Non solo è offensivo dare di zingaro a Mihajlovic: è demenziale.
E toglie a chi lo contesta tecnicamente il gusto di sperare di vedere un altro allenatore, paragonerei chi canta queste infamie razziste ai black bloc dei cortei degli indignati perché riescono a rovinare ogni forma di protesta legittima.
Lo si può contestare sempre e comunque, ma non a questi livelli di idiozia.
Premetto che non ho sentito i cori, che forse non sono stati così forti, ma ne bastano anche pochi per fare una figura veramente penosa.
Non ci sono giustificazioni, vi dovreste scusare con lui, perché un conto è l’allenatore e un altro l’uomo, che deve essere assolutamente rispettato.
Visto che siete così convinti delle vostre idee, che siete così forti quando siete in branco, perché non aspettate Sinisa fuori dallo stadio e gli urlate in faccia che è uno zingaro?

Sollecitato da un paio di messaggi folli, ed in preda ad un delirio di onnipotenza, tipico della mia categoria che crede di contare qualcosa e scorda che ciò che scrive oggi servirà domani al massimo per incartare il pesce, o meglio ancora per riciclare la carta su cui il suo capolavoro è stato stampato, mi è venuta l’idea di lanciare tra voi un sondaggio a metà tra la provocazione ed il surreale.
Pensate che negli ultimi diciotto mesi di travaglio viola sia stato troppo aziendalista oppure eccessivamente critico verso la nostra amata Fiorentina, tanto da essere. come ha scritto qualche mancamentato, una delle cause degli attuali problemi?
Votate, votate, votate, qualcosa resterà…

Due punti contro Catania e Cesena, trenta minuti (a stare larghi) giocati bene su centoventi, pochissime idee e adesso anche una certa fragilità difensiva.
Qui c’è soprattutto un responsabile e si chiama Sinisa Mihajlovic, è inutile girarci attorno.
I Della Valle hanno tirato fuori 13 milioni di euro, Andrea è venuto più volte a Firenze ad incitare e Corvino ha fatto acquisti che tutti noi abbiamo giudicato all’altezza della situazione.
La sua responsabilità maggiore è aver scelto questo allenatore, ma sul piano del mercato, dopo due anni veramente scadenti, mi pare che le cose siano andate bene, pur non avendo compreso l’arrivo di Kharja e con le ormai solite corvinate a buon mercato e poco successo: Silva e Romulo.
Ma Lazzari e Cassani sono due ottimi rinforzi, appena troveranno un po’ di continuità.
45 partite di campionato mi sembrano un lasso di tempo enorme per come siamo abituati oggi nel calcio e in queste 45 partite ancora non si è capito in cosa consista il gioco di Mihajlovic.
E’ giusto che la società lo difenda, visto che non lo allontana, ma sono convinto che si stia facendo strada l’idea di valutare le prossime tre partite per capire cosa fare per non buttare alle ortiche la seconda stagione consecutiva.
Sinisa mi sembra un uomo in piena confusione, i primi 18 minuti di oggi sono stati atroci sotto ogni punto di vista, poi è anche vero che ci hanno negato un rigore, ma certamente non siamo stati superiori al Catania, che oltretutto non aveva Gomez.
Da noi invece è tornato Gilardino, e meno male, perché insieme a Jovetic e con un Cerci regredito pericolosamente mi pare una delle poche ciambelle di salvataggio.

IO NON RIESCO A NON PENSARE ALLA TRAGEDIA DELLA MORTE DI MARCO SIMONCELLI…

Quando si dice essere professionisti: mi raccontano di un Alberto Gilardino feroce nell’impegno quotidiano per cercare di recuperare il prima possibile dopo la botta di Udine.
Intanto domani va in panchina, poi in campo a Torino, dove farà molto comodo.
E’ un rientro imprevisto e anche per questo ancora più gradito, un premio all’impegno che dovrebbe funzionare da esempio per qualche suo compagno.
A parte un paio di uscite verbali a vuoto, non c’è mai stato niente da rimproverare in campo e fuori dal campo a questo grandissimo attaccante che qualcuno (neanche pochi) avrebbe volentieri scambiato con Maxi Lopez in estate.
Meno male che ce lo siamo tenuti e speriamo che Silva non vada troppo su di giri al pensiero che quella col Catania è qualcosa in più di una prova di appello.

