Novembre 2007


Me lo ricordo bene quell’inverno a cavallo tra il 1981 e il 1982: facevo il militare, preparavo esami su esami all’università, trasmettevo due volte alla settimana il Pentasport (una con Pecci) e per la prima volta seguivo da giornalista la Fiorentina in trasferta, pagandomi i viaggi con gli sponsor.
Ogni lunedì mattina compravo compulsivamente tutti i giornali sportivi, più Repubblica e La Nazione, per leggere quanto e come avrebbero parlato della Fiorentina, dei dribbling di Bertoni, delle parate di Galli, dell’assenza di Antognoni.
Ho fatto un salto all’indietro di 26 anni per spiegare che so benissimo come funziona, conosco cioè alla perfezione il meccanismo che ci porta ad essere arrabbiati se sui giornali e in televisione ci danno un quarto dello spazio dedicato al Milan, che pure ha quasi la metà dei nostri punti.
E però, credetemi, è meglio così, è meglio che ci ignorino, che non vadano a spulciare sociologicamente ogni nostro gesto quotidiano di vita calcistica.
Soli siamo stati quando ci hanno scaraventato in C2 o quando ci urlavano “ripescati” a Pescara e pure a Livorno, soli restiamo oggi a guardare ammirati questa ipotesi di grande squadra.
Non c’è tutto l’essere fiorentino in questo splendido isolazionismo?

Sarò certamente deriso a fine stagione, quando si rileggeranno le mie speranze di scudetto (eh sì, l’ho detto e ormai non posso più tornare indietro…).
Però non capisco perché non si possa sognare, perché non si possa almeno sperare di infilare la classica annata in cui le imbrocchi tutte, ma veramente tutte.
Non mi sono mai voluto accodare al pensiero di un calcio troppo serioso e se comprendo l’amarezza e la delusione di una retrocessione (per forza, l’ho provata!) non riesco a sintonizzarmi con chi dice “eh no, a certe cose è meglio non pensare”.
Ma perchè? Cosa ci perdiamo?
Il calcio è divertimento, è distrazione dalla routine quotidiana, è un modo per evadere da solito tran-tran e sentirsi partecipi di eventi collettivi.
E’ vero che per me è anche lavoro, ma non per questo voglio rinunciare a fantasticare su quello che potrà succedere da qui a maggio.
Chi vuole, rida pure senza problemi, io mi tengo le mie follie.

Non lo so cosa mi è preso e non era assolutamente preparato, anche perché ci ho pensato solo durante gli ultimi due minuti di recupero.
So che ad un certo punto è come se mi fossi trovato davanti ad una realtà imprevista: Fiorentina seconda in classifica, dopo dieci giornate, quando cioè il gruppo è già abbastanza sfilato.
E mi è tornata alla mente la stagione 1981/82, quella che vissi in presa diretta seguendo tutte le partite viola tranne Catanzaro.
Si vinceva alla stessa maniera, si segnava e si teneva il risultato, tanti uno a zero e via a salire fino a farci rubare lo scudetto a Cagliari.
Volevo dirlo subito, ma ho immediatamente pensato che mi avrebbero (giustamente) preso a calci nel fondo schiena, se per caso la Lazio avesse pareggiato proprio all’ultimo minuto.
Dopo l’ho detto e lo confermo oggi: stasera tifo Juve e non tanto perché un punto in più o in meno faccia chissà quali differenze (anche se noi reduci di Cagliari si potrebbe discutere a lungo sull’argomento…), ma perché punto sulla crisi di nervi dell’Inter all’indomani della sconfitta.
E’ un atto contronatura, me ne rendo perfettamente conto, ma mi dovete perdonare perchè dalle 19.50 di ieri è come se fossi entrato in una dimensione diversa, se mi fossi incamminato su una strada che molti di voi magari non seguiranno.
E vi assicuro che non ho fumato niente, anche perché in vita mia non sono mai riuscito a traspirare neanche una sigaretta.
Tra un paio di settimane magari di sveglio di soprassalto e sarò pure arrabbiato, ma intanto, per favore, lasciatemi ai miei sogni e alle mie follie autunnali.

Abbiamo un’occasione unica per vincere ancora all’Olimpico.
E’ vero che siamo stanchi, ma loro di più, e la nostra rosa è nettamente superiore alla loro.
Stavolta credo che parta Pazzini titolare e non mi stupirei di vedere Liverani in panchina e Donadel in campo.
La Lazio avrà la testa al Werder certamente di più di quanto noi si possa pensare all’Elfsborg: insomma ci sono davvero tutte le possibilità per prendere tre punti che ci lancerebbero verso il secondo posto.
E stasera Pentasport, particolare, molto particolare.
Nessuna anticipazione, sintonizzatevi e poi mi direte.

Ce ne ricorderemo di questi mesi incredibili, di questi successi a cui ormai abbiamo fatto l’abitudine?
E proprio per questa abitudine, che per alcuni rischia di diventare spocchia, qualcuno ormai si è scordato da dove siamo partiti e dove siamo oggi.
Infatti si fischia Montolivo alla seconda partita sbagliata (fischi dalla Maratona, li ho sentiti io e li ha confermati Prandelli), si fischia Liverani (dalla tribuna, e non da ieri).
Non abbiamo ancora vinto niente, ma stiamo vivendo giorni di grande gioia e, sarò fissato, ci accorgeremo meglio di quello che è successo solo quando il tempo avrà creato una specie di diaframma tra il presente ed il passato.
Ieri è andata personalmente molto meglio con Vieri: mi sbaglierò, ma forse sta nascendo un rapporto interessante.
Spero proprio che venga a cena con gli altri 33, perché non ci sono dubbi che a questo punto debba tirare fuori un bel po’ di soldi…

« Pagina precedente