Invece, appunto, non rimane e va alla Juve.
Certo, qualsiasi altra società sarebbe stata meno indigesta, ma Melo non è Baggio e la Juve lo strapaga, almeno secondo me, anche se è tutto da dimostrare che Marchionni valga 5 milioni di euro.
Adesso conta come verranno spesi quei 18 milioni (vanno tolti i 2 di Natali) ed è lì che si gioca il mercato viola.
Un mercato per ora abbastanza amaro, e lo capisco, ma in linea con quello che succede in Italia.
Lascio comunque tutto quello che avevo scritto ieri, a futura memoria.
Non credo che Corvino farà sconti: vuole 25 milioni di euro e se non li avrà Melo rimane alla Fiorentina.
Io a 18 l’avrei già dato via, figuriamoci se piango a 25, solo che adesso mi pongo il problema della mancanza di offerte a quelle cifre.
Che scenario si apre?
Dal punto di vista affettivo il divorzio tra Melo e la Fiorentina si sta già consumando tra una dichiarazione del giocatore e una del suo procuratore (uno a caso, perché mi pare ne abbia diversi).
Se rimane alla Fiorentina, risolviamo il problema del centrocampo, ma poi siamo incartati su tutto il resto, perché escludo che i Della Valle vogliano andare sotto un’altra volta.
E’ una partita di poker in cui è corretto riconoscere a Corvino un punto di partenza che sembra sfuggito alla maggioranza dei commentatori: Melo oggi vale (o varrebbe) il triplo di dodici mesi fa.
Questa sì che è stata una corvinata.

Sarà perché ho passato qualche giorno a Viareggio, sarà perché sto facendo i conti con quante persone a cui voglio bene hanno combattuto e stanno combattendo con dei gravi problemi di salute, sarà perché quello che penso posso permettermi di dirlo quando e come voglio a duecentomila persone, sarà quello che volete, ma oggi non ce l’ho fatta più.
E così, quando ho sentito Melo dichiarare che solo Dio (e non quindi lui o il suo/suoi procuratore/i) sa dove giocherà nella prossima stagione, sono sbottato ed entrato in diretta.
Ma Dio, se esiste, si deve occupare del futuro calcistico di Melo o piuttosto di chi avrebbe veramente bisogno del suo intervento equilibratore, di chi sta davvero male, di genitori che non hanno speranze per i propri figli?
Vale per Melo, ma ovviamente anche per tutti quelli che in campo e fuori si riempiono la bocca con il trascendentale, mischiando (loro sì, davvero) il sacro con il profano.
Ma smettetela per favore, e se davvero avete una fede usatela per una vostra ricerca interiore, che peraltro ognuno di noi dovrebbe fare ogni tanto.
Non tirate in ballo Dio per cose meramente terrene, soprattutto quando in ballo ci sono solo e unicamente i soldi.

Prima una premessa per tutti coloro che hanno obiettato sul perché stare tanto a disquisire sui conti viola, partendo dal presupposto che quelli sono soldi della Fiorentina.
Scusate, ma se nel 2008 era stata spesa una certa cifra (venerdì mi ero scordato degli oltre 5 milioni per Da Costa) è evidente che ci siano meno risorse in questa stagione, o no?
E siccome mi pare che l’attuale campagna acquisti interessi tutti, parlare del bilancio è giusto.
Corvino ha dimostrato coi risultati di essere molto bravo, ma si potrà dire che certi prezzi erano troppo alti o si passa per catastrofisti?
Il bilancio è veritiero, nessun trucco, sarei molto sorpreso se scoprissi, conoscendo gli amministratori viola, di qualche artificio contabile.
E ora l’affaire Melo.
Lo vendiamo a 25 milioni, e va bene, ma con chi lo sostituiamo?
Io sarei per una soluzione media a centrocampo, e quindi non D’Agostino, qualcosa sui 10/12 milioni, sperando di scommettere sul cavallo giusto.
Il resto lo metterei sul difensore, qualcosa di forte, che vada oltre Natali e Dainelli, che a quel punto potrebbe essere ceduto.
I soldi dalla Juve però li vorrei tutti in contanti, niente Marchionni a 6 milioni, mentre con l’Arsenal si potrebbe pure parlare per ridurre i 25 milioni.
Infine una considerazione che sorprenderà solo chi mi conosce superficialmente: tre mesi fa Cristiano Puccetti, con cui al contrario di quello che molti pensano intrattengo ottimi rapporti, fu il primo a tirare fuori la storia della cessione di Melo.
Io dissi e scrissi che era fantacalcio, ma evidentemente aveva ragione lui, indipendentemente da come andrà a finire questa storia.

