Faccio una cosa davvero inusuale, ma siccome l’articolo di oggi del Corriere Fiorentino mi è venuto dal cuore, mi sembrerebbe inutile cercare altre parole per ricordare una donna che è come se non fosse mai andata via.

Un anno senza Manuela. Una sensazione strana per chi ha diviso con lei lunghe stagioni di confronti, consigli, confidenze. Pensando a lei è impossibile ragionare al passato, ti viene spesso da dire: “ora sento Manuela, la chiamo e guardiamo un po’ qual è la soluzione migliore”. Dopo dodici mesi non è successo nulla di ufficiale, non le è stata dedicata la sala stampa del Franchi (ma le sarebbe piaciuto? Abbiamo qualche dubbio) e neppure un ricordo alla prima partita della Fiorentina senza di lei. Eppure basta parlarne, fare il suo nome e vedi accendersi qualcosa, anche fra quelli che non erano d’accordo con le sue idee e con quel suo modo così diretto di imporle. Una carica fortissima che però nascondeva sempre un retrogusto di grande dolcezza, a volte perfino di ingenuità. Bastava conoscerla un po’ meglio per apprezzarla, avere la pazienza di uscire dai luoghi comuni legati alla presenza femminile nel mondo del calcio, lei prima giornalista ad affermarsi nell’universo maschilista del pallone per poi prendere altre strade prestigiose. Una donna davvero speciale, che ci manca sempre di più via via che il tempo passa. Una signora che ha insegnato a tanti senza mai avere la pretesa di essere maestra, semplicemente dando l’esempio. Un anno senza Manuela, che raccontava e difendeva con passione i suoi eroi del pallone. Antognoni e Prandelli prima di tutto, ma anche uomini veri come Renzo Ulivieri. Stasera saranno tutti presenti in un ricordo lungo due ore a Radio Blu dalle 18, insieme ai compagni di viaggio di un’esistenza bellissima, piena di giornalismo e di affetti veri che non l’hanno mai abbandonata, specialmente negli ultimi anni durissimi.

Premessa: se arriva Rossi, sono molto più contento anch’io e non solo per colpa della stagione di Mihajlovic, che è stata comunque da 5, ma per ridare aria ad un ambiente che si sta avvitando su stesso.
E però ragazzi ora si sta esagerando.
Oggi li ho contanti: 49-tifosi-49 che incrociandomi in un qualsiasi momento della giornata mi hanno fatto tutti, ma proprio tutti, la stessa domanda: ma se ne va o no? Speriamo che lo prendano a Milano…
Mai vista una cosa del genere e sinceramente mi pare ingusto far pagare a Mihajlovic le antipatie maturate su Corvino e sui Della Valle.
Mai visto un allenatore più inviso di lui, molto più del povero Giorgi.
Qui ormai stiamo “succhiellando” le scelte di Moratti in un’alternanza di speranza e disperazione che mi pare rasenti la follia mediatica.
Ad ogni scarto dell’ex giovin signore annoiato (Bielsa, Spalletti, Capello, Gasperini, tra poco il “nostro” Delio Rossi) scatta irrefrenabile l’entusiasmo perché è convinzione comune che alla fine si arriverà a Sinisa, che ovviamente dirà di sì.
Sapete cosa vi dico? Se si continua molto su questo tiro al piccione, a costo di essere politicamente scorretto, comincerò ad avere Mihajlovic in simpatia, perché, a parte non essere stato tecnicamente all’altezza nell’ultimo campionato, non mi pare abbia fatto niente per meritarsi un trattamento da appestato come quello che gli stiamo riservando.

Siccome non sono stupidi, i dirigenti della Fiorentina l’hanno certamente capito che Sinisa Mihajlovic sta fortemente sulle scatole alla maggioranza dei tifosi e che in moltissimi, diciamo a stra bassi il 70%, speravano di vederlo andare a Milano.
Premesso che non sono ancora convinto che i giochi siano completamente fatti e che con Delio Rossi l’ambiente si sarebbe fortemente compattato, io sarei per concedere una tregua a Sinisa, per lasciarlo lavorare in pace nell’interesse della Fiorentina.
Se davvero rimarrà, come è stato vistosamente ribadito nelle ultime 48 ore, non ha senso stare lì col fucile puntato e secondo me la passione per i colori viola dovrebbe prevalere sulla sfiducia e soprattutto sull’antipatia personale, a volte figlia di situazioni esterne al rettangolo verde.
Anche a me sarebbe piaciuto un altro allenatore, ma riparto da zero a zero e mi metterò ad osservare e giudicare il lavoro di Mihajlovic senza nessun preconcetto.

