Quello del portiere rischia di diventare uno stillicidio, non si può andare avanti così.
Ci vuole una scelta precisa: o Viviano o Neto, dicendolo senza problemi, magari facendo partire l’escluso.
Non mi pare possibile pensare a Lupatelli, soprattutto mercoledì, una serata decisiva per la stagione viola.
Personalmente punterei su Viviano, lo sapete, ma se anche scelgono Neto e tengono Emiliano in panchina, o lo fanno ripartire, non è un problema.
Però bisogna che questa storia arrivi velocemente ad una conclusione, la tensione penalizza entrambi e non si può cambiare idea dopo un errore, fosse anche grossolano come quello di Neto a Udine o di Viviano (doppio) a Roma.
Mi piacerebbe che domani Montella sciogliesse il nodo perché questa fragilità difensiva non deve durare, e siccome i tre davanti al portiere sono affidabili e sicuri del fatto proprio, non è difficile individuare l’anello debole della catena: proviamo ad aiutarci da soli nel risolvere il problema.

Bis della partita col Pescara, con due aggravanti: l’arbitro, che stavolta è entrato nelle azioni decisive, e il portiere, che diventa un problema.
Se può consolare, ma non credo, in sala stampa ad Udine parlavano della Fiorentina come della migliore squadra vista in Friuli.
Bella sì, ma senza attaccante vero, con Ljajic che è un trottolino ammirevole che non riesce mai a trovare la porta.
Con Jovetic che non incide, Seferovic che non è da Fiorentina e Toni che sta tornando normale.
In questo deserto offensivo noi prendiamo Larrondo, perché è la riserva naturale di Toni, viene detto, dimenticando che il grande Luca doveva essere un’alternativa e non la certezza.
Però abbiamo giocato meglio dell’Udinese, a tratti molto meglio, e anche senza Pizarro.
Sul portiere è dura decidere: la bischerata di Neto è stata colossale e vale almeno la seconda incertezza di Viviano a Roma.
Bisogna decidere soppesando tutto e stando attenti a non perderli entrambi in una sbervante corsa a due, io continuo a pensare che Viviano sia in assoluto superiore, ma per fortuna decide Montella.
Saremmo stati a quattro punti dallo scudetto e dalla Juve, però rimaniamo quinti e bisogna tenere duro.

Vi fornisco anche il codice BIC per il bonifico dall’estero relativo al Comitato Amici di Mario Ciuffi: ICRAITRRIP0 (è uno zero), grazie a tutti.

Per me non è mai una trasferta banale, lì ho fatto la prima radiocronaca il 30 gennaio di trent’anni fa.
Dieci anni dopo c’è stata l’ultima con il mio vecchio stato familiare, sempre a gennaio, quella del 4 a 0 con la tripletta del simpatico Branca.
In mezzo ci fu anche quello che rischiò nel 1990 di fare Ciuffi, perché arrivai in Friuli con 40 di febbre: eravamo solo io e lui e quindi uno davanti al microfono ci sarebbe dovuto andare.
Ovviamente la feci io, ma lui me lo ricorda spesso e sotto sotto gli è pure dispiaciuto non averci provato: ve la immaginate una radiocronaca di Mario?
Sarebbe stata uno spettacolo, intanto aspettiamolo tra non molto (spero) nello spazio autogestito e poi nel Sullivan Show.
Sarà molto dura, ma sono fiducioso e poi è un gran test per vedere la reazione di questa squadra dopo la più brutta botta della stagione.