E bravo Ernesto Poesio, che ha sfruttato una qualità rara tra i giornalisti: la pazienza.
Il mio ormai ex redattore si è andato infatti a spulciare tutto il bilancio della Fiorentina, che non è il massimo, ammettiamolo, del divertimento e dopo averci lavorato un paio di giorni ha scoperto diverse chicche interessanti.
Per esempio che Vargas è costato quasi 14 milioni di euro, Comotto 5 e Jovetic quasi 11.
Un po’ tanto mi pare, ma speriamo che tra dodici mesi il loro valore sia aumentato, o almeno sia uguale.
Però è strana questa storia di far circolare cifre più basse (far circolare perché non ho mai sentito Corvino fare dischiarazioni esplicite o se le ha fatte me le sono perse), forse per dimostrare di essere molto bravi a comprare.
Ma 30 milioni di euro per Vargas, Comotto e Jovetic forse sono davvero un po troppi, o no?

A dirla tutta, sostituire, come pare, Dainelli con Natali non mi pare una di quelle idee geniali, in grado cioè di cambiare il livello della nostra difesa.
Proviamo per un attimo a pensare a cosa potrebbe succedere se da luglio Frey dovesse incappare in una stagione non dico negativa, ma appena appena normale.
Altro che prima o terza difesa del campionato!
Con qualsiasi altro portiere della scorsa stagione, escluso Julio Cesar, la Champions ce la sognavamo e anche l’Uefa non era così sicura.
Ora, se si prende Natali come prima riserva di una difesa composta da Gamberini e da un futuribile mister X è un conto, ma fare il cambio con uno dei due che abbiamo ora (e ripeto che secondo me sarebbe meglio dare via Kroldrup, che però, guarda caso, ha molto meno mercato) ha davvero poco senso.

Per tre estati ho vissuto la mia estate molto vicino alla stazione di Viareggio, città amatissima dai fiorentini e non solo.
So dunque riconoscere ogni metro di quanto mostrato oggi in televisione e ho pensato a quei luoghi pieni di vita travolti dal dolore e dalla morte.
Ho ancora una volta relativizzato la pochezza delle nostre battaglie quotidiane per cose, che oggi sembrano davvero di poco conto.
Posso immaginare tutto, ma non la morte dei bambini o la loro sofferenza da grandi ustionati, questo no, è un atto contronatura.
Sono in mezzo al mare magno della retorica, me ne rendo conto, ma è così.
Per tornare alle cose più terra terra c’è una cosa che non ho capito.
Pur partendo dal presupposto che i viareggini sono accecati dal dolore e hanno il dirtto di esternarlo come meglio credono, vista da fuori, dove è molto più facile parlare, non ho capito il perché della chiassosa contestazione a Berlusconi.
Che colpa aveva del disastro?
E ancora: non ha forse dato un segno importante arrivando subito il pomeriggio e promettendo un sostegno concreto a chi ha perso tutto?
Sono questi i casi in cui il fatto che sia Presidente del Consiglio dovrebbe venire prima di ogni altro giudizio.
Viareggio, sempre vista da fuori, ha bisogno di solidarietà, di aiuti, di capire il perché di una tragedia, non di speculazioni politiche.

