BRAVO SINISA: OTTIMA SCELTA QUELLA DI NON CONVOCARE KHARJA.
COERENTE E CORAGGIOSA.
QUESTO SPERO CHIUDERA’ LE POLEMICHE CON TUTTI QUELLI CHE HANNO CRITICATO SENZA MOTIVO LO SCOOP DI FIRENZE VIOLA, CHE DETTO PER INCISO SAREBBE PURE UN CONCORRENTE DEL SITO A CUI FACCIAMO RIFERIMENTO DA SEMPRE E CHE E’ VIOLANEWS

E SU CERCI, DI CUI LEGGERETE PIU’ SOTTO, UNA PRECISAZIONE: PUO’ DARSI CHE LE DIFFICOLTA’ DI ALLENAMENTO PROVENGANO DA PROBLEMI FISICI, MA CERTAMENTE NON DEPONE A SUO FAVORE L’EPISODIO DI QUESTA ESTATE A SAN PIERO A SIEVE E I TANTI ALTI E BASSI AVUTI IN 18 MESI.
VARGAS INVECE E’ SENZA ALCUNA GIUSTIFICAZIONE

Due tra i migliori esterni europei (ardita definizione di un ascoltatore del Pentasport) quasi certamente domani a Verona andranno in panchina per scelta tecnica e per la seconda volta consecutiva.
C’è qualcuno che pensa davvero che Lazzari sia meglio di Vargas e Romulo di Cerci?
Eppure io sono perfettamente d’accordo con Mihajlovic, che li prova tutti i giorni e che si deve essere arreso davanti all’indolenza di due presunti grandi giocatori.
Sottolineo il termine presunti perché questi signori, e non sono certamente i soli, non hanno proprio capito come funziona da qualche anno il calcio.
C’è una parolina magica che apre diverse porte: continuità.
Continuità in partita, ma soprattutto in allenamento, dove dovrebbe essere bandita l’apatia.
Certo, non tutti i giorni sono uguali ed è capitato pure a me di provare una gran stanchezza all’idea di mettermi in viaggio per una trasferta, anche se sapevo benissimo di essere un privilegiato, pagato (da me stesso, ma questo è un altro discorso…) per andare a vedere e commentare la Fiorentina.
Ma è proprio in quei giorni, che ai nostri due eroi mi sembra capitino un po’ troppo spesso, che bisognerebbe raddoppiare l’impegno e la fatica, ma forse sto sognando.

Prima di tutto i complimenti al sito Firenze viola: si vede che è tornato direttore Tommaso Loreto, si nota la sua mano nell’impostazione giornalistica della testata.
Cos’ha fatto Loreto?
Beh, quello che avremmo dovuto fare tutti noi che lavoriamo intorno alla Fiorentina.
Si è posto una domanda: ma Kharja avrà smesso o no di fare il pendolare tra Firenze e Milano?
Ha sguinzagliato un giornalista dietro al marocchino e ha scoperto che questo signore se ne è bellamente fregato di essere stato scoperto, della multa e della figura triste fatta dalla Fiorentina.
Il signor Kharja il giovedì pomeriggio, dopo l’allenamento, era alla stazione a prendere il suo bel Frecciarossa per la Lombardia.
Credo che meriti una punizione esemplare, come faccio io con i miei figli quando insistono in un comportamento che va fuori da ogni regola, sempre che non esistano gravi problemi familiari di salute a cui però nessuno ha mai accennato, ma non è solo questo il problema.
Il fatto è che le ultime situazioni in casa viola (l’allegria di Vargas fuori dal campo e la sua tendenza ad ingrassare, la depressione facile di Felipe scomparso dopo qualche mese disastroso, i posteggi di Cerci, questa vicenda grottesca ed incredibile di Kharja) mi portano a pormi e porre una domanda: ma Corvino quando prende un giocatore che costa quando una media azienda valuta con attenzione con quale testa ha a che fare?
Cosa sapeva per esempio di questo Kharja, di cui nessuno tra l’altro sentiva la necessità tecnica, nel momento in cui gli sono stati dati quasi due milioni e mezzo lordi all’anno?
Sarebbe gradita, penso anche dai Della Valle, una maggiore prudenza e accortezza in futuro.

