Due volte D’agostino in panchina e una Montolivo: è come se Mihajlovic volesse spiegarci che insieme non possono giocare.
E’ veramente una situazione strana, in cui si sconfessa la più importante operazione estiva, forse iniziata quando ancora non si sapeva che guidasse la Fiorentina in questa stagione.
Inutile accampare problemi fisici: se uno sta male, va in tribuna, anche perché, per fortuna, da un mese la Fiorentina ha recuperato diversi giocatori.
Sono molto curioso di vedere cosa accadrà a Palermo, se cioè questa strana coppia sarà riproposta oppure no.
Nel secondo caso la bocciatura sarebbe ufficiale e a quel punto si moltiplicherebbero gli interrogativi sull’ultima campagna acquisti viola.

Altra falsa partenza, non tanto per il risultato, ma per il gioco, che c’è stato solo per alcuni tratti del primo tempo.
Mai vista in questa stagione una bella partita della Fiorentina che duri novanta minuti, ormai sono rassegnato anch’io.
Nel momento più importante della gara, col Parma intontito per un rigore che si poteva anche non dare, invece di spingere, di essere “cattivi” per cercare di vincere, ci siamo ritirati nella nostra metà campo ad aspettare che giocassero loro.
Non ho capito la scelta di tenere fuori Montolivo, che aveva chiuso alla grande contro il Genoa, ed il perché di Cerci in campo per novanta minuti.
Poi Mihajlovic arriva soddisfatto in sala stampa e parla di azioni del Parma in contropiede a allora forse io ho visto un’altra partita.
E’ chiato che un punto in trasferta non si butta mai via, ma ci dobbiamo davvero rassegnare ad un campionato grigio, dopo l’undicesiomo posto del 2010?
A questo punto temo proprio di sì e non se lo merita nessuno, soprattutto quelli che hanno ancora il coraggio di seguire in trasferta una squadra piccola piccola.

Ora non aspettiamoci miracoli nei minuti che forse Miahjlovic concederà a Mutu domani.
Non è Maradona, pur rimanendo il migliore che ha la Fiorentina sul piano recnico, e mi dcono non neppure stia benissimo sul piano fisico.
Giudichiamolo per quello che combinerà in campo senza pregiudizi, un esercizio a cui sono abituato dal gennaio 1983, cioè dalla prima radiocronaca; per me partono tutti da zero, qualunque sia il mio rapporto con i giocatori e con quelli di ora è facilissimo visto che molti non sanno neanche come è fatta la mia faccia.
E’ chiaro che Mutu non può più sbagliare fuori dal campo, dove secondo me è andato molto oltre i normali paraetri concessi ad un normale calciatore, ma poiché nei novanta minuti non si è davvero mai risparmiato e che, tranne forse che a Cagliari nella prinavera 2008, non ha mai tradito le attese, non sarebbe giusto essere inflenzati nella valutazioni tecniche da quanto accaduto nell’ultimo anno.
La speranza finale è che al Tardini di Mutu non ci sia neanche bisogno, ma questo è tutto un altro discorso.

Ok, il termine svolta era improprio, però ragazzi miei che fatica…
A volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita di tifoso se non ci fosse stata la professione giornalistica: sarei stato anch’io un pessimista come la maggior parte di voi, oppure mi sarei fatto cullare dall’eterna illusione della vittoria prossima ventura?
Credo che avrei imbroccato proprio questa seconda via, perché spesso scivolo sulle bucce di banana dell’ottimismo e ho due ricordi piuttosto nitidi che la dicono lunga su quanto, in termini di aspettative sulla Fiorentina, io abbia gli “occhi foderati di prosciutto viola”.
Nell’anno della retrocessione in B con Batistuta, al ritorno dalla partita vinta col Cagliari senza pubblico, mi misi a fare i calcoli di come saremmo potuti arrivare in zona Uefa con un finale sprint che Agroppi ci avrebbe senz’altro assicurato, come nel 1986.
E nella stagione di Terim, mentre tornavamo da Udine con la terza vittoria consecutiva alle spalle, parlai seriamente in macchina di scudetto per almeno metà tragitto, con gli altri che mi venivano dietro solo (immagino) per non contraddirmi in quanto loro direttore.
Racconto tutto questo per affidarmi alla clemenza della corte che mi dovrà giudicare sul reato di indefessa fiducia verso una squadra che, lo ammetto vostro onore, non ha fatto proprio niente per meritarsi l’ottimismo che ho sparso nel post precedente.

