Ognuno faccia quello che vuole mercoledì sera, ma se davvero qualcuno ha intenzione di fischiare Platini in quanto ex juventino, beh allora è meglio che se ne stia a casa.
Ho dichiarato più volte la mia provincialità nei confronti della Juve, per me quella sarà sempre la più importante delle partite, ma non capisco cosa c’entri mancare di rispetto al Presidente Uefa a 21 anni di distanza dalla sua ultima partita da calciatore.
Platini verrà a certificare la crescita europea della Fiorentina, peraltro già apprezzata in una lettera che elogiava il nostro terzo tempo.
Tra cinque giorni sarà una festa, saremo al centro del mondo e dobbiamo mettere in copertina un gruppetto di irriducibili che ce l’hanno con tutto e con tutti?
Detto per inciso, Platini arrivò dopo il furto di Cagliari e andò via prima dello scippo dell’Uefa, ma questo poi conta relativamente.
Cerchiamo di darci una regolata, per favore.

Ho come l’impressione che ci possa ancora essere spazio per un colpo di coda, ma è una sensazione del tutto personale, non suffragata da alcuna indiscrezione.
E comunque faccio finta di niente e penso che tra una settimana spedirò due inviati a Nyon e che dopo nove anni ritroviamo la Champions, anzi la possibilità della Champions.
Si gioca tra diciotto giorni e tutto abbiamo fatto nell’ultimo mese tranne che cominciare mentalmente una marcia di avvicinamento alla partita.
Nove anni fa di questi tempi ero tra i cinque inviati al seguito dei viola a New York.
Ricordo benissimo la frenesia che avevamo tutti al Giants Stadium di conoscere il risultato del sorteggio che ci avrebbe dovuto dire quale fosse la partita da cui sarebbe uscita la nostra prima avversaria.
Oggi invece siamo tutti concentrati su San Piero a Sieve e non mi sembra esattamente la stessa cosa.

Riflettiamo: abbiamo “riacquistato” uno dei giocatori più forti del campionato e come rosa siamo avanti alla Roma.
Tecnicamente questo è il risultato più importante e Mutu se ne farà una ragione, se davvero, come mi raccontano, è amareggiato per come è finita (si spera per sempre) questa storiaccia.
Se invece non è amareggiato, meglio per tutti.
Non cominciamo a ricamare autolesionisticamente sulla divisione tra Prandelli e Corvino anche se è chiaro che qui è stata tenuta in maggiore considerazione la volontà di Cesare, che ha buttato sul piatto il suo no deciso alla cessione di colui che ha fatto e potrà fare la differenza.
Anche Corvino ragionava e lavorava per portare un vantaggio alla Fiorentina, ma può accadere che i due pensieri siano uno l’opposto dell’altro.
Immagino quanto possa essere stata sofferta la decisione di Prandelli, lui così aziendalista, di far trattenere Mutu a Firenze.
Magari altri allenatori si sarebbero serviti della cessione del romeno per costruirsi un alibi valido almeno dodici mesi, ma Cesare è un uomo vero, uno che sa di avere un patto con Firenze e che per mantenere questo patto deve spingere, o provare a spingere, la Fiorentina sempre più in là.
In quanto ai Della Valle, lo avevo scritto ieri mattina: attenzione alla variabile dei due fratelli, che stanno dimostrando con i fatti di essere lontani anni luce dai consunti canovacci del calcio di un tempo.
Un grazie di cuore per aver comprato di nuovo Mutu, e a prezzi più alti della prima volta, va soprattutto a loro.

