Uno si sforza, dà il massimo, promette a se stesso di mordersi la lingua e contare fino a dieci prima di arrabbiarsi come ha fatto nell’ultimo campionato.
Poi arriva a metà mattinata e legge queste dichiarazioni di quel genio di Alessio Cerci a Sprtweek: “Negli ultimi mesi sono arrivati i gol e le belle giocate. E anche i titoli sui giornali e i cori dei tifosi, gli stessi che m’insultavano con la mia ragazza quando m’incontravano per strada.
Non mi considero uno scemo, so cosa posso dare nel calcio, e per questo non dimentico quello che mi è stato detto.
So che i complimenti contano poco, e per questo tengo a distanza queste persone che per mesi mi hanno detto di tutto. Il mio rapporto non è un rapporto diretto, e non mi vedranno mai correre sotto la curva. Nemmeno per un gol. Perchè sono stato ferito, ferito dentro”.
Complimenti per il momento e per l’intelligenza: ma qualcuno glielo ha spiegato a questo gigante del pallone che i cori che lo accomunavano a Messi erano ironici?

Sarei molto deluso se la Fiorentina non (ri)portasse a casa Angelo Palombo.
Ci sono tutti i presupposti perché l’affare possa andare in porto: voglia della Samp di venderlo, ingaggio alto, ma che può rientrare nei parametri viola (500mila euro netti in meno di quanto offerto a Montolivo), gradimento del giocatore, ammirazione della piazza fiorentina verso un uomo che non si è mai risparmiato e che si è sempre ricordato dove è nato calcisticamente (ricordo ancora che non esultò a Genova dopo un suo gol strepitoso).
Non vedo quindi controindicazioni, sarebbe un gran rinforzo per il centrocampo e servirebbe a sanare con orgoglio la ferita Montolivo.
Attendiamo fiduciosi l’annuncio.

Capisco che il mio sia un punto privilegiato, ma sfogarsi come stiamo facendo in questa settimana a Radio Blu fa bene, aiuta a smaltire i troppi veleni accumulati in questi mesi di niente autoreferenziale.
Tutto sta andando secondo le previsioni, nessun tono sopra le righe se si eccettua un intervento troppo pesante e allusivo su Corvino, che ho immediatamente censurato, e un altro odiosamente intriso di razzismo che ho censurato con colpevole (mio) ritardo.
Gratta gratta, si intuisce la voglia di tornare ad appassionarsi con e per la Fiorentina.
E poiché gli elementi che secondo diversi di voi sono di ostacolo alla passione rimarranno anche nella prossima stagione (Mihajlovic prima di tutto, poi Corvino e anche gli stessi Della Valle), il mio consiglio è andare oltre le persone e provare ad oggettivizzare la Fiorentina.
Amarla cioè sportivamente al di là degli uomini che la rappresentano, restando immutabile il diritto di critica, ma tutto con serenità e passione.
Io, che avrei cambiato Mihajlovic e che da almeno un paio di anni ho notevoli contrasti con Corvino, da sabato in poi farò così, concedendomi però prima il lusso di un altro paio di giorni di sfogo.

Non facciamo come la volpe e l’uva: Montolivo è un ottimo giocatore e la sua quasi certa partenza sarà un danno tecnico per la Fiorentina.
Ci sarà pure un motivo se in Nazionale gioca lui titolare e non Parolo e neanche Plaombo.
Detto questo, non possiamo certo avvelenarci il sangue se non ha voluto accettare 10 milioni in 5 anni e sarà senz’altro vero che abbiamo perso la spinta propulsiva di qualche stagione fa, ma proprio in disarmo non siamo, se avevano deciso di investire 20 milioni lordi per lo stipendio di un solo giocatore.
Il problema ancora una volta è di comunicazione, vedi per esempio alla voce CDA: non c’è una data precisa, dopo mille rimandi e l’impressione diffusa è che la Fiorentina sia l’ultimo dei loro pensieri.
Magari non sarà così, certamente non per Andrea, eppure questa sensazione latente ci irrita quasi come un mancato acquisto.
Possibile che i Della Valle brothers non ci pensino o che qualcuno di quelli che gravitano intorno al potere viola non provi a suggerirglielo?

Dunque ho vinto io, il tanto decantato Genoa è arrivato dietro alla Fiorentina e quindi voi che siete uomini e donne di parola adesso dovete pagare pegno (perché i debiti di gioco vanno sempre onorati) e fare le donazioni alla Fondazione Borgonovo.
Questi gli estremi: BONIFICO BANCARIO
Intestato a Fondazione Stefano Borgonovo Onlus 

IBAN: IT 53 M 08329 51610 000000202000
BCC ALTA BRIANZA – FILIALE DI OGGIONO
Ma, come avevo già detto in radio, voglio anch’io contribuire e quindi pago lo stesso le (abbondanti) colazioni messe in palio sabato prossimo, il 28 maggio, alle ore 10.
Ci troviamo alla Pasticceria Villani, in Piazza Antonelli (è vicino allo stadio, per chi viene da fuori Firenze) e sarà anche un modo per conoscerci di persona.
Condizione indispensabile: venite con la copia del versamento fatto alla Fondazione, altrimenti niente colazione.

