Stamattina ho capito cosa vuol dire avere cinquanta anni.
Perché se questi risultati politici ci fossero stati nel 1979, quando ho votato per la prima volta, io sarei stato contento perché già non sopportavo il carrozzone politico composto da impresentabili ed incompetenti (DC-PSDI-PLI-PSI, qualche vaga simpatia per il PRI, sentimenti contrastanti per il PCI).
Infatti votai radicale, per protesta.
Da quel momento in poi ho fatto come con la Fiorentina: ho perso quasi tutte le elezioni e quando le ho vinte è stato peggio.
Perché ho perso dopo, quando le coalizioni che avevo contribuito a mandare al potere si sono liquefatte per manifesta incapacità.
Stamani, qui “solo alle cinque del mattino”, ho dentro l’angoscia (niente vino, sono astemio…) e non ho “voglia di bestemmiare”, ma paura.
Paura di finire sotto ricatto di un super inciucio con chi credevo archiviato, paura di essere ostaggio di derive populiste.
Magari mi sbaglio, magari i centosessanta signori nessuno che l’incazzatura generale ha scaraventato in Parlamento sono il meglio della società civile e quasi certamente non faranno peggio dei signor qualcuno che finalmente sta sgombrando (e questa è una soddisfazione).
A vent’anni sarei stato euforico, e forse mi sarei pure impegnato, io che non ho mai preso la tessera di nessun partito, a cinquanta attendo con trepidazione di sapere come andrà a finire.
Come ci siamo abbrutiti
Ho questa sensazione: stiamo vivendo le elezioni, davvero tra le più importnati della nostra storia, con lo stesso atteggiamento usato per il calcio.
Cioè tifiamo, più contro che a favore.
Sono contagiato anch’io da questa sindrome da campionato e me ne vergogno, perché è da terzo mondo pensare che un determinato personaggio sia nel mio inconscio come la Juve, cioè se perde sono contento, se scompare ancora di più.
Non è questo l’approccio che dovremmo avere con la politica, che sarà pure “brutta e schifosa e fa male alla pelle”, ma che è anche l’unica sovrastruttura possibile del vivere civile: non è che sia ributtante a prescindere, siamo noi che l’abbiamo resa tale.
Guardate po’ i post sugli argomenti extra calcio di questo blog e provate a fare un’analisi serena del linguaggio usato, del crescendo di insofferenza e di insulti (spesso tagliati) che tracima ad ogni riga.
Ci siamo imbarbariti, spero non irrimediabilmente.
Niente dialogo, ma solo scontro, incapacità non dico a capire, ma almeno ad ascoltare la parte che non la pensa come noi (stavo per scrivere avversa e non l’ho fatto di proposito per dare il buon esempio).
Guardiamo cosa viene fuori stasera dalle urna, ma almeno noi quattromila frequentatori di questa libera palestra proviamo a fare un piccolo sforzo e ricominciamo a comportarci da persone civili.
Ma i tifosi?
A noi ci pagano (anzi mi pago da solo, questo è un altro discorso) e va bene, figuriamoci se non posso aspettare fino a domani per sapere se a Bologna si gioca oppure no.
Ma i tifosi, il motore di questo enorme carrozzone che è il calcio, come diavolo fanno ad organizzarsi?
E’ possibile che non ci fosse un’altra soluzione più agevole per loro rispetto a quella di aspettare le 10.30 di domani per sapere se quattro ore e mezzo dopo si va in campo?
Che fa la gente, parte per oltrepassare l’Appennino oppure no?
E anche quelli che vorrebbero un minimo programmare la giornata dovranno aspettare notizie per capire come santificare la festa.
Io credo che ci vorrebbe un po’ di rispetto per chi manda avanti tutto, cioè l’utilizzatore finale, come avrebbe detto il sapido avvocato di un noto politico che mi auguro proprio di non vedere al comando nel pomeriggio di lunedì.