A ME SEMBRA DI SOGNARE: VA BENE CHE I GIORNALISTI SONO UNA CATEGORIA A MOLTI INVISA, MA CHE SI DEBBA LEGGERE CASTRONERIE SECONDO LE QUALI SI SAREBBE INFRANTA LA LEGGE A FOTOGRAFARE KHARJA CHE PRENDE IL TRENO PER MILANO CE NE CORRE.
POI CI SONO QUELLI CHE PENSANO SIA NORMALE FARE IL CALCIATORE A FIRENZE, CIOE’ AVERE LA MASSIMA CURA DELLA PROPRIA MACCHINA/CORPO, E VIVERE A MILANO: IO UNA COSA DEL GENERE NON L’AVEVO MAI SENTITA E MI SEMBRA GRAVISSIMA, POI FATE VOI, PUO’ DARSI CHE MI SBAGLI IO E CHE KHARJA ABBIA FATTO BENE A FREGARSENE DELL’AMMONIZIONE DI MIHAJLOVIC E DELLA SOCIETA’.
COME DICEVA QUELLO: IL MONDO E’ BELLO PERCHE’ E’ AVARIATO….

Lavoro da 32 anni, di cui 26 a ritmi che a me sembrano normali, ma che stando al comune sentire forse molto normali non sono: 13/14 ore al giorno per 6 giorni alla settimana.
Sono stato molto fortunato, almeno per ora: la salute mi ha fermato pochissime volte e non ho mai avuto troppe bischerate per la testa.
Per questo motivo credo di essere nella parte più alta della forbice sociale, cioè tra quelli che non si fanno mancare niente e riescono a mantenere in modo più che soddisfacente una famiglia di cinque persone, non rinunciando quando è possibile ad aiutare chi sta peggio di me.
Ebbene, pur non avendo alcuna colpa specifica per il disastro in cui ci stanno conducendo i nostri politici, ed avendo anzi sulle spalle il destino lavorativo di diverse persone, sono pronto al salasso economico pur di uscire da questo stillicidio.
Quanto potrà essere la patrimoniale per me?
Quattro, cinque mila euro?
Va bene, pago io e paghiamo tutti quelli che se lo possono permettere, in proporzione ai propri averi
Poi però azzeriamo tutto e si riparte.
Dimezzando il costo della politica (via le province e metà tra senatori e deputati, via molta gente che è parassita rispetto a noi che lavoriamo), mandando in una delle sue ville faraoniche un Presidente del Consiglio di cui mi vergogno ogni giorno di più, facendo curare un potente settantenne malato che fa le pernacchie (a quando le puzzette?) e minaccia la guerra, bonificando la sinistra da ogni deriva insurrezionalista e terrorista, creando finalmente in Italia un clima respirabile.
Io pago, ma voglio che ci tornino a rispettare in Europa e nel mondo.
E soprattutto vorrei lasciare ai miei tre figli un minimo di speranza, invece che farli vivere in questo continuo pensare che domani sarà peggio di oggi.

Cambio di strategia nella Fiorentina, in particolare da parte di Sinisa Mihajlovic.
Questa valutazione è un qualcosa a metà tra la speranza e quanto ho percepito negli ultimi due giorni.
Il tecnico viola deve aver capito, o gli hanno fatto capire, che il muro contro muro non paga e che a pedere è solo la squadra viola.
Ecco quindi una maggiore apertura verso l’esterno, ecco l’allenamento a porte aperte di giovedì, ecco (mi auguro) una maggiore accortezza nelle dichiarazioni pre e post partita.
In particolare spero che Mihajlovic se ne freghi dell’appoggio esterno dei vari Mauro/Boniek e compagnia cantante e privilegi i suoi interlocutori naturali, che sarebbero poi i fiorentini.
Vedremo alla prossima conferenza stampa se ci ho azzeccato oppure no, se spariranno certi toni da far west dialettico, se eviteremo per almeno un mese la parolaccia gratuita che gli toglie carisma e lo rende volgare.
E naturalmente chi lo insulta era e rimane un imbecille.

