Hanno fatto una partita pazzesca e siccome siamo qui a parlare di calcio e non di guerre va detto che abbiamo ammirato e rosicato.

Tutto il popolo viola aspettava l’uscita agli ottavi della Juve per sbeffeggiare l’acquisto di Cristiano Ronaldo, prendere in giro Allegri e invece questi ti inventano la gara perfetta, con il portoghese superstar e con Bernardeschi strepitoso.

Inutile stare a ricamarci sopra: hanno una marcia in più, ma forse anche due e da otto anni a questa parte ci spiazzano perché prima vincevano rubacchiando ogni tanto, basta pensare a Cagliari, Avellino, Turone e il Ronaldo interista, mentre ora sono solo e semplicemente fortissimi.

Non so se vinceranno la Coppa, ma ieri hanno dato una lezione di calcio a tutta l’Europa e a chi, come noi, gufava contro.

Un conto è la simpatia personale e anche la stima verso Pioli e Corvino, un altro è analizzare la stagione della Fiorentina.

Questo punticino contro la Lazio, seppure raggiunto con l’ennesimo sussulto d’orgoglio, ci lascia all’ultimo posto nel campionato delle seconde linee e chiude ogni discorso europeo per quanto riguarda la classifica.

Meritatamente ultimi, mi verrebbe da dire, perché le altre, cioè Sampdoria, Torino e soprattutto la formidabile Atalanta del simpatico Gasperini, hanno un’altra consistenza e infilano, o hanno infilato, filotti che non abbiamo neanche sfiorato.

Se non finiamo settimi abbiamo sbagliato la stagione, se restiamo decimi siamo al fallimento, a meno che in Coppa non si vada in finale.

Difficile quindi pensare di ricostruire con gli stessi uomini, dopo due anni senza Europa e con la seconda stagione in cui si è fatto peggio della prima.

Aspettiamo le prossime partite con sempre meno fiducia: sono considerazioni tristi, ma purtroppo inevitabili, che i responsabili maggiori di tutto quello che sta accadendo, cioè i Della Valle, dovranno fare per il bene della Fiorentina.

 

Ho impiegato più di mezzo secolo per imparare a dialogare con le donne, fossero madre, sorelle, fidanzate, amanti, mogli o figlie.

Parliamo linguaggi diversi, ragioniamo in modo diverso e non esiste il giusto o sbagliato.

Siamo per natura abitanti di pianeti distanti, pianeti che per fortuna si cercano e si attraggono.

Ho imparato ad ascoltarle, a frenare l’istinto di scappare di fronte a ciò che non mi pareva normale, a cercare di comprendere un altro punto di vista.

Alla fine del viaggio, spesso tortuoso, ho capito una grande verità: amare veramente una donna, anche e soprattutto per i suoi difetti, esserle fedele e rispettarla è la pietra angolare del vivere insieme.

Altrimenti meglio da soli.

Mi ci è voluto molto, ma per fortuna non mi sento fuori tempo massimo: ho ancora molto da fare, forse anche da capire e…auguri a tutte le donne del blog.

Il giudice spiega, ma io proprio non ce la faccio a capire “la tempesta emotiva” che giustifica la riduzione da 30 a 16 anni per l’ennesimo femminicidio.

Perché in passato era stato più volte tradito e quindi temeva di tornare a soffrire per via di sms “rubato” dal cellulare di chi era la sua compagna da appena un mese?

Sedici anni, che poi diventeranno dodici, tra buona condotta e conti automatici.

Chi non ha una tempesta emotiva interiore quando qualcosa altera il nostro normale ritmo quotidiano?

Se mia moglie mi confessa di provare desiderio per un altro uomo e io la meno perché accecato dalla gelosia e magari sono pure affranto dal dolore, posso appellarmi alla tempesta emotiva pe cavarmela con una semplice ramanzina del giudice?

Altro che terzo mondo, qui siamo andati diritti al quinto o al sesto…

 

Game over, siamo fuori dall’Europa per quello che riguarda il campionato.

Un risultato pessimo, che potrebbe essere ribaltato dalla Coppa Italia e che comunque al momento è estremamente deludente.

