Gennaio 2007


A volte non vi capisco: ma perché prendersela tanto su questioni squisitamente tecniche come quella di Montolivo?
Comprendo e condivido l’incavolatura totale per la penalizzazione, non ho dormito per alcune notti nei giorni del fallimento del 2002, ma proprio non arrivo a concepire alcune prese di posizione.
C’è chi ha scritto che sono fissato su Montolivo, che lo proteggo troppo, e c’è invece chi si è arrabbiato con me solo perché ho posto il problema dei suoi pochi gol in rapporto alle partite segnate.
Il fatto però che salta agli occhi è che alcuni di voi, diversi direi, pensano di essere portatori sani di verità assolute e c’è pure chi ha affermato che con le mie parole scatenerei la critica contro il giocatore, rovinando di fatto la sua carriera.
Ovviamente non penso che tutto ciò sia minimamente possibile, ma ieri sera al Penta ho sentito Ceccarini e, mi pare, Fabiani concludere la loro presentazione del post sul mio blog affermando tout court che “Montolivo non si discute”.
Punto e basta.
Mah…io credo invece che tutto sia discutibile, a patto che la discussione avvenga in buona fede e senza presunzione.
O mi sbaglio?

Si può discutere Montolivo?
Certamente sì, basta svestire i panni di fondamentalisti del calcio e affrontare il tutto con il sorriso sulle labbra, come del resto si addice alla materia in questione.
A me Montolivo piace moltissimo per le movenze di grande eleganza che ha in campo e per certe illuminazioni nel passaggio dritto per dritto, i più difficili.
Poi però vado a guardare le aride cifre e scopro che in 110 partite ufficiali tra A e B, sia pure con molti spezzoni, ha segnato solo 8 reti, che vuol dire una media di poco più di 2 a campionato.
Sono cifre su cui riflettere perché uno che sa più spesso nella metà campo avversari che nella nostra almeno 5/6 gol li deve segnare e se arriva a più di 10 (leggi negli anni Rivera, Baggio, Totti. Antognoni compensava con il numero spropositato di assist, spesso sprecati, che forniva ai compagni) entra nell’Olimpo dei grandissimi.
Ora, è giusto continuare a puntare molto su Montolivo, ma è anche il caso di ricordargli cosa facevano alcuni grandi centrocampisti del passato viola alla tenera, ma non tenerissima età di 22 anni.
E magari cercare di correggergli nel frattempo questa pericolosa anemia realizzativa.

“Oh, non siamo il Real Madrid”, mi disse una volta in diretta Alessandro Lucarelli di fronte ad una mia comntestazione per via di uno scialbo pareggio.
Ecco, non siamo il Real Madrid.
O il Manchester e e neanche l’Inter.
Siamo la Fiorentina, ben orgogliosi della nostra identità, ma dobbiamo stare attenti a non perdere mai di vista il senso delle cose.
La Sampdoria è una buoma squadra, il campo era difficile in tutti i sensi e noi appesantiti da un richiamo di preparazione che dovrebbe dare i suoi frutti da aprile in poi.
Non è stato così disastroso, a meno che, appunto, non si pensi che si debba andare a Genova ed imporre i diritti di una classe che però così sfacciatamente superiore non è rispetto gli avversari.
Se Mutu non imbrocca la partita, se Toni lottta ma gira a vuoto e se Montolivo gioca la sua peggiore partita, tu devi per forza fare di necessità virtù e puntare a contenere (soffrendo) chi ti sta di fronte.
Ma mi accorgo che chi l’ha vista in televisione ha tratto impressioni molto diverse dalle mie che ero lì e comunque prendiamoci questo punto e pensiamo senza troppi processi alla gara di Milano.

Sto ascoltando la diretta di Radio Blu (unica diretta tra l’altro: visto che abbiamo cambiato passo?) e l’unico aspetto positivo mi pare la trasparenza della società che ha deciso di affrontare a viso aperto la situazione.
Però il forfait di Santana a tempo indeterminato è davvero una pessima notizia.
Perché su di lui era stato impostato un certo modulo di gioco che avrebbe sostenuto la squadra nei giorni di luna storta di Mutu.
Adesso si pone il problema se intervenire o meno sul mercato, con l’aggravante che chi ha ottimi giocatori sparerà cifre folli per cederli.
Ci affidiamo, come spesso è avvenuto negli ultimi diciotto mesi, a Prandelli perché superi questo ostacolo imprevisto e perciò ancora più grave.
E domani ci aspettiamo molto da Montolivo, che potrà giocare tranquillo perché con Jorgensen e Santana fuori il rombo con lui dentro diventa indispensabile.

