Io non la capisco proprio la strategia comunicativa di Corvino.
Hai deciso di non spendere il “tesoretto”?
Bene, anzi male, perché tutti noi vorremmo che la Fiorentina si rinforzasse e davvero è difficile pensare che non si possa prendere nel mondo qualcuno in mezzo alla difesa che non sia meglio del trio Dainelli/Natali/Kroldrup (in ordine di bravura).
Comunque tu hai deciso di rischiare e di presentare una squadra che ha diverse lacune?
Ok, sono decisioni aziendali, opinabili, ma pure da rispettare perché i quattro anni di Corvino/Prandelli sono stati davvero eccellenti e bisogna concedere credito alla coppia e alla società.
Ma perché dirlo oggi, alla vigilia della partita chiave della stagione?
I tifosi ora pensano più alle parole di Corvino che allo Sporting Lisbona e se passi il turno si godranno poco della futura Champions.
Se invece (tocchiamo ferro) vai fuori, viene fuori il finimondo.
Boh, io non capisco proprio e regalo pure un altro consiglio (non richiesto) a Pantaleo: basta con la storia dei quattro scudetti vinti.
Ha ragione, sono stati risultati straordinari, e lo abbiamo capito.
Ma qui a Firenze gli scudetti veri li abbiamo vinti due volte e in almeno altre sei occasioni siamo andati vicinissimi a conquistarli.
Continuare sul ritornello vuol dire conoscere poco lo spirito (polemico e terribile) dei fiorentini.

Non sto chiaramente parlando della Fiorentina a Bologna, ma di “Viola nel cuore”, una trasmissione che ho fortemente voluto e su cui ho lavorato parecchio negli ultimi mesi.
Senza Leonardo Vonci non l’avrei mai fatta, lui è l’unico che può seguire le tracce di Ciuffi (peraltro inimitabile) e dopo di lui siamo riusciti ad avere come ospiti fissi tifosi storici come Brazzini e Vuturo, oltre all’apporto continuo di Valter Tanturli.
La prima puntata è andata oltre le più rosee aspettative, perché se è vero che il programma “sfrutta” l’enorme traino del Pentasport, è altrettanto certo che l’orario della messa in onda è assolutamente televisivo.
Ed invece i “ragazzi” avrebbero potuto continuare per almeno un’altra ora, tra telefonate e sms.
Lunedì prossimo aspettatevi una sorpresa straordinaria, da non perdere assolutamente, ma non voglio dare neanche un indizio.
Ormai mi sento sempre più un allenatore che un giocatore e non a caso parlo pochissimo in radio, ma non vi potete neanche immaginare la soddisfazione che si prova a vedere realizzati i propri progetti.

Via ragazzi, non è mica male Lorenzo De Silvestri, e se davvero c’è qualcuno che avrebbe preferito Oddo, che ha 33 anni, beh allora io davvero non capisco.
De Silvestri è un ottimo investimento per il futuro, ma va bene pure subito, per migliorare quella fascia destra che sta funzionando proprio male.
Ci manca ancora il centrale in difesa e poi siamo a posto.
O quasi, perché io vorrei un segnale di speranza da Montolivo e/o Kuzmanovic, due che sul 16 mesi fa ci trascinavano ai quarti in Uefa con i gol all’Everton.
Possibile che siano peggiorati invece di migliorare?

Pareggio giusto, e già questo la dice lunga perchè penso proprio che il Bologna sia destinato a lottare fino al termine per non retrocedere.
La palla gira troppo lentamente, Montolivo non si capisce cosa abbia, Marchionni non regge evidentemente due partite in pochi giorni, Jovetic è ancora acerbo (imperdonabile l’errore sul gol di Osvaldo), Pasqual sembrava quello di due anni fa e Comotto per 60 minuti è stato imbarazzante.
Così non va, ma lo deve aver capito anche Andrea Della Valle, nerissimo a fine partita: la difesa va davvero rinforzata.
Se soffriamo contro Mingazzini, Vigiani e Bombardini, che succederà in Champions?
Non sono diventato improvvisamente disfattista, è che un calo così non me lo aspettavo proprio.
Magari è solo colpa del caldo e dell’agosto che costringe a forzare tutto, sarebbe bello fosse così, ma dubito.
La Fiorentina è sembrata una squadra stanca, in cerca di qualcosa che la potesse accendere.
E’ arrivato Mutu e ci ha salvato, ma dobbiamo andare avanti e cambiare qualcosa, molto in difesa.