Attenzione, perché non è ancora del tutto finita.
L’ultima parola spetta a Diego e Andrea, che mi dicono abbiano gradito zero le evoluzioni di Mutu ed il suo variabile affetto verso la maglia viola.
Certamente è finito del tutto il feeling con la tifoseria, già parecchio incrinato dalle intempestive uscite di giugno.
Tenerlo controvoglia e rimettendoci un bel po’ di soldi potrebbe sembrare una mossa autolesionistica, ma la Fiorentina ha già dimostrato più volte di sapersi smarcare dai consunti canovacci del calcio.
Non credo assolutamente alla messa in scena delle parti: se lo volevano vendere, organizzavano tutto in modo diverso e ce lo raccontavano un mese fa.
Penso piuttosto che siano rimastri spiazzati dal rialzo della Roma, che certamente fa un acquisto eccezionale sul piano tecnico, mentre noi torniamo indietro e dovremo scommettere su Osvaldo/Jovetic.
Più di tutte mi interessano le parole di Prandelli sulla vicenda, le aspetto il prima possibile.
Ormai comunque all’80% è fatta e Mutu se ne andrà con pochissimo stile, ma non sarei cosiì sorpreso se ci fossero… delle sorprese.

Quando arrivò il calcio in diretta in televisione, rimasi molto sorpreso per il fatto che gli stadi non si svuotassero rapidamente.
E’ vero che nel 1996 l’abbonamento a Tele+ costava moltissimo, ma non riuscivo a trovare buoni motivi sul perchè la gente preferisse perdere ore in coda, andare in impianti nella maggior parte dei casi penosi, prendere l’acqua, il freddo o il caldo invece di tifare comodamente sulla poltrona da casa propria.
Poi i prezzi televisivi sono stati vertiginosamente abbassati, l’offerta si è moltiplicata, ma i tifosi hanno continuato misteriosamente a frequentare gli stadi.
La top five degli abbonamenti viola vede non a caso cinque stagioni post televisione ai primi posti ed è per questo che non riesco a capire quale sia il motivo del forte ritardo nel rinnovo delle tessere per la prossima stagione.
Siamo a meno 30%, e va bene sperare in un prodigioso recupero, ma temo che ci possa essere un finale a sorpresa se rapportato ai soldi spesi dai Della Valle: avremo meno abbonati dell’anno scorso.
La spiegazione più convincente è che siamo in piena recessione economica, anche se provano a dirci che non è vero.
Spesso mi chiedo come faccia una famiglia normale (marito, moglie e due figli) a campare con tremila euro mensili complessivi, cioè con due stipendi più che dignitosi, da fascia media.
Se vuole mantenere lo stesso livello di vita pre euro non può che accumulare piccoli debiti e ho ascoltato con raccapriccio la pubblicità di chi propone prestiti per andare in vacanza: oggi ti diverti (a me, angoscioso come sono per il futuro, non riuscirebbe) e domani piangi con le rate da pagare.
Sarebbe quindi bello abbonarsi, ma prima forse vengono altre priorità.

Tenetevelo voi il gemellaggio con gli imbecilli di Verona che fanno i buu a Papa Waigo e a Diakate, io ne ho abbastanza.
E per piacere non cominciate a tirare fuori la storia dei livornesi, peraltro censurabili con i loro vessilli a Fidel Castro e all’Unione Sovietica, perché all’Ardenza io i cori contro i giocatori di colore non li ho mai sentiti.
Ha fatto benissimo Ernesto Poesio ad arrabbiarsi in radiocronaca, forse avrei perfino detto di peggio perché non è possibile far finta di niente.
Questi sono gli stessi che esposero un pupazzo di colore impiccato per impedire appunto l’arrivo di un “non ariano” e che misero il vessillo di “Ordine nuovo” sopra uno striscione di un viola club, tra l’altro tra i più gloriosi.
Basta con queste storie, se stiamo zitti facciamo il loro gioco.
Per loro, ripeto, solo un’etichetta: imbecilli.