Nel 1971 Lelio Luttazzi era una specie di Fiorello di oggi.
Un mito alla radio con la sua hit-parade (eh sì, ci si accontentava di poco, all’epoca. Ci bastava aspettare con ansia alle 13.30 del venerdì la proclamazione della canzone regina).
Luttazzi era un gradevole intrattenitore in tv, con i vari Studio Uno e altre memorabili trasmissioni in bianco e nero.
Un’intercettazione telefonica riguardante Walter Chiari lo coinvolse in un giro di cocaina a cui era completamente estraneo, con l’aggravante che l’amico, poi diventato ex, non fece niente per scagionarlo.
Furono incarcerati e dopo pochi giorni rimessi in libertà, fu uno scandalo di enormi proporzioni e da quel momento vennero messi (Chiari momentaneamente) al bando dalla Rai bacchettona di allora.
Aveva 50 anni e si ritirò dalle scene, lo avremmo rivisto solo nel 2006, proprio con Fiorello.
Lapo Elkann pare sia diventato un mito e non si sa bene perché.
A quindici mesi di distanza dalla triste vicenda di Torino, ora è diventato un maestro di pensiero per i trentenni e si augura che “tutti i ragazzi come me possano dire quello che pensano perché io sono un ragazzo come tutti gli altri”.
Forse la degenerazione dei nostri tempi nasce proprio dalla facilità con cui creiamo (e poi distruggiamo) dei personaggi: ma che diavolo ha fatto Lapo Elkann per conquistarsi così presto un’altra possibilità, per diventare qualcuno a cui viene chiesto un parere su tutto?
Non dovrebbe essere molto più lungo il periodo dell’oblìo?
Mi piacerebbe leggere i report commerciali sull’andamento del suo marchio di occhiali per vedere se l’azienda guadagna o se le perdite vengono coperte dal contributo personale del socio di maggioranza.

E’ la legge del contrappasso: sto sperando, attaccato alla radiolina, che la Fiorentina pareggi.
Mamma mia, quanto si soffre e pensare che è solo un’amichevole.
Non oso immaginare a quello che provano i “miei” ascoltatori nelle partite che contano, specialmente se, come accade stasera, non hanno la televisione davanti.
Non mi pare che sia stata una grande prova dei viola, ma era da mettere in preventivo, dopo tutti quei giorni di lavoro duro.
Poesio è stato una piacevole scoperta e poi ho avuto una conferma delle chiacchiere che girano spesso via etere: ma non era stata pubblicizzato in trasmissioni specializzate (così mi dicono i redattori del Penta) che un’altra radio avrebbe “raccontato” la partita?
Ho scarrellato in tutte le stazioni ma da Algeri in radiocronaca ho sentito solo Radio Blu…

Oh, porta bene scrivere durante la radiocronaca: abbiamo pareggiato, ma a Genova preferisco stare dietro il microfono. Comunque un buon gol per il morale di Reginaldo.

Mettiamoci il cuore in pace perché Andrea Barzagli non viene.
Adesso e, quasi sicuramente, neanche a giugno, a meno che Andrea Della Valle non voglia ripetere la sfortunata esperienza dell’inverno 2005, quando, sul massimo spendibile per rinforzarsi, mise di tasca propria un extra budget di sette milioni di Euro pur di prendere Bojinov.
Zamparini spara 25 milioni, probabilmente ne bastano (per modo di dire) una ventina per far tornare a Firenze il miglior difensore italiano sotto i trent’anni.
Comunque sia, un’operazione di questo genere e di questa portata economica non si può certo fare in fretta.
E’ complicatissima a giugno, figuriamoci a gennaio.
Dimentichiamoci quindi Barzagli e prpariamoci con molta probabilità a fare con quello che abbiamo in casa.

SCUSATEMI: GIORNATA PIENA, CON TANTO DI CONDUZIONE DI PENTASPORT.
CERCHERO’ DI RISPONDERE DOMATTINA ALLE VOSTRE DOMANDE,
DAVID

