Lo immaginavo che perdevamo la gara per Antognoni team manager della Nazionale: troppo poco politico, troppo poco sponsorizzato dai nomi giusti, troppo “buono”, come sempre.
Sono rimasto semmai sorpreso dalla scelta di Lele Oriali, un altro che si muove non proprio a suo agio nei meandri del palazzo del potere.
Pensavo semmai a qualche ex juventino, di più o meno successo, forse a Maldini, da anni candidato a tutto e sempre in panchina.
Ma Giancarlo no, proprio non ci credevo, nonostante lo meritasse per gli anni passati in Federazione e perché se vai in giro nel mondo con Antognoni e Mario Gomez riconoscono prima lui del bomber tedesco.
Comprensibile e condivisibile dunque il suo sfogo, ma con due passaggi un po’ critici.
Il primo è quando ricorda di essere stato campione del mondo nel calcio: non lo doveva fare, perché uno come lui, col suo passato, non ha bisogno di sottolinearlo.
Il secondo è su Oriali, che avrebbe dovuto chiamarlo per dirgli della nomina: con questa logica l’ex mediano viola avrebbe dovuto avvertire tutti i suoi compagni del Mundial spagnolo in teoria candidati come lui a quel posto tanto ambito.