La spina non l’ho mai staccata davvero perché ogni giorno il Pentasport mi teneva impegnato in tutti i sensi, ma la ricarica c’è stata.
Mi pare che le cose vadano alla grande, l’unico pericolo è quello di essere convinti di essere bravi, però c’è Prandelli e non vedo chi meglio di lui terrà alta la spia della concentrazione.
Un altro pericolo, inevitabile con una rosa così ricca, è che appena qualcuno soffre un po’ venga naturale pensare che chi sta fuori sia meglio di chi gioca.
Credo che a questo punto non sia così drammatico se dovessero partire Pasqual e Santana, magari per avere le risorse per puntare a Burdisso.
Comunque vada a finire è uno dei momenti più belle e intensi della storia viola degli ultimi quaranta anni.

Stacco la spina per una decina di giorni per poi ripartire con sempre più passione.
I messaggi verranno moderati dal mandante morale del blog, ovvero il professor Pestuggia, infinitamente più buono di me.
Rivolgetevi quindi a lui per i vostri quesiti viola, ma solo tra un paio di giorni perchè adesso sta facendo il suo periodo di ossigenazione e meditazione in montagna.
Un abbraccio ideale a tutti, anche a quelli che mi hanno fatto e mi fanno arrabbiare.

Ribadiamo qualche punto fondamentale, perché a me pare che qui qualcuno sia un po’ troppo sensibile, salvo domani essere lo stesso che si scaglia contro Corvino, i Della Valle e magari pure Prandelli.
La campagna acquisti è da 8,5 e questa Fiorentina DEVE puntare a stare tra le prime quattro, quindi sono molto soddisfatto e anche un po’ sorpreso di quanto hanno speso i Della Valle.
Il discorso sui giovani è di una linearità elementare e segue ciò che disse Prandelli nell’autunoo 2005; “se volete, io i giovani li lancio, ma siccome non possiamo bruciarli, bisognerà insistere su di loro anche quando le cose non andranno benissimo. Questo ci costerà dei punti”.
Non lo fece e per tre volte siamo andati in Champions.
E oggi il concetto è proprio questo.
Immaginiamo per esempio di far esordire Mazuch contro l’Atalanta e per somma sfortuna Vieri ci fa gol, possiamo permetterci di insistere su questo ragazzo la partita successiva, a rischio magari di altri scivoloni?
Direi proprio di no, visto che di punti ne possiamo perdere pochi e che la nostra ambizione è quella di un campionato di vertice.
Chi fa paragoni con Baggio e/o Rivera non ha, scusate, capito niente: se appena entrato un giovane gioca come giocò Antognoni a Verona è chiaro che lo teniamo titolare per tutto l’anno, ma su mille giocatori di vent’anni quanti ce ne sono già pronti per una squadra al vertice di un campionato difficile come quello italiano?
Cercate quindi per cortesia di leggere attentamente quello che scrivo, ma può anche essere che sia colpa mia che non mi so spiegare efficacemente.

Se ragioniamo o proviamo da ragionare da grande squadra, sarà bene mettersi d’accordo una volta per tutte sulla questione giovani.
Noi over 45 siamo figli di un calcio che non c’è più e della favola della Fiorentina ye-ye, che diventò quasi improvvisamente da scudetto e che comunque poi sfiorì abbastanza velocemente, considerati i cicli di altre squadre.
Una cosa del genere non è più ripetibile per due ragioni fondamentali: erano chiuse le frontiere e non c’era lo svincolo.
E d’altra parte ci vollero almeno un paio di campionati per veder maturare i Brizi, i Ferrante, i Merlo e i Chiarugi: oggi possiamo permetterci una cosa del genere?
Direi proprio di no, nel 2009 se arrivi quinto si parlerà di fallimento e tralasciamo il discorso Champions.
Quindi i ragazzi viola, Jovetic compreso, avranno pochissime possibilità di recupero nell’infausto caso in cui non dovessero funzionare subito.
Scrivo questo per far capire come non sia una situazione affatto facile, per loro ma anche per Prandelli.
D’altra parte, se vogliamo essere una grande squadra, qualche scotto lo dovremmo pure pagare.

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