Da oggi riparte la solita routine, almeno per noi giornalisti.
Arrivano i primi giocatori al Franchi, forse Prandelli: potranno rilasciare le interviste?
Che diranno?
Sgomitate e spinte per tenere il microfono il più vicino alla bocca (c’è pure chi ha la missione di far inquadrare in tutti i modi il marchio di appartenenza, per vedere se si sale un po’ nella classifica degli ascolti…).
Differenza per noi non da poco rispetto alle ultime sei stagioni: non ci sarà più Silvia Berti a dirigere, anzi a dominare il traffico, a mandarci ed essere mandata a quel paese per una richiesta secondo lei fuori luogo o una frase strappata in più.
La immagino amareggiata e mi dispiace e vorrei che trovasse alla svelta grandi soddisfazioni.
Per il resto, tutto uguale, nelle speranze e nelle illusioni.
Ma mai come stavolta è importante che si ricominci, perché con la storia degli zero euro, con Dio che consiglia a Felipe e a Corvino la Juve e con l’idea che ci stiamo ridimensionando, beh è come se nell’ultimo campionato invece di arrivare quarti ci fossimo salvati all’ultima giornata.
Alla prima doppietta a Cortina di Jovetic, ricominceremo a carburare e ci rimetteremo anche mentalmente in carreggiata.

Già, vogliamo dirlo che il G8 dell’Aquila è stato un gran successo mediatico e di immagine per l’Italia oppure non si deve per il semplice fatto che ad organizzare il tutto è stato il signor (da ma mai votato) Berlusconi?
Vogliamo dirlo che nel mondo ci sono immani disastri, con un numero di vittime nettamente superiore al terremoto in Abruzzo, e che però adesso in quasi tutto il Pianeta conoscono il dramma di Onna?
Vogliamo dirlo che tutto è filato via liscio e che i 2500 “antagonisti” che puntavano a far casino hanno invece fatto una pessima figura, non raccogliendo nessuna adesione dagli abitanti dell’Aquila?
Una volta detto tutto questo, ci rituffiamo nelle nostre miserie italiane sperando, ma ci credo poco, che sia la volta buona per considerare chi non la pensa come noi una persona con cui dialogare e non un nemico, berlusconiano o “comunista” che sia.

Queste sono le cose che mi piacciono: Marco Materazzi è andato in silenzio all’ospedale di Viareggio a trovare Leonardo, il bambino che nel rogo ha peso la mamma e due fratellini.
E suo babbo sta ancora lottando tra la vita e la morte.
Materazzi è partito all’alba da Milano con la borsa dell’Inter, di cui Leonardo è un tifoso accanito, e dentro la maglia nerazzurra e un pallone firmato da tutta la squadra.
Non ha voluto essere fotografato, non ha rilasciato interviste.
Ecco, quando leggo di queste cose, o di altre che hanno avuto spesso come protagonista Totti, penso che forse nel mondo del calcio c’è qualcosa in più oltre ai soldi e all’apparenza.

Forse è colpa mia, non so, ma è certo che ci sono state delle interpretazioni completamente sbagliate sul mio precedente intervento.
Il mio non era un attacco ai Della Valle, ma un invito: a compattare l’ambiente con interventi che facessero capire quanto tengono alla Fiorentina.
Un altro suggerimento era di evitare in futuro tormentoni come quello di Melo.
Lo vogliamo vendere ed è giusto venderlo perché ci danno un sacco di soldi? Bene, vendiamolo, ma senza tutte le manfrine a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane, dalle urla dal Piazzale Michelangelo all’intervento di Dio.
Chi contesta i Della Valle per il mercato dovrebbe fare come Melo, cioè portare qualcuno al posto loro che investa di più.
Qualcuno che ovviamente non esiste.
Io sto con i Della Valle, e con Prandelli e pure con Corvino (che, lo ripeto, secondo me è sovraesposto mediaticamente), ma non accetto e non accetterò mai il pensiero unico.
Della serie che non posso chiedere a Diego e Andrea un intervento perché “sanno loro quello che fanno”, oppure “ma come ti permetti di criticare”.
Questi sono ragionamenti da fondamentalisti del pallone ed io invece amo il dialogo, nella vita come nel calcio.