Qui stiamo andando verso il corto circuito nervoso, qui ci vuole l’intervento di Andrea Della Valle.
Non possimo costruirci una trentina di orizzonti che durano solo una settimana, stritolati tra il machismo di scarsa qualità di Mihajlovic (“io non abbasso mai lo sguardo”, ma non è meglio se pensa a fare giocare bene la Fiorentina?) e l’autolesionismo di molti, anche se non la maggioranza, che preferirebbero perdere piuttosto che vederselo ancora tra i piedi.
Qui bisogna che Andrea Della Valle prenda una posizione forte, anche impopolare tipo “lo teniamo fino al termine del campionato, qualsiasi cosa succeda”.
Oppure decida dopo Chievo, comunque vada a finire la gara, di far ripartire la Fiorentina con un nuovo tecnico, preferibilmente Delio Rossi, ma se arrivasse Carlo Ancelotti sarebbe un gran colpo per tutti.
Io non ho ricordi nei miei 33 anni professionali, e neanche nei totali 45 da tifoso, di una cosa del genere.
Perché la Fiorentina non sta lottando per non retrocedere, non ha preso gli stessi schiaffoni dell’Inter o anche della Roma, che si è fatta pure buttare fuori indegnamente in Europa.
Eppure la contestazione è ai livelli Mancini/Giorgi/Carosi, il Franchi si è, come ha detto Ferrara, desertificato e questo allenatore lo sopporterà al massimo, ma proprio al massimo, il 20% del popolo viola.
Ma siccome i Della Valle ci hanno messo i soldi (13 milioni anche questa estate), hanno tutto il diritto di insistere su di lui e anche su Corvino, che a me pare un po’ il convitato di pietra di tutta questa incresciosa ed incredibile situazione.
Bisogna però dare un segnale netto e preciso, perché così si va poco lontano.

Si percepiva allo stadio la voglia di molti, diciamo una discreta minoranza, di volere il pareggio del Genoa per dare il via alla contestazione più scatenata a Mihajlovic.
La Fiorentina per fortuna ha vinto, ma i cori contro l’allenatore (compreso quello vergognoso che gli dà di zingaro) ci sono stati lo stesso.
Così non si va avanti, ci stiamo rovinando il fegato e davvero mi sono chiesto se alla fine non fosse più giusto il gesto clamoroso invocato da Ciuffi dopo la partita: licenziarlo lo stesso nonostante la vittoria, qualcosa che nel calcio ricordo solo con Simoni e l’Inter all’indomani di uno straordinario successo in Champions contro il Real Madrid.
Non ho una risposta precisa, lo confesso, così come non credo che ce l’abbia la dirigenza viola.
Oggi pomeriggio di straordinario c’è stato ben poco e comunque la Fiorentina ha meritato di vincere e se non ci fosse stato tutto il pregresso oggi saremmo tutti qui a goderci questi tre punti.
E invece purtroppo ci sono le cinquanta partite ufficiali precedenti dove si è visto davvero poco (spieghiamo al signor Massimo Mauro che su Sky ha fatto passare i tifosi viola per citrulli) a ricordarci il presente, ed io a questo punto davvero non so più cosa pensare.
Mi auguro solo di vincere anche a Verona per stemperare i toni durante la sosta e soprattutto per ritornare in piena corsa per l’Europa.

Parte benissimo contro il Napoli, si inabissa in sette mesi che dire disastrosi è dire poco, risorge, novello Lazzaro, alla vigilia di Pasqua a Cagliari, per non fermarsi più per una decina di partita, comincia a battere in testa a Cesena, non combina nulla contro il Catania, è oltre la decenza a Torino.
Si è visto poche volte un saliscendi di questa intensità e in tutto questo c’è una sola sconsolante costante: non è maturato neanche un minimo tatticamente.
Ovvero: io sto lì, non torno, non mi sposto di un metro per aprire il corridoio a Behrami e/o Cassani (De Silvestri), mi date la palla e se sono in giornata vi faccio quattro/cinque azioni da urlo, altrimenti ciccia.
Al massimo vi concedo il taglio da destra al centro, ma non chiedetemi di più.
Risultato: dopo aver gridato fino a venti giorni fa allo scandalo perché Prandelli non lo portava in Nazionale (ma forse Cesare capisce qualcosa di calcio…) domani Alessio Cerci se ne va in panchina, più o meno nello stesso periodo in cui è cominciata la sua rovinosa caduta nella passata stagione.
Spiegazione bizzarra, ma non del tutto fuori luogo: può darsi che gli faccia male il freddo?

A volte mi sembra di vivere in una realtà rovesciata.
Sto ascoltando negli ultimi giorni propositi masochistici di tifosi viola di lunga e comprovata fede che si augurano di perdere contro il Genoa pur di non vedere più Sinisa Mihajlovic dalle parti del Franchi.
Altri, magari dando un’occhiata alla classifica che si sta facendo scivolosa, puntano su uno scialbo pareggio per poi arrivare allo stesso risultato.
Al di là del fatto che consiglio a qualche laureando in sociologia una tesi sull’argomento “come entrare così profondamente nell’antipatia di una tribù”, a me pare folle sperare che la propria squadra perda.
Pur non essendo affatto convinto da quasi un anno sulla validità del Mihajlovic allenatore, credo che faccia bene la società a costruirgli intorno una specie di fortino e comunque credo alla sincerità dei giocatori che lo sostengono.
Io quindi domenica all’ora di pranzo andrò verso lo stadio con la voglia e la speranza di vedere vincere la Fiorentina, come avviene da più di 45 anni, poi voi fate come vi pare.

