Fiorentina


Partiamo, per onestà nei vostri confronti, da quello che alcune vocine mi avevano sussurato nei giorni scorsi.
Ci sarebbero state state intercettazioni sulle ultime partite del campinato di B, spareggio compreso.
Ripeto: CI SAREBBERO STATE…
Io non ci credo e non ci voglio credere, a me pare che si stia mettendo la m…. nel ventilatore e si accenda l’interruttore per vedere fino dove arrivano gli schizzi.
Mi sono letto i giornali, ho fatto un po’ di verifiche e nessuno sa a cosa si riferiscano queste intercettazioni di cui oggi parlano in modo generico i giornali.
Ovviamente siamo tutti un po’ preoccupati, ma aspettiamo a fare previsioni catastrofiche.
Cerchiamo di capire, ragioniamo e poi ci esprimeremo.

Aggiornamento: da quello che ho capito e appurato la Fiorentina entrerebbe solo incidentalmente nella vicenda.
Pare, ripeto pare, che ci sia stata una telefonata di Mazzini a Pairetto in cui il dirigente fiorentino avrebbe detto “guarda, se puoi, dai una mano alla Fiorentina”, che non mi pare il massimo dellillecito sportivo.
Speriamo che sia tutto qui.

Ieri la festa molto bella dei tifosi (con la stonatura dei fischi a Domenici e Giani), ancora prima il bagno di folla di Toni a Calenzano, stasera il Fair-play: non è che per caso stiamo esagerando?
Siamo tutti talmente impegnati a cercare il biglietto per Verona (a proposito, avviso per tutti gli amici, parenti ed ex fidanzate: non ne ho e non so dove trovarli!), che ci siamo scordati di come la partita debba ancora essere giocata e vinta.
Sì vinta, perché io non voglio passare novanta minuti a farmi raccontare da Russo in studio come sta andando la Roma a Milano.
Ecco, io sinceramente, prima di una gara di siffatta importanza, non ho mai visto una settimana così “leggera”.
Va bene allentare la tensione, però adesso non sarebbe male concentrarci di più su Semioli e meno sui possibili incassi che faremo con la Champions.

Nel giorno delle dimissioni di Carraro (finalmente, ma Galliani che aspetta?), mi è sembrato giusto ed istruttivo riproporre quello che scrissi ne “La mia voce in viola” nel 2003. Il periodo di riferimento è quello della stagione 2001/2002, con Mancini, che allora era sotto contratto con la Gea.

SCUSE E SPIEGAZIONI
Ho sempre considerato Stefano Sartoni, il leader storico del Collettivo, una persona leale con cui a volte posso anche non essere d’accordo e mi piace che sia un tipo che non sfugge mai al contraddittorio.
Fu solo per questo rapporto speciale che accettai di partecipare all’incontro che mi propose, un incontro strano con Gaetano Lodà e Dimitri Rocchi proprio nel locale dove io non sarei mai potuto entrare perché indesiderato.
Chiesi a Luis Laserpe di accompagnarmi, sia per precauzione che per avere un testimone.
Ero molto arrabbiato con Lodà, che mi fece correttamente le scuse per ciò che era successo il giorno delle dimissioni di Terim ed anche per quel cartello che lui considerava solo una goliardata.
Cominciammo quindi a parlare del futuro della Fiorentina e mi venne disegnato uno scenario assolutamente inedito, quasi da fantapolitica calcistica.
Lodà, Rocchi e Sartoni esibirono fogli e documenti degni del miglior giornalismo investigativo. Considerandomi (bontà loro) una voce importante per i tifosi, volevano che anch’io fossi a conoscenza di come la società viola stesse inevitabilmente andando verso la rovina.
Mi dissero che i giochi non si facevano a Firenze, in piazza Savonarola, ma a Roma, dove sul pianeta calcio regnava incontrastato il banchiere Cesare Geronzi.
Lo stesso arrivo di Mancini era stato “impostoâ€? dalla GEA (la società che cura gli ingaggi e i diritti di immagine di diversi calciatori e allenatori e di cui fa parte anche la figlia di Geronzi), per cui non ci dovevamo stupire delle cifre concesse ad un tecnico esordiente.
Uscii da quelle tre ore di colloquio perplesso e turbato: e se avessero avuto ragione loro?

Quando nel febbraio 2005 uscii dalla sua casa di Orzinovi, dopo l’intervista, ero entusiasta dell’uomo e allo stesso tempo attento a non “innamorarmi” calcisticamente dell’allenatore.
Adesso, che si arrivi o meno alla Champions (scaramanzia…), posso lasciarmi andare e dire finalmente che Cesare Prandelli è il miglior allenatore che abbia incontrato in 28 anni di frequentazione giornalistica viola.
Ha reso semplice un ambiente in cui nulla è mai semplice, facendo spesso giocare bene la squadra, pretendendo ed ottenendo da tutti il rispetto senza alzare la voce.
Non fa differenze tra giornalisti, anche se sul piano umano è ovvio che abbia delle simpatie, che però non vanno ad influenzare il suo ed il nostro lavoro.
Questa stagione straordinaria, questo pomeriggio da sogno, portano soprattutto la sua firma.
Sì, lo so: Toni, Corvino i Della Valle, Frey (guardiamo di non dimenticarlo e compriamolo al più presto…), Fiore, Jorgensen, Brocchi, ma Prandelli a Firenze ha compiuto davvero un capolavoro.
Mettendo d’accordo tutti, impresa che forse è riuscita (non c’ero e comunque non ci potrei giurare) solo ai vincitori dello scudetto, cioè Bernardini e Pesaola.
Bravo, solo bravo, perché uno così bisognava davvero inventarcelo.

