che l’Uefa faccia bene a Prandelli e quindi pure alla squadra.
Cesare e Jorgensen mi sembravano molto tranquilli, in vena di battute, forse coinvolti dal clima goliardico di una conferenza stampa svoltasi in una palestra con tanto di scarpe per terra e ragazzi appena usciti dai pesi che assistevano incuriositi.
Un po’ strana la scelta di non “provare” il campo, che comunque, per quello che ho visto, non è affatto disastroso come si temeva.
In conclusione abbiamo tutte le possibilità per andare avanti e mi pare che tutti qui ci credano fermamente.

Da perfetto provinciale, sto preparando una trasferta stile Totò e Peppino quando vanno per la prima volta a Milano e si portano dietro un’armatura degna di una trasferta in Groenlandia.
Quanto freddo farà a Trondheim? Parecchio, sembra.
Stasera ascoltavo lo straordinario lavoro di Fabio Russo dalla Norvegia e pensavo che io una cosa del genere non riuscirei mica a farla, con quella precisione, con la capacità ormai indispensabile nel nostro lavoro di abbinare l’ottimo prodotto giornalistico alla sapienza tecnica di tagliare, montare e spedire via internet tutti i servizi e le interviste del Rosenborg a tempo di record.
Mi consola il fatto che a giro di gente come lui o altri ragazzi della nostra redazione (vedi Loreto a Bergamo o Poesio da Marbella) ce n’è veramente poca e quella poca è quasi tutta a Radio Blu.
Scusate lo scivolone stile amarcord, ma mi vengono in mente le prime interviste “quasi dal vivo” mandate in onda vent’anni fa a Radio Blu.
Campionato 87/88, a Pescara eravamo solo io e Ciuffi, registrai tutto dopo la radiocronaca e mi fermai al primo bar vicino allo stadio per appoggiare il registratorino al telefono.
Il problema è che, telefonini a parte, viaggio ancora con il registratorino e che dall’anno scorso, quando cioè devo fare un’intervista importante con gli ottimi mezzi tecnici messi a disposizione dalla nuova proprietà, vado nel pallone più totale finendo col provare e riprovare il meccanismo fino allo sfinimento.
Comunque sia, domani si parte per una trasferta strana, con poco appeal sulla carta perché siamo solo ai sedicesimi e Manchester è così lontana…

A me sarà pure presa la fissazione su Corvino, tanto da dedicargli fin troppi post, ma a qualcuno è presa la stessa cosa con Montolivo e non mi riferisco certo a Prandelli, con cui però una volta su cento non sono d’accordo, se attribuisce a lui gran parte delle responsabilità del secondo pareggio bergamasco.
Scusate, ma mi fido dell’impressione dal vivo e vi assicuro che guardando la partita dalla tribuna stampa Montolivo ha fatto una gran cosa nel rubare con uno scatto di venti metri al novantesimo quel pallone a Coppola.
Poi è andato tutto sulla destra e, secondo me, ha provato a metterla in mezzo, non a tirare, ma era a fine corsa ed è venuto fuori un crossettino piccolo piccolo.
Ha sbagliato la fase finale, è vero, però da qui a dire che Muslinovic ha pareggiato per colpa sua ce ne corre.
Bisogna sempre cercare di essere obiettivi ed io capisco che Montolivo sta deludendo le aspettative di chi si immaginava per lui un altro campionato, ma non si può equiparare la sua azione a quella di Santana, che contro il Milan lascia inspiegabilmente lì il pallone con un colpo di tacco.
E lo stesso Santana e, soprattutto, Ujifalui dov’erano nei dieci secondi successivi, quando sulla destra si è aperta un’autostrada?
Per la cronaca cinque minuti lo svagato Ufo era stato saltato come un birillo da tale Belleri, anonima riserva dell’Atalanta, entrato in campo al posto dell’altra riserva Manfredini.
E allora proviamo a smettere di cercare capri espiatori e pensiamo a rimettere serenamente a posto le cose perché la Champions eè ancora lì, a portata di mano.

