So di rischiare, ma non importa: a me tutta questa grande squadra il Genoa non mi pare, e dare 4 milioni netti all’anno a Toni mi sembra una follia.
Per questo son pronto ad accettare scommesse (simboliche): chi ci sta, si mette in coda.
Se perdo pago un’abbondante colazione (tetto massimo 6 euro) a chi mi sfida sull’argomento del post, così magari è pure l’occasione per conoscerci da vicino.
E se invece vinco io, vi impegnate a versare i pochi soldi della contesa a chi ne ha bisogno (e voglio la testimonianza della donazione).
Chi vuole rischiare?

Almeno sul pareggio ci avevo fatto la bocca, e perdere fa sempre male.
Il problema è la difesa, che deve imparare a stare alte e soprattutto concentrata perché non si può prendere un gol come il terzo, con Felipe che fa passare una “pelletta” dalla loro metà campo.
La bischerata di Comotto è fuori concorso, talmente è stata grossa e mi auguro non ripetibile
Di buono ci prendiamo il gol di Gila, la prova di Papa-Waigo, i progressi di Gulan e l’aggressività di una squadra che sta mutando pelle.
Come prestazione è stata superiore a quella contro l’Aston Villa lo scorso anno, ma siamo appena all’inizio e in tanti, a cominciare da D’Agostino e Montolivo, devono crescere e magari, come ha detto Mihajilovic di Ljajic, diventare più coraggiosi.

Passeggiata serale nell’area pedonale di Tonfano.
Ad un certo punto Camilla si ferma incuriosita da vari gadget in vendita e poi mi chiama, chiedendomi come mai ce ne sia uno particolare, che la sorprende.
Si tratta di un adesivo nero che raffigura quella bella faccia di Benito Mussolini con l’elmetto, tanto per rendere ancora più evidente quale fosse lo spirito di questa brava persone.
Ho dato delle risposte “commerciali”, nel senso che se l’adesivo è in vendita ci sarà (purtroppo) qualcuno che lo compra e ho evitato per una volta spiegazioni che richiamassero alla nostra Costituzione, che pure provo a spiegarle ogni tanto.
A quattro giorni dall’anniversario della liberazione di Firenze, io mi chiedo con quel poco o tanto di indignazione che ancora mi è rimasta come mai sia completamente scomparso dal nostro comune sentire il reato di apologia del partito fascista.
Come sia possibile che ci siano (anche a Firenze, anche nel Comune di Bagno a Ripoli dove vivo) decine di ragazzini/e ignoranti, e con al testa orientata solo ai soldi da spendere e da prendere a genitori che così li hanno educati, che girano con in borsa o in tasca gli accendini di Mussolini.
Adolescenti rimbambiti dal dio-denaro e dalle canne che hanno come suoneria i discorsi del Duce (peraltro allegati acriticamente, così come la sua storia ad alcuni quotidiani), giovani che parlano di un criminale esaltandolo, senza sapere cosa ha distrutto, quante persone sono morte per colpa sua, e quanti disastri ha combinato.
E’ una vergogna veramente incredibile che tutti noi, sia di destra che di sinistra, dovremmo far cessare e che invece temo continuerà sempre di più via via che scompariranno le persone che hanno assistito da spettatori o vittime al più triste periodo della nostra storia.

Scusate, ma Rossi, Jovetic e Gilardino possono giocare insieme?
Se la risposta (di Mihajlovic, non la mia o la vostra) è sì, beh allora buttiamoci senza esitazioni sul talento (espresso a tratti) del Villareal, anche a costo di cedere Vargas per fare cassa.
Ma se esistono dei dubbi culla convivenza tattica dei tre, senza contare Mutu e il ragazzino, non capisco perché si debba fare l’investimento più importante della stagionare per tamponare un’assenza di sei mesi.
Cassano all’ultimo tuffo dopo la bischerata di Mutu aveva un senso, anche perché veniva in prestito.
Rossi, preso di pancia sull’onda emotiva del dispiacere dell’infortunio a Jo-Jo, sinceramente no.

Scusate il francesismo, ma peggio di così non poteva andare.
Come lui c’erano solo Gilardino e Montolivo come gravità, una cosa del genere è veramente una tegola che si abbatte senza colpa di nessuno sulla Fiorentina e adesso si aprono scenari molto difficili.
Comprare un surrogato?
Cambiare modulo?
Puntare tutto sul ragazzino, col rischio però di bruciarlo?
Forse la soluzione tattica è la migliore, ma si tratta di sensazioni personali, senza alcuna pretesa tecnica.
Intanto un augurio davvero speciale a Jo-Jo.

