Va bene che in guerra, in amore e nel nercato tutto va bene, ma ci dovrebbe essere un limite alla decenza.
Come potrebbe fare la Roma ad offrire 25 milioni di Euro, o anche 20, alla Fiorentina per Mutu con la situazione in cui si trova la Italpetroli della famiglia Sensi è un mistero.
Speriamo che dietro non ci sia Moggi, ma non mi stupirei se fosse stato lui a movimentare un po’ la situazione prima di rinuciare definitivamente al mancato guadagno, come se non ne avessimo avuto abbastanza del tormentone estivo su Adrian.
Eppure la bufala piace e fa qualche giro di redazione, c’è anche chi le dà credito e rilancia con forza.
Su questo fronte possiamo stare tranquilli, la Roma non comprerà mai Mutu, però potremmo uno scambio, alla pari: noi diamo Mutu e loro ci danno De Rossi, o al limite Aquilani più un po’ di soldi: ci stareste?

Diciamo la verità: a noi tifosi piacerebbe avere un presidente come Moratti, o come il Berlusconi prima che entrasse in politica.
Magari ci imbarazzerebbe un po’, ma ci piacerebbe.
Perché i soldi sono suoi, li butta via per farci divertire e ogni volta che qualcuno di importante si affaccia in Europa e nel mondo potremmo benissimo pensare che domattina quello arriva da noi.
Ci è invece toccato Della Valle e ci è andata benissimo, perché ci costringe a crescere e, soprattutto, perchè abbiamo a che fare con persone estremamente serie.
L’ultimo caso sono le dichiarazioni di ADV: guardate, ha detto, che dalla prossima stagione torneremo a salvaguardare il bilancio e non spenderemo più come questa estate.
Abbiamo dodici mesi per metabolizzare parole che nessun presidente o quasi si sognerebbe di dire, anzi la stragrande maggioranza si affannerebbe oggi a cavalcare l’onda dell’entusiasmo popolare per i nuovi acquisti.
E’ uno stule davvero diverso per il mondo del calcio, lo stesso che fa stare zitti tutti i dirigenti all’indomani del quarto posto.
Poi magari succede che le cose, come speriamo tutti. vanno alla grande, che Diego e soprattutto Andrea si lasciano andare, e che, complici pure Corvino e Prandelli, un colpo di (costosa) fantasia ce lo regalano pure nel 2009.
Ma questi sono retro pensieri da tifoso, non da giornalista…

Sul mercato sono un notaio, nel senso che godo di informazioni di prima mano grazie al fatto dirigere la redazione sportiva di Radio Blu, ma più in là di questo non vado.
Domando ai miei e poi, semmai, riferisco.
E siccome ogni volta che ho domandato a più interlocutori come stava questa storia di Vargas, ogni volta ricevevo risposte confortanti, ecco che non ho fatto altro che ribadire la mia sicurezza.
D’altra parte è difficile sentire Andrea Della Valle e Corvino sbilanciarsi come hanno fatto nei giorni scorsi per un possibile acquisto.
Non lo avevano fatto, per esempio, per Vidic e neanche per Gilardino, che poi è davvero arrivato.
Stanno giocando sporco, questa storia sta diventando stucchevole e c’è un aspetto che comincia ad infastidire: ma Vargas che dice?
Ha forse perso l’uso della parola o è tenuto prigioniero in qualche sperduta caverna peruviana?
Ho come l’impressione che i Della Valle e Corvino stiano per scocciarsi, anche perché, come diceva il grande Totò, “ogni limite ha la sua pazienza”.

Ha ragione Gabriele Romagnoli oggi su Repubblica: in Italia un ex presidente è quasi sempre un prossimo presidente ed il ritorno di Lippi ne è l’ennesima dimostrazione.
Intendiamoci, meglio, molto meglio lui di Donadoni, dal carsima palesemente insufficiente per guidare la Nazionale, ma quanto ci metteremo a dire che Lippi ormai non è più quello di prima, che ha la pancia piena, che i due anni fuori dal calcio gli hanno fatto male?
Comunque non sappiamo osare, mai.
E’ qualcosa che coinvolge anche il sottoscritto e ora vi racconto un episodio, un dietro le quinte che spiega quello che ho appena scritto.
L’episodio è legato a quando, dopo dodici anni di militanza, nel dicembre scorso Ceccarini ha spiazzato tutti a Radio Blu e, dopo aver portato avanti da mesi a mia insaputa una trattativa per andare in un’altra radio, ha lasciato la redazione in tre ore.
Ma non è questo il succo del discorso, quanto piuttosto la mia reazione.
Preso in contropiede e non proferendo verbo sulla scelta di Ceccarini (nel senso che neanche lontanamente mi sono sognato di fare un rilancio, anzi l’ho ringraziato e gli ho augurato buona fortuna) ho tirato fuori una soluzione, cioè il ricorso ad una persona che a distanza di sei mesi si è rilevata vincente: Tommaso Loreto.
Il fatto è che alle 9 del giorno in cui l’ho chiamato ( ho saputo tutto alle 12) per me lui era uno dei tanti alla corte della coppia Pieri/Laserpe a Tuttoradio, ma messo alle strette mi si è accesa la lampadina e ho fatto il suo numero di telefono.
Non solo, ma grazie ad un colpo di fortuna e al gran lavoro di Paolino Biagiotti, inviperito per come erano andate le cose, in due giorni abbiamo ingaggiato un fuoriclasse come Gianluca Di Marzio.
Le cose vanno molto meglio di prima e racconto questo piccolo retroscena per confessare che se ci avessi pensato sopra due settimane certamente avrei fatto scelte diverse, andando su altre persone più “dentro” l’ambiente fiorentino e ci sarebbero stati ritorni con risultati, adesso lo posso dire, peggiori.
Temo che sia un vizio molto italiano quello di tornare sempre sulle vecchie strade, qualcosa che deriva dal nostro “mammismo”, ovvero dal senso di protezione che inculchiamo ai nostri figli e che ci hanno inculcato per decenni, direi quasi secoli.
Tornando alla Nazionale, il migliore sarebbe stato Prandelli e per fortuna non ci hanno neanche provato, ma un sondaggio per Ancelotti non si poteva fare?