Bravo Sinisa col suo puntuto comunicato, tempestivo nei tempi e nei modi, una risposta adeguata a stretto giro di posta alla constatazione-provocazione di Diego Della Valle.
Vediamo cosa succederà tra oggi e domani e poi speriamo che si torni a pensare alla Fiorentina come squadra da cambiare profondamente, con o senza Mihajlovic.
Certo che all’Inter non schrezano in quanto ad improvvisazione: Moratti gode a farsi continuamente intervistare e confondere le acque, si capisce chiaramente che il calcio è il grande sollazzo dell’ex giovine signore ricco che non sa come passare il tempo.
Credo che ci siano almeno cinque tecnici interpellati e blanditi dal miliardario nerazzurro, che vivono questi giorni nella speranza di essere il prescelto, che divorano frattaglie di dichiarazioni, che seguono l’inclinazione della voce del loro futuro presidente su un nome invece di un altro.
Forse Mihajlovic si è stufato del giochino, forse gli è scattato l’orgoglio di farci vedere a noi che non lo abbiamo apprezzato che ci sbagliavamo e che è un grande allenatore.
O forse siamo ancora alla tattica: se magari Moratti chiama Diego e gli chiede un favore…

Tanto rumore per niente, pare, anche se nessuno, a parte Moratti, ha parlato.
Un consiglio non richiesto ai (non) protagonisti viola di questa vicenda, capace di accendere Firenze come il possibile arrivo di Cassano nel gennaio 2010: in caso di non augurabili contestazioni a Mihajlovic, per favore non tirate fuori la storia “che lui ha rinunciato all’Inter pur di rimanere sulla panchina della Fiorentina”.
Non è proprio il caso perché un’affermazione del genere creerebbe ancora più distanza tra il popolo viola e la percezione che la grande maggioranza (altro che 3 contestatori) ha del tecnico serbo.
E qui devo essere come sempre sincero e dire come la penso: tutta questa rabbia, tutta questa felicità in caso di partenza di Mihajlovic, che mi avrebbe trovato d’accordo, mi sembra un po’ esagerata e ingiusta nei confronti di chi si è speso moltissimo, sia pure con scarsi risultati, per la causa viola ottenendo nell’ultimo difficilissimo mese risultati dignitosi.
Mi sembra insomma che l’addio dell’allenatore fosse quasi un simbolo di una stagione pessima sul piano della comunicazione, del non-gioco, dell’autoreferenzialtà un po’ spocchiosa che la società ha mostrato in alcuni momenti delo scorso campionato.
Come se Mihajlovic fosse il capro espiatorio di tutti i mali della Fiorentina, che non dipendono certo solo da lui.
E comunque la volontà popolare è stata chiara: se fosse andato all’Inter la stragrande maggioranza avrebbe gioito, e davvero centinaia di tifosi hanno votato sui siti milanesi per promuoverlo quale soluzione ideale per i nerazzurri.
Adesso si riparte, un po’ da separati in casa, inutile negarlo, e perciò senza grandi aspettative.
A volte però proprio da queste situazioni nascono le stagioni più belle.

Avendo passato oltre quattro ore in mezzo ai tifosi ieri alla Rondinella, ed avendone intercettato a più riprese l’umore, credo che si possa tranquillamente affermare che nessuno a Firenze si dispererebbe in caso di partenza di Mihajlovic verso Milano.
C’è una parte consistenze che addirittura considererebbe questo il miglior acquisto della prossima Fiorentina, quasi una liberazione, dopo il quasi niente visto nello scorso campionato.
La mia sul tecnico serbo, che rispetto assolutamente come uomo, l’ho già detta diverse volte.
Tante da entrare a vele spiegate nei primi posti della sua personale classifica di antipatie, con qualche buona ragione, perché anche a me resterebbe simpatico chi dicesse che non so fare bene la radiocronaca o dirigere Blu e Sportiva.
Rientro dunque tra quelli che, come dice Ciuffi, darebbe a Sinisa la medagliana e via a seguire, con un tecnico che potrebbe dare di più.
Eppure un dubbio, noi miscredenti del verbo serbo, ce lo dobbiamo porre: ma a Firenze siamo veramente certi di essere così competenti ed intelligenti, calcisticamente parlando?
No, perché in caso di partenza Mihajlovic non è che andrebbe ad allenare in Eccellenza, ma l’Inter, cioè una delle squadre più forti al mondo.
Fosse per me potrebbe partire domani e mi giocherei la scommessa su Rossi o Gasperini, però mi porterei dietro per un po’ l’antipatica sensazione che forse sto sbagliando.