Sarà perché lo considero molto importante, sarà perché sono e siamo un po’ prevenuti, ma a me lo stop di Zanetti che rischia di non esserci domani a Bologna preoccupa molto.
Magari è davvero solo un affaticamento muscolare (scusate, è una botta alla caviglia, anzi un problema al dito del piede) e forse sarebbe stato lo stesso a riposo per turn-over, ma insomma l’inizio non è dei più promettenti.
Speriamo che Zanetti possa essere disponibile almeno per una quarantina delle partite della stagione (sono molto fiducioso per l’Europa…), perché le speranze viola della stagione appena iniziata dipendono molto dalla sua presenza.

Adesso, dopo aver atteso mesi e mesi diversi giocatori, da Montolivo a Pazzini, per Mutu non si possono neanche aspettare quattro, cinque partite?
Ragazzi, ma siamo impazziti?
Qui non è che c’è da stabilire se lui sia in grado o meno di offrire certe prestazioni, perché chi sia Mutu lo sappiamo e qualcuno mi pare che abbia la memoria corta o faccia finta di non averla affatto la memoria.
Contate voi le partite in cui ha veramente giocato male negli ultimi tre anni e quelle invece in cui è stato decisivo e poi vedrete se il bilancio non è ampiamente positivo.
Dice: ma gioca male perché pensa alla multa da pagare.
Semmai si allenerebbe male (e qui chi meglio di Prandelli può saperlo e quindi decidere se schierarlo oppure no?), perché poco concentrato, ma davvero credete che dopo aver saltato Rui Patricio sia andato troppo largo per via dei 17 milioni da dare al Chelsea?

Primo tempo da sette, secondo da cinque e mezzo, la media è comunque più alta della sufficienza e quindi ancora una volta Prandelli (auguri Cesare!) ci ha guidato con i giri giusti al primo appuntamento che davvero contava.
Certo, è stato decisivo Frey, perché se loro segnano subito diventa un inferno, ma Frey ormai non è più una novità, così come le difficoltà della difesa.
Dopo cinque minuti ci siamo dimenticati del precampionato triste e abbiamo cominciato a giocare, bene, a tratti benissimo.
La palla girava che era una bellezza, specialmente con Marchionni, Zanetti e Vargas, peccato che mi sia completamente sbagliato su Mutu, si vede che le mie sensazioni erano più da tifoso che da giornalista.
Potevamo chiuderla lì e non l’abbiamo fatto, così è venuta fuori una partita simile a Lione, con qualche differenza sostanziale: l’arbitro ci ha voluto piuttosto bene (mancaa espulsione diretta di Gamberini e niente secondo giallo a Dainelli), Vukcevic è un matto e Gilardino il fenomeno lo ha fatto alla fine invece che nel primo tempo.
Però abbiamo sofferto, un po’ troppo per avere un uomo in più, ma l’abbiamo sfangata e l’inizio della stagione è stato ancora una volta positivo, alla faccia di tutti i gufi e uccellacci del malaugurio che da due mesi volteggiano sopra la Fiorentina.
Conclusione in chiave personale perché ieri ho fatto per la prima volta le pagelle per il Corriere Fiorentino.
Prima considerazione intrisa di malcelato orgoglio: mi porto sempre dentro i sei anni (ah, la gavetta!) in cui ho scritto per Il Tirreno centinaia di piccoli articoli a cui sono molto affezionato e dedicati al basket, pallavolo, rugby e baseball (ancora però non ho capito come funzioni…), sognando invano sempre di poter almeno una volta bella vita pubblicare venti righe sulla Fiorentina.
Beh, trentadue anni dopo sono contento, molto contento di cosa ho combinato negli ultimi tre decenni senza avere uno straccio di raccomandazione e rifiutando qualsiasi accostamento alla politica intesa come aiuto e non diritto-dovere civico, e almeno qui tra di noi lo voglio dire.
La seconda considerazione è di carattere tecnico.
Le pagelle in notturna sono una bellissima corsa sfiancante contro il tempo, anche perché le mie di ieri sera erano vergini, cioè scritte in presa diretta al novantesimo e non preparate per ovvi motivi durante la gara, come succede sempre in questi casi.
Magari alla fine risultano, spero, più “fresche”, ma vi assicuro che prosciugano e che a mezzanotte, pur facendo il giornalista, si è orgogliosamente stanchi.

