Un po’ ci frega quella sua aria scanzonata che tanto piace alle ragazze e ci fa pensare che sia immune dalle emozioni.
Ed invece questo pomeriggio Giampaolo Pazzini avrà le farfalle nello stomaco per tanti motivi: ritrovare l’Atalanta, il bisogno di rassicurare i suoi tanti estimatori, la rabbia nel volersi ritagliare un posto in prima fila.
Pazzini è uno di noi, toscano purosangue, graffiante ed ironico, con una maturità che stride con i suoi 22 anni.
Cerchiamo di incoraggiarlo ad infilarsi il prima possibile nella partita, applausiamolo a prescindere, dovesse pure sbagliare i primi palloni.
Ecco, una vittoria contro l’Atalanta con un suo gol sarebbe davvero il massimo.

Ci sono foto che valgono più di mille articoli: quella di oggi sul Corriere della Sera appartiene alla suddetta categoria.
Si vedono i volti imbrattati di sangue e senza vita dei bambini palestinesi morti durante l’ultimo attacco israeliano a Gaza
“Un errore”, lo ha definito Olmert, il premier israeliano, con freddezza burocratica.
Una cosa nauseante lo definisco io, un qualcosa che ti fa venire voglia di urlare, di dire che non è possibile tollerare cose del genere.
Lo so che non dovrei, ma provo un senso di vergogna, da ebreo non osservante, per quella foto.
Un senso di colpa spiegabile solo col fatto che dai 6 ai 13 anni ci avevano insegnato che eravamo noi ebrei quelli buoni e gli altri i cattivi.
Non è così, i buoni e i cattivi ci sono da tutte e due le parti in un crescendo d’odio che pare ormai senza via di uscita.
Lo avevo già scritto e mi ripeto: ma com’è stato possibile arrivare a questo?
Due Stati liberi e rciprocamente riconosciuti, è solo questa la soluzione, ma ho paura che non ci arriveranno mai.
E noi continueremo a soffrire per altre foto come quella di oggi.

Potevo anche intitolarlo “Allucinante 2”, perché io su questa storia della multa a Roma più alta di quella comminata ai giallorossi mi sono incaponito e ho cercato quindi di lavorarci sopra.
Niente da fare, un muro di gomma.
Mi sarebbe piaciuto sapere: 1) come si è arrivati a questa decisione 2) chi c’era a Roma della Lega 3) cosa ha visto e sentito per farci pagare più della Roma.
Ho messo al lavoro anche una buona parte della redazione, ma sembra che che il mistero sia fedelmente custodito dai sacerdoti del tempio, cioè dai segretari e funzionari vari della Lega stessa che bloccano ogni accesso alle fonti e respingono ogni domanda.
E’ così che si vuole cambiare il calcio? Mah, sono fortemente perplesso, perché noi chiediamo solo una spiegazione a qualcosa di assurdo che hanno potuto vedere ed ascoltare tutti quelli presenti all’Olimpico.
Mentre scrivo siamo in piena fase preparatoria del Penta con Prandelli e continuiamo a provarci, ma non credo che stasera potremo raccontarvi molto sull’argomento, e non per colpa nostra.

Ammenda di € 7.000,00 : alla Soc. FIORENTINA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, nel proprio settore, fatto esplodere complessivamente tre petardi e acceso quattro fumogeni e, nel settore avversario, lanciato quattro fumogeni e tre bottigliette; entità della sanzione attenuata trattandosi di gara disputata in trasferta; recidiva.
Ammenda di € 5.000,00 : alla Soc. ROMA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, fatto esplodere complessivamente sei petardi ed acceso nel proprio settore un fumogeno; recidiva.

Questi sono pazzi o in malafede e a questo punto comincio seriamente a pensare alla seconda ipotesi.
Ero a Roma e ad un certo punto sembrava di essere a Napoli l’ultimo dell’anno: petardi, bengala, di tutto, altro che sei petardi ed un fumogeno.
Dalla parte viola un quinto, ma forse meno, di quello visto e sentito dalle parti della curva sud.
Allucinante.

