Provo a spiegare la mia posizione sul gemellaggio con i tifosi del Liverpool, peralttro già espressa stasera nel Pentasport, anche se non sono affatto certo di riuscirci.
Partiamo dal presupposto che martedì 29 settembre io vorrei un’accoglienza calda e degna di Firenze, e che l’idea dell’accoppiata spaghetti più Beatles mi sembra ottima.
Dunque rapporti ottimi e poi grande fascino quando andremo in uno stadio che è l’anima del calcio, ma il gemellaggio secondo me no, e vi spiego i due principali motivi che mi portano a tale conclusiome.
Il primo è che mi sembra una cosa un po’ rimediata all’ultimo momento, una specie di last minute del tifo, perché, al contrario di quanto accaduto ad esempio con lo Sporting Lisbona, non esiste una storia passata di comunanza e fare ora il gemellaggio a me pare una conseguenza un po’ meccanica del sorteggio, altrimenti chi ci avrebbe pensato?
Il secondo, ed è il più importante, è che credo che su certe cose non ci si possa passare sopra.
Provo a spiegarmi ancora meglio perché tutti capiscano: io non penso affatto che l’idea del gemellaggio col Liverpool nasca dall’antijuventinità (e quindi dall’Hysel, tanto per essere più chiari)perchè gli inglesi piacciono a tutti da sempre e molti tifosi viola hanno esultato nel 1984 quando la Roma perse la Coppa dei Campioni e nel 2005 quando il Milan si suicidò in finale.
Solo che c’è stata una data che ha rappresentato il punto più nero della storia italiana del calcio.
Ci saranno pure state le provocazioni dei bianconeri, come ho sentito dire stasera nel Pentasport, ma ventiquattro anni fa 39 nostri connazionali sono morti per la furia distruttrice dei tifosi del Liverpool.
Io credo che per rispetto a loro e alle loro famiglie nessuna squadra italiana possa pensare per molto tempo ancora di gemellarsi con i reds, pur ammirandone incondizionatamente il calore con cui seguono la propria squadra.
E’ chiaro che se volessi vivere senza problemi queste cose avrei fatto meglio a non dirle e a non scriverle.
E a quelli che mi chiedono (ed è già successo) chi me lo ha fatto fare di tirare fuori questa storia, io rispondo semplicemente che se una cosa la penso non vedo perché non dovrei dirla.
Per convenienza? Per paura di rischiare di non essere d’accordo con la parte più calda del tifo?
Ragazzi, qui ognuno la pensa come gli pare e non è affatto detto che io abbia ragione, a me poi piace coltivare l’arte del dubbio, non mi nutro di verità assolute.
Mi auguro che accada la stessa cosa anche a chi non la pensa come me.

Ma è possibile che ci tocchi vivere in un Paese che non conosce mai il senso della misura?
Per noi bambini degli anni sessanta e settanta Mike Bongiorno era “la televisione” e ricordo ancora quei giovedì sera ad aspettare Rischiatutto come oggi si attenderebbe una finale di Champions.
C’era solo quello e anche a riguardarlo oggi mi pare un programma straordinario nella sua semplicità.
Dunque Mike Bongiorno (che tra l’altro ha diviso con i miei nonni e mia mamma un periodo di prigionia a San Vittore, in attesa di essere deportati in Germania) era un eccezionale professionista, una persona che guardavi sempre volentieri, oltretutto dotato di un’invidiabile vitalità, anche a più di ottanta anni.
In più, da ragazzo era stato una staffetta partigiana, motivo che lo aveva appunto portato in carcere.
Ma da qui a pensare a dei funerali di Stato, come pare stia accadendo in queste ore, ce ne corre.
Tutto questo fervore perché in Mike c’era l’amarezza di non essere diventato senatore a vita, altro fatto che sinceramente mi avrebbe lasciato piuttosto perplesso.
Si potrebbe fare una lista infinita di uomini e donne (soprattutto donne, le più dimenticate) che hanno servito veramente lo Stato, che sono morti perché noi potessimo stare un po’ meglio e che sono stati completamente ignorati.
Nella vita e pure nella morte, anzi a volte addirittura oltraggiati nel tentativo di infangare la loro memoria.

