Marzo 2011


1: La Fiorentina ha fatto un ottimo Torneo di Viareggio, ai dirigenti, tecnici e giocatori vanno i più sinceri complimenti. Il settore giovanile è la parte migliore della società da un anno ad oggi e può darsi che prima o poi arrivino i frutti anche per la prima squadra.
2: Ci sta tranquillamente di perdere una finale contro l’Inter, ma siccome a quella finale ci siamo arrivati belli carichi credo che tutti quelli che sono andati a Livorno avessero la speranza di vincere la gara.
3: Prendiamo atto che Seferovic e Salifu fanno parte della prima squadra e quindi ci aspettiamo prima o poi il loro esordio.
4: Non ho assolutamente niente di personale contro Corvino, che mi è assolutamente indifferente. Non gli sono amico, ma neanche nemico. Con lui ero, sono e sarò sempre neutro. Mi limito solo ad analizzare le situazioni e i fatti che accadono in casa viola, provando qualche volta a parlare prima, con l’ovvio rischio di brutte figure.
5: Ho trovato fuori posto l’enfasi post-sconfitta di ieri, da qui la voglia a pelle di scrivere il post. Sbaglio? Non credo, ma sono comunque sensazioni personali.
6: Visto che al settore giovanile ci teniamo in tanti e che abbiamo una gran voglia di battere la Roma in Coppa Italia, non era forse il caso di fare biglietti con costi quasi uguali tra abbonati e non tesserati (che poi al Franchi vanno sempre come gli altri), visto anche che si cerca di avere una linea comune che riconduca tutti alla Fiorentina?
Spero di esser stato chiaro una volta per tutte.

Io, scusate, devo dire quello che sento e vi devo quindi esternare per la seconda volta in poche settimane il mio stupore per queste dichiarazioni così piene di soddisfazioni per la sconfitta contro l’Inter.
E’ colpa mia, si tratta di un limite, perdonatemi, ma proprio non capisco come si possa valutare così positivamente la prova dei giovani viola nella finale.
Se dobbiamo essere contenti perché a questa finale ci siamo arrivati, va bene, sono anch’io sinceramente sorridente e soddisfatto, ma mi fermo alle 14.59 di oggi.
Perché poi analizzo un’altra storia e a me perdere rompe parecchio, ma come contro l’Inter in campionato qui sembrano tutti pieni di gioia per la sconfitta.
Insomma, mi è molto dispiaciuto non aver centrato 19 anni dopo la vittoria e non mi unisco al compiacimento generale.
Ultima cosa, per abbassare ancora il gradimento di alcuni dirigenti viola nei miei confronti: la Primavera viola è costata solo 10mila euro?
Ok, allora vuol dire che gli investimenti milionari su Seferovic e Salifu vanno conteggiati nella prima squadra, dove in verità mi pare che questi ragazzi fatichino ad affacciarsi.

Vittoria meritata e da grandi firme, aspettando la ripetizione di certe prestazioni prima di tirare un sospiro di sollievo.
Mutu sta cominciando a ripagare il proprio debito e Behrami è certamente un acquisto azzeccato, di cui dobbiamo dare conto a Corvino.
Adesso che siamo salvi, proviamo un po’ a divertirci, perché sarebbe l’ora di dare qualche soddisfazione a tifosi sempre più desolati.
Faceva tristezza vedere quegli spazi vuoti in mezzo alla Fiesole, mettevano malinconia il migliaio di tifosi presenti in Ferrovia: qui va riconquistato il cuore della gente e tutto il resto passa in secondo piano.
Intanto il Gila è arrivato in doppia cifra, disintegrando Mazi Lopez e facendo ricredere chi lo metteva dietro all’argentino.
E domani tutti a Livorno per la finale del Viareggio, o alla radio per sentire il prode Luis Laserpe raccontarci col buon Meucci una partita da vivere con emozione.