Come eravamo diversi nel 1997 e che tensioni (vincenti) aveva quella Fiorentina.
E’ cambiato proprio tutto, basta pensare che oggi Batistuta, che all’epoca si oppose alla fine del silenzio stampa, viene a Firenze e parla amabilmente con tutti, mentre Rui, che a Lisbona avrebbe pagato di tasca sua per aver diritto di parola dopo la vittoria col Benfica, ieri ha dribblato anche un po’ scortesemente Russo che voleva fargli una domanda sulla sfida di domani.
Ma che gli sarà successo a Rui negli ultimi tre, quattro anni?
Boh, non si sente e non si vede, non risponde al telefono…
Comunque sia, torno a Lisbona e credo che di quella spedizione del 1997 siano rimasti solo Rialti e Calamai, fra i pochi più vecchi di me.
E’ cambiata la Fiorentina, tutto è diventato molto più serio, ma pure un po’ noioso, con quelle conferenze stampa asettiche.
Non sono cambiati (per fortuna, sotto molti punti di vista) i tifosi: contestavano nel 1997 Ranieri, che stava portando la squadra in semifinale in Coppa delle Coppe, sono arrabbiati (una parte) oggi che tutto deve ancora cominciare e dopo quattro qualificazioni Champions consecutive.
Sono (siamo) molto esigenti e non è che gli ultimi ottanta giorni siano stati entusiasmanti.
Domani però si gioca, andiamo all’appuntamento un po’ al buio perché nessuno ha capito davvero chi è più forte sulla carta tra la Fiorentina e lo Sporting.
Io punto forte su Mutu, sarò banale, ma credo che possa essere decisivo.
P.S. Arrivato ora a Lisbona, mi segnalano che Rui ha rilasciato una gran bella intervista a Sara Meini, fondatrice del suo viola club 11 anni fa, per il sito firenze viola diretto da Tommaso Loreto.
Bene, perché è sempre piacevole sentire parlare Rui, resta il fatto che ieri a Lisbona aveva promesso una cosa e poi non l’ha mantenuta, cosa mai successa in tutti gli anni di permanenza a Firenze.
Tutto qui.

Sta un po’ succedendo quello che temevo sarebbe successo.
Passata l’onda emotiva di quell’evento bellissimo e terribile dell’otto ottobre scorso, da un po’ di tempo ci staimo tutti dimenticando di Stefano Borgonovo.
Io per primo a livello mediatico, perché se è vero che privatamente ho dei contatti, è altrettanto certo che non sto dando alla sua battaglia nel Pentasport quella visibilità che vorrei e che in qualche modo avevo promesso.
Ed invece Stefano ha bisogno che l’amore della “sua” gente ci sia sempre, ha bisogno di sentirsi vivo.
Mi piacerebbe che la Gazzetta dello Sport riprisitinasse la sua rubrica soppressa dopo pochi articoli e che noi tutti facessimo qualcosa per non stare con le mani in mano a vedere i danni che combina la “stronza”.
Intanto, in questa domenica di pieno agosto, nel pieno della nostra fortunata condizione di uomini e donne “normali” potremmo andare a dare un’occhiara al sito della Fondazione (www.fondazionestefanoborgonovo.it) e vedere come si fa per dare un contributo tangibile.

Apprezzabile l’onestà con cui Corvino ci ha raccontato definitivamente che è inutile illuderci, che la difesa resterà quella e che c’è pure un problema di ingaggi da ridurre.
Non ci sarà nessun happy end in questa campagna acquisti, non arriveranno soldi extra budget e ci si arrangerà con quello che c’è.
Detto questo, rimane il problema di fondo: ma è possibile che non ci sia stato modo di pensarci prima?
A meno che non si voglia credere davvero che la cessione di Melo sia stata decisa in quattro giorni (e io, sia chiaro, era uno che si sbagliava sull’argomento), si sapeva fin da giugno che un piccolo “tesoretto” da spendere c’era.
E ci si riduce ora a cercare affannosamente “qualcuno che sia più forte di quelli che abbiamo già”?
Dovevamo rinforzare la difesa, che, parole di Corvino era ed è da sei meno, e nella media ci mettiamo pure Frey, che da solo vale almeno sette e mezzo.
Invece di puntare decisamente in alto, prendiamo Natali, che non mi pare così straordinariamente superiore a Dainelli, e ci teniamo Kroldrup, di cui tutti ora si sono dimenticati, ma che sarebbe un altro difensore centrale viola.
Ci sono logiche che non capisco, ma forse è colpa mia.
Intanto però chiediamo a Gamberini, che non a caso ha perso la Nazionale, di tornare ad essere un po’ più del giocatore normale degli ultimi sei mesi.
Se invece di contribuire a far migliorare il suo compagno di reparto, abbassa lui il rendimento, beh allora siamo a posto…

« Pagina precedentePagina successiva »