Ci siamo, ce l’abbiamo fatta.
Quello che avete letto nel titolo è l’iban per fare donazioni a Ciuffi e signora intestato al “Comitato Amici di Mario Ciuffi”, viale Matteotti 127, Firenze, la banca è Chianti Banca, Filiale di Viale Belfiore 45, molto meglio se viene effettuato un bonifico e non soldi in contanti, così si evitano lungaggini burocratiche.
Questo è un blog di persone straordinarie, grazie a Mario Tintori, Maurizio Nencini e Antonello Vannucci, che insieme con il grande Matteo Lucherini (testedialkol.it) compongono il comitato che sarà guidato dall’ex portiere della Rondinella e dottore commercialista Marco Galletti, l’uomo decisivo, in tutti i sensi.
Grazie al notaio Federico Silvani, che ha fatto l’atto gratis rimettendoci in bolli e altro, grazie all’immenso Paolo Piazzini che insieme a Chianti Banca ha tolto uno dopo l’altro tutti gli ostacoli che si sono presentati e non sono stati pochi.
E’ stata una settimana febbrile, di grande lavoro, con telefonate continue con Mario Tenerani (grazie Mario!), che ha cercato e sta cercando la migliore soluzione abitativa da prendere in affitto per Mario e Renza, perché a questo serviranno i soldi che verranno raccolti grazie alle vostre donazioni, a trovare un tetto stabile per i loro prossimi anni.
E come dimenticare il lavoro sotto traccia di Andrea Bruno Savelli, Saverio Pestuggia (domani compie gli anni, auguri!), Alessandro Rialti e Moreno Roggi?
O l’interessamento continuo, il lavoro quotidiano sul pezzo di Lucia, che anche stasera era là, all’ospedale?
Grazie davvero a tutti, ho un mal di testa che mi porta via (saranno stati i fegatelli con patate consumati con il gruppo?), ma che bello sapere che nel mondo non esiste solo il proprio tornaconto personale.

L’arrivo di Pepito ha ormai scatenato le fantasie più sfrenate: chi vuole Bale, chi farnetica di Tevez, chi non si arrende all’idea di Villa, ormai mancano solo Messi e Ronaldo (magari per Romulo e Seferovic) e siamo a posto.
Quando invece si torna sulla Terra, ecco riaffacciarsi puntuale il tormentone Di Natale.
Tre anni fa (estate 2009) venne considerato vecchio e andammo su Castillo, una bischerata colossale dalla quale non ci siamo mai ripresi completamente.
Non si spiegherebbe in altro modo l’accanimento con cui pensiamo, crediamo, siamo convinti che questo straordinario vecchietto (calcisticamente parlando, of course) possa vestire la maglia viola.
Non viene e non verrà mai, è chiaro il concetto?
Sta benissimo a Udine, non è divorato dal demone del denaro e comunque guadagna lo stesso molto bene, anche se tanto meno di chi neanche lo avvicina qualitativamente, la moglie è di Empoli, ma non ha problemi a vivere in Friuli, nel 2014 ha un posto in una delle società italiane più serie, ma perché dovrebbe rivoluzionare la sua vita e quelle delle persone che ama?
Facciamocene una ragione e aspettiamo con un sospiro Larrondo, magari ascoltando e riascoltando due o tre volte al giorno i giudizi di Baiano e Brovarone…

Giornata frenetica, in tutti i sensi.
Non sono neanche riuscito ad andare da Mario, ma ho ottime notizie: sta meglio e fa battute.
Prendiamola larga e pensiamo che per fine mese potrà essere fuori: l’operazione è stata perfetta ed è in buone mani.
Il resto va avanti, non avete idea di quanto sia tutto complicato, delle difficoltà di ogni genere, di come si debba stare attenti a far sì che l’impegno e la generosità di chi mette la propria persona al servizio degli altri non diventi poi un boomerang.
Ma rispetto ad una settimana fa a quest’ora è cambiato lo scenario e questo, penso siate tutti d’accordo, vale molto di più dei tre punti persi ieri contro il Pescara.

Avremmo meritato di vincere per quanto di buono fatto nel primo tempo, poi, più che il gol del Pescara, ha contato l’infortunio di Pizarro e ci siamo smarriti.
Le nostre “colpe” sono quelle, cioè di non avere avuto lucidità nella mezz’ora finale, e non si può parlare di squadra presuntuosa, di partita preparata male per via delle feste, perché all’inizio era come se stesse continuando la gara di Palermo.
Ci vuole un minimo di coerenza, lo dico anche a chi adesso invoca l’attaccante buono da subito (a me Larrondo proprio non convince, ma sbaglierò io…), perché il 22 dicembre alle 17 eravamo in pochi ad insistere per il suo arrivo.
Abbiamo sbattuto contro un portiere strepitoso e abbiamo avuto la conferma che l’esperimento Mati Fernandez è (quasi) fallito, mentre Ljajic ha fatto il possibile, con Jovetic trascinatore nella ripresa, cioè quando la squadra faticava molto.
Semmai si è sentita la mancanza di Gonzalo dietro, per la sicurezza che regala al reparto e Neto mi è sembrato leggermente in ritardo sul primo gol, ma ripeto non si può mettere sotto accusa una squadra che avrebbe meritato di vincere, anche se fa molto male perdere conro una squadra che vale la metà di noi.