Mi rendo conto di spararla grossa, eppure sono convinto: se ci fosse stato Pazzini al centro dell’attacco della Nazionale, non sarebbe certo andato peggio di Toni.
E’ questo il pensiero in qualche modo rassicurante che ha un po’ alleviato il dispiacere per l’eliminazione azzurra, peraltro meritata.
Era sconfortante sentire il commento di Bagni (ma perché non rimettono Mazzola, anche se ilmigliore resta Capello), che cercava in tutti i modi di difendere il suo quasi concittadino.
Credetemi, non ho nulla di personale contro Toni, ma, accidenti, in 11 partite delle fasi finali tra Mondiale e Europei ha segnato solo 2 reti, tra l’altro inutili, e procurato un rigore.
Andate un po’ a vedervi le medie di Rossi, Baggio e Vieri e fate voi la differenza.
Sul piano fisico, un disastro e ha pure tolto la palla gol a Grosso.
Non dico certo che bisognasse portare agl Europei Pazzini o Gilardino, ma almeno provare Borriello quello sì, tanto peggio di Toni non poteva fare.
Se continua così, ho l’impressione che il Bayern tra dodici mesi avrà qualche mal di pancia a spendere 11 milioni di euro a stagione per il suo stipendio.
E veniamo agli imbecilli, cioè al centinaio di mancamentati mentali che a Milano hanno aggredito pochi tifosi spagnoli.
A meno che non ci siano state gite non annuciate di tifosi viola, andati in Lombardia per prendere il caldo laggiù, dovrebbe trattarsi di energumeni locali che sarebbe bene individuare e schedare, sempre che non scatti l’omertà.
Questi sono gli idioti per cui a volte ci si vergogna di essere italiani.

Non mi sforzo neanche più: ho preso una battuta di Tremonti che mi sembrava emi sembra molto efficace e l’ho riportata, sperando di trovare un grado di maturità maggiore.
Macché, è impossibile, c’è un clima da post guerra civile che atterrisce, mai che si riconosca le ragioni dell’altro.
No, si pensa sempre alla malafede, io, elettore di centrosinistra, provo a sforzarmi a non farlo, ma vedo che siamo in pochi, veramente in pochi a ragionare così.
Passiamo ad altro, di più divertente e di più calcistico.
Ieri sera ho rivisto a Sky per la prima volta il gol di Osvaldo alla Juve.
Sembrerà impossibile, ma si corre talmente tanto da non avere la possibilità di fermarsi un attimo per riassaporare sensazioni bellissime (e la storia della velocità vale anche a giustificazione per le mie mancate risposte).
Ho fatto una cosa da malato: ho alternato Croazia-Turchia a Juve-Fiorentina, di cui sapevo già tutto, io che non vado al cinema a vedere un film tratto da un libro che ho letto perché conosco già la trama…
Devo dire che il gol è molto più bello di quanto mi ricordassi, anche perché a Torino ero dalla parte opposta e quindi ho visto il cross di Papa Waigo e poi la palla dentro.
Bello, bellissimo e mi faceva ridere pensare che in tanti telefonini la suoneria è il mio urlo su quell’azione di cui non ricordavo la dinamica.
E sono andato a dormire soddisfatto, saltando pure i supplementari.

Ormai sapete che non ho proprio una gran passione verso Forza Italia, ma il ministro Giulio Tremonti mi è sempre rimasto istintivamente simpatico, ritenendolo nettamente al di sopra della media dei politici italiani.
D’altra parte mi ero ripromesso di non avere alcun pregiudizio verso questo Governo, che almeno sta provando a decidere, e devo dire che la battuta del Ministro del Tesoro sembra quel “qualcosa di sinistra” urlato da Nanni Moretti dvanti a D’Alema che parlava in televisione.
Per chi se la fosse persa, la battuta era rivolta ai Moratti che protestavano per il rincaro delle tasse a carico dei petrolieri.
“Vorrà dire che pagheranno un po’ meno Mourinho”, ha risposto Tremonti a Moratti ed io, sinceramente, la trovo una battuta splendida.