Noi a Radio Blu intanto, proprio per rispetto nei confronti di chi ci ascolta e ci permette di vivere di calcio, abbiamo organizzato un Pentasport speciale dalle 10 alle 11: sintonizzatevi e saprete.
Ragazzi, io alle 17 di oggi ho staccato: meglio così, almeno non siamo caduti nella farsa…
Squadra che vince…
…purtroppo si cambia, si deve cambiare per via dell’assenza di Pizarro.
Le mie personali convinzioni: giocheranno Migliaccio e Ljajic, oltre a Tomovic.
Sissoko è ancora un po’ indietro e l’ultimo Migliaccio da trasferta era stato assai convincente a Catania, oltre al gol, che è sempre un valore aggiunto.
Davanti sarebbe uno spreco rinunciare al Ljajic visto contro l’Inter e se ci fate caso la Fiorentina gioca bene soprattutto quando c’è lui a girare moltissimo e offrire sponde ai compagni.
Non mi pare una trasferta proibitiva, soprattutto se dimostreremo di aver saputo gestire bene l’euforia post Inter.
Che impresa
Ragazzi, hanno fatto una partita eccezionale, bisogna riconoscerlo.
Mai visto un Barcellona così pallido e mai nella vita mi sarei immaginato Montolivo e Pazzini che surclassavano Iniesta e Messi.
Una gara giocata con una determinazione e con un’intelligenza tattica che non credevo appartenessero a questo Milan, ma è meglio anche per noi, forse lasciano qualcosa in campionato.
Adesso hanno almeno il 50% di possibilità di passare il turno e confesso di essere combattuto.
Se non fosse il Barcellona, mi piacerebbe che fosse il Milan a passare il turno perché tranne una io sono sempre per le italiane, ma è appunto il Barca e allora mi metterò davanti al televisore godendomela e basta.
Quanto amore…
Hai visto Mario che emozioni hai suscitato, quanta gente ha pianto, che vuoto hai lasciato?
Quanto ti piacerebbe tra poche ore essere lì con noi in quella chiesa troppo stretta per accoglierci tutti, il mondo riunito per renderti omaggio.
Un po’ come il tuo sogno ricorrente: lancio di Antognoni, cross di Pascutti (chissà cosa cavolo c’entra Pascutti…), tu che di testa in tuffo fai gol al Maracanà e tutti gli “omini” che saltano in curva e gridano “Ciuffi, Ciuffi”.
Tu, così sentimentale, stamani per una volta non saresti capace di una battuta, perché io ti ho visto davvero emozionato e non era un caso che adorassi Domenico Modugno e tutti i film con il lieto fine.
“Sono Ciuffi!”, mi urlavi quando mi telefonavi.
“E io sono Guetta!”, ti rispondevo con lo stesso tono di voce.
Poi ci davamo di sonati tutti e due e cominciavamo ad organizzare, divertirci, volerci bene a modo nostro.
Non voglio intristirmi, ma “pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi”.
Ciao Mario
Ti ho voluto bene e lo sai.
Ti sia lieve la terra, noi qui non smetteremo di ricordarti.
Meravigliosi
E chi se l’aspettava una Fiorentina così?
Meglio di qualsiasi più rosea previsione: scattante, reattiva, asfissiante.
Una partita fantastica, l’Inter annientata, la prova di Torino ampiamente riscattata, la classifica che torna a diventare interessante.
Il più sorprendente è stato ovviamente Ljajic: partita superba la sua, assolutamente inimmaginabile appena dieci mesi fa e qui c’è certamente la mano di Montella, oltre alla volontà del giocatore.
E poi le risposte di Jovetic, in partita fin da subito.
Il centrocampo senza mediani è tornato ad essere l’intrigante utopia vincente del 2012, ora vediamo che succederà a Bologna senza Pizarro (benedetto metronomo, ma lo sai che il tocco di mano è da giallo?…), certo è che con Sissoko ci sentiamo un po’ più tranquilli.
Lunedì bellissimo per andare in ufficio, leggere di Fiorentina, amare questa squadra.