Si può e di deve vendere Melo a quelle cifre, anche se fa girare le scatole che a comprare sia la Juve.
Molto meglio ovviamente l’Arsenal, ma è anche vero che se Melo per un caso neanche troppo lontano a conti fatti venisse strapagato, beh, allora sarebbe ancora più bello aver dato una mezza fregatura alla Juve.
Ma il punto è un altro e più profondo e riguarda il rapporto di fiducia tra i tifosi e i Della Valle, un rapporto in cui Corvino, che sta troppo tempo col vento in faccia a spiegare e rispiegare, con è solo un tramite.
A questo punto è chiaro che il passaggio della clausola recissoria faceva parte del percorso pensato da mesi per vendere Melo, non si spiegherebbe altrimenti la fretta in cui la stessa clausola è stata sottoscritta dalle parti.
Scommettiamo che passarenno mesi prima che ce ne sia un’altra?
Il giocatore voleva guadagnare il doppio e la Fiorentina incassare il triplo di quanto aveva speso appena dodici mesi fa e non c’è niente di male.
Si poteva però dirlo tranquillamente, invece di fare teatrini che a questo punto risultano un po’ stucchevoli.
Penso alle dichiarazioni dopo l’ultima giornata di campionato, ma anche ad altre uscite dei vari protagonisti.
A parte qualcuno che immagina che siccome va allo stadio tutto gli sia dovuto, da queste parti, dopo il fallimento, è stato raggiunto un discreto grado di maturità.
I Della Valle hanno deciso di non tirare più fuori un euro?
Ci spiace molto, perché tutti vorremmo avere in squadra i più forti e di notte sognamo che ci compri Moratti, ma vorrà dire che ci arrengeremo fino alla prossima svolta della famiglia.
Però, santo cielo, metteteci un po’ più di passione, perché è solo quella che spinge la gente ad amare la Fiorentina.
Invocate l’autarchia finanziaria, sottolineate che abbiamo il miglior tecnico del campionato, fate capire che ci siete, che volete il massimo.
Se Berlusconi dichiara che il Milan senza Kaka è più forte dell’Inter, è troppo pretendere una dichiarazione orgogliosa di Diego e Andrea?
Un auspicio per Jovetic, due parole per Montolivo, una metaforica pacca sulle spalle ai nostri tre campioni, mica abbiamo un organico da zona retrocessione.
Penso sinceramente che non ci siano alternative ai Della Valle, a cui dobbiamo molto perché hanno tirato fuori fino al 2008 una montagna di soldi per una squadra che è sempre stata nostra e che invece è loro solo da sette anni, ma questo silenzio, credetemi, fa più male della cessione di Melo.

Invece, appunto, non rimane e va alla Juve.
Certo, qualsiasi altra società sarebbe stata meno indigesta, ma Melo non è Baggio e la Juve lo strapaga, almeno secondo me, anche se è tutto da dimostrare che Marchionni valga 5 milioni di euro.
Adesso conta come verranno spesi quei 18 milioni (vanno tolti i 2 di Natali) ed è lì che si gioca il mercato viola.
Un mercato per ora abbastanza amaro, e lo capisco, ma in linea con quello che succede in Italia.
Lascio comunque tutto quello che avevo scritto ieri, a futura memoria.
Non credo che Corvino farà sconti: vuole 25 milioni di euro e se non li avrà Melo rimane alla Fiorentina.
Io a 18 l’avrei già dato via, figuriamoci se piango a 25, solo che adesso mi pongo il problema della mancanza di offerte a quelle cifre.
Che scenario si apre?
Dal punto di vista affettivo il divorzio tra Melo e la Fiorentina si sta già consumando tra una dichiarazione del giocatore e una del suo procuratore (uno a caso, perché mi pare ne abbia diversi).
Se rimane alla Fiorentina, risolviamo il problema del centrocampo, ma poi siamo incartati su tutto il resto, perché escludo che i Della Valle vogliano andare sotto un’altra volta.
E’ una partita di poker in cui è corretto riconoscere a Corvino un punto di partenza che sembra sfuggito alla maggioranza dei commentatori: Melo oggi vale (o varrebbe) il triplo di dodici mesi fa.
Questa sì che è stata una corvinata.

