Pare che non riuscendo a chiudere per Donadel il Milan stia puntando adesso a tutta forza su Blasi, uno che che se Corvino riportasse a Firenze verrebbe preso con qualche buon motivo a pernacchie.
Per noi era peggio di Pazienza e raramente dai tempi di Salvatori si era visto un centrocampista così grezzo tecnicamente.
Stiamo parlando del Milan, la “squadra con più titoli al mondo”, di proprietà dell’uomo più ricco d’Italia, un signore pure discretamente inserito nella vita di questo Paese…
Non è che noi si debba fare salti di gioia per quello che passa il convento Della Valle, ma insomma se fossimo un po’ più attenti alle realtà che ci circondano forse eviteremmo di farci troppo sangue amaro.
Intanto sono tornati i nazionali e non arrivano offerte importanti per Vargas e Frey…

Leggo con piacere dall’informatissimo Rialti che Andrea Della Valle sta per arrivare a Cortina: era l’ora!
Ma io spero che a questo punto si vada un po’ più in là e che cioè, alla scadenza del decimo mese di assenza, lui torni finalmente ad essere il presidente della Fiorentina.
In molti, presupponendo erroneamente che i giornalisti sappiano cose che non possono dire, mi hanno chiesto più volte: “perché ha lasciato?”.
Non lo so e non l’ho capito, nonostante gli sforzi e le ricerche effettuate sull’argomento.
Trovo che questa assenza sia stata un danno per la Fiorentina, in tutti i sensi.
Abbiamo bisogno di poche cose, ma precise: un presidente, un allenatore e un direttore sportivo.
Più Diego, che alla fine è un grande valore aggiunto, da giocarci nei momenti più delicati.
Da quanto tempo Andrea Della Valle non mette piede a Firenze?
A memoria mi pare da più di due mesi, da quando dialogò per oltre trenta minuti con i ragazzi di “Viola nel cuore” (a proposito, tutto confermato e con gli stessi orari: squadra che sbaraglia il campo non si cambia…).
Non è un problema solo dei giornalisti a cui manca una sponda con cui parlare, qui si tratta di riconoscere tutti un leader, che c’è, ma non appare, circostanza abbastanza anomala in un mondo come quello del calcio che si basa soprattutto sull’immagine.
Attendo e, credo, attendiamo tutti fiduciosi.

Ammetto di essermi posto il problema: ma Mihajlovic non è che stia un po’ esagerando con le sue dichiarzioni, che sono manna per noi giornalisti perché regalano ogni giorno un titolo?
Ha detto più cose lui nelle priem due settimane in viola che Prandelli in un anno, però poi mi sono anche dato la risposta (sì, lo so è molto marzulliana come situazione…): no, è giusto così.
Questo ambiente cloroformizzato dagli ultimi quattro mesi davvero tristi aveva bisogno di una brusca sterzata, di uno scossone che ci facesse tornare a parlare di calcio, che mettesse sangue fresco nelle vene.
Qualsiasi altro tecnico, compreso Allegri che era il mio preferito, avrebbe certamente portato a paragoni con Prandelli, paragoni che sarebbero stati imbarazzanti e perdenti per il nuovo arrivato.
Mihajlovic no, Mihajlovic è spiazzante per tutti, forse perfino per i Della Valle, che dovrebbero smettere di stare sdegnosamente sull’aventino e tuffarsi invece nelle nostre umane e sudate vicende di calcio, perché qui un presidente manca moltissimo.

A calcio puoi imparare, o tentare di imparare, molte cose, ma una non te la insegna proprio nessuno: a segnare, ad essere lì al momento giusto nel posto giusto.
Noi abbiamo due giocatori che sono stati baciati da questa qualità: Mutu e Gilardino.
Gli altri, senza offesa, sono un’altra cosa: magari ci provano, magari miglioreranno come fece Massaro nel corso della carriera, ma quel dono lì ce l’hanno solo loro, in attesa di vedere i ragazzi che devono crescere.
Mutu ce lo siamo giocati, anzi si è “dissipato” da solo nel modo che tutti sappiamo, ci rimane Gilardino.
Chi pensa si possa fare a meno di lui, non ha ben chiare le regole elementari del gioco del calcio.
Oppure si può anche rinunciare a Gilardino, basta prenderne uno che lo vale, non una scommessa, perché in quel ruolo non ci possiamo permettere azzardi.
Milito? Pazzini? (forse) Quagliarella? E quanto costano? Non certo Cavani, non Borriello, figuriamoci Acquafresca.
Quindi, se Gila torna col mal di pancia, cercheremo di farglielo passare con le buone (i tifosi) o con le cattive (Mihajlovic), ma da qui davvero non si muove.

