E’ chiaro che sono stati Zavaglia e Aquilani a cambiare le carte in tavole, con l’aggravante che al giocatore di venire a Firenze interessa e interessava il giusto, considerando la piazza una soluzione di ripiego per le sue ambizioni.
Dal punto di vista della correttezza la Fiorentina esce assolutamente pulita da questa bruttissima storia che qualcuno pensa possa ancora riservare il lieto fine mentre io mi sono messo l’animo in pace.
Ma il calcio è passione, è emozione, e a un dirigente non basta essere perfetto formalmente per assolvere il compito.
Qui l’amara verità è che a settanta giorni dalla fine del campionato italiano, e a cento dalla conclusione effettiva di quello viola, la squadra è ancora da inventare e siamo tristemente in mezzo al guado.
Tra quattro settimane si gioca il derby a Siena e abbiamo in formazione due sopportati, oltre al miglior portiere tra i tre della rosa che è visto peggio di un cane in chiesa.
Ci manca un centrocampista di grande peso tecnico, un’alternativa a Pasqual e la solita riserva di Gilardino, ma quella deve essere una tradizione di famiglia dopo Bonazzoli, Castill, Keirrison e il più sopportato di tutti (molto per colpa sua) Babacar.
Come aveva detto (giustamente) il presidente Cognigni?
Non mi piace mai guardarmi indietro e non ammetto che mi venga detto che siamo stati dietro a lungo a quel giocatore e poi non l’abbiamo preso per un motivo qualsiasi.
Bene, la stagione è cominciata mediaticamente con una fantastica retrospettiva sui sei meravigliosi anni appena trascorsi (negli ultimi diciotto mesi mi devo essere distratto, perché non me ne ero accorto…) e con l’affare Aquilani: si poteva fare peggio?

Ottimo inizio campionato, mi pare.
Siena, Bologna, Udinese (senza Sanchez e Inler e con il probabile impegni di Champions nel mezzo) e Parma non mi sembrano proprio impegni insormontabili, a patto ovviamente che la Fiorentina sia già pronta il 28 agosto.
Considerata la nostra posizione dell’ultima stagione, poteva andare molto, ma molto peggio e quindi non abbiamo scusanti: se non partiamo bene, è solo colpa nostra.
Il finale col Cagliari mi ricorda qualcosa di trent’anni fa, sia pure a campi invertiti, qualcosa che ancora non ho digerito, non so voi.
Intanto si continua ad aspettare Aquilani, prima o poi una delle tre parti (Fiorentina, Liverpool, giocatore) dovrà cedere qualcosa.

Partiamo da un presupposto oggettivo: se davvero prendiamo Aquilani, bisogna applaudire a scena aperta Corvino.
E lo dice uno che non ha mai fatto sconti al ds, criticandolo quando mi sembrava il caso (spesso negli ultimi due anni) e dandogli i meriti che gli spettavano per i successi viola.
Qui si sta parlando di un top-player, come dicono quelli che parlano bene, almeno per una squadra che punti all’Europa League.
I dubbi su Aquilani non esistono sul piano tecnico, semmai su quello fisico, ma ha giocato con continuità nell’ultimo campionato a Torino e per puntare a qualcosa di più in alto bisognerebbe andare su Fabregas e De Rossi che non sono proprio sicuro vogliano venire a Firenze.
Resta ancora in sospeso la conclusione dell’affare ed è per questo che la fibrillazione cresce ogni giorno di più, che poi sarebbe ogni giorno in meno di preparazione con i nuovi compagni.
Ma non è un’operazione semplice, anzi direi che è la più complicata dai tempi di Toni ad oggi.