P.S. Salto un giro e rispondo da questo post in poi, sorry…

Ma perché ne fate una questione politica? A me pare che la risposta sia splendida e metta in risalto le contraddizioni di una famiglia che ha stravolto il calcio con i milioni di euro buttati via.
Non ho detto che la politica di Tremonti è perfetta, o qualcosa del genere, sarà il tempo a darci la misura del suo lavoro e di quello del governo Berlusconi.
Cerchiamo di essere un po’ più sereni, per favore

Sono molto soddisfatto del passaggio del turno dell’Italia.
Le perplessità su Donadoni rimangono tutte, ma di fronte ad una Francia inguardabile e a una Romania che non ha fatto veramente niente, meritiamo davvero di passare il turno.
Gli Europei di Mutu, diciamocelo, sono stati una delusione e non contribuiscono certo ad aumentare il suo valore sul mercato e d io sono contento, così nessuno viene ad offrire 25 milioni e lui rimane a Firenze.
Tornando agli Europei, a me facevano più paura gli azzurri che il presunto biscotto olandese e penso che stasera sia stata scritta una bella pagina di calcio.
Chissà se qualche anti italiano viola si è convertito all’ultimo momento, davvero non riesco a capire come si possa essere così autolesionisti: la Fiorentina viene prima di tutto (ovviamente nel calcio, perché nella vita ci sono ben altre priorità), ma poi c’è il senso di appartenenza ad una Nazione.
Il migliore? Scoccia dirlo, ma è stato Cassano, che continuo a trovare insopportabile, però non ha sbagliato un pallone.

UNA PICCOLA AGGIUNTA ED UNA PROMESSA.
L’AGGIUNTA RIGUARDA DE ROSSI: IERI SERA A CALDO SONO STATO TROPPO PRECIPITOSO, LUI E’ STATO IL MIGLIORE, MA CASSANO SECONDO ME HA GIOCATO ALLA GRANDE
LA PROMESSA E’ CHE DOMANI RISPONDO A TUTTI
SU MUTU, GRANDE MOSSA DISTENSIVA DI ADV, GUARDIAMO ADESSO COSA INVENTANO MOGGI E ADRIAN

Vi ricordate la storia dell’arbitro di colore insultato da qualche genitore, uno in particolare, dello Scandicci al termine di una partita di ragazzini classe 1995?
Fu mia figlia, che assisteva alla partita, a raccontarmi dell’episodio.
Una volta verificato il fatto, lo scrissi nel blog, un paio di giornali ripresero la notizia e su questo spazio scoppiò un mezzo finimondo.
Mi accusarono un po’ di tutto, specialmente quel genitore che doveva avere le idee un po’ confuse, ed io mi misi a disposizione per una serata di incontro proprio a Scandicci (tra l’altro la società venne multata, segno che era tutto vero).
Ebbene, ieri sera ho lasciato gli Europei televisivi e, invitato dal PD, sono andato a moderare un dibattito incentrato sul tema delle scuole calcio come possibili cattivi esempi.
Dei genitori contestatori sul blog neanche l’ombra e questo mi ha molto deluso: facile offendere protetti da una tastiera, molto più difficile il dialogo, il confronto.
Poca gente, a dire il vero, ma certo non si parlava di Mutu o dell’arrivo di Vargas.
E però ho sentito qualcosa di positivo e lo capivo dall’attenzione con cui da sotto il piccolo palco preferivano seguire i vari interventi piuttosto che Germania-Austria, in onda contemporaneamente.
C’erano soprattutto i due rappresentanti fiorentini più importanti degli arbitri, Tepsich e Petrioli, e da loro sono uscite le cose più interessanti.
Per una rivoluzione culturale, che eviti le degenerazioni genitoriali con annesse contestazioni verso arbitro, avversari, allenatore che non fa giocare il pargolo, serve gettare questi piccoli semi.
E se poi non si disperdono del tutto nel vento, tanto meglio.

La scelta di fare capitano Montolivo è molto suggestiva, non fosse altro per la tradizione del ruolo e della posizione.
E meno male che non avrà la maglia numero, 10 perché altrimenti sarebbe stato come giocare con uno splendido fantasma ad inseguirlo per tutta la stagione.
Il ragazzo si deve essere un po’ stufato a sentir dire che era troppo buono e così nei mesi scorsi ha tirato fuori una grinta che per ora è, come dire, un po’ introspettiva e che dalla prossima annata diventerà certamente più visibile anche esteriormente.
La nuova responsabilità lo aiuterà in questo, e quindi l’idea di Prandelli è ottima.
L’unico dispiacere è per Donadel, oltre che per Jorgensen e Dainelli, che però non sono meno certi del posto da titolare.
Ho sempre considerato Donadel molto più maturo dei suoi anni, fin da quando neanche ventiduenne è arrivato a Firenze.
Sarebbe stato un grande capitano, alla Dunga, tanto per capirci.

« Pagina precedentePagina successiva »