Non esiste una sola squadra di club che possa intrigare Prandelli.
Non è una questione di soldi: Cesare avrebbe potuto guadagnare quasi il doppio, se solo si fosse messo all’asta in Italia.
All’estero meno, anche se il Bayern, su indicazione di Toni, ci ha davvero pensato nell’estate scorsa.
Prandelli è ancora innamorato di Firenze, anzi la ama sempre di più, che è diverso, perché si tratta di un sentimento più profondo:questa è ormai la sua città.
L’unica tentazione si chiama Nazionale e in federazione ci stanno pensando molto seriamente a chiamarlo dopo Lippi.
Entreremmo a quel punto in una situazione imbarazzante: come si fa a dire di no alla panchina che qualsiasi tecnico sogna quando comincia a dirigere i ragazzini?
Non ho nessuna idea di quello che potrebbe fare Cesare, se davvero la telefonata arrivasse, posso solo provare a elencare i punti a favore e quelli contro.
Potrebbe allenare i più bravi in Italia, sarebbe il coronamento di venti anni di attività, continuerebbe a vivere a Firenze e…avrebbe il centro sportivo (a Coverciano).
Dall’altra parte c’è l’impossibilità di svolgere quel lavoro quotidiano che ci ha regalato i risultati degli ultimi quattro anni e il doversi distaccare da un ambiente che è il “suo” ambiente, dove lui ormai è un re.
Ragazzi, date retta, tifiamo per la Nazionale e auguriamo lunga vita a Marcello Lippi.