A Palermo feci una delle mie prime radiocronache, stagione 83/84: vincemmo con il Catania per due a zero con doppietta di Monelli.
Una grande Fiorentina, quella del 3-5-2 inventata da De Sisti, che arrivò terza.
Dieci anni dopo, l’esordio in B, con la sensazione di estraneità che mi accompagnò tutto l’anno, e un successo pieno per 3 a 0, con inizio del flirt calcistico con Robbiati.
Poi una vittoria in Coppa Italia, nel 1996, con un gol straordinario di Rui Costa ed infine i disastri degli ultimi anni.
Nel 2000/2001 perdemmo contro il Napoli per una papera di Toldo, mentre Terim e Sconcerti si stavano preparando alla guerra.
Nel 2003/2004, con Cavasin in panchina, ci umiliarono, ed il 2 a 0 finale fu un gran regalo per noi.
L’anno scorso una fortuna sfacciata ed un Lupatelli da controllo antidoping ci permisero di portar via un punto immeritatissimo.
Ci hanno sempre spernacchiato laggiù e non ho mai capito il perchè.
La rivalità sportiva non esiste, forse è una questione di pelle: a livello calcistico andiamo d’accordo con i calabresi, meno con i siciliani, che sono di un’ospitalità eccezionale.
Domenica comunque me la vorrei proprio giocare, nel senso pieno del termine.
Vorrei cioè finalmente vedere una Fiorentina che manovra brillantemente alla Favorita, che impone i diritti di una classifica da urlo.
In un contesto del genere, occhio a Fiore: nel girone di ritorno ancora non ha segnato…

Storia di una trasmissione e di un’inversione di tendenza per i prossimi diciotto giorni.
Ieri pomeriggio classica riunione telefonica pre-Pentasport con Bardazzi e Russo: fibrillazione in redazione perché il procuratore di Pasqual esterna, ma non in diretta, forse interviene Mancini dell’Arezzo, non sarebbe male avere Branchini per Frey.
Ad un certo punto Leonardo mi dice: “la gente vuole sapere questo…” ed è lì che mi scatta la molla, quasi un moto di orgoglio, peraltro condiviso un minuto dopo dall’ottimo Bardazzi.
Eh no, la gente non vuole sapere questo.
O per meglio dire, lo vorrà sapere fino a quando noi continueremo a spacciare come verità assolute tutta questa paccottiglia di aria fritta.
Siamo proprio noi dei mezzi di informazione a drogare i tifosi, e se è giusto (ma fino ad un certo punto) farlo spensieratamente durante l’estate, come fosse un gioco, non ha proprio senso adesso, in piena volata Champions.
Sto parlando del teatrino del mercato, dove si riempiono colonne di giornali e ore di trasmissioni con le dichiarazioni dei procuratori, dei direttori sportivi, dei presidenti, delle scelte di vita dei calciatori, tutta gente che nel caso specifico usa chiaramente i 200.000 fedeli ascoltatori di Radio Blu per i propri scopi e neanche ci paga per la pubblicità…
Mi sono detto: ma come, stiamo vivendo la settimana più bella da cinque anni in qua, sta arrivando Palermo-Fiorentina, possiamo andare in Champions e devo impiegare metà del Penta a sentire a che punto è il tormentone Pasqual, neanche fosse la trattativa per togliere all’Iran la bomba atomica?
Se alziamo i toni adesso, che faremo dal 15 maggio in poi?
E’ un po’ lo stesso discorso delle telefonate in diretta: da vent’anni vengo pressato per il fatto di dare poco spazio agli ascoltatori, ma se aprissi le linee tutti i giorni o leggessi gli sms, la trasmissione scadrebbe di tono, perché parlerebbero o scriverebbero sempre gli stessi, con concetti inevitabilmente ripetitivi.
Vi interessa di più l’opinione di Goffredo o di Rialti?
Certo, fare programmi così è più facile e costa meno, in tutti i sensi, ma l’autorevolezza di una radio?
Ecco quindi che nel Pentasport da qui alla fine del campionato di mercato parleremo lo stretto necessario, è una promessa.
Commenteremo con gli opinionisti le varie ipotesi, ma in un contesto generale, senza andare a cercare ossessivamente la inutili dichiarazioni del solito procuratore.
E sfrutteremo al massimo la grande opportunità di avere con noi Ceccarini, il più bravo ed informato di tutti, uno che prima di dare notizia di una trattativa verifica ogni cosa fino all’esasperazione.
E’ accaduto più volte che lo abbia chiamato la mattina presto per chiedergli come mai non avevamo sparato anche noi ciò che leggevo sul giornale e nel 90% dei casi non avevamo bucato un bel niente: quella lì era una balla colossale.