Impressione del tutto personale: alla Fiorentina cominciano con colpevole ritardo a capire cosa voglia dire comunicare.
Mi sembra infatti che Corvino abbia smesso di fare danni mediaticamente, sia un po’ più nell’ombra e di dedichi a ciò che sa fare meglio nella vita: scoprire giocatori, acquistare e vendere.
Che poi prenda anche lui delle cantonate è nella logica delle cose, qui vince chi sbaglia meno, ma sinceramente il mio voto complessivo al Corvino direttore sportivo rimane al di sopra della sufficienza e mi riferisco (come piace immensamente a lui) al periodo giugno2005-luglio 2011.
Dal punto di vista della comunicazione ho invece visto nel corso delle stagioni disastri vari che non sto qui a ripetere, ma non è solo colpa sua, visto che spesso è stato mandato (o ha deciso di andare…) allo sbaraglio.
Ora invece abbiamo un presidente che sa dire “abbiamo sbagliato” (vedi vicenda Antognoni-Teotino), che non ama “guardarsi indietro” per esaltare ciò che è stato fatto, che si sforza di ascoltare l’interlocutore, che non fa liste di proscrizione, che non divide i giornalisti in alleati e nemici: speriamo che non cambi nel tempo.
E abbiamo un uomo, Vincenzo Guerini, che incute e merita rispetto, che conosce gli umori del popolo viola e che forse proprio per questo viene spesso mandato a rappresentare la Fiorentina.
Senza contare il lavoro da mediano di Mencucci, l’unico che c’è sempre stato e che ci ha messo continuamente la faccia in momenti e situazioni in cui non si presentava nessuno, prendendosi svariati “vaffa”, spesso immeritati.
Mancherebbe una presenza più assidua di Andrea Della Valle, qualche intervento che volasse alto sui cieli viola, ma qui il discorso è vecchio e all’orizzonte non si vede niente di nuovo.

Babacar sta dissipando il suo talento, sempre ammesso che abbia un talento, perché sono da sempre stato convinto che il cervello debba essere collegato con il resto degli organi che madre natura ci ha regalato.
Non può essere un caso se prima Prandelli e poi Mihajlovic lo abbiano bacchettato e lo bacchettino, ognuno secondo il proprio stile.
Ora siamo al terzo anno di spreco e sinceramente questa storia del grande talento sempre inespresso ci avrebbe già divertito, anche se l’età di Babacar rimane verdissima.
Le cronache di Cortina raccontano purtroppo ancora una volta di un giocatore svogliato, al limite dell’indolenza e davvero non si capisce cosa voglia fare da grande e se ha fame di arrivare questo ragazzone che a Torino molto mi fece arrabbiare quando si scaldava per entrare in campo contro la Juve come se non toccasse a lui (sembrava me quando da ragazzo facevo finta di fare gli esercizi nella Sanger…).
Possibile che nessuno gli spieghi come ci si deve comportare?
Possibile che non capisca che i tram che passano sono sempre meno, e che se non si dà una mossa qui o da altre parti nessuno starà lì ad aspettarlo solo perché si chiama Babacar?

P.S. Non scrivo assolutamente nulla della querelle Antognoni-Fiorentina/Cognini perché il quadro è talmente desolante e gli stracci volano così in basso da non lasciare spazio a sentimenti che non siano la tristezza, almeno in chi vuole veramente bene a Giancarlo e ai viola.

Se Munari l’avesse preso il Bologna, qualcuno avrebbe scritto e detto: “anche questo ci hanno fregato, ormai non contiamo più niente”.
Magari sarebbero stati gli stessi che ora si arrabbiano al grido di “ma chi c…. è Munari”.
E lo stesso vale per Lazzari: “se era bono finiva al Milan lo scorso inverno, stava fuori anche nel Cagliari”, oppure “sta a vedere che adesso Aquilani non viene più”.
I miei ricordi dal vivo sono invece positivi per entrambi, anche se è giusto sottolineare come un radiocronista abbia un po’ gli stessi limiti dell’allenatore, cioè vede solo le “sue” gare e quindi gli rimane nella memoria solo la prestazione di quel giorno.
E Munari a Lecce lo scorso settembre e Lazzari a Cagliari nel 2009/10 (ci fece pure gol, se non ricordo male) giocarono ottime partite.
Si tratta dunque di arrivi che possono cominciare a soddisfarci e non penso in tutta onestà che siano peggio, sia pure in ruoli diversi, di Donadel e Santana.
Ora aspettiamo Aquilani, un acquisto straordinario per quelle che erano, e temo siano, le prospettive di mercato della Fiorentina, e poi (finalmente!) un vice-Gilardino.
Dovesse arrivare Floccari, non dico che avrei la pancia piena, ma insomma forse sarebbe davvero il caso di mettere in soffitta il pessimismo cosmico che sta avvolgendo tutto e tutti e cominciare a sorridere alla prossima stagione, incognita dell’allenatore permettendo.