Serata memorabile, organizzata benissimo, con ottimi conduttori (Tenerani e Monti), uno showman irresistibile (Graziani), un sacco di illustri amici veri e soprattutto loro due: un re ed un principe.
Il re, misurato e di gran classe, nemmeno corresse ancora sull’erba del Franchi, è stato naturalmente Giancarlo Antognoni.
Accompagnato dalla regina Rita, ancora bellissima e che avrà fatto schiantare di invidia tutte le signore over 40 di oggi, o forse no perché qualcosa al trono si deve pure concedere e che ha rubato la scena all’affascinante futura signora Montolivo.
A me è sembrata un po’ la ripetizione del 25 aprile 1989, quando Giancarlo salutò tutti nello stadio strapieno per una partita non ufficiale e molti di quelli che si commossero al suo giro di campo finale sono certo che fossero lì ieri sera.
Un sacco di gente, che forse il resto d’Italia non capirà, ma sinceramente ce ne faremo una ragione e continueremo così a lungo.
E’ stato tutto così bello e naturale che alla fine, quando solo salito sul palco per presentare con Gianfranco Monti gli ex viola, non avevo le solite farfalle nello stomaco che credo accompagnino un po’ tutti quelli che si devono presentare davanti a più di cinquemila persone.
Anzi, non vedevo l’ora che toccasse a me e nei venti minuti in cui ero lì pensavo: ma guarda un po’ che “culo” che ho avuto nella vita.
Sono qui col mito della mia gioventù e con le mie “figurine” di ragazzo, i “miei” giocatori.
E il principe? Cesare Prandelli, non ci sono dubbi.
Entusiasmo allo stato puro al momento del suo arrivo, affetto vero che nessuna polemica potrà mai sradicare, emozionanti le sue parole, da brividi la risposta del popolo viola.
L’ho finalmente riabbracciato dopo nove mesi e, maledizione, mi ha trovato un po’ ingrassato (ha detto che non mi convoca in Nazionale, naturalmente da oggi starò più attento nel mangiare…) e mentre lui usciva mi è venuto in mente come possano dalle altre parti d’Italia considerare questo feeling unico tra Cesare e Firenze, se non ne siano insomma un po’ gelosi.
Chiudo questa sovrapposizione di vibrazioni e sensazioni positive con quanto ho chiesto sul palco: ma quando sarà che nella sede viola si cominceranno a vedere le foto di chi ci ha dato momenti indimenticabili prima del 2002?
Se proprio non vogliamo riportare Antognoni in Fiorentina, e non credo che avverrà, almeno piazziamo una gigantografia all’entrata, insieme a Julinho, Hamrin, De Sisti, Bati e tutti quelli che ci detta il cuore.

Um conto è organizzarle le cose, un altro è lo spirito che si respira intorno ad un avvenimento.
Quello di stasera è davvero speciale e l’ho percepito dai tanti contatti avuti con gli ex viola: è scattata la voglia di esserci, di partecipare come se si andasse al ritrovo tra vecchi compagni di scuola.
Tra trent’anni non credo che sarà lo stesso con gli attuali giocatori e questi milionari di oggi non sanno cosa si perdono.
Ad Antognoni vogliono bene davvero tutti e forse lo stesso Giancarlo sarà rimasto sorpreso nel vedere la disponibilità assoluta di ex compagni in giro per l’Italia che hanno vinto.
L’altra sera al Pentasport Paolo Rossi mi sembrava sinceramente dispiaciuto di dover ballare invece di essere lì con gli altri.
Prepariamoci quindi ad una grande festa e gli incerti non abbiano dubbi nel venire perché secondo me si perdono parecchio.