Due squallidi pareggi contro le squadre meno motivate della serie A sono la giusta conclusione di una delle più tristi stagioni che io ricordi nel mio trentennale vagabondare dietro alla Fiorentina.
Alla fine è stata peggio di quella di Bersellini, perché almeno nel 1987, pur nel dispiacere dell’addio di Antognoni, avevamo Baggio a cui aggrapparci, e ancora Berti, Carobbi e Onorati che potevano esplodere e poi, soprattutto, avevamo preso atto della pochezza espressa e avevamo cambiato decisamente rotta facendo arrivare Eriksson.
Qui invece la situazione è la seguente: Corvino, che continuerà a magnificare il campionato perché “non abbiamo fatto la fine della Sampdoria”, deve prima vendere e poi comprare (si spera bene), il discorso del presidente è rimandato a giugno, Mihajlovic ha contro almeno la metà dei tifosi ma è straconfermato e la gente si è discretamente rotta le scatole dell’autoreferenzialità viola e dello scarso appeal dell’ambiente.
Chiudere con due vittorie avrebbe significato portare un po’ di ossigeno e invece, salvo rare eccezioni, molti dei protagonisti (non Mihajlovic, che ci ha provato in tutti i modi) sono stati indecorosi anche nelle recite finale, altro che “stagione dignitosa”.
Non sono neanche andati a salutare gli ottanta poveracci arrivati fino a Brescia buttando loro le maglie: una mancanza di rispetto che non trova alcuna giustificazione.
Io sono molto arrabbiato e la settimana di sfogo su Radio Blu che parte oggi servirà anche a me per (spero) pacificarmi un po’ perché vi assicuro che in radiocronaca ci metto sempre il cuore, mentre a volte ho avuto l’impressione che in campo non vedessero l’ora che finisse tutto alla svelta.
Domani vi dico tutto per la nostra scommessa che ho vinto per un pelo.

Non riuscirò mai a capire fino in fondo questa mania di tanti per Cassano, che ormai mi pare pure un po’ vintage, nel senso che dovremmo ormai aver capito che non è un fuoriclasse e neanche un campione.
Ha giocato decentemente un Europeo e ne ha cannato un altro, giocando alla Di Livio.
Prandelli lo voleva come simbolo della propria Nazionale e nel giro di sei mesi lo ha relegato a riserva.
Nelle grandi squadre come Real Madrid e Milan (altro che Gilardino!) ha fallito, risultando discontinuo e perdendo a velocità rapidissima il posto da titolare..
Nelle formazioni a dimensione-Fiorentina (Sampdoria e Roma pre-Spalletti) non riesce a controllarsi e deraglia mentalmente, nonostante che al termine del prossimo campionato compia i fatidici trent’anni.
Insomma, tutti quelli che hanno scommesso su di lui hanno perso, facendosi a volte anche un po’ male, come nel caso della Samp.
Tralascio poi i detestabili atteggiamenti tenuti dentro il campo e pure fuori, con la differenza che, al contrario di altri elementi incontrollabili, per lui sono stati utilizzati imponenti mezzi di copertura.
E noi dovremmo spendere la nostra carta più alta, impiegare una montagna di soldi tra ingaggio e cartellino per portarci a casa uno così?
Scusate, ma irregolare per irregolare mi tengo Mutu, di cui conosciamo tutto, bischerate comprese, che ci costa solo lo stipendio e che secondo me è molto più forte di Cassano, se solo ritrovasse il passo di due anni fa (e non è affatto impossibile).