Il calcio, con tutti i soldi che girano, è diventato sempre meno sorprendente e per quanto sia triste ammetterlo è bene non illudersi di essere al livello di almeno cinque squadre: Juve, Napoli, Roma, Inter e Milan.

Con la Lazio ce la possiamo giocare, con altre quattro è invece doveroso pretendere di vincere il mini campionato delle seconde linee ed è quindi inaccettabile stare oggi dietro Torino, Sampdoria e soprattutto Atalanta, una squadra con un tecnico insopportabile che ieri ci ha dato un’autentica lezione di calcio.

Abbiamo perso meritatamente, sbagliando la formazione iniziale e con prestazioni personali sconcertanti, da Milenkovic a Veretout, cioè due pezzi da novanta.

Se non arriviamo almeno in finale in Coppa Italia, occorrerà a maggio una riflessione approfondita per capire di chi sono le responsabilità della terza stagione consecutiva insufficiente, perché urlare contro i Della Valle può essere una valvola di sfogo, ma serve veramente a poco.

E anche triste, mi verrebbe da aggiungere.

Vedere ieri sera l’Olimpico fermarsi completamente per ricordarsi di Davide è stato qualcosa di emozionante ed è successo per ora ovunque senza sbavature.

Incredibile  come Cagliari, Roma e Fiorentina giocassero per puro caso in tre giorni diversi, quasi che ognuna delle sue tre squadre avessero ogni volta un loro momento speciale per celebrare questo ragazzo di 31 anni che voglio pensare come “ancora CI ascolti e che come allora sorridi”.

Ormai siamo diventati la squadra più matta d’Italia, qualcosa in fondo di divertente ed in linea con l’essere la più giovane se non fosse che siamo abbastanza lontani dall’Europa, in campionato e in Coppa Italia.

La qualificazione è molto difficile, ma non impossibile e non si capisce bene se questi due mesi siano un bene o un male, comunque ci sono e converrà attrezzarci mentalmente.

L’importanza di Chiesa in questa squadra assomiglia sempre di più a quella di Antognoni negli anni settanta: c’è lui e poi ci sono gli altri dieci, o tredici, che vanno in campo.

Con Batistuta, peraltro il più grande di tutti, era diverso perché con lui c’erano Rui Costa e Toldo.

A volte spunta Muriel, in altre occasioni, ma non certo ieri, si applaude Lafont, segna spesso Benassi, ma senza Chiesa non si va da nessuna parte.

Converrà pensarci molto bene prima di arrendersi al profumo dei soldi perché Federico si può trattenere, o almeno bisogna provarci.

Ho sempre stimato la dirigenza dell’Inter e in particolare quando c’era Moratti per le tante iniziative di solidarietà intraprese sotto la sua guida.

Possibile che nessuno tra i dirigenti stigmatizzi i vergognosi messaggi che escono sui social e che infangano la memoria di Davide Astori?

Il limite massimo è questo pomeriggio, dopo di che ogni presa di posizione diventa tardiva.

Polpastrelli, petti, braccia: gli scontri tra Inter e Fiorentina sono diventate delle vere e proprie lezioni di anatomia.

Il fatto è che abbiamo assolutamente meritato il pareggio e  non importa nemmeno tanto come ci siamo arrivati, anzi così  c’è un sottofondo di godimento che si respira in città.

Siamo stati trascinati da Chiesa, capitano vero, e qui ribadisco la necessità di pensare ad un calcio più romantico in cui sognare che una bandiera possa sventolare un po’ di più.

Abbiamo giocato col cuore, fregandocene della Coppa Italia ed è quello che vuole il popolo viola, che alla fine era giustamente soddisfatto.

E comunque non siamo certo messi peggio dell’Atalanta.

 

SUL CORRIERE FIORENTINO, PER MIA COLPA, IL VOTO DI PIOLI E’ SBAGLIATO, NON E’ 5,5 MA 6,5

MI SCUSO CON I LETTORI DEL CORRIERE E CON PIOLI STESSO

Quanto tempo è passato da quando Borja Valero se ne è andato da Firenze?

Cinque anni?

No, appena diciotto mesi, eppure sembra che non ne sia rimasta traccia.

Stasera torna per la seconda volta al Franchi da avversario e non si sente un fremito emotivo.

Ci siamo troppo entusiasmati prima o siamo diventati troppo cinici adesso?

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