Maledetti, ci hanno scoperto.
L’ho già scritto in una risposta a Immonda Bestia e allora tanto vale confessare tutto: esiste davvero una squadra di fiancheggiatori dei Della Valle, che ogni sera allo scoccare della mezzanotte riceve da Andrea ordini precisi su come comportarsi.
Ognuno ha il suo compito: radio, giornali, tv, siti, perfino facebook, che è poi il mezzo più subdolo.
Sì, perché lì agiscono infiltrati panciuti, dissociati mentali ed accigliati professionisti che fingono di essere duri e puri ed invece sono dentro fino al collo pure loro.
Strapagati.
Noi di Radio Blu siamo stati ribattezzati in codice Gruppo TNT perché Andrea Della Valle, che a Casette d’Ete ha l’intera collezione di Alan Ford, è stato folgorato durante una sua visita (naturalmente segreta) nei nostri studi.
Pestuggia è il Numero 1 (non quello di Castillo, da prendere al volo, ma il grande vecchio), Sardelli, che tra poco si schiarirà i capelli, il biondo Alan, Fabiani è stato nominato da ADV in persona Bob Rock, Zoccolini è Sgrunt, Sestini la Cariatide, Barry Geremia e Petri è il Conte Oliver, anche se gli è stato imposto di ridere un po’ meno.
Il povero Loreto, va da se’, è stato retrocesso al poco nobile ruolo di pappagallo e viene ogni tanto accarezzato sulla nuca da Pestuggia, mentre io faccio finta di essere il direttore, ma in realtà non conto niente.
Ora che siamo stati scoperti da un’intelligence più forte di noi bisognerà cambiare tutto e trasferirci senza dare troppo nell’occhio a Paperopoli.

La notizia è che ci sono fortissime possibilità che Mihajlovic resti l’allenatore della Fiorentina anche nella prossima stagione.
Non è frutto del mio lavoro, o di quello di Radio Blu, ma piuttosto della ricerca certosina operata da Andrea Di Caro del Corriere Fiorentino, che ne ha parlato diffusamente ieri nel Pentasport.
Io ho solo fatto qualche ricerca in più e pare che si stia andando davvero verso questa direzione: conferma dell’accoppiata Corvino-Mihajlovic, “perché questa è stata una stagione disgraziata ed irripetibile” e semmai rifondazione della squadra.
L’opinione, mia naturalmente, è che così facendo la Fiorentina si prende un enorme rischio di fronte al popolo viola e che, sempre che queste previsioni si rivelino esatte, non si era mai visto nel passato un tecnico fallire così nettamente un’annata e godere lo stesso della fiducia della proprietà.
Poichè a me di Mihajlovic e Corvino interessa molto poco, ma ho invece questa inestinguibile passione per la Fiorentina, e perciò penso al domani, credo che una decisione così pesante sotto tutti i punti di vista debba essere spiegata ai tifosi solo dai Della Valle, che poi alla fine sono quelli che rischiano in prima persona soldi e immagine.
Sarebbe meglio se si presentassero in coppia, per dare un segno, ma vista la scarsità attuale di presenze sarei già contento se ne arrivasse uno solo.

Questa non può essere una settimana come tutte le altre, a meno che non si voglia vedere domenica lo stadio ancora più vuoto e la gente ancora più arrabbiata.
Non possono scorrere i giorni con la consueta e stanca liturgia viola: conferenza stampa di qualcuno più o meno presentabile il mercoledì, intervento infarcito di speranze e qualche parolaccia di Mihajlovic il sabato.
Bisognerebbe che qualcuno informasse ADV dello stato dell’arte a Firenze, di come qualcuno (non pochi, ve lo assicuro) abbia addirittura tifato per il pareggio del Bari perché definitivamente spossato da quella strana accozzaglia di maglie viola vista in Puglia.
Mai sentita una cosa del genere nei miei 45 anni di cosciente passione viola ed è questo il risultato di una somma di errori di comunicazione enormi, oltre che delle scelte tecniche profondamente sbagliate da 18 mesi in qua.
C’è però una data che viene in soccorso, ed è quella del 4 marzo, il giorno di Antognoni.
Non è proprio il caso di forzare la mano per un suo ritorno in società, ma si può “sfruttare” quel giorno per rendere un doveroso omaggio al “capitano” e fare un chiaro discorso al popolo viola.
Poche cose, ma precise e, soprattutto, sincere: abbiamo sbagliato, abbiamo capito, prenderemo provvedimenti, ripartiamo tutti insieme.
Naturalmente l’unico legittimato a parlare è ADV (o Diego, ma dubito molto…), ogni altra persona farebbe solo ancora più danni.

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