Nemmeno Prandelli a fine gara sapeva spiegarsi le ragioni del black-out totale della ripresa.
Ho molto apprezzato la sua disarmante onestà in sala stampa: si vedeva che aveva preparato la gara nei minimi particolari ed invece, improvvisamente, si è spenta la luce.
Sul perché del crollo adesso fioriranno le interpretazioni, che non possono comunque allontanarsi troppo dalla psicologia.
Impensabile infatti pensare ad un calo di condizione fisica a novembre, quando storicamente in questo periodo le formazioni di Prandelli vanno molto bene.
Forse qualche giocatore deve aver pensato la stessa cosa della stragrande maggioranza dei tifosi, cioè che la salvezza era ormai cosa fatta e che doppiata quota zero si potevano aprire scenari europei.
In questo senso la mazzata di ieri sera ci farà bene, ma è una ben magra consolazione.

Provo a spiegarmi un po’ meglio sull’idea della società che venga in aiuto di quegli sciagurati che stanno passando giornate pesantissime a causa dell’occupazione della stazione del luglio scorso.
Già definendo sciagurati i protagonisti della vicenda credo di aver dato il mio parere, con la precisazione che il significato del temine sciagurati deve essere completo.
Voglio dire che molto se la sono voluta, perchè i rischi a cui andavano incontro li ho “urlati” più volte nella diretta nel Pentasport e li ha paventati sul posto Sartoni del Collettivo insieme ai capi del Gruppo Storico.
Ma è anche vero che questi sciagurati sono stati presi a caso tra le centinaia di dimostranti tra cui c’erano anche giornalisti o ex della mia redazione, di cui taccio il nome per evitare loro possibili guai.
Ora io penso che la Fiorentina, con molta discrezione e senza dare il minimo risalto alla cosa, possa aiutare questi 21 sciagurati (credo siano 21, ma non ne sono certo) mettendo a loro disposizione avvocati con i cosiddetti attributi.
Mi risulta infatti che la maggior parte di loro non si possa permettere che il legale d’ufficio mentre qui invece c’è bisogno di professionisti che attenuino al massimo le conseguenze della bravata di luglio.
Con questo però sono totalmente contrario a chi pensa che i Della Valle abbiano istigato con il loro atteggiamento intransigente verso la FIGC gli sciagurati a fare quello che hanno fatto.
Non scherziamo: data per certa la fede viola e l’amore per la Fiorentina, io credo che da quando si ha l’età della ragione si dovrebbe, appunto, ragionare sulle conseguenze dei nostri gesti.

P.S. A Roma sarà durissima e così ad occhio mi sarebbe piaciuto vedere in campo Pazzini invece di Reginaldo.
Lo dico prima, sperando con tutto il cuore di fare brutta figura domani.

Ho l’amaro in bocca perché sono abbastanza rancoroso di carattere e non sopporto i torti.
Figuriamoci quindi quanto mi può piacere prendere ingiustamente 15 punti di penalizzazione e non aver giocato la Champions per tre/quattro telefonate da cui non è venuto fuori niente di concreto.
Però alla fine dico che è stata presa la decisione giusta, la meno cruenta per ripartire, una decisione che era nell’aria fin da venerdì scorso, solo che si aspettava di ascoltare squadra, Prandelli e città.
Siamo in credito con il mondo del calcio, penso che lo sappiano tutti, però bisognerà essere molto abili per riscuoterlo questo credito.
Visto che è andata a finire così, se fossi la società io mi interesserei con discrezione alla sorte di quei tifosi che sciaguratamente hanno occupato la stazione e che ora stanno correndo guai seri con la giustizia.
Sono stato degli incoscienti e a nulla sono valsi i vari appelli lanciati nel corso del Pentasport di quel lunedì di luglio.
Però, senza farlo sapere in giro, si potrebbe trovare avvocati che limitino al massimo i danni, sperando che con la giustizia a loro vada meglio di quanto non sia andata alla Fiorentina.