Abbiamo davvero scarsa memoria e seguiamo con occhi e orecchie distratti tutto ciò che accade a Napoli, non capendo invece che quello è il nodo scorsoio della Fiorentina futura.
Dico subito come la penso: Diego Della Valle ha perfettamente ragione ad arrabbiarsi in questo modo, a chiedere purtroppo inutilmente agli altri grande club di rivisitare Calciopoli alla luce delle intercettazioni che hanno riguardato l’Inter e altre squadre.
Temo che anche Moratti come Galliani e Agnelli non darà risposta alla sua domanda di mettersi intorno ad un tavolo per riguardare con altri occhi gli avvenimenti di quel periodo.
Capisco perfettamente Diego Della Valle, perché nel mio piccolo ho speso diverse migliaia di euro per querelare gente che metteva in dubbio la mia onestà: l’onorabilità non ha prezzo e ai Della Valle (ma anche a Mencucci) brucia terribilmente passare per truffatori.
Io c’ero in quella sera del 2005, dopo il pareggio del Messina al sesto minuto di recupero: ce le stavano facendo di tutti i colori, perfino uno come Zoff aveva evocato i cattivi pensieri e spingemmo letteralmente i Della Valle brothers tra le pericolosissime braccia di Mazzini, perché ci sembrava cosa buona, giusta e logica chiedere l’intervento del vice presidente federale fiorentino per essere uguale agli altri, per impedire altre prepotenze.
Sono stati presi di tacco dal sistema calcio, considerati un po’ come gli scemi del villaggio (do you remember Lazio-Fiorentina e Zauri quando i viola “dovevano” essere salvati?) e adesso invece le vittime rischiano di essere condannati come i registi di operazioni disoneste.
Come si fa a non pensare ad un’arrabbiatura inestinguibile, soprattutto da parte di Diego che a certe cose tiene come pochi altri al mondo?
E invece noi tutti, cioè compresa la stampa, ci siamo scordati di quei torti e del danno con beffa delle condanne, presi come siamo a cercare di non affogare nel nulla quotidiano che la Fiorentina ci offre da troppi mesi.
Così come in verità un po’ tutti si sono scordati di quei tifosi che la notte dormono poco perché non sanno come ripagare i soldi della condanna a loro inflitta per i danni alle Ferrovie, e qui non sarebbe male che anche i politici si facessero sentire, da Renzi a Giovanni Galli.

Ieri sera mi è successa una cosa preoccupante.
Per una volta avrei voluto infrangere la barriera personale delle 22.30 e trastullarmi davanti alla televisione, resistendo sveglio fino alle 23.30, quando era in programma il collegamento Sky con la Fiorentina.
Tralasciando i tristi aspetti legati al nostro lavoro, che giustamente interessano poco i tifosi (giornalisti depistati nel gelo di Cortina, intervistati che entrano da una porta secondaria dell’albergo neanche si trattasse dell’incontro Merkel-Sarkozy per il futuro dell’Euro), il mio ragionamento era semplice: faranno un annuncio, approfitteranno giustamente della ribalta nazionale per dare un colpo di acceleratore a questo mercato ancora fermo.
Ero chiaramente caduto nella sindrome del tifoso e non mi importava nemmeno troppo di non essere il primo a dare la notizia alla radio, mi bastava essere il destinatario dell’evento, come se fossi tornato indietro di una trentina d’anni (magari!).
Poi Cosimo mi ha chiesto di giocare nel lettone, lui si è addormentato ed io sono ovviamente crollato prima delle 23, rinunciando così ai miei buoni propositi.
Alle 5.15 di stamani, appena sveglio, uno dei miei primi pensieri è stato quello di andare subito a vedere chi avevamo comprato, sintomo questo di un’evidente alterazione mentale, certamente causata da carenza di giocatori.
Il resto della storia, cioè quando sono andato a controllare, la sapete già.

