Comincia davvero oggi la nuova stagione, ed è la prima senza Mario.
Un anno fa di questi tempi stava pensando ovviamente allo scudetto, il fatto è che ci credeva davvero, come ad ogni agosto, anche quando c’erano Ricciarelli e Bruzzone.
Confesso che a volte il martedì, il suo giorno, penso di sentirlo al Pentasport, oppure di sentir partire l’inconfondibile musica del Sullivan Show.
Un riflesso condizionato che è durato a lungo anche con Manuela, con lei accadeva il lunedì.
E allora sono un po’ pentito di aver fatto troppo il direttore e di aver limitato il Sullivan una volta al mese, com’era giusto che fosse per la mia idea di radio (devi avere voglia di risentirle le persone, non puoi farle parlare per ore tutti i giorni, altrimenti vengono a noia, soprattutto se si parla di un argomento leggero come la Fiorentina), ma poi mi dico che non sarebbe cambiato niente perché tanto il vuoto enorme ci sarebbe stato lo stesso.
In tutti questi mesi ho sentito parecchia gente che non c’entrava niente con la vita di Mario sciacquarsi la bocca parlandone in termini entusiastici o “usarlo” per esprimere un dolore falso e magari molti si saranno chiesti perché eviti spesso l’argomento o perchè ne parli così poco.
Semplice: è una forma di pudore, un mio modo di vivere la situazione, tanto quello che sento e che provo lo so solo io, ma oggi che comincia l’avventura viola in Spagna ho pensato a quanto mi manca e avevo voglia di raccontarlo anche a voi.