E’ difficile perché anch’io sto organizzando da giorni la trasferta di Torino e mi pare quasi che la partita di sabato sia un di più.
Ma qui le cose sono chiare: se non vinciamo col Catania ci avvitiamo, perdiamo il controllo della situazione e si entra nel caos.
C’è in città una tensione che si misura facilmente, basta pronunciare in un bar o dal macellaio la parola Mihajlovic e poi si accendono le discussioni, che poi tanto discussioni non sono perché è difficile trovare molti sostenitori di Sinisa.
Ecco perché non bisogna pensare alla Juve, non dobbiamo fare calcoli su cartellini gialli, bisogna schierare la migliore formazione possibile.
Sperando che la famosa “mano dell’allenatore” si cominci a vedere non solo quando giochiamo contro Mazzarri o dobbiamo giocare di contenimento, ma anche in fase di impostazione.

Non ci sono più le mezze stagioni e neanche direi gli juventini di una volta, quelli veramente insopportabili.
Sto parlando di Furino, Brio (molto simpatico nel privato, ve lo assicuro), Causio e soprattutto Bettega, quello che voleva far chiudere Canale Dieci nel 1995 perché arrabbiato ad una mia domanda su un tuffo di Ravanelli davanti a Toldo.
Pur avendo vissuto sulla mia pelle Cagliari nel 1982 e Avellino nel 1990, come si fa a paragonare il simpatico Bettega con uno come Del Piero?
Ecco perché credo sia giusto sottolineare la cafonaggine di Andrea Agnelli, che ha scaricato il suo capitano, juventino vero che è rimasto in B e non ha mai fatto polemiche per le esclusioni e soprattutto (ahimé) un campione, che ha scaricato come un ferrovecchio il proprio capitano.
Ha sottolineato il giovin signore che questo sarà senz’altro l’ultimo anno di Del Piero alla Juve, tanto per mettere le mani avanti a chiunque volesse rompere le scatole ed iniziare il tormentone di un’altra stagione.
Ma una cosa del genere non l’avrebbe dovuta dire lo stesso Del Piero, magari tra qualche mese?
Questione di stile….

Mi sembra che tra il popolo viola il gradimento di Mihajlovic sia sceso ai minimi storici, qualcosa a metà tra Bersellini e Giorgi (che però portò la squadra in semifinale di Uefa).
E mi pare pure che da parte nostra ci sia una quasi pilatesca prudenza nell’affrontare l’argomento, non penso quindi che sia colpa della stampa “brutta, sporca e cattiva” se Sinisa ha meno della metà dei consensi tra i tifosi della Fiorentina.
Detto e quasi urlato che non possiamo permetterci di buttare via anche questa stagione, ho l’impressione che ci siamo infilati in un vicolo cieco.
Quali sono infatti, a parte l’ormai sospiratissimo Delio Rossi, le alternative a Mihajlovic?
Me ne viene in mente solo una, che si chiama Gigi Del Neri, assolutamente disastroso quando si è trattato di prendere le squadre di altri (vedi alle voci Chievo, Palermo e soprattutto Roma).
A meno di non cercare soluzioni estere, che mi convincono ancora meno perché anche uno come Dunga dovrebbe metterci almeno due mesi per capire tutto e noi due mesi non li possiamo concedere a nessuno, pena l’esclusione dal giro europeo.
Anche queste sono ragioni in più per sperare che la situazione si raddrizzi, prima di tutto sul piano del gioco.