Beh, io ci vado sicuramente e per quattro giorni, perché sono parecchio fortunato e perché mi pagano pure per raccontare la Fiorentina, ma, insomma, penso che siano in molti a porsi in queste il quesito se andare o restare.
Qui siamo vicini alla svolta: non perdiamo alla Favorita ed è quasi fatta, alla faccia dei soloni che profetizzavano con certezza l’approdo della Roma in Champions.
Ribadisco un concetto già espresso altre volte: grande Prandelli!
E’ lui a tenere insieme psicologicamente una squadra chiaramente usurata, che non è assolutamente dal punto di vista tecnico da quarto posto e che pure sta lì, quasi miracolosamente dalle parti delle tre grandi.
Siamo all’ultimo giro di pista e non sarebbe male riavere Pazzini, confidando che Jorgensen e Fiore mantengano la condizione di oggi (sì, anche Fiore, che a me continua a piacere).
Dopopartita divertente con Riganò, un grande.
Sono convinto che sua moglie (deliziosa) abbia ascoltato la radiocronaca come faceva quando il Riga vestiva la maglia viola e gli abbia riferito dei miei apprezzamenti sul suo stato di forma, con relativo, almeno secondo me, dimagrimento.
Cristian è arrivato in sala interviste e mi ha puntato subito, io l’ho messa sullo scherzo giocando sul mio peso forma (in verità, rispetto ai tempi in cui lui è arrivato a Firenze sono dimagrito di quasi dieci chili…) e siamo andati avanti così a tirarci battute velenose per qualche minuto.
Non oso immaginare cosa sarebbe successo con altri campioni o presunti tali, molto più permalosi…

Confesso di essere sempre stato molto scettico sulle possibilità di ampliare lo stadio Franchi, oppure di costruirne uno più grande.
Perché qui ci si ricorda solo delle partite con Juve, Milan e Inter e mai di quelle con Ascoli ed Empoli.
Voglio dire che il problema dei biglieti si registra tre/quattro volte su venti gare e quindi tutta questa necessità di disporre di un impianto da 60.000 posti io non la vedo proprio, specie in un’epoca di calcio televisivo come quella attuale.
Sul discorso della copertura, che è poi un fatto di comodità per tutti, sono invece più aperto ad una soluzione positiva.
A patto però che non vengano assolutamente impiegati fondi pubblici, siano questi soldi del Comune o dello Stato.
Apriamo semmai ai privati, agli sponsor, ad investimenti che poi si ripaghino da soli.
Mi pare infatti che siano ben altre le priorità sociali da affrontare, là dove le risorse scarseggiano e non da oggi.
Capisco di essere poco popolare ad esprimere simili pensieri, ma credo si debba vedere anche al di là del proprio orticello, in questo caso calcistico.

Bello il calcio, quando regala giornate come quella di ieri.
Emozioni e speranze mescolate nel ricordo di un freddissimo pomeriggio di appena due anni fa: una partita orripilante della Fiorentina, un infortunio di Riganò e gli sberleffi del pubblico di Treviso.
Non siamo ancora in Champions (ci mancherebbe altro!), però ci stiamo proprio divertendo e ora a Roma hanno paura, molta paura.
Ieri è stata proprio una vittoria da Prandelli, nel senso che ha tenuto altissimo il livello di concentrazione della squadra e sinceramente, durante la radiocronaca, non ho mai avuto paura che potessimo solo pareggiare.
A me continua a piacere molto in queste ultime partite Fiore, ma forse mi sono un po’ fissato per via della polemica giornalistica con Sandrelli, che invece la pensa in modo opposto.
Ieri sera comunque mi ha confortato Pecci che fuori onda mi ha chiesto di domandare a Pasqual chi fosse il compagno chefino ad oggi lo avesse maggiormente aiutato a crescere.
“Vedrai che ti dirà Fiore”, mi ha suggerito sorridendo, “perché si vede da come gli appoggia sempre il pallone: lo cerca istintintivamente, si sente protetto da lui”.
Questa, quasi quasi me la rivendo alla prossima puntata di Golden Gol.
Buona Pasqua a tutti.

Bravo Spalletti e brava Roma: quando ci vuole, va detto e scritto.
Questi sono forti davvero e se andranno in Champions a spese nostre vorrà dire che se lo saranno meritato.
A meno che non succeda qualcosa di strano nelle ultime partite, è chiaro, ma dobbiamo dire che fino ad oggi è stata una sfida molto leale.
Ieri la Roma ha stupito, ha sconfitto la dietrologia e, a parte i nostri interessi personali, ha pure scritto una bella pagina di calcio.
Niente patti scellerati con il Palermo, dunque, ma una volata appassionante in cui comunque non partiamo battuti.

« Pagina precedentePagina successiva »