E’ finalmente la svolta?
Speriamo ovviamente di sì, anche la prudenza è d’obbligo dopo tante false partenze.
Si è visto giocare un po’ a calcio, certamente meglio del Genoa, con la palla a terra e con quell’intensità, che è poi fondamentale per trascinare il pubblico.
Nulla di straordinario, ma quanto basta a rendere la zona retrocessione più lontana, a farmi fare un bel salto in avanti nella scommessa su chi arriverà prima tra noi e la squadra di Preziosi e anche a renderci un po’ più sereni.
A chi certamente dirà che senza la papaera di Eduardo (un caso da manuale di psicologia) non avremmo vinto, ribatto che lo sciagurato Cerci (ma ha senso fischiarlo quando entra con la maglia viola?) ha avuto un pallone d’oro e che Gilardino per una volta non era così perso nelle praterie della difesa avversaria.
Ora che rientra il figliol prodigo si può sperare di svoltare in tutti i sensi, magari per divertirci un po’ nella rincorsa all’Europa.

P.S. Ragazze e ragazzi, aiutiamo Giulia, una super tifosa viola di appena 9 anni, un cucciolo di ragazza che ha già avuto tutto quello che di brutto può succedere nella vita.
Andate sul sito www.dodicesimouomo.net del grande Alessandro Landi e cliccate il banner
http://www.dodicesimouomo.net/12uomo/news-amici/1794-un-sorriso-per-giulia.html
e per chi ha facebook
http://www.facebook.com/event.php?eid=195192227162989
Grazie!

Più che il fatto, offende il modo: non è infatti possibile arrivare a prendere (e poi non prendere) un giocatore all’ultima ora di calcio mercato per un ruolo che è scoperto da mesi.
Sembra che ci sia una volontà autolesionistica che non riesco a spiegarmi e chissà se Corvino farà la sua solita conferenza autocelebrativa di fine mercato in cui potrebbe spiegare questa beffa finale.
Però Barreto si sarebbe portato dietro molti dubbi sulle sue condizioni fisiche, come da copione, e comunque non avrebbe giocato domani sera e neanche per le prossime quattro partite, a stare stretti.
Per questo spero proprio che a nessuno passi per l’anticamera del cervello di poter giustificare un’eventuale prestazione negativa con le turbolenze ambientali degli ultimi giorni.
Contro il Genoa siamo davvero alla partita della verità: devono correre, possibilmente bene e senza palla, per dare almeno un paio di possibilità di passaggio a chi conduce l’azione.
Come reagirà il pubblico dipende solo dalla squadra: nessuno si vuole fare del male da solo, ma questi giovanottini devono sputare sangue e so bene di essere retorico, ma il calcio è anche questo, altro che plusvalenze e progetti.
Puntiamo dritti alla salvezza e poi rifacciamo tutti i conti, distribuendo colpe e responsabilità per questo ultimo anno da incubo.

P.S. Povero Vargas, toccano tutte a lui, ora anche la distorsione della caviglia, ma questo batterà alla fine anche Zanetti per il costo partita…

….

Ma si parlano tra loro in Fiorentina?
La domanda sorge spontanea, come avrebbe detto il vecchio Lubrano, all’indomani dello stop per il perdono di Mutu.
Censurabile o meno che fosse, la decisione sembrava presa: concessione di parola al reprobo, allestimento al Franchi della conferenza stampa di pentimento, parole piene di comprensione di ADV e infine richiamo “all’importanza di salvare l’uomo” di Corvino.
Se non eravamo a Bautiful, poco ci mancava.
Ed invece ecco che Mutu continua ad allenarsi a parte, che certamente non sarà in campo contro il Genoa, con la Fiorentina che continuerà ad annaspare maledettamente in attacco.
A questo punto aveva ragione Calamai nel suo intervento al Pentasport: bisognava non farlo sapere a Diego…che invece ha saputo ed evidentemente non gradito.
Io continuo nella mia astensione sull’argomento perdono, perché per me conta molto anche la coerenza, solo che mi piacerebbe sapere se dobbiamo aspettarci anche la seconda parte della stagione con, caso unico in Italia, due sole punte di ruolo in tutto, di cui una ancora minorenne.
Se fosse vero, riesumerei un’immortale battuta del grande Nanni Moretti: “continuiamo così, facciamoci del male”.