Ogni limite ha la sua pazienza, diceva Totò, oppure era il contrario, non ricordo bene e importa fino ad un certo punto.
Quello che è certo che qui siamo in apnea, si boccheggia pensando alla Fiorentina.
A due mesi dalla fine del campionato si naviga a vista e devo confessare a distanza di giorni il mio stupore quando sono andato a Cortina.
Mi sono apparsi davanti dei fantasmi: Felipe, Papa Waigo, l’imperturbabile Marchionni, l’inaffidabile Babacar, pare ci fosse pure Gulan, e poi i sopportati e i costosi, da Frey a Montolivo
Insomma mi sembrava di giocare a scala 40, quando dopo averlo dato via ti rientra lo scarto, e pensare che se ne erano già andati in 6.
Non vorrei ripetermi, ma siccome mi leggono anche e soprattutto a Cortina, ribadisco il concetto che tanto ha fatto arrabbiare Corvino: qui a Firenze c’è una depressione che fa paura e non è, proprio no, per colpa dei giornalisti che non sanno raccontare le magnifiche virtù di una Fiorentina impalpabile.
Il fatto è che non succede niente e non arriva nessuno, l’unico aspetto positivo è che oggi non ci sono state risse, ma è davvero una magra consolazione.
Dopo 18 mesi di patimenti non si può accendere la fantasia della gente con Nastasic e Romulo, ci vuole ben altro, ma purtroppo questi appelli cadono sempre nel vuoto.
Ci rimane solo Jovetic, che domani parlerà in sala stampa: per ora ci aggrappiamo a lui per non buttarci troppo giù, ma è dura.

Vi do in esclusiva un’anticipazione sul casino di giornata che andrà in scena domani in ritiro (è ormai accertato che un casino al giorno tolga l’abbonato di torno).
Loreto ha rilasciato un’intervista al veleno ad un sito per protestare per la sua clamorosa esclusione dalla prima settimana di ritiro a favore del carenade Zoccolini, per giunta quasi fuori uso per via della frattura allo scafoide, uno che (è Loreto a parlare) “non riesce neanche a svitare da solo le bottiglie dell’acqua e non si capisce cosa ci stia a fare a Cortina”.
Ha inoltre protestato per il reiterato impiego di Sardelli in ogni trasferta viola, in Italia, in Europa e nel mondo.
Lo spogliatoio è completamente dalla parte di Loreto, Baragatti ha affermato che Sardelli doveva rimanere in studio, ma lui, Bigiotti, Fabiani e i due Bargellini si sono dovuti inchinare alla volontà della direzione.
Sardelli è infuriato per l’attacco di Loreto e minaccia il passaggio ad un’altra emittente, se salterà anche solo una partita e comunque nel 2013 si svincola a parametro zero.
Intanto Pestuggia si è svegliato dal consueto letargo estivo e ha velatamente fatto capire che esiste una regia occulta dietro la minaccia di Loreto.
Sestini su facebook ha scritto che Loreto non è proprio nessuno per meritarsi di essere portato in trasferta, mentre Sardelli ha almeno una fidanzata bellissima, che vale da sola il prezzo del biglietto.
Che bello un gruppo unito e compatto!

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