Allarme rosso per la Fiorentina e anche per l’idea che Mihajlovic si è fatto di questa squadra.
Dove abbia visto una buona partita non si sa, come faccia a dire che contro Lazio e Cesena (con un uomo in più per venti minuti!) avremmo meritato di vincere, nemmeno.
E’ una squadra noiosa, senza velocità a centrocampo, con l’idea fritta e rifritta che sia sempre Cerci ad inventare qualcosa, ma se lui non è in giornata di grazia che facciamo?
Poco o niente, vista la prova al limire della vergogna di Montolivo, l’afflosciamento dopo trenta minuti di Lazzari, lo spaesamento di Jovetic che ne ha azzeccate davvero poche, l’impegno quasi commovente di Silva, che però non è Gilardino (ma neanche Castillo: come ho detto in radiocronaca tra lui ed i predecessori in viola c’è come tra George Clooney in termini di avvenenza fisica…), la desolante mancanza di idee.
Resta poco, resta Behrami, straordinario interditore ed in difficoltà quando si tratta di costruire, ed una difesa passabile.
Ci vuole una scossa, ci vuole un colpo d’ala, ci vogliono soprattutto i tre punti contro il Catania.
Non sono per l’esonero di Mihajlovic, ma se dovesse restare tutto così anche tra una settimana il problema si porrebbe perchè si scivolerebbe verso il grigiore assoluto, dopo quasi cinquanta partite di campionato della gestione Sinisa: credo che nessun altro allenatore della storia viola abbia avuto un periodo così lungo per dimostrare di essere all’altezza del compito.

Sulla vergogna di Roma che stiamo seguendo dai nostri divani…

Gaber
Io come Dio, non è che non ne ho voglia
io come Dio, non dico certo che siano ingiudicabili
o addirittura, come dice chi ha paura, gli innominabili
ma come uomo come sono e fui
ho parlato di noi, comuni mortali
quegli altri non li capisco
mi spavento, non mi sembrano uguali.
Di loro posso dire solamente
che dalle masse sono riusciti ad ottenere
lo stupido pietismo per il carabiniere
di loro posso dire solamente
che mi hanno tolto il gusto di essere incazzato personalmente.
Io come uomo posso dire solo ciò che sento
cioè solo l’immagine del grande smarrimento

Pasolini
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio
delle Università) il culo. Io no, amici.
Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera,
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli, la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
e lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, amici.

Ieri all’ora di pranzo ero insieme a Giovanni Sardelli ad aspettare di intervistare Lazzari.
Seduti nella hall del nuovo centro sportivo (ancora non mi sembra vero che ci sia), abbiamo visto passare i giocatori, compreso Felipe, che mi provoca sempre un certo non so che ogni volta che lo vedo perché è come se mi ricordassi in quel momento che è ancora alla e della Fiorentina.
Saluti e battute un po’ con tutti, ma uno solo è venuto verso di noi che eravamo seduti, anzi sprofondati, nelle comode poltrone viola: Stevan Jovetic.
Ci ha dato la mano con grande educazione, chiedendoci come stavamo: secondo me è anche da queste cose che si vede un giocatore, anzi un campione, per dirla alla De Gregori.
L’annuncio odierno di Andrea Della Valle dalla sua permanenza a Firenze fino al 2016 è da standing ovation per tutti, a cominciare da Corvino che ha segnato un gran gol in contropiede, proseguendo per il patron che tira fuori i soldi e finendo al giocatore, che ha urlato al mondo di credere al progetto Fiorentina, al contrario del suo ex capitano, che mi auguro adesso si stia facendo delle domande.
Davvero un grande sabato, per niente offuscato dalla decisione che era nell’aria da tempo, quella di dare una lezione a Vargas, che avrebbe oltre 28 anni e tre figli, che ha già fatto abbastanza bischerate nella stagione scorsa, ma a cui il passato non ha insegnato proprio niente e che ci avrebbe da tempo sinceramente un po’ stufato.

« Pagina precedentePagina successiva »