Io non ce la faccio a macerarmi l’animo se Insua non arriva, ma capisco che sul piano dell’immagine la Fiorentina ne esce piuttosto male.
Nessuno, si dirà, lo ha annunciato ufficialmente a Firenze, ma il Liverpool diramò un comunicato ufficiale sull’offerta viola e Corvino fece sapere che c’eravamo quasi.
E sul quasi siamo già cascati diverse volte, senza per questo che oggi si debbano avere chissà quali rimpianti, con l’eccezione di Vidic.
Poi c’è il solito gioco della parti degli incontentabili: prima si diceva che era uno scarto del Liverpool e lo mandavano via perché scarso, ora invece sembra che avessimo tra le mani il nuovo Maldini e che ce lo stiamo facendo scappare per 200mila euro netti di ingaggio.

Va bene, sono un bacchettone.
Ok, ho quasi cinquanta anni.
D’accordo, non c’entra niente col saper giocare bene a calcio, come certamente sa fare.
Ma non è un po’ azzardato avere a neanche 19 anni una Posche nera come ha detto oggi al Corriere Fiorentino il giovanissimo Ljajic?

Io resto della mia idea, e cioè che non avrei problemi a fare la tessera del tifoso e non capisco il perché dell’arroccamento di tanti amanti della Fiorentina, ma devo ammettere che dopo il frizzante Pentasport di stasera con Pietro Vuturo non sono poi così convinto come prima della consistenza della minoranza che è fermamente contaria.
Su una trentina di telefonate prese, almeno un terzo erano i contrari: non è che fossero un campione significativo dei 200mila ascoltatori della trasmissione, ma insomma pensavo meno.
Si sta intanto facendo sempre più ampio un partito sempre più numeroso, quello del “non mi piace, non la sopporto, ma l’ho fatta lo stesso per seguire in trasferta la Fiorentina e per sottoscrivere l’abbonamento”.
Il dibattito a questo punto è aperto, nel rispetto delle reciproche posizioni, senza avere la presunzione (come credo si sia capito nel Penta tra me e Pietro) di voler imporre le proprie idee all’altro e senza voler consegnare a nessuno la patente del tifoso viola doc.
Quella non la può dare nessuno, neanche chi pensa di essere (in curva) il depositario della verità.

Il calendario del campionato era un classico da ragazzo ed è diventato uno scadenzario degli impegni della famiglia Guetta.
Forte di questa giustificazione, ieri sera ho sbaragliato la concorrenza dei figli (Letizia ormai ha rinunciato da tempo a poter vedere qualcosa) e mi sono impossessato del telecomando dell’unico televisore che abbiamo.
Sì, uno solo e per giunta in salotto, giusto per difenderci dalla tentazione di starsene ognuno per i fatti propri a rimbecillire davanti al programma preferito.
Una premessa: ammiro molto Sky, perchè mi pare che sia davvero l’unica televisione dove contano i meriti e magari prendono ogni tanto un raccomandato, ma ogni dieci bravi, rovesciando così i canoni del nostro servizio pubblico, mentre con Mediaset mi pare si sia a metà strada.
Detto questo, ieri lo speciale sui calendari mi è sembrato interminabile e insopportabile, oltre che essere male assortito per gli ospiti in studio.
Tralasciando il fatto che la Fiorentina sia stata considerata meno del Bari e del Lecce, dopo 90 minuti di trasmissione e molte chiacchiere autoreferenziali io ancora non avevo capito l’andamento del campionato.
Stremato da Cellino, Galliani e Paolillo e rivitalizzato solo a tratti dalla strepitosa Vera Spadini, alla fine sono andato a letto rimbambito dai servizi-collage sulle grandi e senza sapere ad esempio quando ci sarà la “partita”, cioè Fiorentina-Juventus: ma si può?

Leggo tutto quello che sta accadendo intorno a Verdini e penso a quello che stanno passando i giornalisti del Giornale della Toscana.
Ne conosco personalmente alcuni, a cominciare dal direttore Gianluca Tenti, che nei primi anni ottanta ricordo sedicenne inseguire i giocatori con un blocchetto in mano, e pur facendo parte di un’altra parrocchia giornalistica certifico senza nessun dubbio sulla loro correttezza, oltre che sulle loro indubbie capacità professionali.
Ha fatto bene nei giorni scorsi Riccardo Mazzoni, altro grande professionista, a rivendicare quasi urlando l’orgoglio di un giornale che da dodici anni regge bene l’urto di battaglie con avversari molto più equipaggiati economicamente e in una fase economica di crisi acuta.
Ogni discorso riguardante Mario Tenerani sarebbe poi stucchevole: tutti ormai sanno che è forse l’unico di quelli che girano tra radio e televisioni che prenderei subito a Radio Blu.
L’augurio davvero sincero è che Il Giornale della Toscana riesca ad essere più forte del tornado che si è abbattuto, senza alcuna colpa di chi ci lavora, sulle teste dei giornalisti e dei dipendenti.

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