P.S. Questa è bellissima: mi ha appena chiamato un mio amico e mi ha detto di lanciare una campagna stampa via radio perché i tifosi viola si precipitino sui siti dell’Inter (pare che ce ne sia uno anche sul Corriere della Sera) e votino Mihajlovic come migliore soluzione possibile per la panchina di Moratti.

Fonte violanews:
Riccardo Montolivo era atteso a Pitti questo pomeriggio allo stand di D’Acquasparta, anche per capire se avrebbe rilasciato qualche dichiarazione sul suo futuro.
Il capitano della Fiorentina è stato però costretto a dare forfait a causa di un ritardo nel prendere il treno che da Caravaggio lo avrebbe riportato a Firenze.

Ma il ritardo era di Montolivo, oppure del treno?
Nell’attesa della prossima puntata, vai con le altre voci senza senso di mercato (per esempio Vucinic e Cassano, che speriamo non arrivi mai)

Di tutta l’ormai vivisezionata conferenza di ADV mi è sfuggito un passaggio, o forse non l’ho capito io: che risposta si aspetta Andrea da Montolivo?
Mi pare che il quasi ex capitano viola sia stato chiaro: non vuole continuare il proprio rapporto oltre il 2012 perché non ha fiducia in questa società.
E’ un pensiero che può dispiacere o preoccupare chi ama la Fiorentina, ma non mi pare che siano subentrati elementi nuovi per un deciso cambio di rotta del giocatore.
La mia impressione è che ci si stia incartando un’altra volta: le offerte da 10 milioni non arrivano, come avevo previsto, Montolivo a cinque giorni dall’uscita presidenziale tace e non pare pentito della mozione di sfiducia, un nuovo contratto con clausola rescissoria accettabile, che poi sarebbe la soluzione più auspicabile, mi sembra sia lontano.
A tutto questo complicato gioco tattico tra le parti va aggiunta la variabile niente affatto secondaria dei tifosi, che non sembrano proprio sconvolti dall’idea di privarsi di quello che rimane, secondo me, uno dei migliori della rosa.
Guardiamo ora chi fa la prima mossa, ma il gioco era già venuto a noia in primavera, figuriamoci ora che abbiamo più caldo…

Lo chiedo per davvero: avete notizie di provvedimenti dopo gli scontri all’arma bianca durante e dopo Genoa-Roma, semifinale dello scudetto Primavera?
Sono ormai passati diversi giorni e a me non pare di aver letto di Daspo, puntualmente invece piovuti su ragazzi di 15 e 16 anni che mi assicurano non aver fatto niente nella gara della Fiorentina sospesa contro l’Atalanta a Lucca.
Io vorrei una giustizia che sia uguale per tutti, che non faccia sconti se qualcuno delinque, che non lasci il retrogusto amaro di qualcosa che non funziona.
Se poi mi sono perso qualcosa e i provvedimenti sono arrivati , mi scuso con tutti e facciamo finta di niente.

La porcata del Brasile su Cesare Battisti minaccia un seguito nemmeno troppo lontano.
Ora che l’assassino con ergastoli passati in giudicato dalla Cassazione è un uomo libero, e se la spassa con una fidanzata che ha meno della metà dei suoi anni (un classico, direi), pare che per campare voglia continuare ed implementare la sua attività di scrittore.
Non un lavoro manuale e/o impiegatizio, naturalmente, non avesse a sporcarsi le mani o faticare troppo.
Sono veramente disgustato da tutta la sinistra radical-chic che ha fatto pressioni prima in Francia (compresa la signora Carla Bruni) e poi in Brasile perché questo delinquente avesse la patente di rifugiato politico, cercando pure di creare un movimento a suo favore in Italia che per fortuna ha avuto pochissimo successo.
Poiché penso che tra non molto ci sarà in uscita la sua prima “fatica” letteraria, anche perché il ferro va battuto finché è caldo, spero con tutto il cuore che in Italia la vendita del pluri condannato Battisti si limiti alle ex fidanzate e ai parenti, ma temo e so che non sarà così.

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