Ho parlato con Mario: ha sentito tutto e ringrazia tutti, stringiamo le dita e vediamo cosa succede domani.

Non sarà facile “rientrare” nel campionato e trovare da subito la concentrazione giusta per battere il Pescara.
Qui si vedrà la mano di Montella e la testa dei giocatori, anche per verificare come hanno passato le feste, se “alla Vargas” o in perfetto “stile Zanetti”, cioè allenandosi bene.
E anche al Franchi ci vorrà molta attenzione, perché non è detto che la gara si metta bene da subito e comunque siamo nettamente più forti degli abruzzesi e non esiste alcun fondato motivo per cui si debba temere più del lecito la partita.
Personalmente cercherò di dare il meglio perché so che dagli ospedali avrò un ascoltatore in più, uno speciale, che aspettiamo tutti al più presto allo stadio: per Rossi, per la Fiorentina, per tutti quelli che gli vogliono bene.

Stamani Andrea Della Valle è andato insieme a Sandro Mencucci a trovare Mario Ciuffi in ospedale e lo ha visto molto più tonico.
Un gran bel gesto, in attesa di dare a Mario e Renza buone notizie dal Franchi.

Altro che Larrondo!
Questo è il top player, ovviamente c’è il rischio, ma è calcolato perché la scommessa è fantastica: ha 25 anni, vale tecnicamente Jovetic, costa meno della metà, ha la testa sulle spalle.
Questi due (Macia e Pradé) sono veramente bravi, ora si può cominciare a sognare davvero la Champions perché da marzo a maggio ci sono una decina di partite e Rossi è un brevilineo a cui non dovrebbe servire molto per entrare in forma.
E Andrea Della Valle è stato di parola, ha speso quando è stato il momento giusto, non sarebbe male ringraziarlo domenica pomeriggio.
Manca solo Mario per la sciarpa, ma non disperiamo, semmai facciamo la replica appena Pontefice Massimo si riprende e viene allo stadio.

Dobbiamo agire con estrema prudenza e vi assicuro che non è assolutamente facile trovare il giusto equilibrio tra la voglia di fare (e le sollecitazioni che arrivano da tutte le parti) e l’esigenza di non sbagliare una mossa, oltre a trovare gli strumenti più giusti e corretti per operare.
Poiché non ci sono segreti, e Mario è ormai al centro dell’attenzione e dell’affetto di tanti di voi, vi dico che oggi pomeriggio ci siamo trovati in quattro per vedere quale fosse la strada più utile e più discreta da percorrere: Mario Tenerani, Moreno Roggi, Andrea Bruno Savelli ed il sottoscritto.
Tanto per essere chiari, non è possibile dire semplicemente fate una donazione, perché poi ci vuole un soggetto giuridico che raccolga e amministri i soldi.
Vanno create le condizioni e le strutture perché tutto avvenga in modo cristallino, alla luce del sole e per fare sì che ogni cosa funzioni al meglio.
Avevamo anche idea di fare una serata per Mario e può darsi che la faremo, con la partecipazione dei suoi amori viola, da Chiarugi ad Antognoni, da Prandelli a Corvino, ma poi abbiamo pensato che i tempi per il ritorno di Mario sono per ora incerti e quindi abbiamo preferito vare viaggiare separate le due cose: a breve (spero) la solidarietà, quando sarà il momento l’omaggio.
Ma almeno fino alla fine della prossima settimana penso che non sia possibile avere qualcosa di concreto, intanto facciamo tutti il tifo per quell’amabile bischeraccio del Ciuffi che deve stare tranquillo.

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