Sarà perché ho passato qualche giorno a Viareggio, sarà perché sto facendo i conti con quante persone a cui voglio bene hanno combattuto e stanno combattendo con dei gravi problemi di salute, sarà perché quello che penso posso permettermi di dirlo quando e come voglio a duecentomila persone, sarà quello che volete, ma oggi non ce l’ho fatta più.
E così, quando ho sentito Melo dichiarare che solo Dio (e non quindi lui o il suo/suoi procuratore/i) sa dove giocherà nella prossima stagione, sono sbottato ed entrato in diretta.
Ma Dio, se esiste, si deve occupare del futuro calcistico di Melo o piuttosto di chi avrebbe veramente bisogno del suo intervento equilibratore, di chi sta davvero male, di genitori che non hanno speranze per i propri figli?
Vale per Melo, ma ovviamente anche per tutti quelli che in campo e fuori si riempiono la bocca con il trascendentale, mischiando (loro sì, davvero) il sacro con il profano.
Ma smettetela per favore, e se davvero avete una fede usatela per una vostra ricerca interiore, che peraltro ognuno di noi dovrebbe fare ogni tanto.
Non tirate in ballo Dio per cose meramente terrene, soprattutto quando in ballo ci sono solo e unicamente i soldi.

Prima una premessa per tutti coloro che hanno obiettato sul perché stare tanto a disquisire sui conti viola, partendo dal presupposto che quelli sono soldi della Fiorentina.
Scusate, ma se nel 2008 era stata spesa una certa cifra (venerdì mi ero scordato degli oltre 5 milioni per Da Costa) è evidente che ci siano meno risorse in questa stagione, o no?
E siccome mi pare che l’attuale campagna acquisti interessi tutti, parlare del bilancio è giusto.
Corvino ha dimostrato coi risultati di essere molto bravo, ma si potrà dire che certi prezzi erano troppo alti o si passa per catastrofisti?
Il bilancio è veritiero, nessun trucco, sarei molto sorpreso se scoprissi, conoscendo gli amministratori viola, di qualche artificio contabile.
E ora l’affaire Melo.
Lo vendiamo a 25 milioni, e va bene, ma con chi lo sostituiamo?
Io sarei per una soluzione media a centrocampo, e quindi non D’Agostino, qualcosa sui 10/12 milioni, sperando di scommettere sul cavallo giusto.
Il resto lo metterei sul difensore, qualcosa di forte, che vada oltre Natali e Dainelli, che a quel punto potrebbe essere ceduto.
I soldi dalla Juve però li vorrei tutti in contanti, niente Marchionni a 6 milioni, mentre con l’Arsenal si potrebbe pure parlare per ridurre i 25 milioni.
Infine una considerazione che sorprenderà solo chi mi conosce superficialmente: tre mesi fa Cristiano Puccetti, con cui al contrario di quello che molti pensano intrattengo ottimi rapporti, fu il primo a tirare fuori la storia della cessione di Melo.
Io dissi e scrissi che era fantacalcio, ma evidentemente aveva ragione lui, indipendentemente da come andrà a finire questa storia.

E bravo Ernesto Poesio, che ha sfruttato una qualità rara tra i giornalisti: la pazienza.
Il mio ormai ex redattore si è andato infatti a spulciare tutto il bilancio della Fiorentina, che non è il massimo, ammettiamolo, del divertimento e dopo averci lavorato un paio di giorni ha scoperto diverse chicche interessanti.
Per esempio che Vargas è costato quasi 14 milioni di euro, Comotto 5 e Jovetic quasi 11.
Un po’ tanto mi pare, ma speriamo che tra dodici mesi il loro valore sia aumentato, o almeno sia uguale.
Però è strana questa storia di far circolare cifre più basse (far circolare perché non ho mai sentito Corvino fare dischiarazioni esplicite o se le ha fatte me le sono perse), forse per dimostrare di essere molto bravi a comprare.
Ma 30 milioni di euro per Vargas, Comotto e Jovetic forse sono davvero un po troppi, o no?

A dirla tutta, sostituire, come pare, Dainelli con Natali non mi pare una di quelle idee geniali, in grado cioè di cambiare il livello della nostra difesa.
Proviamo per un attimo a pensare a cosa potrebbe succedere se da luglio Frey dovesse incappare in una stagione non dico negativa, ma appena appena normale.
Altro che prima o terza difesa del campionato!
Con qualsiasi altro portiere della scorsa stagione, escluso Julio Cesar, la Champions ce la sognavamo e anche l’Uefa non era così sicura.
Ora, se si prende Natali come prima riserva di una difesa composta da Gamberini e da un futuribile mister X è un conto, ma fare il cambio con uno dei due che abbiamo ora (e ripeto che secondo me sarebbe meglio dare via Kroldrup, che però, guarda caso, ha molto meno mercato) ha davvero poco senso.

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