Da quando Adrian Mutu è a Firenze avrò incontrato non so quante persone che hanno sparlato di lui, del suo carattere e del suo comportamento fuori dal campo.
Poiché nei giudizi mi sono sempre basato sull’esperienza diretta, ho sempre trovato fuori luogo quelle uscite, anche se due aspetti fondamentali del rapporto con lui vanno sottolineati.
Il primo è che le mie frequentazioni sono sempre state molto defilate e legate unicamente ad incontri professionali.
Il secondo è che credo (temo…) di essere diventato uno dei giornalisti più “anziani” professionalmente in circolazione, ed allora un minimo di rispetto in questi casi forse è dovuto.
Comunque sia, ho sempre trovato Adrian Mutu una persona molto cortese, e per quanto riguarda l’atteggiamento in campo ne ho sempre apprezzato, oltre alla classe pura, una certa generosità di fondo che lo porta, sia pure nei limiti dell’egoismo tipico dell’attaccante, a non nascondersi mai anche quando non è giornata.
Oggi Mutu è un uomo in difficoltà e la sua ultima proposta al Chelsea ne è una chiara dimostrazione.
Le possibilità che gli inglesi accettino di non avere i soldi della multa sono le stesse che abbiamo noi di vincere lo scudetto, eppure Adrian ci ha voluto provare lo stesso, dopo il cambio di procuratore e l’improvvida (per i tempi) ed ingenua uscita pre Palermo che era poi un grido di allarme.
Temo che sia tutto un abbaiare alla luna e che qui, se non intervengono i poteri forti del calcio, magari sollecitati dalla nostra Federazione, il cerchio si stia stringendo inesorabilmente.
In qualche modo però dobbiamo stare vicini a Mutu, anche se non certo economicamente, come propose via radio un improvvisato e bizzarro conduttore (che mi dicono esserci ancora) non più tardi di quaranta giorni fa.

E’ eccezionale il carisma di Cesare Prandelli, la sua presa sui tifosi viola.
Prandelli non ha urlato, non è partito lancia in resta contro questo (giornalisti) o quello (i suoi dirigenti).
Prandelli ha semplicemente detto quello che pensa in una bellissima intervista ad Andrea Di Caro, con una chiarezza esemplare che è in linea con la cifra della persona.
Non ha affatto sposato entusiasticamente la campagna acquisti di Corvino, come invece era stato detto, ma ha realisticamente preso atto dei problemi che hanno portato alla costruzione di una Fiorentina che è certamente lontana da quella che lui immaginava tre mesi fa.
Sul suo futuro è stato possibilista: vedremo quello che succede, ha detto, e nessuno, ribadisco nessuno, ha preso quelle parole come se fossero una minaccia.
E’ stato ancora una volta seriamente aziendalista, senza per questo rinunciare alle sue convinzioni o perdere un grammo della schiettezza che lo ha portato ad avere un rapporto unico con Firenze.
Ha infine ricordato a tutti che ancora una volta si può tentare, che bisogna provarci a fare una stagione al limite delle nostre possibilità.
Detto così sembra facile ed invece bisogna avere due attributi così per riuscire nell’impresa.

E’ chiaro che qualcuno ha sbagliato a non comunicare in Lega la possibilità che, con l’anticipo eventuale causa Champions, la Fiorentina sarebbe potuta entrare in rotta di collisione con Italia-Sudafrica di rugby.
Ma poichè non si vive di calcio e siccome i due eventi (Fiorentina-Parma ed una gara di spessore mondiale) non sono minimamente paragonabili tra loro, cerchiamo di non renderci ridicoli e spostiamo a dicembre la gara dei viola.
Se invece fosse la palla ovale a trasferirsi a Padova o a Roma, credetemi, sarebbe una grave sconfitta per tutti, anche per noi che amiamo moltissimo il pallone di cuoio.