ECCO LE RISPOSTE

E’ chiaro che stiamo perdendo i punti di troppo arrivati nel trittico Parma-Torino-Empoli.
In questi casi però conta solo l’ultima sensazione ed ovviamente fa male lasciare la vittoria lì, ad un passo.
Conterà molto lavorare sulla testa, ma noi abbiamo il migliore sulla piazza e possiamo stare tranquilli.
Mi preoccupano di più le condizioni di Liverani e Mutu, perché senza di loro in Norvegia sarà dura e ancora più complicato mi pare l’incontro col Catania proprio per quello che ha detto Prandelli a fine partita a proposito delle difficoltà di prepararsi in 24 ore, dopo il ritorno dei nazionali.
La squadra, se tutto andrà bene, sarà a Firenze alle 4 del mattino di venerdì…
Tornando a ieri, grande ancora Pazzini e finalmente un Semioli che valeva la spesa estiva, preoccupante Ufo, un po’ in calo Gamberini e ancora alla ricerca di se stesso Pasqual.
Chiudo con una domanda che vuole assolutamente essere polemica: ma cosa ha Vieri? Dopo Marbella pare essere quello del Milan, speriamo che sia solo un passaggio a vuoto momentaneo.

Guardiamo se riesco a farmi capire una volte per tutte su Pantaleo Corvino.
Leggo semplicemente i numeri, mi volto all’indietro e scopro che mai da quando seguo professionalmente la Fiorentina, stiamo parlando degli ultimi trent’anni, la squadra ha imbroccato tre ottime stagioni consecutive.
Certo, Prandelli è straordinario, ma io non ho ricordi di una squadra costruita male che poi faccia faville.
E allora li vogliamo mettere se non sullo stesso piano, almeno vicini Prandelli e Corvino?
Per questo dico con convinzione che è il migliore degli ultimi venticinque anni e chi pensa che tale affermazione sia frutto della mia paura di non avere più interviste da parte sua offende me e offende pure Corvino.
Tanto per chiarirci una volta per tutte: chi scrive è riuscito a sopravvivere ad una congiunzione astrale che ad un certo punto della sua vita professionale lo vedeva contrapposto contemporaneamente a Batistuta, Antognoni, Poggi e Malesani, quindi cosa volete che sia se qualche volta Pantaleo mi tiene il broncio?
Corvino è abile, molto abile come direttore sportivo, che non vuol dire solo comprare o vendere i giocatori.
Esiste infatti la gestione dei rapporti durante l’anno, fatto di cui si parla pochissimo perché pochissimo si sa e questo è un altro suo merito.
Poi c’è la gestione mediatica e qui siamo al quasi disastro.
Ci sarà pure un motivo se diciotto mesi fa i tifosi intitolavano entusiasti una via a Pantaleo, mentre adesso una percentuale minima eppure significativa di loro lo contesta.
Corvino vede troppi nemici nella stampa, vorrebbe il plauso continuo e generalizzato per quello che ha fatto (e ha fatto molto), confonde a volte i giornalisti con i tifosi.
Ma noi possiamo/dobbiamo analizzare, porre domande anche scomode, dire la nostra, l’importante è che si faccia con onestà intellettuale.
Non è quindi possibile che le sue ultime conferenze stampa di Corvino con la squadra al quarto posto e ancora in corsa per Uefa e Coppa Italia si trasformino in una rissa continua con i media.
Basta ricordare la sua ultima intervista a Radio Blu: io facevo normalissime domande e lui per dieci minuti si è scatenato contro me e la stampa, che a suo dire riportava male il Corvino pernsiero ai tifosi.
Poi si è calmato ed è cominciata la vera intervista, ma prima sembrava caricato a molla.
Non credo sinceramente che a livello di immagine una società che ha come massimi esponenti i fratelli Della Valle, come dire lo stile fatto persona, ne esca troppo bene.
Come ho già detto, però, questo aspetto è marginale rispetto al resto, perché a me come a voi interessa il Corvino che fa il bene della Fiorentina e mi pare che su questo ci sia poco da dire.
Meglio un direttore sportivo iracondo ma capace che un altro che si presenta bene, sorride affabile alle nostre domande, ti porta fuori a cena, però poi costruisce una squadra da decimo posto.
E una squadra da decimo posto anche con un allenatore straordinario come Prandelli può al massimo arrivare ottava…

CI SONO LE RISPOSTE

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