E l’abito che portava rende ancora più schifoso tutto…

Don Riccardo Seppia, così si chiama il prete arrestato venerdì scorso per abuso su minori e cessione di stupefacenti a Genova, si sentiva “al di sopra di ogni sospetto”. Era ossessionato dal desiderio di avere rapporti con bambini. E’ questo l’identikit tracciato nell’ordinanza di custodia cautelare del gip di Milano Maria Vicidomini. E dalle intercettazioni emerge un quadro gravissimo dell’ossessione del parroco.
L’indagine prende le mosse nella seconda metà di ottobre quando i carabinieri del Nas, impegnati a Milano in un’inchiesta sul traffico di anabolizzanti in palestre e saune, si imbattono in una conversazione tra un pusher africano, soprannominato Franky, e il parroco genovese. Ecco la telefonata: “Ah… niente…senti…. non trovi nessun bambino…?” chiede don Riccardo Seppia a Franky. E’ il 22 ottobre. Don Seppia, nella stessa conversazione aggiunge: “… eh, che mi piace… non hai tuoi amici che mi vogliono fare di tutto…?”.
Gli inquirenti si precipitano in Procura e aprono un fascicolo sul prete genovese. Scrive don Seppia a Franky in un sms: “Mi trovi bambini?”. Sono le 21 del 22 ottobre. Alle 21 e 26 un altro messaggio: “Hai trovato uomini negri?”. Il 23 ottobre altro traffico telefonico tra il parroco e Franky: “Senti, ti chiamo perché ieri avevi parlato che avevi trovato un ragazzo…” dice il prete. “Sì… io ho trovato però lui è andato in galera… hai capito?” risponde. “Ma ha meno di 15 anni?” chiede don Seppia. “Eh, magari 18…” replica Francy. “E no a me mi serve… mi piace… con meno di 14 anni io li cerco” dice il prete. Alle 22 dello stesso giorno diventa evidente che Franky ha dei contatti con altre persone in grado di fornirgli bambini per pedofili: “Adesso quando ti interessa dimmi… io chiamo a loro subito uomo: ho capito… se vuoi uno o due… io prendo… capito?” dice Francy al parroco. “Però ragazzo problema…” aggiunge. Il 29 ottobre don Seppia scrive in un sms: “Trova un bambino 10 anni”. L’ossessione cresce, fino a dicembre, quando Franky sembra abbia trovato la ‘preda’ giusta.
La sera del 22 dicembre 2010 Seppia vuole un bambino, e chiama un amico invitandolo ad abusarne insieme: “Stai a sentire, ti volevo dire questo… Ho avuto modo di trovare qualcosa di tenero, eh… per noi… quando vengo in su… eh… e cazzo, così ci divertiamo”. La cosa non va in porto, il parroco è furioso e parla con Franky: “Ma puoi trovare qualche madre che ha un bambino… che ha bisogno di coca no?!”.
(da Repubblica.it)

Questo è un vero e proprio invito ufficiale: stasera dalle 18 in poi alla sede Mazda di viale Giannotti ci sarà la grande festa per la consegna del premio a Behrami.
Arriverà anche Mencucci e con Rialti e Calamai faremo un po’ il punto sullo stato dell’arte viola.
Sono previste due grosse sorprese che spero di annunciarvi nel corso della giornata e l’accoglienza sarà di prima classe con annessi e connessi.
Poiché l’ingresso è gratuito e non ci vogliono nenache biglietti ad invito, mi è venuto in mente che mi piacerebbe conoscere di persona i tanti mittenti con cui in pratica interagisco ogni giorno.
Quindi, per chi può, l’invito è a ritrovarsi tutti insieme (e ci sarà pure Elisa…) e come direbbe Bucchioni: vi aspetto numerosi.

Surriscaldamento del caso Montolivo, come da copione, nell’ormai risaputa recita calcistica.
Ora Riccardo vuole un altro colloquio per capire meglio, per approfondire, per capire che squadra sarà la Fiorentina prossima ventura.
E qui sbaglia non una, ma due volte.
Il primo errore è sostanziale: non si è mai permesso Antognoni, e neanche Baggio, e neppure Batistuta, di andare a chiedere alla propria dirigenza quali fossero i piani per il futuro, legando poi le risposte all’eventualità di rimanere o meno in maglia viola.
Figuriamoci se se lo può permettere Montolivo, che non ha fatto (per ora) neanche un quarto di ciò che hanno combinato i tre grandi del passato.
La Fiorentina farà quello che può e semmai starà ai tifosi decidere se dare o meno fiducia alla squadra e alla società, abbonandosi o disertando lo stadio.
Non può certo essere Montolivo ad ergersi ad organo giudicante dei progetti di Della Valle/Corvino/Mihajlovic, lui pensi al suo futuro lasciando perdere questi discorsi.
Il secondo sbaglio riguarda l’immagine: sinceramente non se ne può più di questa querelle e trascinarla ancora avanti chiedendo l’ennesimo incontro è un modo per irretire il pubblico.
L’offerta è 10 milioni netti per i prossimi 5 anni, se ti va bene firmi, altrimenti decidiamo insieme (la mia idea, intrisa di orgoglio, la sapete) come uscirne, ma è chiaro che non vuoi legarti alla Fiorentina e devi avere il coraggio di dirlo.
E’ davvero un brutto modo per chiudere una bella storia cominciata quasi sei anni fa.

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