Al Milan è successo che in cinquantamila a gennaio chiedano a Kaka di rimanere, che Maldini (Maldini!!) debba chiudere una carriera unica tra i fischi dei suoi ultras, che Kaka venga quindi venduto lo stesso a giugno, con relativa contestazione, e che i soldi finiscano in cassa.
Poi il Milan viene umiliato e asfaltato nel derby, ma i tifosi della ex fossa dei leoni diventano imrovvisamente delle mammolette ed invitano tutti a “stare con Berlusconi”.
Ora, premesso che contestare la più straordinaria dirigenza mai vista nel dopoguerra del calcio italiano (oh yes, molto meglio dell’Inter di Moratti, durato cinque anni, e della Juve di Boniperti, che spesso gli scudetti li vinceva si sa come, mentre il Milan ha sempre abbinato i successi al gioco) è da folli oltre che da ingrati, non appare un po’ strano il cambiamento di rotta?
Repubblica ieri ci ha fatto un grande articolo, dove si parla di cinquemila biglietti omaggio dati alla curva e di un film girato da uno dei due capi del tifo rossonero, inquisito e considerato come l’altro un delinquente dalle forze dell’ordine.
Ve lo immaginate uno scenario del genere a Firenze, dove i capi tifosi sono accusati da alcuni di essere al soldo della società solo perché non abbastanza duri verso i Della Valle?
Ce lo vedete un Sartoni o un Brazzini a fare gli attori nella parte di se stessi in un film di Panariello?
Facciamole ogni tanto queste riflessioni, perché ci aiutano a passare meglio la giornata.

Quando parlo di Vittorio Feltri ho sempre, per dirla con una celebre battuta, dei pensieri che non condivido.
Ho scambiato con lui qualche volta delle battute sul calcio e aveva una gentilezza da altri tempi, l’ho visto di discutere di Gaber a Viareggio ed era affascinante, scrive divinamente, fa alzare le tirature di tutti i quotidiani che dirige, ma è indubbiamente, giornalisticamente parlando, una canaglia.
Geniale, arguto, ma canaglia.
Sull’affaire Boffo io sinceramente ho perso il filo, cioè non ho capito alla fine se l’ormai ex direttore dell’Avvenire era stato condannato per le molestie verso la fidanzata di un suo presunto compagno oppure no.
Fatto sta che si è dimesso, al terzo tentativo, e certamente ora diventerà un nuovo martire italiano, perché è proprio nel nostro DNA non avere vie di mezzo e non prendere mai oggettivamente i fatti o giudicare le persone per quello che sono, senza estremizzare.
E a proposito di dimissioni, visto anche che si parla della parte politica a cui da trent’anni faccio arrivare più o meno convinto il mio voto, sto ancora aspettando che l’ex giudice De Magistris si dimetta dalla magistratura come aveva giurato e spergiurato di fare quando si presentò candidato alle elezioni europee.
Non vorrei che facesse come Franceschini, che aveva giurato e spergiurato che il suo incarico sarebbe stato a tempo, che avrebbe sostituito Veltroni solo per il tempo necessario a preparare un nuovo congresso e che mai e poi mai si sarebbe candidato come segretario del Partito Democratico.
Infatti…

I VIZI D’ORIGINE DEL RAPPORTO TRA I DELLA VALLE E LA FIORENTINA: I DELLA VALLE PENSANO DI AVER FATTO UN GRANDE FAVORE A FIRENZE NEL PRENDERE LA FIORENTINA, NON SO QUANTO ABBIANO SPESO, CERTAMENTE TANTO, ANCHE SE I 170 MILIONI SPARATI OGGI DA CORVINO MI SEMBRANO DAVVERO TROPPI, MA CERTAMENTE HANNO TAPPATO BUCHI ENORMI PER SEI ANNI E LO HANNO FATTO IN UN’OTTICA DI POTENZIAMENTO DI QUALCOSA CHE E’ DI LORO PROPRIETA’