Ho un amico, David Moscadelli, che da trent’anni tifa Brasile, sempre e comunque.
Ricordo ancora gli sberleffi che subì il 5 luglio del 1982, coi tre gol di Paolorossi.
Vincemmo una partita epica ed irripetibile, contro una squadra straordinaria e dissoluta lasciando comunque inalterato il fascino emanato dal loro calcio.
Infatti poi ci precipitammo a comprare i campioni sconfitti, tutti bravissimi in Italia, tranne Socrates…
Per capire cosa hanno di diverso basta vedere la finale della Confederations vinta stasera contro gli Stati Uniti.
Fosse stata l’Italia sotto a sorpresa di due reti dopo il primo tempo, avremmo visto quasi certamente nervosismo e tentativo di metterla in rissa.
Loro no, loro hanno continuato a giocare come se fossero sullo zero a zero, pensando al calcio nella sua accezione più bella e alla fine hanno rimontato, vincendo meritatamente la partita.
Una partita del Brasile è sempre un evento, anche quando non sono in giornata e credo che dovremmo imparare tutti qualcosa dalla loro tradizione (anche se abbiamo solo un titolo mondiale in meno).

Dal basso della mia conoscenza calcistica mi sembrava che i problemi tecnici della Fiorentina da superare fossero essenzialmente due: trovare nel mondo, per dirla alla Ciuffi, un centrale che fosse meglio di Dainelli (che per me comunque e’ da tenere, invece di Kroldrup) e un vice di Gilardino, dopo l’esperimento fallito di Bonazzoli.
Leggo e ascolto gli uomini mercato di Radio Blu parlare solo di giocatori di fascia e rimango un po’ sorpreso, specie per la parte sinistra del campo, dove alla fine Pasqual e Vargas funzionavano piuttosto bene.
Certo, qualcuno piu’ forte di Comotto e Semioli a destra sarebbe auspicabile, ma col budget a zero non mi pare questa la priorita’.
Magari e’ tutta una tattica ed il centrale difensivo e’ gia’ pronto, mentre per l’attaccante forse e’ piu’ facile, vista l’offerta di punte, anche stagionate.
Per la cronaca, dopo Kroldrup nel gennaio 2006, in quel ruolo siamo andati vicinissimi a prendere Vidic e Barzagli, segno che qualcosa ci mancava, ma vicinissimi purtroppo nel calcio, come nella vita, non basta.
E nel frattempo abbiamo perso uno forte come Ufo, e’ ovvio che alla fine i conti li’ in mezzo non tornino.

Sono fuori Italia per qualche giorno ed e’ bello vedere come il nostro Paese sia in questo periodo molto gettonato.
La CNN per esempio ci ha messo al secondo posto del suo notiziario, che non sara’ importante come il TG4, ma qualcosa conta.
E cosi’, anche a migliaia di chilometri di distanza, ho visto il nostro Presidente del Consiglio un po’ corrucciato ed io, che capisco poco l’inglese (studiatelo, voi che siete in tempo), ho creduto che fosse per la disastrosa situazione dei nostri conti pubblici.
Ed invece no: dopo Berlusconi, si é parlato della signorina D’Addario, che io trovo in verita’ di aspetto molto gradevole, ma che mai nella vita, penso, avrebbe immaginato di finire sulla CNN.
E’ il solito complotto della sinistrra!
Ribadisco il concetto: Fini, Tremonti, Casini, salvateci voi, se proprio non vogliamo consegnare l’Italia a quei comunistacci di Franceschini e compagni (noti ex agitatori politici al soldo della fu Unione Sovietica).

Tre ore a fare da collegamento periferico nello speciale elezioni di Rtv 38, con lo stupore degli interlocutori nel vedere un giornalista sportivo impegnato a fare domande di politica.
Ed invece a me piace molto differenziare, considerare l’attività giornalistica un insieme di vasi comunicanti che possono anche interagire.
Sono ovviamente soddisfatto della vittoria di Matteo Renzi e lui sa benissimo che ora viene il difficile.
Givanni Galli ha giocato una splendida partita, penso che prima o poi glielo riconoscerà pure il nuovo sindaco, e più di così davvero non poteva fare.
Credo che a Renzi non verrà concessa nemmeno la luna di miele post insediamento: qui c’è molto da fare, da fare bene ed in fretta.
Auguri.

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