Quando ti dice male, non c’è niente da fare.
Prendiamo Montolivo, che pure molto ha detto e fatto negli ultimi cinque mesi per non rendersi proprio la vita tranquilla e che comunque, vista la Fiorentina di Torino, è assolutamente preferibile vedere in campo piuttosto che in tribuna.
Esiste qualcuno tra voi che in condizioni normali avrebbe preferito Nocerino all’ex capitano viola?
Nessuno, credo, e deve essere quello che ha pensato pure Montolivo nella famosa esternazione privata (poi diventata pubblica) sull’ingiustizia del mondo, sul destino cinico e baro che lo vedeva seduto sul divano mentre Nocerino giocava in mondovisione al Camp Nou.
Affermazioni non proprio eleganti, anche se poi si potrebbe discutere sull’opportunità di renderle pubbliche, e comunque non è questo che conta.
Il fatto è che quell’altro ti inventa una stagione incredibile e segna pure pure una tripletta strepitosa, neanche fosse diventato Ibrahimovic.
Ma non poteva sceglierne un altro?
Non so, magari Obi o Coutinho dell’Inter?
E’ proprio la sua annata no…

P.S. L’avevo già scritto qualche mese fa e ribadisco oggi il concetto: i colleghi del Giornale della Toscana non c’entrano assolutamente niente con lo tsunami che si è scatenato sulle loro teste con l’inchiesta Verdini. Semmai sono le vittime di questo stato di cose e immagino i momenti che stanno passando.
A loro, che da 13 anni combattono in trincea ogni giorno per cercare di sopravvivere in un mondo editoriale spietato e sempre più difficile, va tutta la mia solidarietà.
In particolare al direttore Luciano Olivari, con cui ho lavorato per anni insieme alla Nazione, e naturalmente a Mario Tenerani, che ho sempre stimato anche quando i nostri rapporti non erano proprio starordinari.

Mi sbaglierò, ma almeno di miracoli, peraltro auspicabili, quella col Genoa potrebbe essere l’ultima partita di Mihajlovic sulla panchina viola.
Un primo tempo vergognoso come quello di Torino ci vorranno decenni per dimenticarlo, mai in trent’anni avevo visto la Fiorentina così umiliata contro la Juventus.
Mi viene in mente la squadra di Agroppi nell’anno della B: finì 3 a 0, ma tentarono di fare qualcosa e poi la qualità tecnica dei giocatori di allora era infinitamente superiore a quelli visti e sopportati ieri sera.
Dice Mihajlovic che non contano gli schemi: grazie, ce ne siamo accorti…
Dice ancora: è da un anno e mezzo che sopporto tutto questo.
Ma quando?
Ma dove?
Ma cosa?
E’ arrivato e per almeno tre mesi ha goduto della simpatia generale, doveva rivitalizzare con la sua grinta una squadra spenta.
Quanti paragoni con Prandelli, che a leggerli e dirli ora (c’ero anch’io in qualcosa) viene da rabbrividire: lui sì (Sinisa) che sa dare la scossa! Lo vedi come sono motivati adesso? E via a seguire.
Solo che per fare l’allenatore della Fiorentina non basta essere una brava persona, mostrare grinta prima e dopo le partite, raccontare aneddoti.
Bisogna pure insegnare calcio, dare un gioco, far venire alla gente la voglia di vedere la squadra.
Mihajlovic è stato coerentemente difeso oltre ogni altra possibilità dalla dirigenza viola (hanno speso anche quest’anno!), ieri sera livida di rabbia (mi raccontano di un Andrea Della Valle giustamente furente), ora non può fare il martire.
Certo, è un ottimo parafulmnie per giocatori inguardabili, cinque nomi per tutti: Kharja, Cerci (stiamo tornando molto indietro), Munari e Vargas, ormai da tempo un fantasma, De Silvestri.
Quasi mezza squadra disastrosa e tutti che non sapevano cosa fare col pallone tra i piedi.
E’ anche un bel problema anche per Corvino che ha sbagliato diverse valutazioni e chissà se gode ancora della stessa fiducia incondizionata sbandierata cento volte da Della Valle.
Fino a domenica non succederà niente, ma il rapporto con Firenze, che per diversi mesi caro Mihajlovic c’è stato eccome, è andato irrimediabilmente in frantumi.

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