RAGAZZI (E RAGAZZE), SCUSATE, MA IN QUESTI GIORNI E’ UN PROBLEMA RISPONDERE AD EVENTUALI VOSTRE DOMANDE.
CERCHERO’ DI RECUPERARE DOMATTINA

Meno male che c’è Prandelli, perché io da questo rebus tattico non saprei davvero come uscirne.
Riepiloghiamo: Montolivo nelle ultime due partite è stato il migliore del centrocampo viola, eppure rischia seriamente di restare fuori domenica sera a Roma per un motivo tattico rilevante.
Sto parlando dell’ipotesi sinceramente azzardata di mettere in campo contemporaneamente lui, Liverani, Santana, Mutu e Toni.
L’alternativa sarebbe tenere fuori Santana e riprovare (oltretutto a destra) Jorgensen.
Comunque la si metta, o rischiamo davvero tanto o giochiamo la partita con la sgradevole sensazione di lasciare fuori un talento (Montolivo o, appunto, Santana).
Alla fine sono dei bei problemi, perché vuol dire che abbiamo una qualità eccellente nella rosa, però io davvero non saprei come risolverli.

Magari un giorno Batustuta verrà a Radio Blu e faremo insieme un Pentasport, intervallato dall’audio dei suoi gol e sarebbe bellissimo perché per me è stato il più grande giocatore della storia viola.
Oppure Antognoni potrebbe diventare una presenza fissa, chi lo può mai sapere?
Nell’attesa ieri mi sono preso una grande soddisfazione perché sono riuscito ad avere in diretta dal Brasile con Carlos Dunga, uno che non le mandava certo a dire dietro e con cui non parlavo da più di quattordici anni.
Nei giorni di Lazaroni abbiamo avuto un discreto scontro, acuito nella stagione successiva perché a me pareva che il gruppo Dunga/Borgonovo/Salvatori/Orlando facesse un po’ la guerra proprio a Bati, appena arrivato.
Comunque sia, il tempo diluisce tutto e colora di rosa i ricordi passati, anche quelli un po’ più aspri.
Dunga è stato un grande giocatore, penalizzato dall’aver giocato nel Pisa e nella Fiorentina, e forse deve aver capito anche lui come me che le cose è meglio non prenderle mai troppo di punta, sempre facendo salva la buonafede della controparte.
Del resto era già avvenuto con Malesani, con cui sfiorammo lo scontro fisico nel 1998, salvo poi essere ospitato nella sua bella casa di Verona sei anni più tardi per un’intervista verità.
E’ così che vanno le cose: tornassi indietro nella mia professione cambierei certamente qualcosa, ma poi alla fine, se sei onesto con te stesso e con gli altri i conti tornano quasi sempre.

A conferma che nel calcio moderno (con la sola eccezione di Maradona) la testa conta almeno quanto le gambe, Antonio Cassano sta più o meno tranquillamente fallendo a Madrid.
Fuori squadra con Capello, adesso non gli rimane che andare da Fascetti, che però ha smesso di allenare.
Lo avevo scritto sul blog poco meno di un anno fa: Cassano è un mezzo bluff, non per le doti tecniche, ma per l’ingestibilità dell’uomo, fuori dalle righe fin da quando aveva diciotto anni.
E basta anche con la retorica del ragazzo cresciuto per strada, fra i vicoli di Bari vecchia, dove ieri hanno ammazzato un diciottenne dal cognome scomodo.
Ok, ha avuto un ‘infanzia disastrosa, ma poi la vita gli ha regalato una chance unica e lui da sei stagioni la sta sprecando settimana dopo settimana.
Cassano ha tre anni in più di Montolivo, tanto per dire, e definirlo giovane nel calcio di oggi mi pare almeno un eufemismo.
Ora qualcuno, scambiando evidentemente Prandelli per una specie di santone capace di miracolare i casi più disperati, si diverte ad accostare Cassano alla Fiorentina nel prossimo mercato di gennaio.
Sono follie allo stato puro, che naturalmente non sono mai passate nemmeno per l’anticamera del cervello di Corvino e Prandelli.
Lasciamo Cassano dov’è; o mandiamolo magari all’Inter, a mettere il dito nel cappuccino di Figo (lo aveva già fatto, divertendosi molto, con Batistuta alla Roma) e vediamo se qualcuno lo prende finalmente, e non solo metaforicamente, a calci nel sedere.

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