Grande Corvino ieri sera al Pentasport, con un motivetto che diventerà un tormentone: “a criticare, andate a criticare…”.
L’occasione era ghiotta: i giornalisti sportivi che sfidano lo staff tecnico viola e che oltre a prendere la solita caterva di gol si perdono a metà strada tra i sogni fanciulleschi (chi non ha mai volato con la fantasia pensando di diventare un calciatore di serie A?) e le deriva fisica-professionale, perché molti poi si prendono sul serio e discutono pure su quel pallone ribattuto sulla linea…
Personalmente sono diventato più saggio solo da pochi anni, perché anch’io che ho giocato al Franchi più di Rocchigiani, e due volte a stadio esaurito, ho fracassato a lungo le scatole di chi mi stava intorno raccontando di quel tiro che Francesco Baccini, portiere della Nazionale cantanti, mi deviò non si sa neanche come, dopo azione (per me) irresistibile.
Oppure del gol segnato quella volta che Antognoni mi ha messo solo davanti alla porta e poi io ho scartato addirittura il portiere.
Piccole imbecillità di chi ha giocato in seconda categoria a 18 anni (età perfetta per smettere a quel livello e dire: “eh, ma se avessi continuato…”) e che se avesse speso tutta la propria vita per la fulgida carriera da calciatore sarebbe diventato al massimo una riserva/pippa in C2, lento com’ero e con poca voglia di allenarmi.
Dopo aver confessato le mie colpe e della categoria di eterni bambini che sono in questo caso i giornalisti, chiedo la clemenza della corte perché la presa in giro di Corvino è più che meritata nello specifico, ma merita un approfondimento.
Per una corretta analisi bisognerebbe infatti mettere per esempio un cuffia in testa a Pantaleo e spedirlo con un microfono a fare la radiocronaca.
Oppure invitare Montolivo a raccontare sul giornale la partita, Gilardino a scrivere le interviste post gara e Frey a vergare l’articolo di fondo.
Se poi sono più bravi anche lì, allora mi arrendo definitivamente.

Ragazzi, qui stiamo battendo i minimi storici e se continua così finisce che ci saranno meno abbonati di quando eravamo in C2.
Ognuno ha i suoi perchè, il mio è che gli ultimi sei mesi ci hanno letteralmente sfibrato e rotto sommamente le scatole e oggi puoi pure avere un Mhajlovic trascinante e trascinatore, ma la sensazione è ancora quella di maggio.
Perché poi per adesso la Fiorentina ha solo comprato e ditemi voi se è meglio D’Agostino o Yepes, Insua o Patasthatopulos.
Eppure pare che si sia a poco più che cinquemila ed il rischio di vedere lo stadio mezzo vuoto, anzi più che mezzo, è concreto.
Meditiamo, per favore.

A me piacerebbe sapere cosa ne pensa l’elettorato femminile del Popolo delle Libertà.

“Vedo belle ragazze laureate con il massimo dei voti, che non assomigliano certo a Rosy Bindi…”. Silvio Berlusconi, in visita all’università telematica e-campus di Novedrate, in provincia di Como, torna a prendere di mira il presidente del Pd. Lo aveva già fatto in diretta televisiva da Bruna Vespa 1, suscitando dure polemiche 2. E torna a farlo oggi. Parlando con gli studenti il presidente del Consiglio avrebbe toccato il tasto della scelta di ragazze di bell’aspetto all’interno del suo partito: “Mi accusano sempre di circondarmi di belle ragazze senza cervello ecco invece qui delle belle ragazze che si sono laureate con il massimo dei voti e che non assomigliano certo a Rosy Bindi…”

