Hai visto Mario che emozioni hai suscitato, quanta gente ha pianto, che vuoto hai lasciato?
Quanto ti piacerebbe tra poche ore essere lì con noi in quella chiesa troppo stretta per accoglierci tutti, il mondo riunito per renderti omaggio.
Un po’ come il tuo sogno ricorrente: lancio di Antognoni, cross di Pascutti (chissà cosa cavolo c’entra Pascutti…), tu che di testa in tuffo fai gol al Maracanà e tutti gli “omini” che saltano in curva e gridano “Ciuffi, Ciuffi”.
Tu, così sentimentale, stamani per una volta non saresti capace di una battuta, perché io ti ho visto davvero emozionato e non era un caso che adorassi Domenico Modugno e tutti i film con il lieto fine.
“Sono Ciuffi!”, mi urlavi quando mi telefonavi.
“E io sono Guetta!”, ti rispondevo con lo stesso tono di voce.
Poi ci davamo di sonati tutti e due e cominciavamo ad organizzare, divertirci, volerci bene a modo nostro.
Non voglio intristirmi, ma “pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi”.