I TIFOSI VIOLA PRETENDONO CHE I DELLA VALLE SIANO AL LORO SERVIZIO SEMPRE E COMUNQUE E NON ACCETTANO CHE NON PAGHINO QUELLA CHE NELLA TESTA DI MOLTI E’ SCIAGURATAMENTE UNA CAMBIALE DA ONORARE.
PERCHE’ I DELLA VALLE NON SONO ORIGINARIAMENTE TIFOSI VIOLA, PERCHE’ HANNO RILEVATO LA FIORENTINA A ZERO EURO, PERCHE’ NON SONO PASSIONALI E QUINDI, PER LAVARE QUESTA LORO COLPA, DOVREBBERO SPENDERE, SPENDERE, SPENDERE

MA I DELLA VALLE CON I LORO SOLDI FANNO QUELLO CHE VOGLIONO ED E’ GIUSTO OGGETTIVAMENTE CHE SIA COSI’, ANCHE SE DA TIFOSO VIOLA VORREI OVVIAMENTE AVERE UN PRESIDENTE DISSENNATO COME MORATTI

I DELLA VALLE SONO QUINDI PERSONE ESTREMAMENTE SERIE, CHE MOLTO HANNO DATO E MOLTO HANNO PRESO A FIRENZE, PERCHE’ NELL’ASCESA DALLA C2 ALLA A HANNO AVUTO UNA CITTA’ DIETRO DI LORO E AL LORO FIANCO

NON ESISTE AL MONDO UNA SOLUZIONE MIGLIORE DEI DELLA VALLE PER LA FIORENTINA E QUESTO VA SOTTOLINEATO, ANZI URLATO, MA A ME NON PIACE ASSOLUTAMENTE QUELLO CHE HA DETTO CORVINO A PROPOSITO DELL’AMAREZZA DEI DELLA VALLE: E’ UN AVVERTIMENTO? E PER COSA? E PERCHE’ CORVINO, CHE E’ “SOLO” IL DIRETTORE SPORTIVO DICE QUESTE COSE?

ASPETTO TECNICO.
QUI IL DISCORSO E’ MOLTO SEMPLICE: LA FIORENTINA OGGI E’ OGGETTIVAMENTE PIU’ DEBOLE DI QUELLA DI DODICI MESI FA E SFIDO CHIUNQUE A DIMOSTRARE IL CONTRARIO, A MENO CHE NON SI PENSI CHE CASTILLO SIA MEGLIO DI PAZZINI COME VICE GILARDINO, CHE DONADEL O ZANETTI SIANO NEL CORSO DI UNA STAGIONE PIU’ FORTI DI FELIPE MELO E CHE JORGENSEN, CHE SECONDO PRANDELLI, E SONO PAROLE DI CORVINO, HA UN FUTURO A 34 ANNI E MEZZO DA CENTROCAMPISTA SIA MEGLIO DI KUZMANOVIC.
PROBABILMENTE SIAMO MIGLIORATI SOLO SULLA FASCIA DESTRA, CON MARCHIONNI AL POSTO DI SEMIOLI

C’ERANO DELLE PREMESSE PRECISE: NESSUN EURO DA INVESTIRE -ARRIVARE IN RITIRO CON UNA SQUADRA GIA’ FATTA – NEL MERCATO DI GENNAIO SI COMPRA MALE – INVESTIRE I SOLDI PRESI DA MELO. MA ERA SOTTINTESO CHE VENISSERO REINVESTITI ANCHE GLI ALTRI INTROITI, ALMENO IO AVEVO CAPITO COSI’.