ALLE 14.30 RIPROPONIAMO LA RADIOCRONACA DI IERI: PER CHI SE LA FOSSE PERSA O VOLESSE GODERE DI NUOVO…
Campioni dentro e fuori
E’ veramente bello il moto d’affetto che circonda Milito dopo il suo gravissimo infortunio.
A me è sempre piaciuto moltissimo in campo e fuori, di lui di negativo ricordo solo un’improvvida dichiarazione, a Madrid, appena vinta la Champions con una sua doppietta, in cui in pratica batteva cassa per il rinnovo del contratto.
Per il resto è sempre stato un uomo tranquillo, che ha fatto gol bellissimi e “sporchi” a tutti, una persona a cui molti tifosi si sono affezionati, anche quelli viola.
Chi ama il calcio è rimasto veramente colpito dal suo dolore e sono convinto che in tanti avrebbero preferito averlo pericolosamente contro domani sera piuttosto che vedergli rischiare la carriera.
Ci sono campioni che travalicano le fazioni e sto pensando per esempio a Maldini, che proprio a Firenze ebbe quel tributo di affetto che gli fu vergognosamente negato da una banda di delinquenti una settimana prima a San Siro.
Ma anche uno come Scirea, che qui è sempre stato rispettato, da vivo e anche quando purroppo non c’è stato più.
Dipende come sempre da come ti comporti nella vita:e non credo che gente come Cassano o Balotelli sia destinata ad avere a fine carriera lo stesso trattamento…
Ma allora perché lo voti ancora?
Sollecitato dall’amico Pico, provo a rispondermi e rispondergli sul perché darò ancora fiducia ad un partito che ha fatto molto per deludermi.
Ognuno ha la propria storia personale, la mia è quella di un ragazzo che viveva di ideali che ha ancora dentro: pochi, ma radicati.
Uno di questi è che si se sto un po’ peggio io, ma stanno un po’ meglio gli altri, alla fine è un bene per tutti.
Lo dico per spiegare che se dessi retta alle promesse elettorali, con quelo poco o tanto che ho costruito in 34 anni di lavoro, dovrei mettere la mia croce su chi mi avvantaggerà economicamente, non certamente il Partito Democratico.
Ci sarebbe anche un altro principio al quale mi ispiro da sempre, quello meritocratico: se fatico, se lavoro tanto, se ho nel cervello qualcosa in più degli altri, vado avanti, altrimenti mi fermo.
Come nella canzone di Bertoli, ho sempre odiato i porci ed i ruffiani e chi va avanti con certe prestazioni fuori orario, o magari iscrivendosi al partito giusto, se si entra nello specifico del mio lavoro-passione di giornalista.
E qui certamente, prima il “grande partito comunista” e poi il più ridotto partito democratico non rappresentano proprio il massimo, anzi certe logiche da apparato mi restano profondamente indigeste.
Ma come diceva Gaber dei socialisti, da vent’anni in Italia abbiamo avuto la peggiore destra d’Europa, “perché peggio che da noi (forse) solo in Ungheria”.
Dunque mi guardo in giro ed il migliore, cioè il meno peggio, ha la rogna.
Votare Ingroia no, perché a me i magistrati che fanno politica (e magari neanche si dimettono) danno parecchio fastidio.
Grillo non è troppo lontano dall’Uomo Qualunque di Giannini del dopo guerra: molto corrosivo, sempre efficace nelle battute, ma un conto è distruggere (esercizio facile) e altra cosa è il costruire.
La destra moderata di Monti è funestata da Casini e Fini e su questo sono perfettamente d’accordo con Renzi, anzi non solo su questo.
Rimane il meno peggio, appunto, che ha la rogna, ma che potrebbe aiutarci a stare un po’ meno peggio tutti, anche se ci dovrò rimettere qualcosa a livello personale.
Ci sarebbe anche il non voto, ma questo non lo farò mai perché sono un ex bambino degli anni sessanta e mi porto dentro un’educazione civica che mi ricorda sempre quante persone sono morte per permettermi di esercitare il mio diritto a scegliere.