Per ragioni lavorative sono abbonato a tre dei quattro canali tematici calcistici (indovinate un po’ quale manca…) e devo dire che Milan Channel è quello dove passo più tempo.
Non che abbia motivi di particolare antipatia verso i rossoneri, anzi Rivera mi faceva impazzire.
E’ che quando sono in difficoltà mi diverto a vedere Mauro Suma, che si dà sempre delle arie da gran giornalista e fa il piacione con le colleghe in studio, arrampicarsi sugli specchi pur di difendere l’indifendibile non perdendo mai l’occasione di sparare bordate velenose e piene di rabbia sull’Inter.
Ha sparato a zero più volte e in più occasioni anche contro la Fiorentina, ma per l’inconsistenza degli argomenti più che farmi incavolare mi faceva divertire.
Alcuni amici milanisti mi dicono che sia inviso a parecchi dei suoi stessi tifosi e ogni volta che lo vedo schiumante di indignazione verso chi contesta Galliani o il SuperPresidente mi verrebbe voglia di recuperare e trasmettere le registrazioni di quando ho guidato la redazione sportiva di Canale Dieci: in confronto a Suma ero un misto tra Travaglio e Santoro per spirito critico.
Ma sto divagando e voglio tornare ad un altro motivo della mia permanenza da spettatore su Milan Channel.
A parte le giornaliste molto attraenti, ci sono degli straordinari filmati dei campionati passati che mi fanno letteralmente impazzire.
In questo momento è in onda tutto il campionato rossonero 68/69, quello del nostro secondo scudetto ed io ho avuto un’autentico e temo patetico attacco di nostalgia.
Fantastico il calcio in bianconero, quello dei numeri dall’uno all’undici, delle partite tutte insieme alla stessa ora, della tanta radio e della poca televisione, dello struggimento in attesa di un risultato che aspetti.
Non si tornerà più indietro, ma mi sono emozionato per Ferrini e Pizzaballa, lo scarsocrinito Cella dell’Inter e il campo del Varese perennemente imbiancato ai lati.
In una luna-park così bello si può sopportare pure Suma, che tra l’altro è anche preparato, che fa il commento quando manca l’audio originale della Domenica Sportiva.

Full immersion a Cortina, con figlie, almeno fino a quando hanno resistito.
Dopo i primi venti minuti di allenamento, Camilla ha voluto il blocco degli appunti e ha vergato personalmente: “che noia il calcio e la pallamano”, perché si passavano il pallone con le mani.
Da mezzogiorno in poi è arrivata Valentina ed è andata un po’ meglio, ma solo perché poteva inetragire nel cazzeggio prolungato tra giornalisti (o sedicenti tali), che nelle lunghe giornate dei ritiri estivi sembra non finire mai.
Splendido il suo commento a fine giornata: “babbo, ma non è poi così stressante e difficile fare il giornalista, e neanche troppo stancante…”.
In otto ore è arrivata alla mia stessa considerazione, frutto però di anni di frequentazioni.
Le ho solo dovuto spiegare che un conto è farlo sapendo di avere uno stipendio sicuro di 2500/3000 euro alla fine del mese, un altro è arabattarsi, come succede nella stragrande maggioranza dei partecipanti a Cortina, per portare a casa mille euro, quando va bene, sommando le varie collaborazioni.
Ho visto troppo poco per giudicare, mi sembra comunque che ci sia molto pallone, un po’ come succedeva con Trapattoni, e che per ora Mihajlovic lasci molto fare per rendersi conto dove intervenire.
Non l’ho mai visto, per esempio, interrompere un’azione per spiegare come e dove sbagliava un giocatore, mentre ricordo come fossero di una noia mortale, ma alla fine redditizi, gli allenamenti della prima settimana di Malesani.
Ho scambiato due parole con Frey, che mi è sembrato bello carico e per niente convinto di andarsene: meglio, molto meglio così.

Che inizio per Mihajlovic!
E’ il migliore in campo nella presentazione di mercoledì, arriva a Cortina, non trova i tifosi e saluta con grande educazione giornalisti e cameramen.
Poi batte quattro punizioni, segna tre gol e prende un palo, a fine seduta si mette a fare gli addominali e straccia tutti, quindi se ne torna a piedi in albergo cercando di contagiare il popolo viola col proprio entusiasmo.
In mezzo a tutto questo dialoga amabilmente con Mutu e non molla nessuno con lo sguardo.
Ragazzi, buona la prima, anche se il percorso sarà lungo e niente affatto facile.

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