I FATTI DICONO CHE AL MOMENTO DEL RITIRO LA SQUADRA NON ERA PRONTA, CHE NEL GENNAIO DEL 2010, COSI’ COME NEL GENNAIO DEL 2009 E DEL 2011 SI CONTINUERA’ A COMPRARE MALE E SUI SOLDI INCASSATI DA REINVESTIRE OGGI CORVINO, CHE LO RIBADISCO E’ UN OTTIMO DIRETTORE SPORTIVO ED UN PESSIMO COMUNICATORE, HA CONTRIBUITO AD AUMENTARE LA CONFUSIONE PERCHE’ NON SI E’ ASSOLUTAMENTE CAPITO SE QUANTO INCASSATO DA SEMIOLI E KUZMANOVIC VERRA’ POI UTILIZZATO PER RINFORZARE LA SQUADRA.

SU QUESTO PUNTO URGE AL PIU’ PRESTO FARE CHIAREZZA, PERCHE’ PUO’ ANDARE BENE TUTTO, ANCHE CHE LE PLUSVALENZE DELLA CAMPAGNA ACQUISTI 2009/10 SERVANO PER DIMINUIRE L’ESPOSIZIONE DAVVERO ALTA DEI DELLA VALLE DEGLI ANNI PRECEDENTI, OPPURE CHE VENGANO TENUTI DA PARTE PER RINFORZARE IL SETTORE GIOVANILE O LA FUTURA CITTADELLA VIOLA, MA BISOGNA DIRLO CHIARAMENTE E SUBITO

COMUNQUE CORVINO HA DETTO CHE I DELLA VALLE GLI AVEVANO DATO IL VIA LIBERA PER SPENDERE I SOLDI INCASSATI, PERO’ NON SI SA APPUNTO, SE SONO TUTTI O SOLO QUELLI DI MELO, E CHE LUI, NON TROVANDO OCCASIONI GIUSTE HA PREFERITO ASPETTARE.
BENE, NE PRENDIAMO ATTO, AGGIUNGENDO CHE PANTALEO SI ASSUME UN GRANDE RISCHIO, PERCHE’ A GENNAIO, MESE NEL RICORDO QUALE CORVINO CI HA SEMPRE DETTO CHE SI COMPRA MALE, NON SAPPIAMO COME CI ARRIVIAMO, IN CHAMPIONS E IN CAMPIONATO.

E COMUNQUE VORREI CHE TUTTA LA SODDISFAZIONE DI PRANDELLI RACCONTATA OGGI DA CORVINO VENISSE CERTIFICATA DALLO STESSO TECNICO

ORA PERO’ BASTA CON QUESTO CLIMA AVVELENATO!

IL MERCATO E’ FINITO E LASCIA TUTTI SFINITI, CI SONO PERSONE TALMENTE ARRABBIATE CHE, VE LO GIURO, SPERANO CHE LE COSE VADANO MALE PER POTER URLARE CHE L’AVEVANO DETTO CHE I DELLA VALLE HANNO IL BRACCINO, CHE CORVINO E’ UN INCOPETENTE PER NON DIRE DI PEGGIO

ALLO STESSO TEMPO VOGLIO RICORDARE A CORVINO CHE LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI GIORNALISTI NON SI SVEGLIA LA MATTINA CON L’IDEA DI DANNEGGIARE LA FIORENTINA,.
IO ALMENO NON NE CONOSCO NEANCHE UNO, MA PUO’ DARSI CHE NON SIA BRAVO AD INVESTIGARE, VORREI RICORDARE A CORVINO CHE SE PENSA CHE CI SIA MALAFEDE DA PARTE DI QUALCUNO CHE STA NEI GIORNALI, NELLE RADIO, NELLE TELEVISIONI O NEI SITI INTERNET, QUESTA MALAFEDE VA DIMOSTRATA, ALTRIMENTI ANCHE QUESTE ILLAZIONI CONTRIBUISCONO A RENDERE IL CLIMA AVVELENATO, DIREI INSOPPORTABILE