Da Repubblica.it
ROMA – Il Viagra è probabilmente il rimedio più discusso del pianeta.
Le testimonianze di uomini ai quali la famigerata pillola blu ha dato una “seconda vita” non si contano più.
Ma il farmaco che facilita l’erezione è pur sempre un medicinale e, a questo titolo, assumerlo in quantità eccessive, o in presenza di patologie controindicate, può avere conseguenze tragiche.
Ce lo dimostra la vicenda di un uomo che ha perso la vita dopo averne ingerito una dose eccessiva
E’ successo in via Casal del Marmo, a Roma, nella serata di ieri.
Il 49enne si trovava a casa della sua compagna quando è stato colto da malore.
I sanitari del 118 giunti sul posto lo hano soccorso ma l’uomo è morto durante il trasporto all’ospedale San Filippo Neri.
La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Questo poveraccio aveva solo tre anni più di me, non so ovviamente di quali patologie soffrisse, ma conosco tanti coetanei o addirittura gente molto più giovane che si impasticca di pillole blu o bianche pur non avendone assolutamente bisogno.
Non esista alcuna disfunzione erettile, eppure quello inghiotte per sentirsi sicuro.
La voglia è quella di eccedere e, meglio ancora, di stupire.
Quando avevo vent’anni c’era una certa tendenza tra noi maschietti a spararle grosse: ne ho fatte quattro, io cinque e via andare e accidenti a chi diceva la verità.
Adesso le cose sono peggiorate perchè sembra che tutto ci sia consentito, che non ci sia un limite a quello che desideriamo e che possiamo prendere, anche e soprattutto nel sesso.
Non fraintendetemi, io sono per la libertà assoluta nei costumi e quando c’è consenso tra maggiorenni non mi scandalizza niente, solo che trovo mostruosamente idiota star male o addirittura morire solo “per far vedere quanto sono bravo”.

Ma l’avete letta la formazione della Juve ieri a Milano?
Con quella squadra e con Del Piero e Nedved più vecchi di un anno i bianconeri farebbero fatica a centrare anche l’Uefa, altro che scudetto.
Incredibile ma vero, si sta realizzando quello che è stato il sogno di tutti quei tifosi viola che dal 16 maggio 1982 in poi erano in grado di intendere e volere: la Juve si è ridimensionata, rimpiccolita e la serie B non c’entra niente.
Due gli eventi che determineranno in futuro l’allontanamento dei bianconeri dallo scudetto e conseguntemente dalla conquista della Champions: la morte improvvisa nel 2004 di Umberto Agnelli e la prossima ridistribuzione dei diritti televisivi.
Scomparso Umberto, gli eredi non ci pensano nemmeno a spendere vagonate di milioni di Euro per una squadra di calcio e qualcuno tra loro (sono tanti) ha pure pensato ad un disimpegno totale, cioè alla cessione della società.
Poi, certamente dal 2009 ma forse pure prima, la Juve non potrà più contare sull’enorme cifra dei diritti televisivi garantita in passato da Sky solo ai bianconeri, Inter e Milan.
L’addio della Tamoil come sponsor nelle scorse settimane mi pare una spia indicativa del loro futuro da squadra normale.
A quel punto vedremo se i tanti tifosi sparsi per l’Italia abituati a scudetti a ripetizione (Coppe poche e non sempre limpide) saranno bravi ad aspettare le nuove vittorie.
Noi siamo pronti (a prezzi modici) ad impartire ripetizioni di amore a fondo perduto.

Sulla mia simpatia calcistica e umana verso Stefano Fiore credo che sia a conoscenza gran parte del popolo viola.
In televisione Sandrelli ne ha fatto un tormentone per rinfacciarmi continuamente quanto in estate la Fiorentina abbia guadagnato nello scambio tra lui e Mutu (ma Massimo sbaglia, perché il confronto deve essere fatto semmai con Santana ed il rumeno paragonato a Bojinov).
Detto questo, ho accolto con un po’ di sorpresa la mozione di affetto tecnica di Prandelli verso l’ex laziale.
O per meglio dire mi sono trovato in piena sintonia col tecnico quando ha parlato dell’uomo e della sua importanza nello spogliatoio, ma non l’ho più seguito quando ha detto che potrebbe farci comodo da adesso in avanti.
Forse è stato un modo per ringraziarlo di quanto aveva dato l’anno scorso, un risarcimento per il mancato riscatto dal Valencia ed allora in questo caso le sue parole vanno lette in un’altra ottica e ancora di apprezzate.
Fiore è uno di quei giocatori molto bravi tecnicamente che fatica ad entrare a partita in corso e quindi per lui dovrebbe esserci sempre o quasi una maglia da titolare, più o meno come è avvenuto nella passata stagione, dove Stefano è stato (con buona pace di Sandrelli) tra i più positivi della squadra.
Ma dove lo troviamo oggi un posto per Fiore in una squadra che già si permette uno splendido anarchico come Mutu?
No, Fiore non serve e lo dico con grande dispiacere perché sarebbe stato molto bello rivederlo al Franchi con la maglia viola.

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