La siderale distanza che c’è all’Olimpico tra la tribuna stampa e il campo permette un vantaggio: si può vedere molto meglio il gioco di squadra, cioè come si muovono i giocatori, specialmente quando sono in possesso del pallone.
La Fiorentina è sconfortante: sono fermi, corricchiano, nessuno sa bene cosa fare esattamente, tutti vorrebbero il passaggio sui piedi per poi tornare ad avere lo stesso problema di prima.
Le colpe di Mihajlovic in questo scempio sono evidenti, quelle di Corvino ancora maggiori, perché è lui ad aver scelto il tecnico e calciatori, oltre ad aver confermato un gruppo da tempo autoreferenziale e dunque perfettamente in linea col tracotante atteggiamento verso l’esterno tenuto da sempre dal loro direttore sportivo.
In tutta questa questa micidiale arma di distruzione di affetti che è diventata la Fiorentina 2010/11 non mancano certo le responsabilità dei Della Valle, che continuano a brillare per la loro assenza (“non mi occupo di calcio”, ha detto venerdì Diego, a metà tra il minaccioso e lo scocciato), ma i 180 milioni messi in questi 9 anni di gestione mi rendono inevitabilmente più indulgente verso la proprietà, che non ci capisce più niente, essendosi affidata mani e piedi (purtroppo anche sul piano della comunicazione, con risultati da sempre fallimentari) ad un uomo assolutamente in confusione da almeno un anno.
Lo hanno fatto nel bene, i primi quattro anni, che non dobbiamo dimenticare, e comunque anche se lo facessimo c’è sempre qualcuno pronto a soccorrerci….
E coerentemente lo fanno ora, ma chissà fino a quando, nell’attuale disastro, certificato da un mercato in uscita ancora più triste di quello in entrata, perchè al 30 gennaio ancora non si è venduto nessuno dei vari costosissimi soprammobili che appoggiano i loro preziosi glutei nelle varie tribune d’obore italiane.
Stiamo letteralmente rotolando verso il basso, come neanch’io, che pure da sei mesi sono preoccupato, pensavo fosse possibile.
E se ci salveremo, cosa che continuo a credere assolutamente certa, poi dovremo davvero rivedere tutta la situazione, tra atteggiamento in campo e fuori dei giocatori, conferma (altamente improbabile) del tecnico, scelte tecniche impresentabili e conferenze stampe grottesche che dividono invece di unire.
Altro che stanchezza per il lavoro (strapagato) e regolamenti di conti con quelli brutti, sporchi e cattivi della stampa: se bastasse infamare quattro giornalisti saremmo e sareste già a posto…

Questa è la risposta a tutti coloro che pensano che un giornalista si svegli la mattina col solo scopo di dimostrare di aver ragione sempre e comunque.
Io invece cerco di capire di più e analizzare ogni cosa senza pregiudizio e così stamani alle sei mi sono trovato a ripensare alla frase di Corvino che invitava a riconsiderare il monte ingaggi sulla base degli infortunati.
In quel caso, ha detto Corvino, la Fiorentina non sarebbe più quinta, ma scalerebbe verso il basso: aveva ragione?
Ho così buttato giù dal letto Sestini e gli ho detto di preparare un lavoro certosino, cioè vedere i vari ingaggi dei calciatori infortunati di tutte le squadre che precedono i viola e togliere queste cifre dal totale.
Ho rischiato qualcosa giornalisticamente, perché avevo deciso che il servizio dovesse andare in onda nel Pentasport e non in Anteprima e quindi qualcuno poteva pensarci e bruciarci l’idea nelle varie trasmissioni che precedono il nostro programma di punta.
Non è andata così e alla fine Sestini ha confezionato un gran bel servizio in cui viene fuori che Corvino ha (in parte) ragione: la Fiorentina scivola infatti dal quinto al settimo posto, preceduta abbondantemente dalla Lazio e sul filo di lana dalla Sampdoria (andate su violanews.com per leggere i dettagli).
Il settimo posto, dunque, proprio quello che considero il traguardo minimo per salvare la stagione: hai visto mai che almeno su questo io e Corvino andiamo d’accordo?

P.S. Scusate ragazze e ragazzi, cerchiamo di essere precisi: il lavoro di Radio Blu ognuno lo interpreti come meglio crede, da parte mia considero gli infortunati un fardello pesante della stagione e comunqe due aspetti devono essere chiari:
1 – Se non arriviamo almeno settimi la stagione è fallimentare e arriva dopo quella negativa 2009/2010 (ed era la stessa cosa che pensavo prima di questa analisi)
2 – Sugli infortuni bisognerà fare uno studio attento perché alcuni sono forse il risultato di una preparazione sbagliata e altri di acquisti non proprio azzeccati (vedi alla voce Zanetti, Marchionni e pure Natali) proprio perché si sapeva che erano a forte rischio.

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