CONSIGLIO A TUTTI DI CHIUDERE MENTALMENTE COL MERCATO E SUGGERISCO PURE UNA SANA SEDUTA DI AUTOCOSCIENZA PER IL BENE DELLA FIORENTINA, RICORDANDOCI CHE SIAMO TUTTI DI PASSAGGIO NELLA STORIA DELLA FIORENTINA NEGLI ULTIMI 83 ANNI SONO PASSATI IN TANTI. LA FIORENTINA E’ SOPRAVVISSUTA A TUTTO, FIGURIAMOCI QUINDI SE NON SI POTRA’ FARE A MENO DEI CRITICONI, DI NOI GIORNALISTI E PERFINO DI CORVINO

Spero oggi in una conferenza stampa di Corvino puntuale e puntuta, ma senza acredine.
Come sempre non ci sarò, per il semplice motivo che negli orari in cui Pantaleo convoca questi appuntamenti, io lavoro e non vedo perché dovrei rivoluzionare i miei impegni e la mia giornata per porre una/due domande al nostro DS.
Se invece avessi un’intervista da solo, cancellerei ogni altra cosa e andrei certamente.
E poi comunque ci sono i giornalisti di Radio Blu che sanno cosa chiedere, senza però andare in trincea e senza ingaggiare deleteri corpo a corpo.
Perché qui sembra che si sia perso il senso della misura e delle cose, la situazione si sta pericolosamente incattivendo in un crescendo di incomunicabilità.
Ci scordiamo tutti, da Corvino ai giornalisti, dai dirigenti ai tifosi, che di Fiorentina ce n’è una sola e che noi siamo solo dei frammenti di qualcosa che c’è stato e ci sarà anche dopo il nostro modesto “transito terrestre”.
Ed invece eccoci lì, chi più chi meno, a cercare di difendere il proprio orticello (o giardino, perché esistono anche personaggi con l’io talmente ipertrofico da non riuscire a contenersi), eccoci lì ad accumulare risentimento, ad avercela con questo e con quello.
Niente risse oggi, please.
Cerchiamo di non farci riconoscere e chiudiamo (finalmente!) per quattro mesi il discorso sul mercato.

Chiuso un mercato da sfinimento per la lunghezza e per le speranze disattese, ora è arrivato il momento di voltare pagina.
Se seguiamo con passione la Fiorentina, la prendiamo così com’è, perché tanto fino a gennaio non possiamo cambiare niente e quindi è inutile perdersi con i rimpianti e le arrabbiature per quello che non è stato.
Noto purtroppo in giro invece una certa voglia di giustizia sommaria, che applicata al nostro caso vuol dire avere masochisticamente la speranza che le cosa vadano male per poter affermare “di averlo detto”, per prendersela con Della Valle e/o Corvino.
Ma questa gente ama davvero la Fiorentina? Ne dubito fortemente.
Personalmente cercherò di non parlare e non pensare più agli acquisti (per le cessioni mi pare si sia già dato…) per i prossimi quattro mesi, sperando che Corvino a gennaio mi chiami dicendomi che ho sbagliato e mi rinfacci beffardo l’insufficienza data nell’ultimo post.

P.S. Oggi primo settembre il Pentasport compie trent’anni esatti.
Se mi guardo dentro, scopro che non sono mica cambiato troppo (anzi, quasi per niente nei concetti guida della vita) da quel 1979 quando, appena diplomato, cominciai a trasmettere a Radio Blu per la prima volta pagato, dopo tre anni di vagabondaggio gratis in altre emittenti che oggi, e da tempo, non ci sono più.
Io e Radio Blu ci siamo dati veramente tutto in questi tre decenni e, purtroppo per alcuni, non ho ancora nessuna voglia di smettere.
Grazie a tutti: a chi mi ha fatto iniziare e a chi mi segue, anche contestandomi, con affetto da tanto tempo.

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